venerdì 30 agosto 2013

Robocop

Il reboot – parliamo delle prime impressioni, del cast e di Padilha


I bei vecchi tempi. Detroit. Futuro prossimo. La potente Omni Consumer Products è un'importante società specializzata in armamenti hi-tech e ha mire dirette sulla ristrutturazione di Detroit, decaduta capitale americana che all'ombra di palazzi vertiginosi è per lo più frequentata da baraccopoli. Di fatto l'Ocp comanda la polizia e riesce a insabbiare loschi traffici e giochi di potere, trovare un bel posto lì dentro è assicurarsi il futuro. Così il giovane Bob Morton (Miguel Ferrer), approfittando di un passo falso del veterano Dick Jones (Ronny Cox), che fa fiasco proponendo un robot da difesa piuttosto instabile, cerca di fare la sua personale scalata proponendo un progetto ambizioso, il primo cyborg. Un essere parte uomo parte macchina che potrebbe essere più affidabile in territorio di scontro rispetto ad un semplice ammasso di bulloni. Un soggetto ibrido capace di non tradire la sua natura umana. E c'è un ottimo candidato per il trattamento, Alex Murphy. Dichiarato ufficialmente morto, grazie alla Ocp Murphy rinasce on un corpo di metallo pronto ad essere il robo-sbirro (robocop) perfetto. Ma dove si ferma l'uomo e inizia la macchina? Possibile che Murphy ricordi di quando era umano? Sparatorie, tanto splatter, aggressivi robot armati di fucili giganteschi. Ma non solo. Ricordi, rimpianti, struggenti voli pindarici sulla propria umanità perduta. Sangue e lacrime. Capolavoro.

Quanto è passato da allora? Una vita intera... era il 1987. E pensare che questo trailer (come erano le premesse di base dell'intera operazione) è così sgangherato che “ruba” persino il tema di Terminator 2! Chi si aspettava che da un fratello “povero” sulla carta e da un investimento economico piuttosto contenuto che nascesse un così nutrito seguito di fan e una gloria imperitura? Ma la piccola pellicola ce l'ha fatta, merito di un grande regista, un grande interprete, grande colonna sonora, grandi effetti e un'ambientazione unica.
Robocop è diventato un autentico brand, un fenomeno di culto che ha attirando l'attenzione anche di giganti come Frank Miller (favoloso il suo adattamento a fumetti per i disegni di Ryp... sì, lo stesso di Crossed – psicopatico...). Videogichi, pupazzi, cartoni animati serie tv, due seguiti un po' scarsi. Il primo, inimitabile Robocop di Verhoeven è sempre lì, con la sua scura visiera, tra le migliori pellicole action di ogni nerd che si rispetti. Robocop è stato anche il videogioco a convincermi a compare un commodore Amiga in luogo del pc 286, cambiando di fatto la mia vita... ma questa è un'altra storia.
Poteva rimanere sepolto ancora per molto questo prodotto vincente? Non poteva, e per tanto alcuni mesi fa hanno fatto la comparsa in rete video virali di possibili nuovi prodotti Ocp...
C'è un nuovo frullatore in città.


Febbrili si sono succedute foto dal set più o meno rubate, disegni di prova, dichiarazioni più o meno fuffa mentre continuano i lavori in corso per l'uscita, fissata per la primavera 2014, del reboot di Robocop.
Ogni nuovo scatto lascia ogni vero fan con gli occhi umidi e l'espressione cupa a pronunciare tra sé e sé le inequivocabili parole: “Nooo. Ma perchè??” Da quello che abbiamo visto ora l'armatura di Robocop appare invero brutterrima, una copia sfigata della brutterrima tuta da combattimento di Tron Legacy, ma chissà mai, vista in movimento... Anche le foto che sembrano avvalorare l'idea di fargli guidare invece che una auto di pattuglia una moto modello kamen raider alla street hawk pare brutterrima, il parto idiota di un grafico che deve aver pensato “ha il casco, devo farne un motociclista”... ma chissà mai, magari su schermo spacca. Magari, magari, per ora l'intero corredo hi-tech presentato fa cagare a spruzzo e devono aver evitato di mostrarlo al comicon temendo che qualche fan li sbranasse vivi. Ma in fondo sono disegni, insomma. Accantoniamo i disegni, compreso l'orribile re-styling dell' Ed209 modello Transformers con tremila armi che gli escono dal deretano... che chissà mai... Se il buon giorno si vede dal mattino però..
Faccio anche le pieghe come Valentino...
Il tizio dentro l'armatura e gli altri tizi. Indovina chi è lo sceneggiatore che deve essere frustato a sangue 
A vestire il panni del crociato metallico è Joel Kinnaman (il cui mento assomiglia un po' a Weller, il che non può che farci piacere). L'ho visto per ora in The Killing, versione usa di un telefilm nordico. Non mi ha poi impressionato come attore. L'aspetto vincente del Robocop originale interpretato da Peter Weller era l'umanità profonda che questo straordinario attore riusciva a esprimere sebbene praticamente scafandrato da testa a piedi. Un impegno arduo per di più sostenuto in condizioni massacranti (si dice che l'armatura di Robocop del primo film pesasse una follia), un atto di pura fede verso la recitazione che non ha molti altri eguali nella cinematografia recente, se non il bravissimo Hugo Weaving di V per Vendetta, che comunque non indossava un'armatura da 40 chili.). Saprà Kinnaman essere all'altezza? Speriamo bene. A ricoprire ruoli ancora top secret (segreto di Pulcinella) ci saranno anche Gary Oldman, Samuel L. Jackson e Michael Keaton. Un ottimo manipolo di attori quindi. 

Si notano poi delle stranezze di trama, la principale riguarda l'agente Lewis. Se nell'originale era Anna Lewis ed era interpretata dalla dolcissima Nancy Allen, nel seguito la spalla-amica di Robocop è diventata Jack Lewis, agente di colore, interpretato da Michael Kenneth Williams (noto per... per... poco noto). Ora, Anna Lewis era il cuore emotivo dell'originale Robocop, la persona che era riuscita (l'ex moglie non ci era riuscita...) a vedere l'uomo sotto il metallo. Era di fatto l'unica persona che amava Murphy, il personaggio cui si poteva identificare lo spettatore, il plusvalore della pellicola. Perché stravolgere così il personaggio? C'è da essere idioti! È come adattare "La Bella e la Bestia" e cambiare la parte di Belle in quella del cacciatore! Ma chi è lo sceneggiatore di questa porcheria? Allora della sceneggiatura i numi tutelari sono gli autori originali Miner, che aveva collaborato a tutti i Robocop e Neumeier, anche lui su Robocop e Starship Troopers (sempre di Verhoeven). All'adattamento troviamo Shenek, che ha scritto "Gran Torino" (e poco altro ma ha comunque scritto Gran Torino); Self, che ha scritto "Era mio Padre", il baracconesco "The haunting" (che a me comunque è piaciuto, merito di Liam Neason) e lo sfortunato "Wolfman"; Vanderbilt, che ha scritto quell'abominio che è il reboot di Spiderman e un sacco di film-cagata, tra cui “Al calare delle tenebre” (film sulla fata dentina, con una sceneggiatura terrificante per bruttezza) e Zetumer, esordiente assoluto con questa prima opera. Allora? Chi ha smerdato il personaggio di Anna Lewis? Continuerò a indagare per voi...
Ma la vera chicca arriva dal regista.
Come si può sostituire Paul Verhoeven, uno dei più grandi mostri sacri del cinema moderno? Ma naturalmente con un regista le cui palle fumino altrettanto, il grandissimo Jose “Tropa de elite” Padilha, l'uomo dietro ai due Tropa de Elite. Sono dei film semplicemente bellissimi quanto diversissimi, segno di un autore davvero valido sotto tutti gli aspetti. Ve ne parlo in poche righe, riproponendomi per il futuro una recensione accurata di ogni pellicola.
Partiamo con il dittico sul roccioso Nascimento, non a caso definite le pellicole più toste di tutti i tempi.

