lunedì 22 maggio 2017

Codice Unlock - come amare un B - movie ed elevarlo a cult per il solo fatto di detestare Orlando Bloom




- Breve sinossi: Alice Racine (Noomi Rapace) è un agente segreto con sul groppone un attentato terroristico non sventato un tempo. Il suo mentore, Eric Lasch (Michael Douglas) sa quanto vale e la prepara per una nuova importante missione. Londra, c'è una cellula terroristica che potrebbe far partire un attentato biologico da un momento all'altro e solo Alice può impedirlo, perché per una serie di sfighe spionistiche è l'unica che parla il dialetto arabo giusto, conosce il Corano e la sua corretta interpretazione e sa condurre un interrogatorio con l'unica persona che potrebbe dare le informazioni utili per sventarlo, fornendole una parola in codice. Alice prende i contatti, si reca in logo, interroga, scopre quello che deve scoprire e va in pausa caffè. Gli agenti nella stanza accanto all'interrogatorio chiedono dettagli, ma lei dice "Fatemi controllare gli appunti del liceo per sicurezza, datemi un minuto per andare in bagno, telefonare a casa, bere un succo all'albicocca e sono da voi". Lavoro liscio, autostima a palla, Alice chiama Emily (Toni Collette), sua amica e capo di Londra per sparare due puttanate sulla pioggia di Londra e la scoperta del pilates quando, sorpresa, l'amica si incazza. "Dove sei finita? Gli agenti chiamati per l'interrogatorio non ti hanno ancora vista, sei da Harrods a prendere orsetti?". E quindi tutto si fa chiaro, c'è una talpa nell'agenzia, si trova nel posto sbagliato e tutti a due metri da lei sono pronti a sfoderare armi con silenziatore da spia e spararle contro non appena rivelerà loro cosa ha scoperto dall'interrogatorio. Come uscirà di li'? Ad ogni modo durante la sua fuga sarà accompagnata dallo stupido, molesto e irritante ladruncolo tatuato Jack Alcott (Orlando Bloom) e avversata dall'annoiatissimo e bolsissimo super capo cia Bob Hunter (John Malkovich).


- Al mio segnale, scatenate calci in faccia a Bloom!!!: Michael Apted è un regista inglese eclettico. Oltre al canonico Bond (Il mondo non basta) ha diretto Gorky Park, Conflitto di classe, Gorilla nella nebbia. Tra molta roba varia, tra cui un Narnia, figurano anche dei thriller interessanti come Occhi nelle tenebre o quella bombetta fuori di testa che era Extreme Measures. Peter O'Brien come sceneggiatore arriva dal videogame Halo: Reach e c'è da dire che trasporta su pellicola un animo action turbolenta e selvaggio. E poi c'è Noomi Rapace, una delle più affascinanti, cazzute e convincenti attrici degli ultimi anni. Brava nei ruoli drammatici, ottima nei ruoli action e con una voce arrapante che non vi dico (forse più della Johansson, ascoltatela in lingua originale). Ci aveva fatto innamorare di lei nei panni di Lisbet Salander nell'originale trilogia svedese di Millennium, aveva fatto innamorare di lei Ridley Scott che la aveva voluta in Prometheus (e Ridley l'ha un po' buttata via in Covenant, un peccato) e presto sarà Maria Callas. E qui in Codice Unlock la Rapace conferma che sa menare alla grande. Quello che viene fuori da questa strana combinazione non è però un noir spionistico elegante stile La Casa Russia, ma un bell'action, sincopato e tamarro all'inverosimile, dalle parti delle produzioni Besson. Molti inseguimenti, molte sparatorie, molti pugni in faccia e pure tanto splatter, anche in contesti grotteschi (vedasi la scena dell'ascensore pieno di sangue e pitbull). E tamarro all'inverosimile, e pure convincente come mai in tutta la sua carriera è Orlando Bloom. Sì, l'ho scritto. Con questa pellicola Orlando ha finalmente trovato il ruolo per cui lo ameremo negli anni a venire. Sporco, tatuato, sinceramente spiacevole e ambiguo fino al midollo, la sua trasformazione (per capacità attoriali) pare quella di un wrestler che viene "turnato" da combattente buono a cattivo per motivi di cartellone. E funziona, cavolo se funziona! In un'ora e mezza di pellicola Bloom millanta "bulleria", spara proclami inconsistenti e incassa più sberle e umiliazioni di Alfie Allen in tutto il Trono di Spade. Per chi non ha mai amato l'attore è una vera e propria catarsi, un palliativo alla pulsione insostenibile di tirargli un pugno virtuale, ma c'è di più. Abbiamo rivalutato Tom Cruise dopo che virtualmente moriva centinaia di volte di fila sullo schermo in Edge of Tomorrow (un autentico bagno di umiltà dopo troppi film autocelebrativi e superomistici), amiamo qui Orlando in versione "viscida" e scopriamo che è la sua versione "giusta", dopo che con l'aria da finto bravo ragazzo (inespressivo come una pianta grassa, forse però "fuori parte") ha devastato ElizabethTown di Cameron Crowe e Kingston of Heaven di Ridley Scott. Insomma, qualcuno chiami Scorsese e lo avverta che c'è in giro un nuovo caratterista per i ruoli da gangster. Ci sono poi su schermo anche John Malkovich e Michael Douglas. Il primo ha sempre una presenza scenica invidiabile, ma pure l'aria di essere lì in attesa del cestino per il pranzo, conscio che non sarà spettacolare. È incredibilmente centra il mood giusto! Le sue scene potrebbero essere montante pari pari in almeno 27 action thriller degli ultimi anni, assolutamente a caso. Ma farebbero comunque la loro scena, perché lui rimane istituzionale, "impassibile", un grande. In spolvero pure Michael Douglas, anche se il suo personaggio manca delle giuste sfumature per apprezzarlo, probabilmente per problemi di scrittura (si adattava meglio forse un Gary Oldman). 



-conclusione: fra spie e contro spie, minacce biologiche, inseguimenti e pugni belli pesanti abbiamo trovato il B-movie ideale per una bella serata. La presenza di attori in parte come la Rapace e di belle sorprese come Bloom non fa che rendere più gustoso il prodotto finale. La regia solida di Apted fa molto action anni '80 alla Bruce Willis, e questo è decisamente un punto positivo. Certo che se i servizi segreti lavorano in questo modo, si salvi chi può, ma intanto i pop corn sono garantiti. 
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