Nel 2030 immaginato nel 2017 da dei tizi
canadesi sedicenti “autori di cinema”, l’America e il mondo intero non se la
passano benissimo. Tra inquinamento, scarsità di cibo, crisi economica, guerre
e malattie sono rimaste poche persone, per lo più divise tra ricchissime,
poverissime e fesse. Per salvare la baracca si è costituito e ha preso un sacco
di potere l’Humanity Bureau, un ente ””assistenziale”” il cui scopo è far
girare per l’America i suoi agenti su auto nere, armati pesantemente, in
cerca di chi è meno abbiente. Lo scopo è quello di deport… cioè:
“invitare” questa gente che non fattura abbastanza in un fantastico posto pieno
di speranze e possibilità chiamato “nuovo paradiso”. Nessuno poi sembra più
voler tornare indietro da nuovo paradiso, nessuno che da lì mandi una cartolina
o un selfie, nessuno che telefoni: deve essere quel tipo di posto bellissimo
tipo Gardaland in cui ti diverti così tanto h24 che non hai più un minuto
libero per pensare al resto del mondo, per anni e anni. Noah Kross (Nicolas
Cage), che evidentemente fa parte della popolazione dei fessi, lavora per il
Bureau da anni e davvero non capisce perché i poveri preferiscano vivere di
stenti nelle baraccopoli bevendo urina piuttosto che andare gioiosamente in
questo nuovo paradiso “fatto apposta per loro”, più o meno dal nulla e non si
sa con che soldi, che manco lui non ha mai visto. Giorno dopo giorno Noah si
sente però sempre più fuori posto nel suo ruolo da “”“assistente sociale”””,
anche se dovrebbe essere tutto ok: in fondo abita come gli atri agenti in un
attico a Las Vegas ripieno di quadri milionari e sostanzialmente tutto il
giorno va in giro su una corvette nera a sparare alla gente povera che non
vuole andare a nuovo paradiso. Brutta bestia la depressione. Mentre arpiona con
un amo da pesca un Monet che tiene in salotto, Noah pensa: “Ma quanto era
bello quando qui era tutta campagna e si potevano pescare i lavarin sul molo?
Forse il mondo non è finito e tutti sono felici in Canada. Bisogna andare in
Canada e da lì ragionare lucidamente sul fatto che un nuovo paradiso per i
poveri potrebbe pure essere una bufala a fini politici”. Il Canada salverà
tutti, ma non paiono della stessa idea gli amici di Noah, che vogliono
continuare a vivere a Las Vegas facendo il bagno vestiti nelle piscine degli
alberghi per ricconi e continuare a sparare ai poveri.
Ma cosa diavolo ho visto?
2030 ecc. ecc. è un film di fantascienza
realizzato con tre auto, due magazzini, una casetta di legno di periferia,
effetti speciali del discount e dieci attori. Più tre cappotti in pelle alla
Matrix a nolo. Una roba post-apocalittica soft, che più che Mad Max pare un
film vagamente western del pomeriggio di rete 4 ambientato nella campagna del
Nevada. La storia fa un po’ il verso a Seven Sisters di Wirkola con Noomi
Rapace, ma ne è la versione da super - hard a- discount senza nemmeno una Noomi
Rapace a offrirci le sue grazie. E in Seven Sisters, in piena opulenza, oltre a
infinite scene d’azione e ottimi effetti speciali anche 7 Noomi Rapace a
offrirci le loro grazie, e che cavolo!!
Come spesso accade, non è chiarissimo il modo in cui Nicolas Cage sia entrato nel progetto di questo strampalato film canadese. Sappiamo che il nostro eroe ha un bulimico bisogno di recitare e devono averlo adescato in un autogrill, agitandogli davanti agli oggi il copione di questa roba mentre stava mordendo un Camogli. Lui non ha resistito e tre giorni dopo il film era già stato fatto, probabilmente utilizzando parenti e amici del regista come cast e fornitori di location, due auto a nolo e tre pistolette liquidator, un paio di stanze di motel. Cage prova a “cagizzare tutto”, si sbraccia in over-acting e cerca di portare a casa il risultato comunque, ma il contesto di lavoro è modestissimo e privo di guizzi, salvo sporadici squarci di “assurdo” come “la pesca in soggiorno” e salvo una scena che sì, è da incorniciare. In questa scena un ragazzino ruba dalla tasca del “cattivo” il suo occhio di vetro, che inizia a saltellare fino a cadere sotto una grata. Il cattivo vorrebbe sparargli, perché è lì per quello e ci sono già cadaveri di altri cattivi ovunque, ma prima aspetta che il ragazzino, che si dimostra di colpo servizievole, gli riporti l’occhio, scendendo sotto la grata e di fatto dileguandosi. Da lì, mentre il cattivo aspetta, il bimbo segue le gallerie e sbuca da un tombino vicino alla macchina di Cage, con cui fugge prima di rischiare di essere investito. Puro non - sense. Peccato che non ce ne sia abbastanza e la storiella sia davvero atroce (con un colpo di scena che fa davvero piangere per la tristezza della scrittura). Fossi stato in Cage avrei denunciato tutta la produzione di 2030 per rapimento, ma il nostro è un uomo di gran cuore e questa pellicola la potete ora trovare in streaming. Da maneggiare solo se vi trovate in gravissima crisi di astinenza da Nicolas Cage e non avete in casa nient’altro che questo film con lui. Se capitate in questo scenario vi consiglio comunque di giocare il giorno dopo al lotto, perché l’universo è in debito con voi di qualcosa.
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