A Rio la malavita dilaga, la polizia è corrotta, la gente ricca se ne frega e si riempie di coca. A Rio però c'è il BOPE. Un corpo scelto che non risponde a nessuno e fa letteralmente guerriglia urbana contro le peggiori minacce criminali. Fare parte del Bope significa agire con rapidità, essere pressoccchè insensibili, vivere con la prospettiva di non vedere un domani, essere spietati quanto il nemico. Nasciminento è da troppo nel Bope, cerca un suo sostituto-martire. Ci sono due buoni candidati tra le forze di polizia, ma non sono ancora pronti. Se amate gli action ma contestualizzati in un mondo assolutamente reale "Tropa de Elite: gli squadroni della morte" è il film da non farsi scappare (disponibile anche da noi in dvd e blu Ray). Tra Gomorra e Full Metal Jacket passando per Traffic, fino a che punto può arrivare la disumanizzazione di un uomo per renderlo una efficiente arma anti-crimine? Un film duro come un pugno allo stomaco, girato in un modo sensazionale, sul modello della Bigelow, imperdibile


E quindi ora sapete anche che la canzone che andava di moda un po' di estati fa era di fatto la colonna sonora di questo film. Ecco invece la seconda pellicola (anche lei rintracciabile in dvd e blu ray). Nascimiento è promosso a una scrivania, non ha più a che fare con i gang-lord ma con i peggiori, i politici collusi e i media, in una lotta che appare da subito impari. Teso e amaro. Titanico. Credo che in Italia (come in molti altri paesi) nessuno avrà mai le palle (ma anche il supporto) di potrare sullo schermo una vicenda del genere. Un altro enorme successo...



Badando al curriculum di questo regista possiamo ammirare la sua tenacia nel raccontare storie scomode, il suo amore nel dirigere gli attori come la sua assoluta diligenza nel descrivere la meglio spettacolari scene di combattimento che coinvolgono numerose comparse. Tecnica e cuore. Non si può quindi che immaginare idealmente che sotto il nuovo Robocop batta la stessa conflittualità di un Nascimiento, in bilico tra l'essere un'arma sanguinaria, pur necessaria, e un uomo. 
Allora pischelli, tutti felici della nuova pellicola in uscita?

Devo essere franco, punto tutto su regista e attori tappandomi occhi e orecchie per sceneggiatura ed effetti. Ma giocoforza questo non è Shakespeare, è un giocattolone che si basa su sceneggiatura ed effetti e tutte le idee di restyling del personaggio appaiono idiote e scontate, foriere di produrre pupazzetti invero bruttini e insignificanti. Nubi grigie sul futuro Robocop quindi. Aspetteremo però il primo trailer e faremo il nostro sporco lavoro da cronisti per voi fino alla fine. Ok, sono depresso...
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mercoledì 28 agosto 2013

Speciale brividi estivi

Serie tv e film su cacciatori di fantasmi


Da sempre l'estate è sinonimo di horror. Quest'anno non ce ne sono molti in sala, ma offerte interessanti non mancano. Oggi voglio catturare la vostra attenzione sui cosiddetti cacciatori di fantasmi. Sono i nuovi eroi dell'intrattenimento horror, prima o poi vi imbatterete in loro tanto in tv che al cinema. Eccovi un po' di esempi.
Se seguite in canale Dmax avrete magari avuto occasione di imbattervi in “Cacciatori di Fantasmi”, serie trasmessa intorno a mezzanotte comprendente due format di successo. Ghost Adventures e T.A.P.S.

Ghost Adventures

Zack e amici sono una piccola troupe di investigatori dell'occulto che si fanno chiudere per una notte intera in un luogo stregato. Filmano tutto con telecamera a infrarossi mobili o piazzate in punti strategici, prima delle indagini raccolgono testimonianze di apparizioni di fantasmi dalla gente del posto. Ghost Adventures è un programma divertente che fa della simpatia e sfacciataggine dei suoi protagonisti il motore principale. Zack e soci sfottono i fantasmi, li insultano e stimolano a comparire e magari “picchiarli”. Di solito non appena si sente in lontananza il rumore di un barattolo che cade per un colpo d'aria ecco che i nostri ghost busters fanno salti di tre metri e si scusano con le entità provocate. Le conversazioni con le entità a volte toccano punte di demenzialità da applauso. Che senso ha se si vuole interloquire con spiriti dei tempi di Geronimo dire: “Ehi, se qualcuno è presente e può parlare può venire verso la lucina rossa di questo microfono”? Tuttavia il giochino funziona e alcune puntate divertono. A volte tendono a forzare le situazioni, ma chissene... a volte esagerano troppo e l'interesse per le loro scorribande cala drasticamente.

T.A.P.S.

Se Zack e amici sono divertenti nella loro assurdità, i Taps sono di una noia mortale. Fanno le stesse cose con microfoni, videocamere, interviste e cameratismo spiccio, ma sono completamente avulsi da qualsiasi estro e fantasia e trattano il loro lavoro con lo stesso interesse che dedichiamo alle istruzioni di un frullatore. Si potrebbe discutere sul fatto che nella realtà, se non movimenti le cose, nella maggior parte dei casi troverai come segno di fantasmi delle piccole palline volanti (orbs) e che ci vuole molta fantasia a ricavare dal rumore di un carrello della spesa con elaborazioni digitali il suono delle parole “ti ucciderò”. Ma qui stiamo davvero al minimo sindacale, è una tortura rimanere svegli a seguire il programma. Inoltre a “fine indagine” i due “capo branco”, per siglare la buona riuscita dei lavori (e non trovano mai il nulla del nulla), hanno il vezzo di complimentarsi tra loro scambiandosi pugnetti, una specie di saluto speciale da superamici. Sfigati.

