venerdì 12 settembre 2014

The Raid 2: Berandal - recensione home video!

autentico esempio di pop art, in ogni rettangolino Iko Uwais mena qualcuno...
Fino a ieri mi sentivo un solo al mondo: perché sono più o meno l'ultimo a vedere The Raid 2, ora che finalmente è disponibile in Blu Ray. Gente che è andata al Sundance in deltaplano. Gente che si è sparata i più criptici festival del cinema scandinavo. I parenti di Iko Uwais. Gente che era al Fareast di Udine del 2014 giusto una mezzora prima che io arrivassi, mannaggia a me. E in seguito un po' il resto del mondo. Ma ora il film è qui, Iko Uwais mi guarda dalla locandina stile pop art del blu ray che ho vicino alla tastiera. Serio, con tutta l'aria di rivolgersi a me (come anche voi avrete sicuramente notato dalla copertina, si rivolge a me) sembra dirmi: "Fallo, mettiti d'impegno e scrivi un cavolo di pezzo sul più grande action movie del secolo XXI". E io allora non posso sottrarmi, nonostante abbia le retine esplose dalla visione della pellicola e le lacrime agli occhi cadano sulla tastiera. Poi parto e vedo che sto scrivendo una pippa infinita sul significato del pugno visivo che fa davvero male, retrospettiva da Bruce Lee a Tony Jaa a Evans passando per Once Were Warriors con critichina allo stile di Yuen Woo Ping per destrutturalizzazione del pugno in supereeroistici voli a cacchio di cavi su visione wuxia ad uso pop corn movie scarsi... Una palla atroce che mi fissa da due giorni senza capo ne coda con il volto della copertina di Iko che mi guarda e scuote la testa. Così riparto da capo e mi riconcentro su quello che veramente dovrebbe essere parlare di questo The Raid 2. O almeno ci provo. Per una volta lascio da parte i preconcetti sulle locandine stronze, quelle che sono occupate per il novanta per cento da flani di recensori esaltati e dal solito Tarantino che urla "ho goduto duro". E quindi eccovi la locandina stronza di The Raid 2.

e finalmente anche un film di arti marziali ha una locandina stronza che elenca un mare di premi
Sorpresi da questi enormi paroloni in maiuscolo giallo? Nientemeno che il Dark Knight degli action movie (confermando implicitamente che Dark Knight come action movie era in effetti una mezza palla, pertanto...). E non vi ho detto che è un film di arti marziali di 150 minuti. Uno sproposito a leggerlo ma un tempo che alla visione pratica passa a tuono. Cioè, roba da Scorsese!! E fatta in Indonesia!! Da un gallese!! Bene. Ora vi ho fatto capire con chi diavolo avete a che fare. Se volete potete andare a rileggervi il vecchio articolo di The Raid per scoprire la storia di un tizio gallese che ha portato un sacco di soldi in Indonesia diventanto al contempo il regista action più cool e l'uomo da abbracciare ai party. Sempre.
Ora andiamo di sinossi. Che fino a qui è stato solo delirio...
Evans abbracciato dagli attori come fosse babbo natale...storia vera...
Sinossi: Dopo aver sgominato il megapalazzone infernale, la tana di Tama, Rama (Iko Uwais... poca fantasia con i nomi in Indonesia) è pronto a combattere la corruzione imperante a Jakarta. Con una nuova identità parte il round 2: viene quindi spedito in un carcere di massima sicurezza per diventare amicone del figlio un po' scemo di un grosso criminale locale, uno che ha il complesso di essere considerato dal babbo un bambinone.  Dopo due anni è fuori, pronto a seguire il rampollo criminale, a cui si è pure un po' affezionato, nell'intento di carpire qualcosa che possa aiutare la polizia non corrotta a gestire una complessa guerra criminale che coinvolge i locali, i Giapponesi e pure un mezzo arabo che si circonda di sgherri very cool che paiono usciti da un videogame.

Saranno mazzate, mazzate e mazzate per tutti. In confezione formato famiglia. Dopo aver dimostrato di saper girare mazzate in un palazzone Evans si sbizzarrisce girando mazzate all'aria aperta, mazzate in un micro bagno, mazzate in macchina, mazzate in metro, mazzate nel fango, mazzate in hotel, mazzate nei vicoli, mazzate dove vi pare. E sa farlo decisamene, dannatamente bene. Ma visto che non di sole mazzate si vive, il gallese fa il grande passo e per una volta o due deve aver detto al cast qualcosa di diverso da: "Oggi vi menate".

Uwais ribadisce che in questo momento lui è senza poche palle il numero1. ed ha ragione
E c'è la trama!!!! Dai, siamo seri, la trama non è in genere una cosa fondamentale in questo genere di film. Chi si lamenta del contrario davanti ad artisti marziali di livello spaziale che si esibiscono per ore volando e tumefacendosi ovunque è solo un sadico. Non si può andare a vedere The Protector e dire che è una stronzata perché Tony Jaa urla per due ore "Ridatemi il mio elefanteeeee!!!". Lo spettacolo deve essere necessariamente equilibrato con la performance. La trama è spesso quindi un pretesto per le parti action, un po' come i musicarelli di Nino D'Angelo hanno un andamento che permette di inserire nel contesto del film i pezzi migliori del caschetto dorato nazionale, a volte a magistrale implementazione della trama.


