venerdì 27 febbraio 2015

50 sfumature di grigio: quando il grigio e pur sempre grigio ...la nostra recensione


ATTENZIONE. IL CONTENUTO DI QUESTO POST, ANCHE SE E' IN FONDO IL NOSTRO CONSUETO CAZZEGGIO SENZA NIENTE DI CHE',  E' RISERVATO A SOLI LETTORI ADULTI.
Anastasia ha i piedi per terra studia letteratura inglese e ha un solido, concreto lavoro in un brico-store. Non colleziona farfalle e non ama troppo Emily Dickinson. Christian Grey lavora in cima a un grosso palazzo, è il giovanissimo capo di una multinazionale che fa cose vaghe e indefinite (telecomunicazioni? dormivo...) anche se non si sa bene perché e come ci sia arrivato, è ricchissimo e tenebrosissimo. Anastasia per fare un favore a un'amica va da Christian nel suo enorme palazzone da metafora fallica per intervistarlo, due considerazioni in vista della cerimonia dei diplomi della facoltà dove sarà ospite d'onore. Così i due si incontrano. Lei è spontanea, terra-terra al punto che appena lo vede ruzzola in terra inciampando, impacciatissima e tenerissima, dai profondi occhioni e dalle guanciotte rosse per l'imbarazzo. E sembra davvero colpita dal colpo di fulmine, perché l'attrice è brava e non un tostapane come l'eroina di Twilight. Lui altero, manipolatore e sicuro di sé ma solo fino a un certo punto. Da subito capisce che regole e protocolli, con cui ha definito l'architettura di tutta la sua visione del mondo, con Anastasia non servono. Tra i due nasce qualcosa. Lui, fanatico della contrattazione negoziale spinta, del controllo ostinato e del sesso malato la insegue come uno psicopatico di luogo in luogo, sente il bisogno di averla vicina e controllarla morbosamente. Lei non vuole saperne di essere un mero giocattolo sessuale nelle mani di un pazzo, ma è incuriosita da lui, vede qualcosa sotto la corazza emotiva di Christian che potrebbe pure piacerle. Basta togliergli quella corazza. Parte il classico complesso della crocerossina, alleviato dalla constatazione che stare con un tizio strapieno di soldi che per andare alla coop prende l'elicottero schifo non fa. Ma Christian sta davvero male di zucca e frequentarlo è più complesso del previsto. Come andrà a finire?
Ne hanno parlato male prima ancora che fosse annunciato al cinema, ma per me si sbagliavano di grosso.
Quella che segue è la mia opinabilissima visione personale della pellicola, se avete opinioni diverse vi invito nei commenti ad espormele, potrebbe essere interessante.
Il romanzo di E.L.James, nato come fanfiction di Twilight ed evolutosi come una sorta di variante hard di Batman (chi si ricorda MouseMan de La clinica dell'amore?) ha colpito e abbattuto ogni record di vendita e incuriosito milioni di lettrici. Il film, che ugualmente sta facendo i numeri al botteghino, si discosta parecchio e in realtà parodizza pure con la fonte originale-originale (la scena della bici su tutte fa molto Twilight), abbassa i toni per stare nel pg13, lesina sulle scene hard e crea un contesto pruriginoso quanto rarefatto-vago-atemporale (che non distragga troppo), pieno di tocchi di umorismo, ben recitato, ben fotografato (ovviamente nelle tonalità di grigio), dinamico e sinceramente divertente. Tutto merito della brava regista Sam Taylor Johnson, che già con Nowhere Boy aveva dimostrato di saper benissimo gestire la macchina da presa. Tutto merito della sceneggiatrice Kelly Marcel, autrice anche dello script del ben riuscito Saving mr Banks, un altro film in cui, come le 50 sfumature, il passato gioca un ruolo importante che incide sulla vita presente dei protagonisti. L'autrice originale è rimasta alquanto incazzata da tutto questo, ha visto la sua amata prosa e le sue scene spinte amputate e rimasticate. Ha giurato vendetta e ora, con la contrattazione della seconda pellicola sta facendo il diavolo a quattro. Ma grazie alla Taylor Johnson e alla Marcel e al loro abbassamento dei toni (più feticismo e meno bondage, usando la nota "terminologia" da sito erotico) il film per me è riuscito. E il loro lavoro è tanto abile e intelligente da districarsi senza troppa fatica su di una corda sottile a precipizio sul cattivo gusto e l'autoparodia, riuscendo sorprendentemente ad arrivare in fondo e a portare a casa un così buon risultato che fa davvero pregustare il seguito.