Se andate sul canale Class potreste ivece imbattervi in Haunted Collector


Ecco una trasmissione bella invece. Il team è formato da esperti che fanno sempre tutte le stesse cose che fanno nelle altre trasmissioni, ma bene. Il principio investigativo si basa sulla teoria che le entità sono legate a determinati oggetti di cui erano soliti fare uso in vita. Spesso per disinfestare un ambiente basta togliere dallo stesso l'oggetto “posseduto”. Ed è geniale come tutto in questo modo funzioni. Alla base ci sono sempre ricerche coadiuvate da storici locali, esperti d'arte come gestori di archivi, gli “investigatori” non rompono le palle ai fantasmi, ma non sono al contempo passivi come i Taps, sembra che dopo il loro passaggio le situazioni si risolvano. Certo, probabilmente è tutta una grande fiction, come fiction può essere pure l'attività di Ghost Adventures e Taps. Ma questa almeno è divertente!

Mistero. Italia 1. Quanto mi mancano Bossari e soci a caccia di fantasmi, fortuna che c'è il tubo...


Ma i cacciatori di fantasmi imperversano anche al cinema. Ecco le proposte migliori.

1) L'evocazione – James Wan (dal 21 agosto)


Se c'è un nuovo talento nel cinema horror moderno quello è James Wan, regista del primo Saw – l'enigmista, di Dead Silence e del mitico Insidious. L'arte di saper spaventare non è da tutti e Wan la possiede. Il film racconta (o si ispira, l'aspetto non è volutamente chiaro) di uno dei più terribili casi affrontata dagli esperti dell'occulto più noti degli anni '70, l'allegra famiglia di occultologi-demonologi conosciuta come “i Warren”. I nostri proprio come i cacciatori di fantasmi di dmax entrano in case infestate, raccolgono audio spettrali e video e cercano di risolvere le cose. Si troveranno in una casa ultra-infestata da presenze ultracolleriche. Preparatevi a non dormire mai più. Anche perché produce new line e pare sia interessata a raccontarci ancora millemila casi dei Warren.

2) Insidious e Insidious 2 (il primo si trova in home video, il secondo è di prossima uscita)

Visto che l'ho citato, non potevo esimermi dal parlarvi anche di Insidious. Esistono dei soggetti fortunati-sfortunati che si chiamano camminatori astrali. Persone che inconsciamente possono distaccarsi dal loro corpo terreno e viaggiare per altre dimensioni. Il problema è che i corpi terreni “incustoditi” fanno gola ad entità in transito quali spiriti e, a volte, demoni. Un bambino è un viaggiatore astrale, se starà troppo lontano dal suo corpo materiale questo sarà impossessato da un'entità. Entità che annusando la situazione, si stanno assiepando numerose nella casa del viaggiatore. Qualcuno deve riuscire a salvarlo e pertanto ecco arrivare i classici esperti dell'occulto con microfonini, macchinette e porcherie varie. Tuttavia con loro c'è una medium, una medium potente che forse potrà risolvere la situazione. ma non sarà facile. Pellicola bellissima, originale e splendidamente recitata. Come per l'evocazione anche qui i ghost busters assurgono a novelli esorcisti ed anche qui la pellicola è dotata della giusta ed indispensabile dose di realismo tipica dei prodotti che fanno davvero paura. Consigliata senza riserve.


Ed eccovi il trailer della prossima pellicola, perché so che ora più che mai vorrete vederla.


3) E.S.P. ed E.S.P. 2 – in originale grave encounters (il primo in dvd, il secondo al cinema)


La nuova puntata dei cacciatori di fantasmi della “grave encounters” fa tappa in un ospedale psichiatrico ultra-infestato. La troupe comprende dei cialtroni pazzeschi, ma si dà il caso che il posto sia veramente infestato e succedano cosa pazzesche. Con lo stile di “Ghost Adventures” ecco che arriva sul grande schermo un film abbastanza modesto, poco pauroso ma divertente quel basta a farvi saltare sulla sedia e far partire due risate.



Il film Grave Encouters è stato un enorme successo (ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah...ok, ora la smetto), il suo mito si è sedimentato e ora una nuova improvvisata troupe va sugli stessi luoghi a sincerarsi dell'accaduto. I registi del primo sono solo produttori, un esordiente totale è alla regia. Sarà altrettanto brutt... cioè bello? Fossi in voi aspetterei l'home video, ma se avete un ingresso a 2 euro in un maxi sala... potete sempre andare a vedere Pacific Rim...
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lunedì 26 agosto 2013

Facciamola finita – This is the end



Jay (Jay Baruchel) torna ad Hollywood dall'amico Seth (Seth Rogen). È da tempo che i due non si vedono e la loro amicizia, anche per via dei molto distanti luoghi in cui lavorano ne ha risentito. È giunta l'ora di una rimpatriata a base di qualche filmaccio, videogioco e cannette correlate. Peccato che la sera siano entrambi invitati al mega party di James Franco e quindi il tempo per stare insieme a fare e ricordare cazzate sia da spartire con una valanga di gente con cui Jay a poco o non vuole avere proprio nulla a che fare. Soprattutto Jay non tollera che il suo vecchio amico passi tanto tempo con una creatura surreale e appiccicosa come Jonah Hill e spera di non incappare nel volgare e rissoso Danny McBride. Ma per il quieto vivere Jay accetta di partecipare e i due vanno alla maxi-festa. James Franco è un eccentrico padrone di casa, nonché costruttore della faraonica casa stessa, il vino scorre a fiumi, ci sono un mare di persone, ma Jay non riesce a socializzare e si rompe, pertanto decide con un pretesto di andare a pescare Seth e uscire dalla festa in cerca di sigarette al più vicino mini market. Tutto procede nel peggiore dei modi, l'amicizia sembra incrinarsi, quando ecco che accade qualcosa di mai visto. Dal cielo appaiono delle luci blu che catturano alcune persone portandole verso l'alto. Subito dopo enormi terremoti iniziano a colpire Los Angeles, al punto che diventa una specie di vulcano attivo. Seth e Jay corrono alla festa cercando di avvisare gli altri, ma tutto è ormai stabilito. Quello è il giorno del giudizio, il mondo sta per finire, la terra sta per essere invasa dai diavoli. È tempo di riflettere sul fatto di aver considerato tutte quelle cose sulla religione delle fesserie. È tempo di chiedersi perché si è ancora sulla Terra invece di essere stati portati via da un raggio blu. È tempo di impegnarsi per sopravvivere il più a lungo possibile all'inferno che bussa alla porta. Chi sopravviverà tirerà fuori il peggio di sé nella lotta per la sopravvivenza.
Non sono in molti i film che mischiano horror-splatter alla commedia. Quelli riusciti sono ancora meno e se vogliamo escludere la serie Ghost Busters non possiamo che parlare di Benvenuti a Zombieland, Shaun of the Dead e questo, riuscitissimo, This is the end, titolo che cita l'immortale Jim Morrison in luogo del banalotto “facciamola finita” del traduttore italiano. Evan Goldberg e Seth Rogen, vecchi compagni di merende, mettono in scena una commedia sull'amicizia “virile” dotata di un ritmo travolgente e di continue soluzioni narrative, frutto di una intelligente reinterpretazione e adattamento al registro comico di molti dei più noti topoi del cinema horror. C'è splatter, e tanto. Ci sono momenti di puro terrore. Ma su tutto domina e governa una comicità travolgente e non banale, che fa sfoggio di alcuni dei migliori attori comici americani di questo periodo. Parlo di attori in quanto i personaggi di questo film sono tutti attori che interpretano se stessi, mettendo in luce con molta autoironia i loro difetti e paranoie, le loro fobie e tic nervosi. Troverete un buonista Jonah Hill, uno schizzato Franco, perfino una agguerrita e cinica Emma Watson. La situazione evolve proprio grazie alla incredibile capacità di “fare gruppo” di un rodato cast di attori comici e gode della loro forte capacità di improvvisazione. 

