martedì 16 settembre 2014

Orfani n.12: Rock'n'roll - finale di stagione

Ed eccoci finalmente alla resa dei conti! Chi sopravvivrà allo scontro finale? Ma fate attenzione!!! MANEGGIATE CON CURA L'ALBO O RISCHIATE DI FARVI SPOILER DA SOLI!! Con bene a mente questa avvertenza, vi introduco per sommi capi all'albo, come di consuetudine diviso tra passato e presente con una scansione netta di una cinquantina di pagine consecutive per volta, prima il passato poi il presente.
Nel passato è tempo di partire per la grande missione spaziale all'interno dell'enorme astronave a forma di fallo. Ma prima c'è tempo per dei preparativi e in un pomeriggio assolato Ringo si ritrova a scrivere versi poetici su un quadernetto, roba scarsa e banale da pseudo-intellettuale fallito, fesserie  che non lo aiuteranno mai a trombare durante una rassegna di cinema russo. Incuriosita dall'armeggiare di Ringo su un foglio, interviene  Juno che che lo credeva intento come suo solito a disegnare il pene con la faccetta. Valutando la svolta emotiva del compagno, Juno lo bolla come sfigato e se ne va. La sera Nakamura incoraggia i suoi soldatini con il celebre motto: "Noi non facciamo arte... noi facciamo cadaveri" e questo porta incredibilmente bene, considerato che il giorno dopo il convoglio che porta i nostri sul megapene viene abbattuto da generici dissidenti terzomondisti. Rimasti miracolosamente incolumi, i nostri aprono il fuoco sul mal caratterizzato nemico, mentre Boyscout e Pistolero trovano il tempo per ribadirsi a botte un concetto ben noto dal numero 1: si stanno sul cazzo.
Nel presente siamo arrivati invece alle botte finali e al patetico cliffhanger che porta all'inizio della seconda stagione del fumetto, che inizierà direttamente ad ottobre. Chi vincerà?
Chi vincerà lo scontro finale???
Partiamo dai punti positivi. La copertina di Carnevale e le tavole di Mammuccari per i colori della Leoni sono la dimostrazione di un comparto grafico da urlo che fin dall'inizio della vita editoriale della testata non ha mai perso un colpo. L'ultimo numero aggiuge inoltre delle splash-page a tavola intera di fortissimo impatto. L'azione è sempre chiara e brutale come gli ultimi numeri ci hanno insegnato, i personaggi sono caratterizzati visivamente al meglio e le tavole hanno bellissimi e ricercati sfondi. Mi piacciono poi sempre le tavole sul passato con gli orfani bambini ritratti come sulla confezione di una scatola di cereali americana degli anni cinquanta. L'occhio è appagato e corre già a cercare informazioni sul proseguo della saga.
Recchioni invece poteva crederci di più.
L'epilogo della storia, forse troppo influenzato dall'imbastimento del "sequel", è moscio oltre ogni dire, banale e telefonato nello svolgimento, per nulla appagante, privo di un qualsiasi colpo di scena, banale, meccanico, freddo (ma non "freddo figo"). In questo numero, devo essere sincero, riponevo molte aspettative. Volevo dialoghi, seri confronti verbali, anche se "armati", anche se intervallati dal tirarsi granate dietro trincee, che dessero un senso logico a tutta la concatenazione di eventi degli ultimi numeri. Manca un centro emotivo a giustificare le azioni dei personaggi e i nostri contendenti finali falliscono miseramente nell'offrirci ragioni per portarci dalla loro parte quanto per odiarli, divenendo null'altro che burattini funzionali al susseguirsi degli eventi. Probabilmente questo anche in ragione della struttura-limite della serie, la sopra ricordata divisione a 50 pagine delle due linee temporali narrative. La parte nel passato aveva per me poco da dire, al punto da essere "riempita" con un evento stiracchiato. La parte nel presente avrebbe meritato molte più pagine per approfondire personaggi che non smuovono un passo dallo stereotipo, non si giustificano o riflettono mai, non si umanizzano neanche di fronte a lutti inaspettati, bassezze e vigliaccherie, ideali non ben chiari ma sentiti. Solo puro "starsi sul cazzo". Burattini sprecati in una brutta narrazione che nemmeno per un istante pensano alle mani sporche del sangue dei loro compagni. Perfino le tavole a impostazione onirica sono una presa in giro per la loro visione totalitaria del mondo e in questo Recchioni fa forse un pelo di autocritica.
Gli Orfani chiude la sua prima stagione con un numero brutto, insignificante.
Un vero spreco per tanti bellissimi disegni.  Un pezzo Rock'n'Roll, ma sfigato...

Anche se tanto male finisce questo numero, l'operazione "Orfani" nel complesso ci è piaciuta e molte delle atmosfere che la saga ha regalato, anche merito di straordinari artisti grafici, ce le terremo dentro per un po' di tempo.
La seconda stagione si presenta da subito di una banalità offensiva con un interesse alla lettura nullo.
Ma noi non siamo soliti dare giudizi preventivi e una occhiata al seguito lo daremo. E, come sempre, se ci sarà qualcosa di bello, non avremo timore a raccontarvelo.
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