domenica 1 settembre 2013

I libri del mese (agosto)

Vorrei inaugurare una rubrica. Non abbiamo mai avuto una rubrica, quindi potrebbe essere una curiosa novità. Una sorta di rubrica fissa del primo del mese. Non sono costante, quindi questo "numero zero" potrebbe essere l'unico. Ora, visto il titolo avrete capito che parlerò di libri; una cosa del tipo "quel che ho letto nell'ultimo mese" o giù di lì. Tenete presente che io non seguo i diritti del lettore di Pennac, quindi se inizio un libro, lo finisco, che mi piaccia o meno. Sorge un dilemma: parlare solo dei libri che mi sono piaciuti o anche di quelli che mi hanno causato conati/narcolessia/paralisi corporea/altri danni cerebrali. La lettura è soggettiva, come tutte le forme d'arte, pertanto un libro che a me ha inorridito, magari ha venduto milioni di copie e parlandone male potrei trovarmi al cancello qualche decina di fan armati di fucile. Ok, sto supponendo che questo blog sia seguito da molte persone, cosa alquanto improbabile. Quindi me ne sbatterò e, nel caso, andrò incontro alla morte con onore.
"Il teorema del pappagallo" di Denis Guedj parla di matematica. Sì avete capito bene, matematica! Ma non è un saggio, è un romanzo che ha per sfondo una spiegazione della matematica dagli albori fino allo studio di funzioni. Somiglia come impostazione a "Il mondo di Sofia" (sa alle superiori avete studiato filosofia, sicuramente ve l'avranno fatto leggere), solo traslato in ambito scientifico. In effetti alcune parti mi sono rimaste oscure sebbene l'autore riesca sempre a semplificare anche i concetti più complessi. La trama non è particolarmente ricca di fronzoli e il mistero alla base della storia non è poi così... misterioso, ma i personaggi sono abbastanza simpatici e se amate alla follia Parigi, potrete ritrovarla descritta dettagliatamente (wow che avverbio!). L'autore è francese, ne consegue che l'unico personaggio italiano sia un mafioso... Il libro è editato in Italia nel 2000, quindi potrete trovare un'edizione economica che non vi lasci senza i soldi per fare colazione.
"Il mio nome è nessuno" di Valerio Massimo Manfredi è la prima parte della vita romanzata (ma come sempre nel caso di Manfredi storicamente attendibile) di Odisseo alias Ulisse alias Ulì per gli amici. Manfredi non tradisce e ci regala un altro romanzo che scorre da paura, emoziona e insegna. Sì, penso di aver imparato più dai suoi libri che a scuola (se c'è qualche studente che sta leggendo... io alle superiori non studiavo molto e in classe non ero mai attento, ma sbagliavo! Voi seguite le lezioni e fate i compiti! Studiate, capre! ... mica che poi mi si additi come un cattivo esempio). L'Ulisse che vive tra le pagine del libro, è umano, con le sue debolezze e i suoi punti di forza, è eroe, ma tutt'altro che invincibile. Il resoconto dei dieci anni di assedio a Troia potrebbe essere quello della guerra del Vietnam: crudo, realistico... leggetelo non ve ne pentirete e come me rimarrete in spasmodica attesa della seconda parte.
Bionda. Bella. Fumava. Uno sparo. Cervella sul muro. Non fumava più. "Sei pezzi da mille" di James Ellroy è un po' tutto così, non perché sia "Sei pezzi da mille", ma perché il noir di Ellroy ha in sostanza questa forma di scrittura, che può piacere o può stancare dopo poche pagine. A me piace, tanto che questo è il terzo libro di Ellroy che mi leggo nell'arco di un anno. La storia parte dall'assassinio di Kennedy e si dipana lungo gli anni immediatamente successivi (morte di Martin Luther King, guerra in Vietnam, rivolte contro il KKK ecc... e poi ci lamentiamo dei giorni nostri...) attraverso gli occhi dei tre personaggi principali, le cui vite si intrecciano sullo sfondo decadente di una società storicamente contraddittoria (e qui era tutta campagna e si stava meglio quando si stava peggio...). Come dicevo Ellroy ha uno stile tutto suo, frenetico, costruito su dialoghi serrati e periodi brevissimi, quasi ossessivi. Dipinge un'America disperata e incapace di uscire dalla ruota di eventi tragici che si è messa in moto quel dannato 22 novembre del '63. Non posso evitare di consigliarvi di leggere almeno un suo libro. 

Ursula Le Guin è una delle più famose scrittrici fantasy della storia dell'universo e non solo. Io ovviamente ho scoperto della sua esistenza scartabellando nella sezione dei libri per ragazzi in libreria. Mi scuso con tutti i fan della signora. Non è colpa mia, non ho mai letto libri fantasy. Ho approfittato della super edizione Mondadori che raccoglie tutti i sei libri della saga, così da non dover cercare i libri singolarmente in giro per le librerie di Milano (quello che mi sta succedendo per "Il gioco di Ender"; il primo libro è introvabile, quindi non riesco e non posso iniziare. Sarebbe come guardare "L'impero colpisce ancora" senza aver visto "Guerre Stellari"; sto divagando...). La Le Guen è una donna e si capisce. Niente splatter, arti staccati e cose del genere, ma c'è comunque un alone dark nel suo mondo (Terramare appunto), che difficilmente scontenterà gli appassionati (io non saprei se definirmi così o no, avendo letto poco altro). Chi detesta gli orrendi troll, gli odiosi elfi a cavallo e gli sempre ubriachi gnomi stia tranquillo, qui ci sono solo draghi (pochini) e magia. Una scuola di magia fa da sfondo alle peripezie dei personaggi... non è Hogwarts, ma sicuramente la Rowling ha letto Terramare. Due cose rendono la saga diversa dalle altre. Anzi tre. Primo, i libri di distanziano di molti anni l'uno dall'altro, quindi i personaggi invecchiano ed evolvono molto rapidamente. Secondo: il personaggio principale cambia da libro a libro, non c'è un solo vero eroe. Terzo: be' la Le Guen scrive bene, senza fronzoli, senza dialoghi inutili o descrizioni chilometriche delle piante che crescono su ogni singolo isolotto del suo mondo o del piatto preferito degli abitanti della seconda città per grandezza della quarta isola dell'arcipelago di 'sta Cippa. Si va dritto al sodo. i fan di Tolkien potranno vomitare (visto che l'autrice gli è stata paragonata), ma credo che questa lettura sia qualcosa di profondamente diverso. Provatela! 
Fine della rubrica. Come può concludersi una rubrica? Arrivederci al prossimo numero? Ci rileggiamo il mese prossimo? Lo spero, mi sono divertito e spero di aver dato qualche buon consiglio...
Gianluca

1 commento:

  1. Grande Gianluca, bella rubrica! Mi sento di consigliare anch'io la lettura di Terramare. Ho per ora letto i primi due libri (ma la raccolta Mondadori menzionata li ha dentro tutti), letteralmente divorati in un paio di giorni. Il primo libro è piuttosto horror nella struttura e solo a ripensarci penso sia stata una delle letture più fighe in cui mi sia imbattuto nel 2012. Sottoscrivo in pieno il giudizio del mio socio!Talk0

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