La cosa è così sottile e riesce così bene che, salvo alcune forzature goliardiche divertite-divertenti, si ha quasi l'impressione che la situazione da fine del mondo sia reale e che stiamo assistendo a un film comico, e non a un film drammatico, unicamente per il fatto che le persone con cui passiamo il tempo della proiezione sono persone comiche-divertenti per loro natura. Un survival – movie con componente disaster movie ricoperta di caramellata commedia spisciosa e nemmeno troppo volgare. Un cocktail strano ma riuscito. In effetti c'è un altro film che mi ha ricordato molto questa pellicola come struttura, ed è l'interessante ma sbilanciato Skyline: i personaggi stanno a “guardare cosa succede” al di là del vetro che delimita il loro territorio, mentre fuori il mondo evolve in una masnada di mostri digitali enormi e terrificanti. Peccato che Skyline non abbia gli attori e la sceneggiatura scoppiettante di This is the end e pertanto non vada oltre la fascia del b-movie con effetti a uso e consumo dei soli appassionati, ma lo stile visivo è quello, così come l'utilizzo di una telecamera ad alta definizione a rendere “reale” l'impossibile. Se amate il monster design anche This is the End saprà stupirvi con i suoi diavoloni giganti e cagnacci infernali ultradettagliati e soprattutto credibili-terribili (ma con lati, diciamo “umoristici”, a stemperarne la brutalità), roba degna di fuoriuscire da Diablo. Se siete fan del pantheon hollywoodiano troverete poi alla festa di Franco una marea di gente nota e come con le figurine perderete tempo a riconoscere questo o quell'attore o cantante. 

Per godere a pieno dell'opera dovrete però conoscere un po' gli straordinari attori che la interpretano e magari recuperare Suxbad (che sta per Super bad, ma andatelo a spiegare al traduttore italiano), Strafumati on the road, Green Hornet, Molto incinta e soprattutto 50/50 (scritto su soggetto di Seth Rogen e utile per vedere quanto poco superficiale sia questo ragazzotto americano nuovo astro della sceneggiatura brillante). Il film diverte e molto, ma riesce anche a commuovere. Se riuscite a vederlo in sala siete fortunati perché la distribuzione è stata parca e pessima e solo per puro caso sono riuscito a trovare una sala (piccola) che a fine luglio lo proiettava. Quindi è più probabile che lo troviate prima o poi in home video, magari nella versione base senza extra. Ma in fondo pure Zombieland e Shaun of the dead hanno goduto di tale orrida distribuzione nel nostro paese. Sarà il destino dei film che osano mettere insieme commedia e tragedia, il destino dei film che si ricordano ancora dopo anni nonostante ci sia gente che faccia di tutto per non farceli vedere. 
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sabato 24 agosto 2013

The Walking Dead

Conisderazioni sparse sulla stagione 3

Devo essere sincero, sto amando sempre di più questo “brand”. Il merito è ovviamente della qualità dei prodotti che in genere lo riguardano, dal fumetto, ora in edicola sempre dalla Saldapress, alle avventure grafiche, alle tazze ufficiali serigrafate. E poi c'è il telefilm. Un prodotto che saltuariamente sorprende, più spesso fa incazzare ma nella maggioranza dei casi “si fa vedere” e spinge il fan alla compulsiva fruizione con successiva defecata di improperi a macchia sparsa sulla rete. I difetti sono sempre gli stessi, stagione dopo stagione. Lungaggini, personaggi soporiferi, poco splatter, lungaggini (sì, lo so, l'ho già scritto ma chi ha visto la serie sa che non è fuori luogo). Uscivamo malconci dalla stagione 2 o stagione “della stalla”. Perfino i più forti tra i fan erano debilitati dalla “bolla di nulla” che fagocitava ogni situazione e dialogo, anche in virtù di personaggi che se di base erano odiosi tendevano a essere sempre più molesti e indigeribili. Non aiutava la location, unica, e una trama che sfrecciava al rallentatore. La stagione 3 porta in dote fin da subito 2 location, una barca di nuovi personaggi tra cui alcuni indubbiamente fighi, una trama con un senso e uno sviluppo, interessanti idee sullo sfruttamento degli zombie, bellico ma anche ludico e scientifico. 

Un'autentica gioia dei i poveri fan, che finalmente vedono delle progressioni e assaporano l'attesa per la puntata successiva. Io come sempre ho visto la serie con il contagocce, ma in compagnia di un amico. Se avete amici a disposizione vi consiglio di vedere Walking Dead insieme, l'esperienza migliora sensibilmente (e se non fosse stato per un amico avrei già abbandonato tutto a metà della stagione 2) e potete giustamente sfogarvi con loro circa l'idiozia di questo o quel personaggio. Due location dicevamo. Il nostro manipolo di eroi si è ormai stabilito in una prigione, un ottimo fortino splendidamente difendibile, hanno avuto perdite e trovato nuovi alleati, qualcuno ha perso la brocca per strada. Insomma solito canovaccio. Ma ci sono persone che vivono lì vicino e si sono organizzate in città, si sono create una piccola guardia locale e sbavano tutte per il loro capo carismatico: Il governatore. Chi è il governatore, come ragioni, le mille e mila volte in cui sopravvive a un destino di morte pressoché certo è spesso fortemente voluto dagli spettatori. Questo diventa il nodo centrale della terza stagione, il tormentone, il bersaglio della cloaca d'odio dei fan. Di fatto tutto ruota intorno a lui e vi ritroverete presto ad apostrofarlo con il nome che più gli si confà, il “merdone”. Il personaggio del merdone, interpretato da David Morrissey, è il villain definitivo. Il merdone può tutto, la sceneggiatura bara su di lui permettendogli le cose più assurde. Assolutamente invincibile, può trovarsi con un tagliaunghie contro mille zombie e uscirà illeso, nelle sparatorie non usa le coperture e se ne sta in piedi al centro della zona di combattimento a falcidiare tutti senza un solo graffio (magari si spettina se lo colpiscono con 10 granate, secondo alcuni nerd esperti di ingegneria e giochi di ruolo). Bellicamente fuori scala, risulta essere anche un politico potentissimo, un agitatore di folle così affascinante al punto da suscitare SEMPRE la pietà di chi lo sta per uccidere, capace di trovare un nuovo alleato un secondo dopo aver aperto il cranio alla madre dello stesso con un'ascia, non perché fosse mutata ma unicamente perché gli stava sul cazzo. Una presenza ingombrante quella del merdone e vi consiglio di prenderla sul ridere perché conosco gente che solo a nominarlo gli parte l'esaurimento nervoso: se volete vedere tutta la stagione 3 dovete per forza glissare sul governatore e farvi una sonora risata ogni volta che scende in campo. A parte questo la stagione 3 si caratterizza anche per una bella e ben gestita narrazione corale. Sembrerebbe quasi una bestemmia dirlo in questo contesto, ma effettivamente qualche personaggio “cresce” e si riesce pure ad empatizzare per lui. I colpi di scena come sempre non mancano ma non aspettatevi troppo dalle ultime puntate. Ed ora eccoci pronti a sbavare per l'imminente stagione 4. La visione del trailer qui sotto riportato potrebbe essere spoilerosa, quindi uomo avvisato.



