Alcuni
dei miei piccoli lettori a volte mi chiedono: "Talk0, perché non ci parli
mai di Venezia?"
Una
ragione c'è.
Prendetela
come una specie di sfogo, perché questo pezzo non vuole essere qualcosa di
diverso in fondo. La mia è più che altro una constatazione tragica, che non
riguarda quei cinque film dal "titolo forte" che arriveranno anche
nelle sale italiane, ma "tutti gli altri". Pellicole strane e spesso
"aliene", che cadono come UFO in laguna, sorprendono un pubblico che
magari non considerava nemmeno la loro esistenza e poi ripartono, per i pianeti
lontani da cui erano venute, lasciando gli spettatori nel dubbio più totale
circa il titolo del film, l'autore e la nazionalità. Anche se in molte province
italiane i film del festival a volte vengono ri-proiettati nei cinema d'essai,
l'effetto anche della pellicola più stupefacente sulla gente, passati un paio
di giorni è:
"Che
te lo ricordi quel thriller fico coreano con quel tizio che sembrava
Bombolo?".
"Ma
non era un film malese quello con Bombolo, tipo una commedia musicale? Ma non
era morto Bombolo?".
Fine. E
se sei stato così sfortunato da non trovare i biglietti, il posto auto, il
giorno libero, è finita. Sei nelle mani dei distributori italiani e dei
cineforum che, bontà loro, qualcosa potrebbero pubblicare in futuro,
forse. Che sia il Future Film Festival, Cannes, Sitges, Il Far East di Udine,
la solfa è sempre la solita. Il film rimane una graditissima (sempre se
gradita) stranezza passeggera per pochi fortunati
"festivalieri". Che poi tra i "festivalieri" ti trovi
davvero di tutto, compreso chi si pente di essere entrato in una sala dove
proiettano qualcosa di cui ovviamente ignorava il contenuto (e come poteva
saperlo?) e si rompe amabilmente le palle per tutto il tempo. Magari la
sfortuna ha deciso pure che si tratti di uno di quei film particolarmente lenti
e riflessivi, carichi di poesia (magari un po' ostica) e paesaggi
infiniti (tutti da percorrere per i personaggi rigorosamente a piedi, in
tempo reale, per chilometri e minuti di visione) stile Abbas Kiarostami. C'è
chi cerca di "comprendere", chi si trattiene, chi bofonchia, chi proprio
non ce la a e anche se in totale buona fede finisce per rompere le palle pure a
te che gli stai a fianco. E spesso siamo pure noi stessi quelli che vorrebbero
morire piuttosto che sorbirci altri 16 minuti magari di telecamera fissa e
litania contadina in sottofondo. E ci sentiamo pure un po' in colpa
"giudicati dalla cultura", in ginocchio sui ceci davanti a un'arte
per noi inaccessibile, maledicendo i biglietti stra-esauriti di quell'altro
film in concomitanza, magari Joker di Todd Phillips che avremmo visto più che volentieri.
Vorrei elencare tutti i film che hanno ricevuto le più sperticate critiche
favorevoli e che non sono mai arrivati alla distribuzione, ma sarebbe un elenco
infinito di lacrime. Rimane bello "esserci" a questi festival, rimane
assolutamente importante e vitale per mantenere vivace la curiosità e la
passione del "cinema come media", grande contenitore di sogni ed
emozioni.
Ma a
questo giro voglio parlarvi solo dei film che davvero arriveranno in sala,
quando arriveranno per tutti in sala. E se ci vorranno anni, ve ne parlerò tra
anni. Non voglio farvi sbavare nella vana attesa di un film magnifico che non
vedrete mai perché non ha trovato un distributore né un servizio ondemand che
almeno lo sottotitoli in italiano.
E allora
qualcuno in genere mi dice: "Però ogni tanto parli del Far East di Udine!
Allora fai delle preferenze?!".
Vero,
quando posso, lo faccio.
Talk0
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