New Orleans, la città più magica d’America. È lì che capita un po’ per caso il razionalissimo Ben (Lakeith Stanfield), un giovane scienziato di belle speranze che in meno di un secondo viene coinvolto, un po’ controvoglia, in un tour delle case stregate da una bellissima guida, la sorridente Alyssa (Chariry Jordan). Stregato dalla città come da Alyssa, che presto diventa sua moglie, Ben inizia a credere fortemente al paranormale, specialmente una volta che la sua compagna scompare dopo un tragico incidente. Da astrofisico esperto nello studio della “materia oscura”, con tutta l’intenzione di squarciare il velo che separa il mondo dei vivi da quello dei fantasmi, Ben riesce a creare una macchina fotografica secondo lui in grado di fotografare fantasmi. Il suo scopo è ritrovare Alyssa, magari per le strade di New Orleans, ma tutto per anni tace. Ben diventa il massimo esperto di fantasmi visitando più volte ogni singolo luogo della città e diventando lui stesso una guida turistica, ma non ne trova nessuno. L’uomo inizia a bere e a non credere più a niente, quando uno strano prete (Owen Wilson) gli propone di indagare su una casa che è per lui “sicuramente infestata”: Gracey Manor. Si tratta di una vecchia magione strapiena di fantasmi nella quale ora pure il prete è intrappolato, insieme alla giovane dottoressa Gabbie (Rosario Dawson) e a suo figlio Travis (Chase W.Dillon). Il prete era stato chiamato per indagare su questo strano luogo enorme quanto ombroso nel quale la famiglia si era da poco trasferita spinta dal basissimo costo dell’immobile, magari per chiedere un esorcismo. Il luogo era decisamente infestato da ogni tipo di fantasmi possibile, ma come se questo non fosse abbastanza ogni volta che tentava di uscire da quella dimora veniva seguito per tutta New Orleans dai fantasmi della magione. Alla fine la villa era l’unico luogo sicuro in cui vivere, dove per lo meno i fantasmi sembravano “sotto controllo”, per lo meno prevedibili e mediamente abitudinari, quasi cordiali. Il prete dormiva sul divano. Stessa sorte che sarebbe presto toccata anche a Ben, che nella sua prima visita non rilevava tracce di soprannaturale ma che presto si sarebbe trovato inseguito per la città dallo spettro di un marinaio che aveva visto dipinto proprio in un quadro di Gracey Manor. Ma l’astrofisico, pur frastornato da tutto questo pasticcio metafisico, inizia a sperare ancora nel soprannaturale dopo tanti anni. Di nuovo convinto della possibilità concreta di poter davvero rincontrare la moglie, armato della sua macchina fotografa-fantasmi, Ben decide di indagare e risolvere la strana maledizione della casa stregata insieme al prete, alla famiglia e all’esperto di storia locale Bruce Davis (Danny De Vito). Questo sarà l’inizio di un'avventura che li porterà per le stanze bizzarre e “mutevoli” dell’enorme caseggiato, tra centinaia di fantasmi eccentrici e presenze inquietanti come la strega decapitata Madame Leota (Jamie Lee Curtis) e il diabolico e crudele fantasma della cappelliera, Alistair Crump (Jared Leto).
La casa dei fantasmi è da sempre una delle attrazioni più amate dei parchi di divertimento Disney. Un'attrazione piena di specchi deformanti, stanze che girano su se stesse grazie a complessi sistemi idraulici, statue e armature animatroniche che si muovono, immagini spettrali proiettate sulle pareti con telecamere modificate e tanta voglia di far ridere e spaventare, giocando senza risparmiarsi con tutti i trucchi del folklore quanto della narrativa e cinematografia horror. Negli anni 2000, dopo aver dato vita al cinema con successo a un’altra celebre attrazione del parco, con la amatissima saga di Gore Verbinski ispirata alla giostra acquatica dei Pirati del Caraibi, Disney nel 2003 provò a fare lo stesso con la sua casa stregata, con una commedia carica di black humor con protagonista principale Eddie Murphy diretta dal regista di Stuart Little, Rob Minkoff. Una scelta curiosa, forse dovuta al fatto che pure Gore Verbinski aveva iniziato la carriera da regista con un film chiamato Un topolino sotto sfratto. Entrambi erano forse registi predestinati a dirigere film per l’unico vero Topolino Disney. Le case stregate poi al cinema erano sempre andate benissimo, a differenza dei film sui pirati, con proprio una recente pellicola di successo del 1999, di Jan de Bont, The Haunting - Presenze, che a tutti gli effetti sembrava ambientata in una magione che assomigliava più a una attrazione da parco dei divertimenti piuttosto che a una casa stregata “tradizionale”, alla “Raimi”. Del resto, nella Storia, case eccentriche che sembravano attrazioni da parco non sono mancate, come la celebre villa Winchester, che sarebbe stata un giorno pure lei trasposta in film. Quindi: “Perché no?”