Dalla rete pare che in questa quarta stagione sapremo anche qualcosa di più sull'origine del virus. Dove andrà a parare questa serie? Avrà mai un epilogo o è tutto un “finché tira..”? Di sicuro io starò a guardarmela, imprecando come sempre per le mille cose che non tornano, non sono logiche e irritano. Perché come a tutti gli amanti degli zombie anche a me la serie tv di Walking Dead piace, anche se lo diciamo a bassissima voce. 
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giovedì 22 agosto 2013

The Expendables 3

Facciamo il punto!


Ronda Rousey

Conferme, smentite, di nuovo conferme, abbandoni... non c'è pace per chi, come noi,  segue maniacalmente il percorso di formazione del terzo capitolo della saga voluta da Sylvester Stallone. Ci eravamo lasciati con una lista di nomi altisonanti, ci ritroviamo con una nuova lista di nomi altrettanto altisonanti, ma con qualche piccola delusione per chi si era già pregustato alcuni duelli inediti sul grande schermo. Notizia di qualche settimana fa è l'abbandono da parte di Bruce Willis per motivi economici (voleva 4 milioni di dollari per i 4 giorni di riprese, i 3 offerti non bastavano) e ormai le voci di corridoio che volevano Nick Cage nel cast sono rimaste tali...peccato. Altri desaparesidos sembrerebbero essere Jackie Chan, Mickey Rourke, Milla Jovovich e Steven Seagal: mentre dei primi tre si era praticamente certi, ma forse è solo questione di tempo prima di vederli sul set, di Seagal si conoscono le difficoltà di rapporti che ha con tutti (è solito scaraventare nelle vetrinette i casa chi gli proponga contratti non graditi). 
Con queste defezioni si può ancora esultare? Ma certo! Prima di tutto il gruppo dei mercenari (Stallone-Statham-Li-Crews-Couture-Lundgren) è totalmente confermato così come Victor Ortiz, Kellan Lutz e la bella Ronda Rousey in ruoli minori. Poi ci sono i pezzi da novanta: Schwarzy, poi Mel gibson nel ruolo del villain (dicono si stia pompando come un animale), Harrison Ford, Wesley Snipes e Antonio Banderas. Noi attendiamo fiduciosi la comparsa delle altre star...
Gianluca

mercoledì 21 agosto 2013

Dragon trainer 2

 Primo teaser e breve consiglio al recupero del numero 1


Manca ancora molto all'estate 2014 (direi che dovremmo sforzarci di godere prima dell'estate 2013), ma ecco arrivare già bello che sfornato il primo assaggio di uno dei titoli (da me) più attesi.

Il primo Dragon Trainer l'ho approcciato per caso e poco convinto, in ritardo sulla distribuzione ufficiale, a prezzo ridotto nel cestone del centro commerciale. Mi piacciono i film d'animazione, ma non tutti riescono a fare breccia da subito su di me e devo dire che soprattutto i titoli Dreamworks e Sony (ma non "Piovono polpette") di frequente li lascio in disparte (riuscirò mai a vedere il gatto con gli stivali? Dopo due scene mi viene in mente la pubblicità del Mulino Bianco e mi deprimo). L'attrattiva per la prima pellicola nasceva invero in merito ai registi, Dean de Blois e Chris Sanders, co-regista e sceneggiatore il primo, ideatore e sceneggiatore il secondo dell'amabile Lilo e Stich, uno dei cartoon Disney che mi sono piaciuti di più. Una caratterizzazione dei personaggi fresca, variegata e vincente che spazia, parola non certo scelta a caso, tra un chara morbido e inaspettatamente sexy per le figure umane a una autentica esplosione creativa nella caratterizzazione di millemila specie aliene. Una trama tenera, ma molto più adulta del solito, supportata da un'ottima “recitazione” dei personaggi, che mischia genere sentimentale (di insolita matrice drammatica!) con la commedia più sparata e moltissime geniali scene action. Disegni bellissimi in stile acquarello, poco 3d ma ben miscelato, colori caldi e scenografie da sogno. Balletti musicali completamente eliminati in ragione di una bellissima colonna sonora di Alan Silvestri, ottimo cast vocale che annovera addirittura la strato-gnocca Tia Carrere in originale. E non dura neanche troppo! Se non avete ancora visto Lilo e Stich vi state perdendo qualcosa di bello, recuperate! 

Per Dean de Blois e Chris Sanders quindi un ottimo biglietto da visita in Dreamworks. Anche la trama di Dragon Trainer, che in originale è “How to train your dragon” che suona tipo “Come addestrare il tuo drago” aveva da subito le carte giuste per piacermi: ambientazione vichinga, grossi dragoni e la prospettiva di una serie di libri di grande successo da cui attingere e che quindi assicurava una trama solida. Le perplessità nascevano dalla grafica 3d tipica Dreamworks (che non è Pixar), dal fatto che non fosse un prodotto Disney (e quindi non fosse Pixar), dall'aver mancato a McDonalds la maggior parte dei pupazzetti degli Happy Meal (condizione base per apprezzare un qualsiasi cartone animato moderno... vedi i pupazzetti dei nuovi film Pixar). Se poi paragoniamo i vichinghi Dreamworks di Dragon Trainer con gli omologhi (e tecnicamente oltre che più recenti pure realizzati con una tecnica da fuori di testa) di Brave della Pixar... Come è stata la visione? Folgorante. Una trama bellissima, azione incessante, ottimo ritmo narrativo, perfino una punta di tragedia che non stona affatto. Dragon Trainer non è solo la storia di un'amicizia, ma anche una bella favola che aiuta a vedere oltre le diversità, a non avere pregiudizi verso il prossimo. Per di più, nello sguardo del drago “sdentato”, il co-protagonista della vicenda, c'è qualcosa di Stich tanto per carattere che per peculiarità grafiche; chi ha amato il piccolo alieno saprà cogliere questi aspetti. Dicevamo dei limiti grafici-contenutistici (sempre più smussati nel recente) dei prodotti “Dreamworks” (forse ne avevamo già parlato verso Natale trattando de “Le cinque leggende”...): legnosità, nessun interesse nel definire i personaggi secondari, il fatto di “non essere Pixar”. Il primo Dragon Trainer supera con slancio tutti questi preconcetti. Si potrebbe a essere pignoli lamentarsi per alcuni personaggi umani secondari, ma tutto il resto è al top e i draghi sono davvero qualcosa di bellissimo da vedere, pieni di carattere e ricchi a livello di design. I paesaggi non sono da meno e l'esperienza visiva risulta gradevolissima.


