Craven Road 2.0. E' tempo di pulizie di primavera
anticipate perché Connie, amore della vita di Dylan numero "344", ha
deciso che c'è troppo ciarpame nella casetta dell'indagatore dell'incubo. Con
tutta la buona volontà del mondo il nostro eroe, armato di sacchetti della
monnezza, si appresta dunque alla strage dei suoi innocenti oggetti un
po' rari e un po' kitch da collezione. Ma quelli che vediamo ritratti da
Brindisi nella straordinaria prima tavola del numero sono memorabilia
differenti dalle statue che affastellano lo studio del nostro detective del
cuore. Sembrano piuttosto prodotti più o meno comuni che ogni amante del
fantasy anni '80 - '90 ha nella propria cantina-cameretta o che in ogni caso ha
visto nella cameretta di qualche suo amico in gioventù. Sculture di Alien
dello svizzero Giger varie (con tanto dello storico gioco per Amiga!!),
scatole di giochi da tavolo come Cluedo, Dungeons & Dragons, montagne di
VHS, fumetti di Vampirella, c'è pure un numero dell'antologico Heavy Metal e
il mostriciattolo da manovrare con la propria mano della serie Goblin,
rinchiuso nella sua scatolina a forma di gabbietta!! Questa tavola fa il paio
con la evocativa copertina di Stano nel centrare il tema dell'albo, la
"conservazione dei ricordi" e subito sembra partire il colpo basso
alla memoria dei lettori più vintage. Ma restiamo sul pezzo, torniamo al
racconto. Timidamente Dylan prova a buttare qualcosa ma non ce la fa proprio,
tutto è utile e ugualmente irrinunciabile, quando da questa sofferenza lo
sottrae l'arrivo di due amici, il buon Sherloch Bloch e il suo amico Jenkins.
Ma la gioia si spegne in un attimo, i due sono lì in veste di clienti e
pretendono un "distacco professionale" e gli propongono un caso che
nelle premesse non ha nulla di soprannaturale. Nella ridente Wickedford
in cui Bloch e Jenkins vivono la pensione dei giusti, la gentile vicina di casa
Edwina Bolton sembra comportarsi in modo piuttosto strano dopo la dipartita del
marito e forse nasconde in casa qualcosa di misterioso. Giunto in loco e
introdottosi nella casetta di Edwina, Dylan scopre il marito di lei impagliato,
che la vecchina è ricattata e che dietro a tutto c'è un "nuovo" ma fin
troppo famigliare racket del caro estinto. La conferma definitiva Dylan la
scopre però tornando a casa quando davanti alla porta di ingresso trova Connie
seduta ad aspettarlo. Solo che non è la solita Connie, ma la sua versione
impagliata. Nora Cuthbert è tornata in città insieme a Gus. E il corpo senza
vita di Connie è solo il primo tassello della sua vendetta nei confronti della
sua ingrata famiglia e di Dylan, che nel numero 338 la aveva condannata a un
destino forse nemmeno così brutto sulla carta ma per lei inaccettabile. Ci
aspettano pagine e pagine di splatter e forse pure un interessante colpo di
scena che potrà cambiare il futuro di Bloch...
Era il Cartoomics del 2014. Alla conferenza di Dylan
Dog condotta dal curatore della testata Recchioni io sentivo per la prima
volta, tra le anteprime della rilettura a colori del numero uno e indiscrezioni
sul Pianeta dei Morti, che la nostra sempre amatissima Paola Barbato era
alle prese con un seguito diretto del numero 338, lo storico "Mai più,
ispettore Bloch", accompagnata di nuovo dalle matite di Bruno Brindisi. La
notizia un po' mi aveva sconvolto, anche perché mi immaginavo costretto a forza
a riprendere in mano il 338, che non mi era piaciuto molto. Invece rileggere il
338, sforzo necessario per assaporare tutti i dettagli della storia odierna (soprattutto per conoscere la famiglia Cuthbert) ma anche per avere una nuova
visione di insieme data dalla somma degli argomenti trattati dai due numeri, è
stato meglio del previsto. O almeno quasi. Il soprintendente che
"pensionava" Bloch a me ricorda ancora il capo della
"Micidial" della serie tv di Maccio Cappatonda. La "morte in
vacanza" che andava a soccorrere un Bloch depresso perché pensionato di
fresco mi sembra ancora tremenda in quel contesto. Bloch non mi pareva e non mi
pare "proprio in lui" o almeno non mi trasmette "quello che io ho
pensato di lui negli anni". Insomma non mi era piaciuto il modo in cui era
stato trattato il pensionamento di Bloch. Non mi era piaciuto come
"manifesto programmatico" del rinascimento recchioniano della
testata, non mi era piaciuto come mero "fatto" narrato nel 338, non mi
era piaciuto come motore delle future dinamiche di comunicazione tra Dylan e
polizia. Con il tempo questi cambiamenti li ho maggiormente metabolizzati, ho
accettato di voler conoscere meglio il quadro di insieme di questo progetto
editoriale. Rileggere il 338 oggi in sostanza mi ha fatto meno incazzare. La
parte di storia dedicata ai Cuthbert e al racket del caro estinto (che non si
"estingueva" in quanto la morte era in vacanza), le storie di Nora e
di Gus erano aspetti decisamente surreali ma a rileggerli oggi mi sembrano
anche parecchio divertenti. Nora e Gus sono due personaggi davvero
riusciti, folli, quasi "indefinibili", strampalati quanto sanguigni,
che ieri come oggi hanno un che di burtoniano (dalle parti di Sweeny Todd) o
zemekisiano (La morte ti fa bella). Nora che non si capisce quanto sia
"damina ferita" e quanto "iena psicopatica". Gus che non si
rende conto del "superpotere" che possiede e continua a fare il
traffichino, il criminale di mezza tacca e pure tirchio. Mostri da commedia
nera che si muovono in un contesto gangster, imbevuti di passioni horror
cinematografiche quanto televisive, da Walking Dead a Nightmare, che in qualche
modo "citano" nel loro lavoro. Potrebbero diventare i protagonisti di
uno spin-off tutto loro, quanto i Sam e Twitch di Bendis. Meritavano un seguito
ed è un piacere leggerlo.
