domenica 12 aprile 2015

Ken Parker - Fin dove arriva il mattino


Così finisce l'epopea di Ken Parker. Il più grande antieroe del fumetto italiano.
Sono triste, distrutto. Aspettavo con ansia questo numero, l'ultimo indiscutibile capolavoro di Berardi e Milazzo. Un po' lo temevo, ma non pensavo che dopo la lettura quelle pagine mi travolgessero, mi ferissero e si imprimessero nel cuore in modo sinistro quanto malinconico. Ken chiude il cerchio.
Il nostro amico è invecchiato, si è indurito, ha fatto sbagli e ne fa ancora, ma non ha mai perso la sua scorza, nonostante la voce non sia più tuonante come un tempo, nonostante i muscoli non ce la facciano più a flettere una schiena malandata. Ken è al suo crepuscolo ma di nuovo a cavallo, ci basta questo e gli eccezionali disegni acquarellati di Milazzo per tornare di nuovo bambini e ascoltare il crak del suo Lungo Fucile, come tuono di un deus ex machina che rimette ordine nel caos.
Uscirà dopo questo volume 50 della collana Mondadori Comics da edicola anche un albo da fumetteria, interamente a colori che sarebbe davvero un delitto mancare nella collezione, ma nella sostanza la storia sarà sempre questa, bellissima e tragica.
Forse l'ultima storia, a meno di un ripensamento degli autori.
Ed è un delitto dire di più su quest'opera scritta e inchiostrata della pura magia che solo i grandi autori sanno infondere nel raccontare personaggi che diventano miti, e miti che pur di carta diventano uomini.
So Long Ken.
Grazie per aver fatto di me con le tue storie un uomo penso migliore.
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