giovedì 24 agosto 2017

Dylan Dog dal n. 369 al n. 371: mini recensioni!


Graphic Horror Novel si apre con un uomo rinchiuso in un bagno, spaventato e sotto shock. Nelle tasche ha degli oggetti che potrebbero fargli ricordare qualcosa e le pareti del bagno, a piastrelle bianche tutte uguali, sembrano i layout di un fumetto ancora da disegnare. L'uomo ha un pennarello e inizia a disegnare su una delle piastrelle bianche. Si accorge di essere bravo, di essere probabilmente un fumettista, e da lì vede che riesce meccanicamente a ricostruire, vignetta dopo vignetta, tutti gli eventi passati, che si trasferiscono dalla mente alle piastrelle con un ordine che non pensava di poter esprimere. In questa storia tracciata sui muri scopre di essere un artista di graphic Novel horror di grido. Inizia a ricordare che qualcuno aveva iniziato a realizzare davvero i delitti che lui inventava sulle pagine a fumetti e che per questo si era rivolto al nostro Dylan Dog. La parte di storia che riguarda il disegnatore nel bagno è disegnata da Bacilieri, con il suo tratto essenziale ed espressionista, semplice ma tormentato. La storia "disegnata sul muro" è invece realizzata dalle matite del duo storico Montanari e Grassani, con il loro stile ultra-codificato e apprezzato. La storia è di Rathiger, è più lineare della sua In fondo al male ma ugualmente singolare e potente. Non vi dico la fonte letteraria, alta, a cui viene strizzato l'occhio per non rovinarvi il piacere della sorpresa, ma il rimando mi è piaciuto molto. L'inizio che vi ho sopra raccontato è davvero folgorante e dalla interessante caratura satirica (una storia a fumetti può nascere anche tra le mattonelle di un bagno pubblico) ed è la base ideale per parlare della forza che scaturisce a volte per "magia" dalle pagine di un fumetto come di tutte quelle persone che partecipano alla realizzazione di un opera ma il cui nome non compare mai al pubblico. È un divertente gioco di specchi in cui è facile finire stregati e Rathiger è un bravo ammaliatore. Il personalissimo stile di Bacilieri si conferma interessante nella sua capacità di trasmettere tensione attraverso disegni semplici e quasi caricaturali. I suoi personaggi hanno paura e riescono a trasmetterlo come pochi altri. A Montanari e Grassani non si può dire nulla per puro timor reverentialis, ma la staticità ricercata delle loro tavole funziona ancora a dovere. Un numero interessante.


Il terrore. C'è un bambino di origine islamica che va in giro per Londra con una valigetta misteriosa. Ed è subito panico. Poco importa se nella valigetta c'è il suo progetto di scienze per un concorso locale, poco importa se a sollevare l'allarme terroristico è uno degli insegnanti della sua scuola, che dovrebbe almeno conoscerlo. Parte la paranoia e Londra si blocca e riempie di autopattuglie, carri armati, aerei e posti di blocco. Sembra di stare in un film di John Landis, in cui i tanti personaggi - macchietta che si avvicendano sono ottimi per una critica satirica. Dylan entra nel marasma forse spinto dal quinto senso e mezzo e affronta così uno degli incubi più attuali di questo momento. Un incubo contro il quale l'arma più potente non può che essere l'ironia, a meno di non voler mettere a ferro e fuoco il mondo. Ed è giusto che questa arma funzioni almeno nei fumetti, per non perdersi troppo d'animo e riuscire a mantenere uno spirito positivo per i tempi futuri. Esorcizzare paure di questa portata non è mai facile, ma è altrettanto importante che i fumetti ogni tanto abbiano il coraggio di trattare temi scomodi come questi. Gabriella Contu scrive con mano leggera, mette al primo posto i sentimenti e ha a cuore far respirare nonostante tutto un clima di integrazione razziale. La sua storia ha il sapore di una commedia anni '80 ma la paura aleggia nell'aria. C'è satira ma non è ridanciana, i terroristi ci sono e rimangono sinistramente impuniti. Non è una favola, ma invita ad un modo più proficuo di valutare il problema. Con la buona ambizione di dirci che se ci fosse maggiore comunicazione e comprensione tra le persone si farebbero forse meno sbagli e si avrebbe meno paura. Molto buoni i disegni di Casertano, che si deve essere studiato alla perfezione tutte le principali strade di Londra. Chi la conosce può ritrovarsi nell'intero percorso che compie il ragazzino durante il racconto. Molte le scene di massa, dettagliatissimi i fondali. I personaggi hanno  una forte mimica facciale di stampo umoristico e questo si sposa al meglio con l'impostazione del racconto. Certo l'ironia su certi temi potrebbe essere per qualcuno ancora troppo prematura. È di sicuro più confortevole per molti lettori parlare di mostri classici che di problemi reali... e di fatto già nel numero successivo.



