In
genere ai miei tempi al liceo si finiva il programma di storia intorno al 1949,
quello che accadde dopo all'umanità era descritto per lo più da La dolce
vita di Fellini. Oggi non so come vadano le cose, ma forse a questa
guerra di "Coree", intorno al 1960, il programma di storia
arriva, e sarebbe pure un'occasione per spiegare perché c'è una Corea del Nord
e una del Sud. La storia serve a capire i popoli. Gli americani non hanno forse
ancora afferrato il problema e film come The interview di Seth Rogen (e conseguente furto di materiali Sony Pictures per rappresaglia) dovrebbero aver fatto capire che la Corea non è un tema da prendere
troppo alla leggera. Nel recente Far East Film Festival di Udine mi è capitato
di assistere a Confidential Assignment di Lim Sung-hoon, un film poliziesco
stile Danko, in cui due poliziotti delle due coree cercano, tra incomprensioni
varie e molti colpi di kung fu, di trovare un criminale comune. Si vede che
c'era un clima disteso a monte. In due Far East precedenti è arrivata pure una
pellicola della Corea del Nord e in genere si stanno vedendo più
"""aperture"""", almeno a livello culturale.
Certo rimangono, e fanno paura, i test missilistici e una sostanziale
incomunicabilità con il mondo della Corea del Nord. Certo film come questo
Operation Chromite, realizzati in clima decisamente non disteso, dipingono
scenari terribili, dove la Corea del Nord viene rappresentata con toni non
inferiori al regime nazista. Certo anche questo film è "di parte", ma
è un punto di partenza per interessarsi, sui libri di storia, alle vicende di
un territorio che seppur centrale nello scacchiere mondiale si conosce
pochissimo. Certo l'idea che mentre in Italia c'era la "Dolce vita"
si combatteva una guerra come questa, con la storia indietro di un ventennio
per crudezza, fa specie. Fa specie vedere anche un Liam Neeson così bolso e
poco reattivo, ma questa è davvero l'unica battuta che mi concedo per questo
articolo.
L'operazione
Chromite così come descritta qui è una missione suicida che prevede
l'infiltrazione di spie sud-coreane tra le fila del nord e il furto, presso un
alto-comando, della mappa con l'ubicazione di milioni di mine sottomarine. E se
avanza il tempo impossessarsi pure di un faro e guidare con quello lo sbarco di
un fantastiliardo di truppe americane capitanate dal generale MacArthur (Liam
Neeson). La trama va giù un po' in "sborona " dicendo che tutto sto
popò di piano lo hanno fatto solo in otto Rambo sud-coreani, ma già verso la fine
del film si parla di sedici uomini. Sta di fatto che quello a cui
assistiamo è un film alla John Woo vecchio stampo, con i nostri eroi che prima
crivellano di colpi montagnole di cattivissimi e spietatissimi nazi -
troopers - nord - coreani e poi vengono decimati in scene patriottiche e malinconiche.
Stiamo a metà tra A Better Tomorrow e Windtalkers e c'è da dire che le scene
action sono davvero gigantesche ma nulla è a livello della crudezza con cui
viene rappresentata la Corea del Nord e i suoi ufficiali. Alcune scene arrivano
dritte allo stomaco come un pugno. Guerra, dramma e anche politica. Infatti è
presente anche una poco velata critica all'esercito americano, che non ha dato
le truppe a un generale per vincere una guerra perché temeva che, diventato
troppo noto, volesse muoversi verso la Casa Bianca a pre-pensionare l'attuale
presidente. John H. Lee dirige un plotone di attori ben amalgamati, su cui
spiccano il titanico Lee Jung - Jae e il terribile capo della KLO
interpretato da Kim Byeong-Ok. Il finale è tutto un crescendo action ultra -
esagerato che gli amanti dei war movie non possono farsi scappare. Un film duro
ma davvero ben realizzato che, ripeto, potrebbe essere un punto di partenza per
"incuriosirvi" sulla storia (da approfondire poi sui libri) di un
paese che in fondo non ci è così distante.
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