Non siamo nel porno, non siamo nell'erotico bucolico alla Russ Meyer o nel boccaccesco Brassiano. Siamo, e c'era da essere ciechi a non capirlo, tanto veniva urlato, nello stesso genere di Twilight, il young adult. Genere in cui un'eroina affronta un mondo (ancora) sconosciuto (magari alieno, magari nascosto) fino a superare la classica sciamanica "prova" e diventare adulta. Con solo una piccola, ma suggestiva, aggiunta di effusioni erotiche, perché il mondo da scoprire è qui rappresentato dalle derive dell'amore. Solo che mentre Bella sembra accettare subito, istintivamente il suo destino-crescita-ruolo, quasi guidata solo dall'ormone impazzito (nella recitazione di Kristen Stewart), Anastasia è perfettamente al comando delle sue facoltà mentali e riesce a smascherare senza troppa difficoltà le paranoie del bel tenebroso che la perseguita. Anastasia accetta quel tot di perversione che la complicata esistenza sessuale di Christian necessita solo nella misura in cui questa possa essere normalizzata. E Christian, che vuole (per casini suoi ancora poco chiari) che lei diventi, accettando un delirante contratto, una sua schiava sadomaso, fa sempre comunque la figura del fesso insicuro. Sempre impettito, stirato e dallo sguardo penetrante, Christian davanti alla sua partner fa quasi tenerezza, regredisce a bambino. Esattamente come davanti alla madre. E il gran pervertito che vorrebbe essere diventa un po' una maschera patetica da nerd amante dell'estremo. Certo, si intuisce che possa esserci di più, e quelle bruciature sul petto e alcune frasi riguardanti la sua infanzia fanno presagire una complessità emotiva, ma per questa prima pellicola tutto ciò è ancora troppo soffuso.  Anastasia ha il potere di decidere, se diventare ricca ma schiava o rimanere libera, e come Scherazade ne Le mille e una notte prende tempo, lascia che sia lui, che la ama come una proprietà emotiva (quasi un organo "che si è aggiunto da solo" più che una partner), a doverla inseguire sempre. Ed è per questo motivo che Anastasia sta a chilometri di indipendenza ed emancipazione rispetto a Bella e alla sua ossessione matrimoniale (virginale-pazza-ultracattolica come la Stephanie Meyer). Probabile motivo per il quale Anastasia sta sulle palle a molte lettrici di Twilight, che si sono viste più scandalizzate dal ribaltamento della concezione della protagonista-avatar  più che dalle scene erotiche.
E arriviamo alle scene erotiche. Stiamo nel soft, ma ci stiamo decisamente bene. La seduzione parte subito. I corpi degli attori e la peculiare scelta del loro abbigliamento sono programmati per stimolare la fantasia, anche quando non si è nelle fasi "ginniche". Negli amplessi la telecamera vortica veloce, l'inquadratura nasconde un po', ma siamo mooolto più disinibiti di quanto carnalmente (a livello epidermico) era percepibile in un Nove settimane e mezzo (peraltro fonte piuttosto influente della pellicola). E gli attori sono davvero prestanti, recitano ignudi senza problemi e hanno una buona complicità, le scene spinte funzionano pur rimanendo a chilometri da un qualsiasi porno. Qui si intuisce il più. Anche scene apparentemente ingenue fanno correre la mente verso qualcosa di peccaminoso, basti vedere Anastasia masticare il bordo di una matita personalizzata con scritto "Grey". Alcuni messaggi sono meno velati di altri, pertanto si sconsiglia la visione della pellicola in un ambiente ruspante come quello che suggerisce la seguente canzone di Elio e le Storie Tese. Da tenere come colonna sonora per il resto della recensione.