I film di Ewan c'è da dire che una trama, semplice ma onesta, ce l'hanno sempre avuta. Prendiamo Merantau. Una chicca, in The Raid 2, Iko si fa chiamare sotto copertura Yuda, come il protagonista di Merantau... lacrimuccia da parte di chi Merantau l'ha visto. Dicevamo, il film parlava di un ragazzotto della provincia che andava in città a fare fortuna, dove continuano a costruire case e non lasciano l'erba, non lasciano l'erba ( Celentano cit.). Seguono botte. In The Raid la trama era: "Entrate nel palazzone e giù a menarsi per due ore". Ma dietro a una semplicità schematica, Evans ha sempre piazzato qua e là dei colpi di genio. Il cattivone abbronzato di Merantau, il mitico Mad Dog di The Raid. Personaggi apparentemente usciti dal nulla, pura mimica di attori senza battute. Ma personaggi che ti ricordi. In The Raid 2 Evans utilizza la stessa tecnica, riuscendo in un istante a far cogliere il mondo che sta dietro a un personaggio. Moltiplica la formula, facendoci conoscere un considerevole numero di personaggi ben descritti in pochissimi tratti. Soprattutto scrive parti che non prevedono che l'attore meni. Ed è qui che scopriamo che Evans sa anche dirigere gli attori convenzionali e che questi regalano alla pellicola anche buone interpretazioni.  In più scrive una storia dove riesce a metterceli tutti dentro, senza fare troppi casini.  A essere cattivi si può dire che a un certo punto il film sembra un po' accartocciarsi, ma è questione di pochi minuti e tutto torna a girare alla grandissima, così bene che il 90% degli action moderni se lo sognano.

sedili reclinabili, climatizzatore,  stereo e ampio spazio per fare a botte
Filosofia anacronistica dell'action moderno: La prima grande sorpresa è vedere che Evans sa girare anche spettacolari scene di inseguimento, piene di stunt e acrobazie folli. Poi ci si inchina direttamente a lui quando si scopre che le auto diventano di fatto loro stesse armi da combattimento  se in mano al mitico Iko. Luoghi in cui fare a botte, dentro o sopra, oggetti da tirare contro l'avversario di anteriore o a portierate, carri da usare come in Ben Hur sull'autostrada. Si trova letteralmente di tutto, rigorosamente girato al meglio grazie a specialisti delle quattro ruote direttamente presi da Hong Kong.

classica situazione di attesa nei bagni di Milano
Ricordate le scene di lotta di Matrix 2, quelle uno contro centomila generate al computer? In Raid 2 vedrete davvero un numero assolutamente folle di gente che affronta incazzata contemporaneamente il nostro eroe. Scene elaborate ma dove si vede, sempre, chiarezza e precisione nell'esecuzione di mosse e contromosse. Scene frutto di un lavoro di limatura davvero encomiabile, tutte fatte da attori in carne ed ossa, magari supportati da qualche pacchetto di ketchup o pochi, pochissimi effetti. Il film è 100% artigianale, vecchia scuola e dopo gli ultimi anni per una volta non pare di vedere un cartone animato quando si è in sala per un action movie.

tanto fango, tante botte ma nemmeno una donna in bikini...peccato...
Tutte scene peraltro dotate di un alto tasso di splatter, motivo per cui la pellicola presenta un monitorio V.M.18. In un mondo in cui la violenza vende ma è in genere coperta dalla foglia di fico del Pg13, il film di Evans ha l'onestà intellettuale di riprodurre precisamente gli effetti dei colpi sul corpo umano. Ogni graffio rimane (alcuni ancora dal primo film), il sangue fiotta a fiumi e sempre in scenari prima chirurgicamente puliti, l'effetto di una fucilata a venti centimetri da una testa è un unico grande foro. Non ci sono esagerazioni come i corpi a "palloncino di sangue" dei primi due Expendables, non c'è l'ipocrisia del colpo solo mimato ma per una accelerazione di ripresa pare andato a segno tipico di Capitan America. Non c'è la cga che inganna l'occhio e dova a volte un ricercato, rassicurante, effetto di fasullo. La scelta di fare un film action in cui la violenza sia reale è decisamente coraggiosa e in controtendenza rispetto ai giorni odierni. Probabilmente è questo il motivo per cui The Raid 2 non è da noi nelle sale ma passa dai festival direttamente il home video. Ed è di nuovo la dimostrazione che se Evans avesse trovato anche i finanziatori per girare i suoi film in America, probabilmente girerebbe oggi pellicole differenti. E noi ci perderemmo lo spettacolo di alcune delle coreografie di combattimento più toste di sempre. 

