domenica 19 febbraio 2017

La marcia dei pinguini - la vendetta ..cioè .. i pinguini colpiscono ancora... cioè, ora lo dico bene: "La marcia dei pinguini - il richiamo"


Micro-sinossi con ambizioni poco scientifiche: quando nasci pinguino sei una palla al piede per la tua famiglia fin dallo stato ovale. Letteralmente. In genere vivi in un posto lontano dal ghiaccio sottile e il fatto di non avere mani non aiuta molto. Così mentre un genitore ti cova, l'altro va al Conad più vicino, a mesi di marcia, per prendere i bastoncini Findus. Non avendo mani né il gettone per il carrello, il pinguino mette tutto in bocca pregando di non ingerire tutto durante la traversata, se no deve tornare indietro. Tornato a casa è inevitabile che ti sei ingurgitato qualcosa comunque, così l'altro pinguino deve tornare al Conad. A un certo punto però l'uovo si schiude, il bimbo cresce e come succede con tutte le famiglie moderne non è che sarà lui ad andare al Conad. Quello pensa già a trovarti una nuova casa, inizia a strimpellare con il basso, vuole frequentare le cattive compagnie e le pinguine più zozze. Non lo vedranno più in casa. Anche i genitori, modernissimi, decidono in genere a questo punto di non frequentarsi più e via al sesso promiscuo fino al prossimo uovo. E li posso capire. Ce la fareste voi ad aspettare tutta la vita che il partner torni a casa dal supermercato?


Ok, sono pinguini, e a me?: Nella mente malata dell'Edward Norton di Fight club accadevano le cose più strane e a seguito di una seduta psicoterapica usciva fuori che il suo spirito guida era un pinguino. Un pinguino che nella fervida immaginazione di Norton parlava e diceva: "Scivola". Non diceva poi molto altro, forse non era un'immaginazione così fervida, ma sta di fatto che in un momento non troppo distante della pellicola Norton si immaginava la sua ragazza, la futura signora Tim Burton, nello stesso scenario del suo spirito guida, che lo guardava negli occhi e dopo aver aspirato una sigaretta diceva: "Scivola".  Ho sempre interpretato questa sequenza come una follia etilica non so se scaturita da Fincher o da Palahniuk, ma dopo la visione di questo La marcia dei pinguini - il richiamo, forse sto iniziando a dargli un senso. Ho sempre detestato questi maledetti animali sfigati in frac. Tutto il giorno a camminare a passettini, troppo panciuti per volare, abitanti di un posto sfigatissimo, immenso e tutto bianco, senza nemmeno uno sprizzo cromatico a differenziarlo, vuoi anche una macchia di vomito. Eppure "piacciono a tutti", pensavo. A George Miller, che ha rimandato le storie di Mad Max per raccontarci di un maialino prima e di un pinguino dopo in 4 interminabili film (potevano avere altri 7 Mad Max intanto... la cosa non mi fa dormire la notte). Piacciono a Hideaki Anno, a John Lasseter, gli studios fanno docu- film a cartoni animati su pinguini surfisti, i pinguini spie di Madagascar sono ovunque, ci sono anime senza senso (Manwaru Pengundrum) e videogiochi senza senso (Disgaea) pieni di maledetti pinguini, pinguini di plastilina sulla rai di prima mattina, siamo invasi!! Così, scettico, mi muovo verso la sala, mentre mi si avvicina una signora che mi chiede: "Ma ci sono dei collegamenti con il primo La marcia dei pinguini? Quello con la voce narrante di Fiorello?". E io, che mi sento un po' in colpa per non averlo visto ma non voglio deluderla propongo: "Che siano gli stessi pinguini?". Poi, a fine visione, scopro da internet che non lo sono, anche se regista e staff sono quelli del primo, che la missione al Polo durante la quale hanno fatto le immagini è una completamente diversa. Ci rimango male, ma non quanto ci sono rimasto male in sala dopo un'ora e mezza tenuto in ostaggio dalla voce narrante di Pif. Ok è un documentario, ok gli animali del documentato sono piuttosto mosci come creature, ok lo scenario è tutto bianco, ok la colonna sonora è roba figa, ma meditabonda e sonnolentosa stile Vangelis dopo essere andato in trip per 2001 Odissea nello Spazio. Ok tutto ma Pif no. Pif, parlo direttamente con te, ma quanto ti sei rotto le palle a doppiare sta marcia dei pinguini? Te lo dico perché si sente proprio che volevi essere altrove, che forse mentre recitavi stavi compilando il 730, che pensavi al mutuo o alla pappa del gatto da comprare o rimuginavi per esserti dimenticato il secchiello dell'umido fuori di casa o avevi pestato una cacca con la scarpa che non riuscivi a pulire. Capisco che non è facile sfoderare una verve stile il compianto Robin Williams, magari dovendo recitare testi non tuoi, sui pinguini per di più. Ma, "mamma mia!!", quanto sei stato scarso su questo lavoro?? Vabbè, La mafia uccide solo d'estate ti è uscita bene, pace fatta e continua così. Anche perché in fondo in fondo...


E mi sono commosso: sarà stata la giornata, sarà stata la indiscutibile bellezza delle immagini della spedizione Antartica, sarà stata la colonna sonora da film di fantascienza spaziale impegnata stile fine anno settanta. Sarà stato perché per la prima volta ho fatto davvero lo sforzo di empatizzare con queste sfigatissime creature che nell'accettare una vita così estrema dimostrano un titanismo senza pari è una cura per i loro affetto che ha dello straordinario. Ho iniziato anch'io a sentimi un po' pinguino. Malfermo raffreddato e generoso. Intento con gli altri pinguini in formazione a testuggine come l'esercito romano per costruire una unica e grande casa scaldata dai corpi della propria collettività pinguina. Felice di tornare a guardare negli occhi la mia lei - pinguina che mi vede tornare con i bastoncini findus dopo mesi, laddove un tale sguardo non lo trovi mai a casa se hai fatto tre minuti di ritardo al mini- market. E come un pinguino ho sentito la gioia di incontrare il mare e tuffarmici dentro, dimenticare la mia fisionomia claudicante sulla terra per poi muovermi tra i flutti tracotante e maestoso come uno Sparviero Klingon. 

- W i pinguini: W i pinguini, soprattutto i "pinguini" che facevano in una celebre gelateria di Laigueglia, in Liguria (in pratica gelato ricoperto da cioccolato fondente fuso). Gustosità culinarie a parte, questo film al di là di ogni aspettativa ha saputo conquistarmi, coinvolgermi e farmi quasi piangere. Merito di una regia molto sentita, ad opera di Luc Jacquet, in grado davvero di farci immedesimare senza mai annoiarci. E questo nonostante un Pif narratore davvero sottotono. Mi è venuta voglia di recuperare il primo film. 
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