Ecco il film si presta alla risata e rutto libero, quando va dall'allusivo al pratico, ma se lo si guarda in questo modo si perde qualcosa. 50 sfumature è un guilty pleasure (lo traduco: piacere colpevole), esattamente come il libro in questo, chi si avvicina lo sa che sta andando a vedere un film che parla di sesso e accetta il contratto, in senso del tutto "greyano" del termine, pagando il biglietto o comprando il libro. Chi paga per vederlo e passa tutto il tempo a deriderlo equivale a chi va a vedere Machete Kills (dopo che ha già visto Machete) e sta a lamentarsi per tutto il tempo che è girato con due lire ed è meglio Salvate il soldato Ryan. Certo, si può fare. Ma ne vale la pena?
Anche perché Anastasia è davvero un bel personaggio e Dakota Johnson una splendida e brava attrice. Anastasia non insegue il partner, non lo asseconda, ubriaca dice al suo uomo misterioso che è pure un po' coglione, lo prende platealmente per il culo quando rinegozia il contratto di sottomissione al suo possibile padrone. Una ragazza che quando il matto dice che vuole farle vedere la camera dei giochi, e nel dirlo assume la voce di Batman (e la cosa ridicola è che la stanza dei giochi pare la stanza delle armature del primo Batman di Burton),  pensa che ci nasconda dentro una xbox. E quando nella camera scopre "dell'altro" tratta sconsolata il partner solo come una differente categoria di nerd.  Per lei il proibito è una cosa che c'è, ne ha sentito parlare, ma le fa sostanzialmente cagare ed è disposta a soprassedervi solo per pietà verso il partner. Che magari dopo che si è sfogato con due frustate "farà l'essere umano" e la porterà fuori per una pizza e un film. E parliamo di un uomo che ha pure la madre che gli gira per casa  mentre gioca coi frustini che nasconde in cameretta. Doppiamente patetico.


Curioso di scoprire altre sfumature di Christian, il comunque bravo e involontariamente simpatico Jamie Dorman (che gioca a fare il Christian Bale di American Psycho-Batman ma alla fine pare per mimica Colin Firth in Bridget Jones) al di là della sua voglia di trombare strano. E quella voglia lì, per ora, si spiega senza fare uso di chissà quante sfumature emotive a giustificarla. Vedremo se il seguito mi farà o meno cambiare opinione su di lui.   
Quindi tiriamo le somme, se possibile. Non è un porno e se cercate qualcosa che vada oltre al nudo, inquadrature che glissano sugli attributi se non con un mezzo accenno di qualcosa di indefinito (forse sono tornati i burattini di Tinto?) avete sbagliato strada. Si vede molto di più spinto in una qualsiasi puntata di Spartacus o Il trono di spade. Sempre in chiave "televisiva sporcacciona" posso dire che stiamo dalle parti magari di un Master of Sex. Se cercate qualcosa di fedele al romanzo magari ci rimanete ugualmente male, perché le cose più estreme non sono state girate e i personaggi sono più simpatici del previsto. Se cercate un film divertente e al contempo pruriginoso con quell'attesa del nudo che richiama alla mente le docce di Edwige Fenech magari vi divertite. Se cercate la raffinatezza e la "plasticità" sublime di Nove settimane e mezzo, troverete qualcosa di aggiornato ai giorni nostri, più disincantato e più diretto, in cui comunque non manca una ugualmente bella colonna sonora, qui con un brano cantato dalla dea degli Eurythmics. Abbandonatevi al guilty pleasure. Questo film non è fatto per rivoluzionare il mondo o per scriverci sopra dei trattati di sociologia. Fa divertire e ci riesce pure, ha un bel personaggio femminile forte e riesce a stare in bilico sul baratro dell'assurdo-gratuito, pur  qualche volta cadendoci. Ma senza farsi troppo male.
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