C'è un
manipolo di omini incazzati e tristi, bruttini, vecchietti, non avvenenti né
quantomeno atletici che si aggira, la sera, come i lupi mannari intorno ad una
piscina comunale. Si dedicano alla pratica di quello che per tipi come loro
sembrerebbe il più improbabile degli sport, il nuoto sincronizzato maschile, ma
la ragione di questa scelta è presto chiara: Delphinie. Delphinie (Virginie
Efira) non solo è la loro istruttrice, ma è un po' psicologa, un po' assistente
sociale, un po' amica, quasi una dolce mamma-chioccia. Mentre questi
amabili/terribili omini sgambettano male in acqua, sfogando con movimenti per
lo più sgraziati tutto lo stress di cui "sono fatti", la dolce,
bionda e gentile Virginie gli legge dei libri, li sprona a guardare il lato
positivo della vita, li tiene uniti. Da lì una botta di testa del gruppo:
iscriversi ai mondiali. Poi Virginie non può più seguirli, perché anche lei
cade in una brutta depressione, e la nuova allenatrice del gruppo diventa
Amanda (Leila Bekhti), una mora ex nuotatrice sulla sedia a rotelle,
tostissima, determinata e più autoritaria del sergente maggiore di R.Lee Ermey
di Full Metal Jacket. Amanda vuole che il gruppo ci vada davvero ai mondiali e
farà di tutto per fare di loro delle credibili macchine da medaglie. O almeno
ci proverà.
Perfetti
tempi comici, un ottimo gestione del cast che riesce a fare il giusto spazio a
tutti gli interpreti, una trama dalle premesse stralunate ma intrisa di molta
umanità e divertimento. Lo sport che si ritiene erroneamente di nicchia (pieno
di fatica, valore e con pochi riconoscimenti) diviene la voce di persone
per la società considerate di nicchia (piene di fatiche lavorative e
familiari, cariche di dignità e altrettanto poco riconosciute all'esterno).
Tra sfottò, dubbi sulla sessualità di chi pratica certi sport e
incredulità generale, questi due "mondi ai margini" si incontrano,
scontrano e scoprono di parlare la stessa lingua.
La
classe operaia non va più in paradiso ma va in piscina, potremmo dire. A
cercare conforto, a scoprire qualcosa di più di se stessa, a confrontarsi e
relazionarsi e scoprire, perché no, che si può avere una possibilità di
rivincita nei confronti del mondo. A sperimentarsi anche con la
"grazia" del nuoto sincronizzato: apparentemente "roba da donne",
in realtà una disciplina che dietro le paiettes e le canzoni alla Dirty Dancing
risulta tostissima e impegnativa. E tutto dietro a una gustosa cornice naïf che
incita a ridere fin dal trailer, è magicamente credibile, divertente,
appassionante e tenero. Merito della regia leggera, ordinata e ritmata di
Gilles Lellouche, merito di un cast maschile di attori straordinario, come
Guillaume Canet, Mathieu Almarac, Benoit Poelvoorde, Jean-Hugues Anglade. Ma
soprattutto merito dei personaggi di Leila Bekhti e Virginie Efira. Personaggi
per nulla banali e soavemente interpretati. Ne parlo scopertamente da
innamorato, di entrambe. Nelle avverse sorti di questi buffi, amabili e
male-assortiti omini, tutti in qualche modo losers, trombati e falliti, tutto
troppo cinici o troppo bonaccioni per affrontare la vita, un po' tutti,
chi più chi meno, in sala ci immedesimiamo. In loro avvertiamo la stessa
"necessaria" voglia di riscatto, che condividono un po' con lo
sgangherato manipolo del classico inglese Full Monthy, ma sono le due ragazze a
conquistarci il cuore e a farci sentire, anche noi in sala (soprattutto
i più attempati), coccolati, spronati e incitati. Dietro a questi sette grandi
attori comici ci sono queste due piccole/grandi attrici donne, che portano al
cinema un ruolo femminile più di "mamme" che di femme fatale. Piccole
donne dolci e determinate da cui si costruiscono grandi famiglie. Un ruolo
umano e sociale storicamente proprio della donna ma per molti aspetti
cinematograficamente ancora "nuovo", troppo poco esplorato (e i
francesi sono in questo grandi sperimentatori) che sarebbe bello vedere
approfondito in altre opere.
In un
periodo gremito di offerte cinematografiche di ogni tipo vi invito quindi a
scegliere senza indugio questa commedia, che riesce per altro a far molto
ridere, se siete in cerca di una commedia "rinvigorente", con cui
ricaricare le energie per ripartire con l'anno nuovo con la giusta carica
positiva. E chissà che qualche pazzo voglia pure andare ad iscriversi a nuoto
sincronizzato. Certo se poi in piscina ci troviamo delle istruttrici come la
Efira e la Bekhti un tentativo lo farei.
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