Avrete notato che non ho accennato a nulla della trama. Voglio che per voi sia una scoperta come lo è stato per me. È semplice, lineare ma non banale, una vera sorpresa. Ed è anche il motivo per cui un po' già penso al 2014... oltre che per il nuovo Fast'n'Furious...
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domenica 18 agosto 2013

X-Men days of future past


Vi ricordate cosa scrivevamo il 1 dicembre 2012?


... e dire che erano per lo più sparate concepite a cacchio. Siamo i migliori, siamo i più fighi, andate a vedere quando abbiamo fatto il primo post su questa pellicola per acclararvi della nostra competenza eccelsa. Dopo esserci così esposti in questa parca constatazione di umiltà, vi invitiamo a dare un occhio al video qui sotto. È solo l'inizio di sorpresine, cazzatine, ester eggs che ci accompagneranno da qui fino all'uscita del già parecchio atteso nuovo capitolo degli X-Men.


Eccoci al primo viral video di X-Men, giorni di un futuro passato! Ed eccoci con il nostro secondo incontro con le Sentinelle (il primo è stato all'inizio di X-men conflitto finale, all'interno della stanza del pericolo), robottoni costruiti dal geniale Bolivar Trask, interpretato per l'occasione dal bravissimo attore Peter Dinklake. Questi cosi hanno tante funzioni, tra cui fungere da cellulare e fare carne trita di mutante, e sono evidentemente frutto della paura umana che legittimamente si manifesta quando tizi come Magneto fanno il loro trionfale ingresso in società. Vi rimando pertanto al sito-virale che illustra tutti i progressi delle industrie Trask, pare il sito della Robiola Osella...


Niente male vero?
Per chi deve andare a vedere Wolverine l'immortale, ricordiamo di stare seduto composto oltre i titoli di coda per assistere a qualcosa che sta diventando sempre più usuale-gradito.
Le sentinelle sono arrivate. E siccome i robottoni spaccano non vediamo l'ora di vederle all'opera.


Ecco più o meno come dovrebbe essere un match con Wolverine, altro che le menate in Giappone che si sta tirando nelle sale questa estate. Ecco come avrebbe dovuto essere da sempre l'impatto sullo schermo degli X-men.
Nota finale! Pare che nel cast ci sarà anche Quicksiver! È una notizia molto importante perchè ha ricadute che i Marvel fan hanno già intuito... Per i non addetti ai lavori Quicksilver è figlio di Magneto e fratello di Scarlet, coppia di eroi che da sempre milita (più o meno) tra le fila degli Avengers. Coppia di eroi accreditati per essere presenti anche nel nuovo film degli Avengers. L'unico-coeso mondo supereroistico Marvel si sta facendo sempre più presente al cinema. Chissà se presto vedremo Hugh – Wolverine – Jackman tra le fila degli Avengers...
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venerdì 16 agosto 2013

Marvel Zombies

Quinta e ultima parte!

Marvel Zombies. Supremi (contenuto nell'omonimo volume 100% Marvel). Era inevitabile e pertanto è successo. Era troppa la voglia di “Vedere l'effetto che fa”. Lo squadrone supremo, il supergruppo “ispirato” alla Justice League presente nell'universo Marvel, ha subito la cura zombificante. È già successo di diventare zombies, da poco (2009-2010), anche per i titolari campioni “effettivi” della D.C. in Blackest Night... che di fatto si sono ispirati a Marvel Zombies che macina consensi dal 2005, è quindi anche una questione di “ridare” a Cesare; quando le idee sono buone... In questo caso l'artefice delle malefatte è uno scienziato pazzo che, approfittando di una visita dello squadrone al centro di ricerche di P.E.G.A.S.U.S. (in Marvel, ormai lo sapete, si amano gli acronimi, questo sta per Potential Energy Group Alternate Sources) nello Stato di New York, luogo di ricerca per le energie alternative, si è fatto dare al Dr.Spectrum (l'equivalente di Lanterna Verde) il codice genetico del gruppo, dicendogli che sarebbe stato vitale per la ricerca medica. Lo scienziato ottiene facilmente i dati e in seguito elabora il super-dna, fondendolo con i misteriosi raggi zeta (indovinate da che mondo provenienti?) ricavati da dei pulviscoli raccolti da P.E.G.A.S.U.S. 

