venerdì 31 maggio 2013

Osama Game

 di Nobuaki Kanazawa 
Osama significa “re”, quindi il titolo del libro, edito da Panini in concomitanza della trasposizione manga, sempre dello stesso autore ma con ai disegni  Hitori Renda, è “Il gioco del re”. Trattasi di una variante del molto meno altisonante gioco di “società” conosciuto come “obbligo o verità”, a sua volta variante più spiccia del “gioco della bottiglia”, che comunque è sempre stato nei secoli un gioco truccato, dove se eri figo slinguavi la compagna di banco e se non eri nessuno ricevevi un calcio nel didietro da tutti i presenti (più o meno metaforico). Cosa ti tirano fuori i jappi combinando “il gioco del re” con le atmosfere di “The ring”? Qualcosa che sulla carta non dovrebbe essere niente male...
Un “bel” giorno, alle 12.00 postmeridiane, a tutti i componenti della prima b del liceo della prefettura di Tamaoka giunge uno strano sms. Il mittente è “il re”, l'oggetto è “gioco del re”. Il testo introduttivo recita più o meno così: “Questo è il gioco del re. Vi partecipa ogni componente della classe, ciascun ordine del re dovrà essere eseguito in modo assoluto entro 24 ore. Nota: a nessuno è permesso ritirasi a gioco in corso, quali che siano le circostanze”. Alla premessa seguono gli ordini. “Ordine 1. Gli studenti indicati al registro di classe con i numeri 4 e 19, rispettivamente Inoue Hirofumi e Nakao Minako devono baciarsi”. Considerando la natura della cosa, tra i ragazzi della 1 b è tutto un trastullarsi goliardico, una caccia a chi manda gli strani messaggi ma anche un accondiscendente voglia di aderire all'ordine, con il solare menefreghismo del “tanto non sono io”. All'esecuzione dell'ordine arriva un sms di conferma, “verifica avvenuta” ma ecco che di seguito, ogni notte, alle 12.00 in punto, arriva un nuovo ordine e le richieste si fanno sempre più morbose, sempre più pesanti. Qualcuno decide che il gioco è andato troppo avanti e non vuole aderire agli ordini. Poco prima della mezzanotte arriva un sms, “Mancano 5 minuti” seguito di lì a poco da un altro “Mancano 30 secondi”. Il messaggio che segue è agghiacciante: “Lo studente indicato sul registro di classe con il numero [...] avrebbe dovuto[...] poiché l'ordine non risulta eseguito, si proceda con la punizione per entrambi: impiccagione. Fine”. Di colpo il gioco diventa incubo. Si crede sia solo uno scherzo di cattivo gusto, ma l'insegnante il giorno dopo comunica il decesso dei due compagni di classe agli studenti. Sarà un massacro. Inevitabile. Perché il re può uccidere chiunque senza venirne in contatto, perché lo ha già fatto in passato e non si fermerà. Tra certezze e amicizie che crollano, trovare una soluzione all'ingarbugliata matassa non sarà facile.

Sono abbastanza pruriginose le premesse, così come appare leggero il contesto adolescenziale, ma Osama Game è in grado di regalare momenti davvero terrorizzanti, autentici tocchi da maestro. Rivelare oltre la trama va direttamente a discapito della lettura, pertanto mi asterrò per non privarvi del divertimento. Ritmo incalzante, gradi dosi di paura, molto splatter, se devo trovare dei difetti a questo libro, li imputo per lo più alla parte finale che chiosa con un ineluttabile, ma un po' prevedibile, “continua”. Ma non lo vedrei come un difetto, laddove le basi per una continuazione coerente della trama ci sono eccome e l'intreccio narrativo sembra piuttosto risolto. La versione italiana by Panini, in vendita appunto in abbinato con il manga nelle fumetterie, risulta di buona fattura, pur peccando di alcune ingenuità della narrazione, comunque in grado di tenere svegli nell'attesa del nuovo “ordine”, della nuova reazione, della nuova punizione. Una lettura interessante. Il fumetto ripercorre più o meno pedissequamente il libro, chi vuole leggere il manga è meglio che lasci da parte per un po' il libro (fate conto che il manga si compone di 5 numeri per questa “season 1”. I disegni di Hitori Renda sono ottimi nel descrivere al meglio le montagne russe emotive dei protagonisti, passando da un tratto di tipo caricaturale a un disegno più spigoloso e drammatico. La narrazione è piuttosto frenetico-sincopata, riproducendo alla perfezione il ritmo del romanzo. Davvero un buon lavoro. L'edizione italiana è anch'essa valida, presentando pagine di buona qualità e sovracopertina. Se certe cose da “tredicenni” potrebbero farvi da principio storcere il naso, aspettate di arrivare alla parte horror, in cui tutti si muoveranno e agiranno come scimmie impazzite. Poco adatto agli impressionabili. 
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