Sì è lui!!!Il fratello gemello barbone di Mad Dog!!!e come sempre il professionista marziale più da paura
Botte e pistolettate: Yayan Ruhian è tornato a dirigere le coreografie di lotta anche per il secondo Raid e pare che questo incredibile artista marziale lavorerà anche al remake americano del primo film. Yayan è da sempre parte integrante delle pellicole di Evans, girando personalmente alcuni dei personaggi più fusi dell'immaginario del regista. Dopo il grande Mad Dog, Yayan Ruhian interpreta qui un nuovo personaggio, un letale homeless armato di megacoltellaccio. Un tipo carismatico con aura da samurai decaduto. Siccome The Raid 2 è più grosso e cattivo del primo capitolo, l'utilizzo di tecniche di lotta a mani nude e arma bianca è letteralmente moltiplicato e il mitico coreografo ha creato ad hoc nuove bizzarre coreografie per nuovi bizzarri personaggi. E per me il top di questa ricerca si traduce nei combattimenti di un paio di personaggi davvero fighi. 

 chiaro monito per tutti i maniaci che palpano il culo nella metro
Julie Estelle. Tra tanti ometti indonesiani bassini, bruttini e cattivini una bella donna, una che potesse anche fare qualcosa di diverso che tappezzeria, mancava. Julie è una ragazza davvero carina, con le sue forme minute e i grandi occhialoni da sole, peserà una trentina di chili. Yayan Ruhian le assegna un'arma abbastanza irregolare ma che riesce a compensare bene il gap del personaggio. Letali coltelli bifronte. Punta piatta per demolire, doppio uncino per affondare. Alla fine sembra una ballerina invasata uscita direttamente da Battle Royale, ma riesce sorprendentemente a essere quasi credibile, soprattutto perché Yayan le fa utilizzare nelle coreografie un numero sorprendente di colpi bassi. Le scene con lei sono spettacolari.

Questo tizio che prima di menare indica alla Babe Ruth dove lancerà la palla è un mito
Very Tri Yulisman è ugualmente tosto. Utilizza una mazza da baseball da allenamento, quelle in metallo per intenderci. Rapide successioni di colpi alternati. Non poteva mancare poi anche la palla da baseball, utilizzata con la mazza dimostrando una precisione da cecchino. Al di là delle particolarissime tecniche marziali si scopre però che anche Estelle e Very Tri hanno effettivamente qualcosa da dire come personaggi. Davvero una sorpresa.

Se conoscete i film di Evans sapete già che i pugnali a mezza luna offrono power-up tipo spade laser
Naturalmente non potevano che ricomparire i pugnali a falce, già adorati in Merentau, in una scena tutta loro. Se quindi il reparto armeria da il meglio di sé con gli strumenti da taglio, non vengono dimenticate le bocche da fuoco, realistiche nella resa, squisitamente personalizzate e dotate di "propria voce" per ogni personaggio in scena. Una accortezza alla John Woo che i cultori non potranno che apprezzare.
Home video: disco ricchissimo di extra e interviste, compreso un audio-commentario di Evans, coreografie test e cotillons. L'extra più bello è Gang War, una specie di cortometraggio con personaggi nuovi e autonomi che originariamente doveva essere collegato prima dell'ultima parte del film. Una sequenza lunga, completa, così bella, ricca e piena di combattimenti che potrebbe essere da sola il cuore di un film action a sé americano, un film action in cui non accade niente tranne la suddetta scena. Pura epica. Io non l'avrei mai tagliata al mondo.

Possibile locandina per The Raid 3.. ah ah ah ah ah ah, volevo usarla da anni ah aha ah...come? non fa ridere?

Il futuro: The Raid 2 continua il fortunato brand nella riscrittura del cinema action moderno, raccogliendo legioni di fan e premi ovunque vada. Dopo aver visto in questo capitolo due letteralmente tutto quello che anche solo nelle nostre fantasie potevamo immaginare, chissà cosa ci riserveranno i nuovi sviluppi di quello che a tutti gli effetti è ormai un marchio. La cannibalizzazione è dietro l'angolo. Il mercato americano vuole il "suo" The Raid e Evans e Yayan sono pronti a darglielo tanto dal lato della scrittura che delle coreografie. Business. Sarà interessante vedere cosa ne verrà effettivamente fuori in un mondo che va al contrario come l'America odierna. Dove i produttori vogliono di fatto dirigere loro i film, dove si girano film di zombie senza zombie, dove mezzo film viene buttato perché due idioti alla proiezione test hanno finito i pop corn prima dei titoli di coda e si annoiano. Sembra davvero paradossale ma per vedere oggi film di genere, quelli nati per fare cassa, per vederli come dovrebbero essere fatti, ci tocca davvero rivolgerci al mercato indipendente o a qualche popolo straniero come i Thailandesi o gli Indonesiani. Per poi vedere le pellicole ai festival, magari due ore dopo una mazzata di 15 ore di Kim Ki Duk sulla depressione delle piante bonsai. Ma il mondo va così.
Quello che è sicuro è che un The Raid 3 si farà. E la presenza nella pellicola accanto ad Iko Uwais di Tony Jaa ci fa pensare ad una bella amichevole Thailandia - Indonesia nello sport in cui oggi sono ai vertici della classifica. Chissà di cosa parlerà la trama...

UWAIS DOVE HAI MESSO IL MIO ELEFANTEEEEEEEEEE????!!!!
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