Arriva il Dampyr. In piena estate 2017 arriva il crossover tra le serie Dampyr e Dylan Dog. La prima parte viene pubblicata sulla collana regolare di Dylan Dog, la seconda sulla collana di Dampyr. Per ogni uscita è stata creata una doppia copertina ad hoc da collezione. Il risultato è che in poche ore il numero di Dampyr, che da sempre arriva in edicola con meno copie, si è drammaticamente esaurito a causa di collezionisti compulsivi. Per di più, essendo agosto e metà delle edicole chiuse,  per molti si è aperta una sconfortante caccia a vuoto, tamponata come possibile dal canale Facebook di Bonelli che si rendeva disposto su segnalazione a rinfoltire le copie.  A Settembre magari andrà meglio con la ricerca, ma sta di fatto che l'operazione ha effettivamente avuto la sua eco. Ma di cosa parliamo nello specifico? Di una storia in due parti in cui un leggendario re vichingo (lo stesso su cui l'History channel ha improntato la fortunata serie TV Vikings) diventato vampiro minaccia di occupare la Londra odierna. E questo in barba ad un accordo con la plenipotenziaria figura grigia conosciuta dal pubblico dylaniato come John Ghost. Sembra che sia una cosa privata, una questione personale riguardate una donna (dal nome pare proprio la moglie del re), e non c'è verso di fargli cambiare idea. Una torma di vampiri vichinghi è già pronta a fare i danni a Londra ma non solo i nuovi arrivi in città. Direttamente dalla truzzolandia (è assolutamente truzzo nel look questo tipo) è arrivato anche il Dampyr, un tizio vestito male con aria truce che con suo il sangue versato sulle pallottole e un paio di compagni d'armi parimenti truci è in grado di tenere testa anche ai vampiri più coriacei. Il Dampyr passa mesi interi a combattere vampiri in giro per il mondo, vive praticamente nel secondo tempo di Dal tramonto all'alba di Robert Rodriguez. La donna che cerca il re vichingo a sua volta cerca Dylan Dog per motivi oscuri e questa circostanza fa sì che l'indagatore dell'incubo incontri il Dampyr e che tra i due, dopo una tazza di tè, nasca un sodalizio per fermare l'occupazione della capitale inglese. Sarà guerra, ma saprà il nostro eroe londinese tenere testa a schiere infinite di vampiri vichinghi? La prima parte di questa storia, quella ospitata da Dylan Dog, è molto "dampyresca". L'universo narrativo creato da Boselli viene innestato nel mondo sclaviano con logiche sensate grazie ad una felice intuizione di Recchioni. Ne viene fuori un action bello tirato, pieno di mostri e proiettili che volano ovunque. Dylan sembra all'inizio un po' fuori posto ma i due eroi imparano presto a coordinarsi. Se le cose dovessero andare bene nel secondo numero, Dylan potrebbe poi avere dalla sua parte un alleato credibile in caso di eventuale conflitto contro la sua neo-nemesi John Ghost. Un bel deus ex machina pesantemente armato (un po' come avere Capitan Harlock nella risoluzione dell'anime di Galaxy 999). Certo il mondo di Dampyr declina l'horror in un modo diverso, più action e dalle parti di Blade Underworld. I vampiri conosciuti da Dylan sonno diversi, più malinconici e meno armati. Ma non è una formula incompatibile a priori e il tasso di splatter non è per nulla disprezzabile. Io colpevolmente non mi sono mai troppi avvicinato all'ammazzavampiri di Boselli, di cui per altro ho letto dei bei numeri di Tex (credo che il meglio lo dia con le storie molto lunghe, quelle che si dipanano su più numeri), e questa potrebbe essere l'occasione giusta per dare un'occhiata. Ho amici che lo seguono regolarmente e ne sono entusiasti. Il cattivo di turno è una bella intuizione che mescola sapientemente storia (o leggenda) e fantasia. Essendo un fan della serie Vikings trovo che la trasformazione in vampiro del celebre condottiero calzi a pennello. Bigliardo disegna molto bene questo numero quantomai sovraffollato da scene di massa e scenografie action complesse. Il tutto è molto divertente ma per esprimere un giudizio più completo aspetto di visionare in qualche forma la seconda parte dell'avventura. Di sicuro questi esperimento di crossover a monte di numeri speciali concepiti ad hoc è qualcosa di interessante e molto utile alle edicole e alle tirature dei fumetti.

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