La parte del racconto che riguarda il rapporto tra Dylan e Bloch è giocoforza lo sviluppo delle storie sviluppate da quel 388 a questo 349. Bloch non è più centro di gravità permanente della soluzione di un caso ma è rimasto mentore e amico, Witckford è uno scenario interessante (che fa tanto Don Matteo, ma per lo meno un Don Matteo incontra il Dr Who), Dylan si sta progressivamente "spogliando" di tutti i suoi tic e sicurezze alla scoperta di quello che realmente rappresenta. Quest'ultimo aspetto è "un'eutanasia lenta" che ancora non sappiamo dove ci porterà e che prosegue inesorabile.
Dopo averlo "spogliato" della casa, dopo averci fatto dubitare dell'amicizia di Groucho, dopo aver introdotto a forza la tecnologia nella sua vita, dopo avergli tolto l'aiuto di Bloch, il "nuovo" corso della testata con questo numero continua il progressivo "affondamento" delle certezze di Dylan sull'amore e lo spoglia perfino di alcuni degli oggetti che per anni hanno caratterizzato il suo quotidiano. Prima o poi mi immagino la rottamazione del maggiolino. Più leggo questo percorso editoriale più mi viene in mente il Daredevil di Bendis, concettualmente iniziato con Kevin Smith in un'opera di rifondazione del personaggio attraverso esplosioni controllate del suo mondo. Dove andremo a finire? Di sicuro è stimolante specchiare questo 349 con il 388.
Quindi come è questo numero? È divertente, piuttosto sanguinolento e ironico. Parte con delle premesse "tristi". Svuotare la casa dai ricordi, un'indagine molto più reale e meno "fantastica" del solito. Si trasforma in una girandola splatter niente male, fa un discorso originale sulla tassidermia, a metà tra arte e necrofilia, tecnica per creare oggetti da trofeo e preservare ricordi.
Fantastica pagina 84, piuttosto familiare quello che avviene a pagina 92 e che ricorda qualcosa di già "citato " in questo post. La storia della Barbato ci è piaciuta un sacco, i disegni di Brindisi sono ottimi e danno il meglio di sé nelle tavole più sanguigne. Un bel numero.
La parte del racconto che riguarda il rapporto tra Dylan e Bloch è giocoforza lo sviluppo delle storie sviluppate da quel 388 a questo 349. Bloch non è più centro di gravità permanente della soluzione di un caso ma è rimasto mentore e amico, Witckford è uno scenario interessante (che fa tanto Don Matteo, ma per lo meno un Don Matteo incontra il Dr Who), Dylan si sta progressivamente "spogliando" di tutti i suoi tic e sicurezze alla scoperta di quello che realmente rappresenta. Quest'ultimo aspetto è "un'eutanasia lenta" che ancora non sappiamo dove ci porterà e che prosegue inesorabile.
Dopo averlo "spogliato" della casa, dopo averci fatto dubitare dell'amicizia di Groucho, dopo aver introdotto a forza la tecnologia nella sua vita, dopo avergli tolto l'aiuto di Bloch, il "nuovo" corso della testata con questo numero continua il progressivo "affondamento" delle certezze di Dylan sull'amore e lo spoglia perfino di alcuni degli oggetti che per anni hanno caratterizzato il suo quotidiano. Prima o poi mi immagino la rottamazione del maggiolino. Più leggo questo percorso editoriale più mi viene in mente il Daredevil di Bendis, concettualmente iniziato con Kevin Smith in un'opera di rifondazione del personaggio attraverso esplosioni controllate del suo mondo. Dove andremo a finire? Di sicuro è stimolante specchiare questo 349 con il 388.
Quindi come è questo numero? È divertente, piuttosto sanguinolento e ironico. Parte con delle premesse "tristi". Svuotare la casa dai ricordi, un'indagine molto più reale e meno "fantastica" del solito. Si trasforma in una girandola splatter niente male, fa un discorso originale sulla tassidermia, a metà tra arte e necrofilia, tecnica per creare oggetti da trofeo e preservare ricordi.
Fantastica pagina 84, piuttosto familiare quello che avviene a pagina 92 e che ricorda qualcosa di già "citato " in questo post. La storia della Barbato ci è piaciuta un sacco, i disegni di Brindisi sono ottimi e danno il meglio di sé nelle tavole più sanguigne. Un bel numero.
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