Attraverso i suoi collettori satellitari. Dna e raggi sono stati così impiantati, poiché lo scienziato è folle, in dei cadaveri, che sono mutati fino a ricreare uno squadrone supremo nuovo fiammante. Solo che zombificato. Panico alla base, il personaggio secondario-sorpresa-kinder, guarda caso addetto alla sicurezza dell'impianto è Battlestar, conosciuto anche come il “quinto Bucky” (i suoi 3 fan sulla terra esultano... sì, lo so che siete di più in realtà, fondiamo un serio fans club!!). Chi riuscirà a sistemare le cose? Anche in questo caso sarà un eroe amatissimo, il cui ritorno era da lungo tempo atteso, a rimettere le cose a posto. Non lo vedevamo da Vendicatori Divisi, in cui appariva risorto nientemeno che in forma zombie dai poteri della strega Wanda “Scarlet” Maximov. Il vendicatore in questione era defunto disperdendosi nello spazio in pura energia e lo scienziato pazzo di cui sopra nella raccolta di raggi Z è incappato anche i questa energia cosmica, che ha deciso di conservare per i suoi straordinari poteri. Con la base P.E.G.A.S.U.S. invasa, i pochi soccorritori, con un grosso colpo di fortuna riescono così a richiamare dal limbo un potentissimo alleato: Jack di Cuori. E il pubblico è in delirio (Jack conta di fatto anche più di 15 fan accaniti, presumo). Da allora l'idea di contenere lo squadrone sarà tutta discesa. La formula non cambia: grandi dosi splatter, molto divertimento, eroi delle seconde file che diventano protagonisti. Di fatto l'intero squadrone supremo è molto amato e la sua versione ultimizzata, Supreme Powers (che ha pure goduto di un crossover con gli ulitmates) è una delle pagine più belle del fumetto moderno. Marvel “rilegge la DC”, reinterpreta il lavoro di altri, ma non per questo svilisce i personaggi o ne fa scialba parodia... in Supreme Powers intendo... qui sui Marvel Zombies ci si sbellica invece! Del resto come si può resistere alla tentazione di replicare l'arrivo sulla Terra a casa Kant di una versione zombificata di Superman? Non si può. Anche se quelli qui proposti sono eroi nuovi di pacca (virtualmente) nelle poche pagine a loro dedicate (5 episodi) i supremi riescono a essere convincenti e ben caratterizzati. Su tutti un plauso allo struggente e inarrestabile Hyperion (da antologia il capitolo 2 in proposito, con la presenza del super-gruppo del Kansas conosciuto come “I Mietitori” - Harvesters e con la radicale scelta culinaria di Hyperion per redimersi), ma merita menzione anche lo schivo Nuke, lo schifoso Shape (da solista sul finale). Avrei voluto vedere più presente Night Hawk, che in fondo è l'equivalente di Batman, ma non si può avere tutto. Appena entra in scena Jack però, tutta la nostra attenzione è focalizzata su di lui. La sua caratterizzazione dai risvolti drammatici colpisce anche grazie i classicheggianti flashback stile disegno retrò sulla sua vita. Ammazza quanta sfiga in un solo personaggio. A sorpresa in questo volume molto spazio viene lasciato ai personaggi umani, a differenza delle altre storie della collana, ma di sicuro non è un male. Buona la sceneggiatura di Marraffino, ottimi i disegni di Blanco. Sul livello del vol.3 questa saga, senza dubbio.
Canto di natale zombie. (contenuto nell'omonimo volume cartonato Marvel). Versione zombesca del classico di Dickens. Peccato manchino i superzombie. Molto carino ma qui fuori tema.
Marvel Zombies Destroy! (contenuto nell'omonimo volume 100% Marvel). Luglio 2012. Marraffino dopo l'ottimo lavoro svolto con lo Squadrone Supremo Zombie viene riconfermato per questo nuovo arco narrativo, ma viene coaudiuvato dall'immenso Peter David (non ditemi che non sapete chi è il più grande scrittore di Hulk e il main da “n” anni sul dissacrante fumetto mutante con protagonista il mitico Uomo Multiplo). Ai disegni Pierfederici (passato alla Marvel dopo un passato sul “nostro” Jonathan Steele) e Barrionuevo (talento argentino noto per lo più alla Distinta Concorrenza). Copertine con ricercati effetti tridimensionali by Michael Del Mundo.
Di nuovo in scena A.R.M.O.R., questa volta comandata da Howard il papero in persona, accompagnato per l'occasione da un altro grandissimo “eroe di seconda fila”, il mitico Dum Dum Dugan. Questa volta bisogna vedersela con i nazisti, nello specifico con una loro versione zombificata. Ed ecco che la brigata papera (composta tutta da “seconde file” ovviamente) si imbarca in un'impresa epica in una dimensione che storicamente vede i nazisti aver vinto la guerra. Come hanno fatto? Le ricerche mistiche del Reich hanno portato alla mitologia nordica e alla zombificazione dei soldati dell'asse. Gli zombie-nazisti sono tanti e cattivi e stanno ora progettando di invadere altre dimensioni per placare la fame. Ovviamente non ci sono solo zombie nazisti, ma anche superzombie nazisti. Così il manipolo di eroi sotto la guida di Dum Dum irrompe nel zombieverso nazi, lanciata a rotta di collo e armata fino ai denti. Ma non saranno i soli ad anteporsi al Reich. Troveranno ad aiutarli le “suffragette” capitanate da Miss America (e qui andiamo oltre il nerdismo concepibile, trovatemi 1 singolo fan delle suffragette). Sarà un massacro. Pochi sopravvivranno. Divertentissimo action-splatter, splendidamente disegnato e dal ritmo forsennato, l'ennesima conferma dell'indubbio talento di Marvel nel saper gestire al meglio il suo brand. Alle “seconde file” si alternano qui comprimari di extra-lusso e la trama non sgarra mai di un secondo nello scandire con il giusto ritmo proiettili e sangue. Diventa sempre più difficile stillare una classifica del volume migliore, per me è l'ennesimo parimerito con Marvel Zombies 3.
Marvel Zombies Halloween (contenuto in appendice al volume 100% Marvel Marvel Zombies Destroy!). Torna Van Lente, ai disegni invece c'è Vitti. È un one shot molto tenero su una mamma e un bambino che cercano di passare Halloween in un mondo popolato dai super zombie, per l'occasione super adolescenti e bambini. Viene in qualche modo racchiuso tutto il senso dell'opera iniziata nel 2005, si indaga su cosa veramente ci colpisce nei racconti di zombie. C'è sempre un forte elemento ludico, la gioia un po' perversa di vedere rappresentata una sorta di variante del nascondino dove chi viene morso prima o poi finisce in pezzi come un palloncino di sangue. Ma quello che caratterizza da sempre le storie sugli zombie, tutte le storie migliori sugli zombie, sono le meccaniche di interazione tra i “vivi”, persone qualunque che assurgono in una società di colpo ritrovatasi più piccola al ruolo di eroi. 
Eroi che si caratterizzano anche per un singolo gesto, eroi che non arriveranno alla fine del racconto o del film, ma rimarranno impressi negli spettatori-lettori come chi, anche per poco, ha saputo ritagliarsi un posto tra la massa (di non morti), perché ha fatto la differenza. Eroi “minori” nel palcoscenico della vita, ma che sanno fare la differenza, come i tanti “eroi di seconda fila” dello sterminato pantheon Marvel, che vengono dai fan ricordati per quel qualcosa di speciale che li fa emergere dalla massa anche quando il primo piano è per il pezzo grosso, l'eroe della testata che vende. Il gioco degli Zombies potrebbe continuare all'infinito ma questo episodio di Halloween, ultima pubblicazione ad ora della collana Marvel Zombies, è perfetto per sintesi e messaggio, che l'autore affida alle parole di una madre (che i fan ben conoscono) per rabbonire il suo bambino, per spiegargli che avere paura non serve. Gli zombies sono belli e divertenti, ma sono i vivi quelli che spaccano, benché abbiano i minuti contati. E così se la notte di Halloween è apparentemente un gioco in cui appaiono mostri e streghe, il suo significato più profondo è ricordare le persone care, quelle che non ci sono più. Tenersele vicino a sé nella mente per le piccole, grandi cose che hanno fatto nella loro vita, per l'ispirazione che ci hanno dato nel vivere al meglio. Vivi 1 - Morti 0.