. Solo che il film di Eddie Murphy con i suoi toni troppo da commedia non graffiava, con la sua location da casa vittoriana laccata non spaventava, trovava un interprete un po’ imbambolato ed era troppo, troppo pieno di fantasmi canterini buffi. Non si sentiva la tensione, il “brivido”. Il film era carino e ben confezionato ma non faceva minimamente paura e in qualche modo apriva la “maledizione dei film ispirati ad attrazioni dei parchi Disney”, culminata con il disastro economico di Tomorrowland del 2015, che quasi pose fine alla carriera del regista Pixar, al tempo in ascesa nel live action, Brad Bird. 20 anni dopo la casa stregata di Eddie Murphy la Disney ci riprova ed è decisamente più agguerrita e focalizzata sulla “paura”, pur non disdegnando un po’ di sana ironia. La sceneggiatura è affidata a Katie Dippold, che ha lavorato al remake al femminile di Ghostbusters, uno dei film più agghiaccianti della storia del cinema (ma a sua discolpa il film di Paul Feig è stato in amplissima parte improvvisato sul set e anzi molte idee di base della Dippold, come il background “horror” del personaggio della Wiig erano valide). La regia è di Justin Simien, esperto in pellicole satiriche come Dear White People ma soprattutto autore di una autentica mina horror coma Bad Hair, un filmetto con protagoniste assolute delle “extension maledette”: dei capelli demoniaci ultra lisci che rovineranno la vita di una incauta stagista di colore con esiti alla The ring. Di fatto Simien ha iniziato la sua carriera proprio con un corto chiamato Rings… come Gore Verbinski che nel 2002 girava il suo remake americano di The Ring di Hideo Nakata. Ora, il corto di Simien non c’entra nulla con l’opera di Hideo Nakata se non per assonanza, ma Bad Hair sì: che sia questa sottile passione per l’horror asiatico la chiave per trasporre al meglio film tratti da parchi tematici Disney? Indagheremo. Di sicuro uno dei protagonisti di questa nuova casa stregata Disney è proprio una macchina fotografica in grado di catturare fantasmi, un oggetto molto presente e amato negli horror orientali che nelle mani del personaggio del bravo Lakeith Stanfield assume un significato narrativo interessante quanto profondo, ma le fonti di ispirazioni della pellicola di Simien non si fermano a questo. Tra porte che si aprono in luoghi improbabili come il polo nord o in fondo al mare c’è un po’ dell’atmosfera buffo/tragica di Stephen King e della sua Stanza 1408, racconto “leggero” della raccolta Tutto è fatidico, già arrivato in sala nel 2007 con il riuscito film interpretato da John Cusack. Ci sono gli oggi quasi imprescindibili squarci delle dimensioni parallele di Insidious di James Wan, che creano sempre interessanti piani di lettura sulla “vita dei fantasmi”. C’è un tocco di High Spirits di Neil Jordan nella caratterizzazione “disincantata” di personaggi sempre in bilico tra commedia e tragedia, tra cui spicca il buffo quanto disperato personaggio del sempre bravo De Vito. C’è un po’ di Babadook nel rapporto tra i personaggi ben amalgamati di Rosario Dawson e Chase W.Dillon: madre e figlio costretti dalle circostanze sociali ed economiche a dover vivere in un luogo spaventoso fino a che non diventa per loro quasi un'abitudine, fantasmi da affiancare ai propri “fantasmi interiori”. C’è, soprattutto e per fortuna, molto più che nel 2003, la presenza effettiva della casa stregata del parco Disney, al di là di quei maledetti fantasmi canterini. Ci sono le stanze e i corridoi che con gli effetti speciali si allungano, ci sono i fantasmi che si animano dietro i quadri e a volte vi saltano fuori facendo davvero (quasi) paura grazie anche a una caratterizzazione ben riuscita, squisitamente disturbante è quasi mai zuccherina. C’è l’iconica testa della strega dentro la sfera di cristallo, interpretata benissimo da una sempre strepitosa e ironica Jamie Lee Curtis (ci aspettiamo che sostituiscano l’animatronico dell'attrazione con il volto della Curtis, come fecero con il Jack Sparrow di Depp), come c’è l’ombra lunga e la luce inquietante emanata dalla torcia del fantasma terribile e “a caccia di intrusi” interpretato “vocalmente” da un particolarmente grottesco e divertito Jared Leto.
Come in The Haunting di Jan de Bont, forse anche grazie alla presenza di un attore simpatico e comune a entrambe le opere come Owen Wilson, proviamo di nuovo la sensazione di muoverci attraverso l’attrazione di un parco, seguendo una trama semplice ma sfiziosa, carica di “spaventarelli” dietro a ogni angolo. Una trama che regge bene fino alla seconda parte, tra la presentazione dei vari personaggi e le prime rivelazioni sulla natura della magione maledetta, per poi arrivare a una fase in cui si accartoccia forse un po’ su se stessa, fino a ritrovare un buon ritmo nel finale. È un peccato, perché con un secondo tempo “più corto e più a fuoco”, e soprattutto meno macchinoso nel suo volersi cocciutamente perdere in dinamiche da videogame forse per strizzare l’occhio al pubblico più piccolo (come capitato al finale del recente Transformers), il film poteva risultare più godibile anche a una fascia di pubblico più adulta. Al termine della visione però il pubblico dei più giovani sembra comunque aver gradito molto questa digressione “videoludica”.
La casa dei fantasmi è un film che riesce bene a trasmettere la sensazione di aggirarsi timorosi tra le stanze di una casa stregata di un parco dei divertimenti. Gli effetti speciali puntano a creare situazioni terrorizzanti anche mettendo in scena fantasmi riusciti, dal carattere più “horror” rispetto a una classica produzione Disney. Il cast è molto affiatato e i personaggi risultano simpatici pur nei pochi tratti con cui vengono delineati. Verso il secondo tempo il pubblico, soprattutto dei più grandicelli, potrebbe desiderare una trama più horror e meno “d’azione”, ma ai più piccoli in sala questo passaggio piace.
La Disney riporta al cinema la sua casa stregata in un film divertente da vedere con i più piccoli al cinema, con piccoli spaventarelli e un'ambientazione suggestiva. Nell’attesa magari di fare una gita al più vicino parco dei divertimenti.
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