Eravamo
tornati bambini. Io e il mio collega Gianluca uscivamo dalla proiezione del
primo Pacific Rim presso il cinema Odeon di Milano gasati come marmocchi
nutellosi. I robottoni giapponesi della nostra infanzia avevano preso
vita nel buio della sala e... come potrei descriverlo a parole ?
Roba
forte, che sa di giovinezza andata e tanti ricordi, roba che di recente abbiamo
provato anche grazie a un'altra grande pellicola, questa volta italiana
Se
esiste "la gioia", non può che avere la firma di un robot di svariati
metri che combatte i vegani.
Ma i
sogni dei vecchi ragazzini dei settanta "sono destinati a finire
presto", temevamo.
Ci
eravamo un po' rassegnati all'idea di non vedere più in sala i colossi
meccanizzati Jeager prendere a botte i "mostroidi"Kaiju. Il pubblico
americano e una campagna promozionale sfigata (a opera di una poco chiara
situazione tra Legendary, Universal e Warner Bros) avevano decretato il loro
"no" al proseguo del franchise e tutte le idee su trilogie, spin off
con King Kong e Godzilla (io mi ero fatto un trip sul fatto che l'alieno
Mechagodzilla sarebbe diventato il prototipo su cui sviluppare gli Jeager...),
serie TV e gli anime che il brand avrebbe prodotto sono andati a farsi
friggere. Di nostro, in Italia, Pacific Rim è stato in sala due settimane, in
sordina e con zero pubblicità. La possibilità che almeno il fumetto avesse una
qualche distribuzione è stata fugata da una micro-etichetta che si è assicurata
i diritti in esclusiva e ne ha distribuito sul territorio qualcosa come sei
copie per regione. Guillermo del Toro ci ha sempre comunque creduto, al punto
che era andato personalmente in Giappone a promuoverlo, inginocchiandosi e
chiedendo la benedizione alla statua Gundam Rx-78 di Odaiba. Negli anni Del
Toro assicurava tutti sulla salute del progetto, che stava lavorando con
Beachman al numero 2 e forse al 3, che aveva ancora grandi idee. Ma intanto
partiva per Crimson Peak e oggi torna a parlare di Hellboy 3. Questa era la
tragica situazione, ma qualcosa si muoveva nelle profondità dello show
business. I cinesi, milioni e milioni di cinesi erano accorsi in sala a
vedere Rim, festanti ed entusiasti, più volte. Successe quindi il miracolo: pensa
che ti ripensa, constatando l'ineluttabile dato che gli americani come pubblico
non capiscono nulla di cinema, il cinese Wanda Group arrivò nel gennaio 2016
ad acquistare la Legendary, decidendo di mettere in cantiere questo benedetto
sequel. Le notizie da allora arrivano a casaccio, sembrano rumor indistinti, ma
il progetto cresce. Nel tempo da Pacific Rim: Maelstron diventa Pacific Rim:
Uprising. Charlie Hunnam e Rinko Kikuchi non si sa se torneranno a pilotare un
robottone gigante (anche se la seconda sembra già sicura), ma al cast si
aggiungono John Boyega, Scott Eastwood, Jing Tian e il mitico Jin Zhang. Alla
regia approda uno bravo come Steven S. DeKnight, che dopo essersi fatto le ossa
scrivendo lo Spartacus di Raimi è approdato alla regia dell'ottimo Daredevil di
Netfix. Del Toro rimane in barca come produttore e tuttofare. Riprese previste
il Australia e Cina e uscita per il febbraio 2018. E ci sale l'hype...
Come sempre, "se sono rose fioriranno". Di
sicuro tra Shin Godzilla, King Kong Skull Island, Godzilla 2, il nuovo
Cloverfield, il nuovo Rampage, il nuovo Power Rangers e l'imminente, minimal e
originale Colossal con Anne Hathaway... insomma, ne avremo a pacchi nel
prossimo futuro di mostri giganti che radono al suolo città. Credo ci
sarà da divertirsi.
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