Di cosa “ci veste” la nostra esistenza,
plasmandoci come esseri umani? Qualche volta cerchiamo di spogliarci di tutto (come nel racconto Disegni dell’influenza), rinunciare ai nostri mille confini
fisici e psicologici (come nel racconto Marte è la mia ultima speranza), per
fonderci nell’amore e nel mondo. Qualche volta pensiamo che è invece il mondo a
scegliere per noi una forma e un vestito, condannandoci all’infelicità (il
racconto Siti Web) o all’ignoranza (Dot Com), a volte senza lasciarci vie di fuga
che non siano stordirsi (Guai seri) o rinunciare al nostro personale
modo di percepirci (Elfi). Ogni tanto, se non è il “mondo cattivo”, c’è
comunque una vocina interiore che ci frena dall’essere felici (Il piccolo
Oftalmologo), come un genitore che non ci ascolta e forse ci trascinerà in un
modo distorto di vedere il mondo (La mia interessante madre, un miliardo di
miglia). Sempre più persi e indecisi su cosa fare e diventare, finiamo per
credere (e “credere” è sempre un “abito mentale”), ai complotti (Gatti
armati) o a cercare partner che ci fanno del male (Animali umidi). Non sono
cose che si risolvono: sono cose con chi dobbiamo convivere. Per sopravvivere a
questa “prova vestiti”, il disegnatore canadese Deforge (cresciuto nella
grande palestra di Adventure Time come Jesse Jacobs, altro autore spesso
pubblicato in Italia da Eris Edizioni), sfodera l’ironia. Una ironia spiazzante
e sulfurea con cui ammanta ogni dialogo e gran parte dei disegni. Perché se
molti sono gli omini buffi soliti popolare le storie di Deforge, spesso
l’autore predilige incubi organici, omuncoli emozionali, microcosmi fatti di
cellule e batteri. Dalla lettura dei piccoli e fulminanti racconti contenuti in
Dressing, deriva al lettore una esperienza che ne risveglia i sensi (sollecitando sensazioni tattili), lo lancia dentro all’interpretazione
dei disegni più arditi (astratti ma forse “erotici”), lo sollazza con il
non-sense di gattini armati di pistola e biscotti natalizi manipolatori. Ogni
racconto è completamente diverso per stile visivo e narrativo, quanto collegato
funzionalmente al tema del “confine” dell’uomo con la sua percezione del mondo.
Spesso si finisce nello psicanalitico e per chi ama la materia Dressing è
particolarmente appagante, ricco, intelligente.
Non è una lettura per tutti. Spesso
risulta criptico, sovente malinconico, in qualche caso crudele. Per qualcuno il
tratto sarà eccessivamente stilizzato e astratto. Ma proprio per questo
Dressing è un fumetto “vivo”, affascinante, che riesce a trasmettere emozioni
“nuove” a chi le sa cogliere.
Un plauso a Eris Edizioni per la scelta editoriale coraggiosa e per la cura dell’edizione.
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