Nella perfetta villetta di
periferia da “sciuri” di una perfetta famiglia americana, iniziano a
volare parole e oggetti. La mamma, psicologa sull’orlo di una crisi
emotiva che cura con continui psicofarmaci (Helen Hunt), deve aver messo le
corna al papà e spezzato l’armonia familiare. Il papà, sceriffo di provincia
dai modi bruschi (Jon Tenney), si scopre affetto da incontinenze notturne e si
ritrova causalmente così incazzato da attaccarsi alla bottiglia e distruggere
finestre, cellulari, ecc. In città è forse tornato un pedofilo rapitore e il
nostro eroe non è esattamente “sul pezzo” per risolvere qualcosa. Il figlio
adolescente della coppia (Judah Lewis) è, da adolescente, totalmente
chiuso in se stesso e nei videogame, apatico, scontroso e forse quasi assassino
nei confronti del nuovo ganzo della mamma, che a sua volta se lo immagina
quando aveva sei anni e andava all’asilo e vorrebbe non essere troppo severa
con lui. Anche quando sembra che il figlio abbia quasi ucciso il ganzo, perché
sono cose da ragazzi. Intanto i quadretti familiari che adornano la scala che
porta al secondo piano del villino sembrano scomparire uno a uno, la casa è piena di rumori strani ed è comparsa misteriosamente una maschera inquietante
con l’espressività di una rana. Cosa può andare storto?
Diretto con classe da Adam Randall, scritto dall’attore Devon Graye nel suo primo sorprendente lavoro da sceneggiatore, I see you è uno psycho-thriller molto ben costruito e “cattivo al punto giusto”, che sembra quasi di matrice coreana. Non so se sia un remake, dovrei verificare, ma guardate la cosa da parte mia come un sincero complimento. I coreani sono indiscussi maestri del thriller psicologico e Randall ha compreso appieno la filosofia vincente di tali produzioni: personaggi sfaccettati in bilico tra bene e male, uno scenario pieno di misteri tutti prima o poi decifrabili, la prospettiva di guardare ogni singolo dettaglio da un diverso punto di vista. A questo piatto succulento, Randall aggiunge un tocco tutto americano di horror-slasher. Dire di più sarebbe ingeneroso nei vostri confronti, citarvi opere simili o anche solo i registi delle stesse vi priverebbe della gioia della scoperta di un ingranaggio narrativo e visivo ben oliato, gustoso da vedere e rivedere una seconda volta. Magari anche solo per sincerarvi che tutti i pezzi ritornino nel puzzle finale. Bravi gli attori, intrigante la location, ottimo il ritmo narrativo, bellissima la maschera. Helen Hunt dismette i suoi panni da attrice brillante e diventa una donna complessata e grigia. Tenney riempie di ombre il suo classico ruolo da “sbirro”, Lewis è perfettamente assente e spaesato come la trama richiede. Un plauso ai “personaggi misteriosi” interpretati da Libe Barer (Kiara in Parenthood) e Owen Teague (il bulletto col capello lungo di IT). I see you è una bella sorpresa. Vi consiglio di “tenere duro” fino alla seconda parte, perché all’inizio tutto appare frammentario e quasi in zona b-movie. Tutto troverà un senso specifico e una logica. Buona visione.
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