lunedì 18 novembre 2013

Le storie vol. 13: il moschettiere di ferro

Testi: Gualdoni; Disegni: Pontrelli


Francia. 1642. Dumas-verso. Richelieu gioca a fare come sempre il signore occulto del regno di Luigi XIII. Il cardinale è riuscito vittoriosamente a distruggere per sempre l'ordine dei moschettieri e gli eroi di mille avventure vagano in una Parigi ben diversa dal solito, frequentando la famigerata corte dei miracoli. Ma c'è dell'altro. Richelieu ha dalla sua una nuova e inaspettata scoperta tecnologica, la formula per creare un invincibile esercito di soldati meccanici pronti a invadere il mondo e a spiegare su tutto lo scacchiere la rinnovata potenza bellica francese. Tutto sembrerebbe volgere al peggio, perfino con un D'Artagnan impazzito votatosi al cardinale, ma accade qualcosa di inaspettato. Uno dei burattini di ferro sembra possedere un cuore. C'è un nuovo moschettiere in città.
Uscita numero 13 della collana antologica Bonelli. Questa volta l'argomento è la Parigi di Dumas in senso lato quanto la Parigi “romanzata in genere”. Vorrei rivelarvi i molti riferimenti narrativi cosparsi nell'opera, frutto di un attento lavoro antologico ed estro narrativo, ma così facendo vi priverei del divertimento di scoprirle da voi e non sarebbe bello. Gualdoni confeziona un racconto decisamente bello, avvincente e scorrevole giocando con i registri narrativi più classici e impreziosendo la pietanza anche con le più recenti suggestioni steam-punk. Di sicuro gran parte del fascino dell'opera sta nel poter riconoscere questo o quel personaggio letterario, ma le invenzioni non mancano e la lettura risulta appagante e divertente. A onor di cronaca ci sono comunque un paio di passaggi che fanno pensare a una sforbiciata di pagine, ma nulla di grave a oscurare l'ottimo lavoro svolto. Non posso che elogiare in questa sede Gualdoni e augurarmi per il futuro il suo coinvolgimento in altri lavori di questo tipo.
I disegni di Pontrelli sono molto dinamici e curati. Perfetti nelle scene d'azione, ottimi nel tracciare ambienti gotici e spettrali. Ho riscontrato alcune interessanti suggestioni visive che potrebbero accostare questo lavoro alle opere di Mignola, tanto nella rappresentazione di alcuni personaggi, dall'aria marcata e a volte caricaturale (ma che nel contesto funziona a meraviglia) quanto nell'utilizzo di determinate inquadrature e sono rimasto letteralmente estasiato dalla caratterizzazione del moschettiere di ferro protagonista della vicenda. Un personaggio che grazie all'estro del disegnatore riesce, nonostante abbia una maschera di inespressivo ferro (parole citazioniste ma nulla più), a esprimersi in una vasta gamma di atteggiamenti. La mente vaga ovviamente dalle parti di Alan Moore. Se un disegnatore riesce al contempo a ricordarmi Mignola quanto Moore non c'è dubbio che continuerò con solerzia a seguire le sue opere e sponsorizzarlo a dovere.

Un'opera quindi promossa in pieno, che non può mancare nella vostra collezione della collana. 
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