La serie
sul Killer conosciuto come "l'uomo nero" e sul suo mondo
killer-centrico, creata dai registi stunt-man Chad Stahelski e David Leitch,
scritta da quel mattacchione "brianazzanellano" di Derek
Kolstad e impersonata da un granitico Keanu Reeves, si è guadagnata a
ragione negli anni lo status di cult. Se come intreccio le storie di John Wick
sembrano poco più di un videogame (e pertanto funzionano come firma massima di
cinema escapista da gustare senza troppi pensieri), il fascino di cui sono
impastate non lascia indifferenti. Merito delle tante scene d'azione concitate
e infinite, caratterizzate dallo sfoggio di curiose, complesse e innovative (ma quasi "credibili", per lo sforzo di esecuzione) arti-marziali
"fusion", che dai pugni e calci si allargano all'uso di armi da
fuoco e persino di armi-automobili. Merito di un encomiabile, potente e quasi
invisibile (e per questo "più potente") World-building, fondato
sulla descrizione di un affascinante, articolato e quasi "fantasy"
mondo-nascosto, in cui i killer, come i samurai giapponesi, vivono
rispettando un codici d'onore e hanno accesso a luoghi, donne, armi e ricchezze
inimmaginabili per l'uomo comune (al punto da essere considerati quasi una
casta sociale superiore). Merito di un Keanu Reeves sofferente e convincente
nel ruolo, tanto ginnico che drammatico, del killer stanco ma ancora
letale, con gli occhi infiammati come un diavolo e il passo inesorabile di un
terminator, costretto in ogni film a riprendere controvoglia una eterna vendetta
contro il mondo. Merito degli avversari spietati e "facili da
odiare" che gli si parano davanti, come Alfie Allen e Riccardo Scamarcio,
perfetti per giustificare nello spettatore la quasi orgiastica attesa del loro
inevitabile spappolamento. Merito delle femme fatale pericolose e
irraggiungibili che abitano il sottobosco criminale, come la sinuosa e senza
onore Adrianne Palicki, la cazzuta e algida killer non udente di Ruby Rose, una
Claudia Gerini regina del crimine decaduta (mai tanto sexy). Merito di
un cast stellare di supporto (usato con intelligenza come nella saga di
Underworld) che ha nel tempo annoverato attori di prima grandezza come John
Leguizamo, Willem Dafoe, Michael Nyqvist, Ian McShane, Laurence Fishburne.
Merito di una ambientazione suggestiva e "verticale", quasi di stampo
dantesco, che dai piani alti di alberghi lussuosi, scende tra le strade
cittadine, arriva tra i fumi e la musica di losche discoteche, prosegue tra i
cunicoli delle fognature, giù fino nelle catacombe, nelle viscere della storia,
dove i potenti nascondono i loro tesori o si beano delle loro terme personali.
Stahelski, Leitch e Kolsdat hanno poi preso questa formula e l'hanno
brevettata. L'hanno "supereroizzata" nel corto Deadpool: No good
dead, che ha spinto la Fox a produrre il film su Deadpool (sul cui sequel sarà
alla regia proprio Leitch) e lo hanno declinato, invero con pochissime
differenze, nello "storicamente fantasy" Atomica Bionda, che è forse
il film più riuscito dell'anno scorso. Inutile girarci intorno, questa gente la
amiamo e siamo contenti quando fanno capolino con qualche nuovo progetto in cui
hanno tutta l'intenzione di trasmettere il loro stile fumettoso quanto
energetico, unico, sexy e sempre amabilmente disimpegnato. Nel futuro prossimo
venturo Leitch dovrebbe dirigere lo spin-off di Fast'n'Furious con
Statham e The Rock. Stahelski dovrebbe essere impegnato nel reboot di
Highlander e nell'adattamento su schermo del fumetto Kill or be killed di Ed
Brubaker (in Italia in volumoni per Oscar Ink, prendetelo che è figo). Kolstad
dovrebbe gestire il "mondo nascosto", invero già molto affascinante
di suo, della serie TV basata sul videogame Hitman.
Ma il
loro impegno più recente è il terzo capitolo della saga che ha reso tutti e tre
celebri, John Wick 3, in uscita a maggio 2019 e di cui in questi giorni sta
iniziando la produzione. E la carne al fuoco è tanta.
John
Wick 2 terminava con il più incredibile dei cliffhanger, scaraventando il
killer di Reeves in una situazione limite dalla quale pareva impensabile una
qualsiasi via d'uscita. John Wick 3 dovrebbe idealmente partire subito dopo
quegli avvenimenti, raccontando la fuga impossibile del nostro eroe da un
intero mondo che gli dà la caccia. Il cast dei precedenti capitoli è tutto
interamente confermato ed è stato pure ampliato. Torna il killer-ronin
interpretato da Common, torna Ruby Rose, torna il potente direttore del
fantomatico e leggendario Hotel Continental (Ian McShare), torna il signore
dei killer-homeless (Lawrence Fishburne). Arrivano attori interessanti ad
arricchire il pantheon narrativo, come Halle Berry, Anjelica Huston, Asia
Kate Dillon e Jason Mantzoukas, ma soprattutto arrivano dei combattenti
interessanti. Attendo Marc Decascos, che era un grande ai tempi di Crying
Freeman, passando per il Corvo 2 e Il patto dei lupi, ma poi si è un po' perso
di recente. Attendo Tiger Chen, storica controfigura di Reeves, da
Reeves stesso diretto in un Man of tai chi in cui a livello di skill atletiche
di dimostra un autentico mostro di tecnica (a livello recitativo è invece
mostruoso per motivi del tutto diversi e non troppo lusinghieri). Attendo Yayan
"Mad Dog" Ruhian e Cecep Arif Rahman, due dei più temibili (e
spettacolari) avversari di Iko Uwais nella saga The Raid, una serie che per coolness
e filosofia action ha molto il comune con John Wick. Con queste premesse,
non vedo l'ora di tornare a vedere Reeves in sala. Il nostro eroe si applica
sempre con molta dedizione nella preparazione nelle scene di arti
marziali, è ancora allenato dai migliori e ha a questo giro come sparring -
partner nei combattimenti degli autentici mostri di bravura. L'età di
Keanu già nel primo John Wick si faceva sentire e il respiro affannato che
accompagnava molti dei combattimenti era autentico, questo terzo film sarà una
bella prova per il suo fisico. Ma proprio per questo la saga di John Wick, al
di là della splendida cornice fumettosa in cui è calata, ha un valore in
più. In quel fiato corto, sudore e nella ricerca costante di uno stunt che
possa risultare credibile più che spettacolare risiede l'impegno e la
dedizione che l'attore riversava da sempre nell'interpretare il gladiatore
moderno e decadente che di fatto è il suo John Wick. Appena avremo un trailer
tra le mani, ve lo faremo sapere. Intanto vi invitiamo al recupero della saga,
di Atomica Bionda e dell'ultimo Deadpool. Se cercate qualcosa di disimpegnato,
divertente ma "sincero", sono le scelte giuste.Non scordate mai i
pop corn.
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