E per il futuro? Non ci sono grossi aggiornamenti in merito. C'è sì in ballo in casa Marvel un grosso progetto riguardante gli Zombies cui starebbe partecipando Romero ma non pare riguardi, almeno direttamente, i supereroi zombi. I fan hanno chiesto a gran voce un film cinematografico sui Marvel Zombies ma gli studios, che ricordiamo essere proprietà Disney, vorrebbero per ora (e presumo per sempre) evitare di associare pupazzetti colorati con macabri ammassi di carne macellata, decisamente inadatti al Disney Store di Milano. Nella speranza che ci siano nell'immediato buone nuove, non ci resta che incrociare le dita e attendere che Jack, Howard e Aaron tornino tutti insieme a dare la caccia ai super-non-morti. 
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mercoledì 14 agosto 2013

World War Z



Brad Pitt torna al caschetto biondo e alla caratterizzazione che lo ha reso famoso in "Vento di passioni", si chiama con un altro nome ma è comunque Tristan Ludlow, un uomo romantico splendente come un dio greco che alla bisogna può prendere con un coltellino svizzero lo scalpo a un'intera guarnigione pur di liberare il fratello fesso o fare a botte con un orso. Una specie di Steven Seagal con fascino... Le fan sbavano, i fan comunque apprezzano. Tristan, cioè Gerry Lane (che più avanti nel film Favino chiamerà “Aggery!”) vive felice in una bella casetta insieme alla moglie e due figli. Tutti giocano felici in un lettone per farci capire che sono una famiglia felice. Un giorno vanno a fare la spesa al Mirabello e si trovano come consuetudine in un ingorgo in piena Cantù (Philadelphia che cos'è, se non una grande Cantù piazzata in America?). 

Strada intasata. Il solito pistola deve aver fatto scintille con il guard rail dopo una notte etilica e tutti si fermano ad ammirare l'impasto metallico. Pitt è già sceso dall'auto con canotta e cellulare per fotografare il ciocco quando gli viene detto di tornare in auto e restarci da un simpatico vigile. Pochi secondi dopo il vigile è falciato da un autocarro che da dietro, nella corsia a fianco, sta procedendo a tutta velocità letteralmente facendo saltare per aria tutte le auto incolonnate. Brad Pitt ragiona una frazione ed è subito dietro all'autocarro a tavoletta, usufruendo del noto effetto ambulanza. Non si dovrebbe fare ma Brad Pitt lo fa. Lo fa in parte perché l'offerta dei plasma al Mediaworld è limitata, in parte perché oltre a macchine incolonnate c'è in giro gente parecchio strana. Uomini che saltano come cavallette e mordono altri uomini senza però stare a sventrarli come i comuni zombie-infetti. Saltano. Mordono. Vanno via. Non squartano. Mai. Chi sono? Di cosa si alimentano? Dove è iniziato tutto? Sarà mica un mezzuccio da due soldi per abbassare il livello di splatter e permettere a scolaresche di seconda elementare di poter scegliere per la gita a Gardaland tra Ralph Spaccatutto e World War Z? Con questi timori, nonché la consapevolezza latente di trovarsi in un filmaccio, Brad Pitt sta a tavoletta dietro l'autocarro diretto al Mirabello. Ma sarà mica chiuso il Mirabello, con tutto sto macello in giro? Grazie al cielo no! È pieno della solita calca di persone che corre a destra e manca. Nessuno paga e scappa via. Sembra sabato mattina sul bancone delle promoter che elargiscono porzioni di lasagne di Giovanni Rana. Tutto regolare. Lo fa anche Brad Pitt, acchiappa i viveri e ritorna nel mondo civilizzato. Solo che nel parcheggio scopre che gli hanno fregato il mezzo. Deve tornare nella città, invasa dagli “zombie”, trovare una via di fuga. Nessun problema. Gerry tira fuori il cellulare, chiama un amico, gli dice che si farà trovare sul tetto di un palazzone elevato vicino al supermercatone, gli chiede di mandare un elicottero a recuperarlo, possibilmente nero, tra due ore, e non dimenticare i salatini. È qui che il film assume contorni surreali. Tutte le cose richieste, l'amico le fa! Perché Brad Pitt, nel bel mezzo dell'apocalisse, è ritenuto l'uomo più importante degli Stati Uniti e basta che chiede qualcosa al telefono e questa si materializza (non è eden of the east ma manca poco... ecco qualcosa che se mi pubblicassero in Italiano non sarei affatto dispiaciuto, Eden of the East... speriamo che Dynit ci segua come sempre). Perché Brad è il meglio del meglio del meglio (Men in Black, cit.), un esperto di esfiltrazione-infiltrazione, un uomo Cia tutto d'un pezzo che ha risolto matasse internazionali come nulla fosse. I pezzi grossi quindi lo vogliono a bordo di una portaerei. Offriranno vitto e alloggio a tutta la sua famiglia mentre Brad girerà per tutto il mondo in cerca di una soluzione contro l'epidemia o almeno in cerca del luogo dove tutto è iniziato. Se il nostro eroe si rifiuta? Butteranno a mare la sua famiglia. Nel più classico stile americano. Inizia la guerra al virus.

World War Z, così come impostato, dalle premesse apparirebbe come il perfetto Disaster Movie in salsa zomboide. I disaster movie sono film che giocano sulle nostre più ataviche paure. Arriva un uragano? Un vulcano sta esplodendo? I Maya avevano ragione? Le storie raccontate a Mistero sono vere? Gli aspetti che più caratterizzano un disaster movie sono una situazione di massima credibile, una coralità di personaggi che attraverso le loro singole conoscenze creano una sinergia per risolvere il problema, una discreta dose di umorismo a mascherare i limiti della messa in scena e rendere il tutto se non digeribile per lo meno sopportabile. Importante: per rendere credibile un disaster movie servono barcate di soldi in effetti speciali. Gli attori sono importanti fino a un certo punto, ma se il “disaster” è il vero protagonista, il cast deve renderlo credibile. C'è un regista che negli anni ha fatto in pratica solo film di questo genere, film che si vanno a vedere in massa per poi bollare quasi sempre per bruttissimi, ma non così brutti da evitare di andare a vedere il successivo disaster movie dello stesso regista con gioia e curiosità. Il regista in questione è ovviamente l'immenso Ronald Emmerich. Mark Forster non è Ronald Emmerich. Ha fatto pellicole che mi sono piaciute per vari motivi come il drammatico Monster's Ball, la divertente commedia Vero come la Finzione, il sottovalutato Quantum of Solace, lo splendido Neverland. Purtroppo di disaster movie, come di horror, Forster o non ci capisce una sega o è stato male consigliato o ha subito pesanti pressioni da un certo produttore di nome Brad Pitt.
La deriva del disaster movie è l'action movie o il b-movie, il film cessa di spaventare e inizia a intrattenere.
Vi offro ora un trailer

Bene. Dopo aver visto World War Z riterrete la pellicola di cui al trailer sopra riportato un film decisamente credibile, realistico e molto più divertente.
Esiste un'espressione felice per definire i film tripla “a” o “blockbuster” del genere azione. L'espressione è “bigger than life” e va oltre al nostrano concetto di “sospensione della credibilità/incredulità”, riferito al meccanismo mentale di spegnere il cervello per accettare realtà fittizie create per intrattenere, si spinge nel superomismo nietzschiano. Si può accettare il fatto che si schivino proiettili assumendo pose da mimo (Il mio nome è Remo Williams), si può credere che la tecnologia permetta di costruire armature volanti (Iron Man), si può credere che Julia Roberts sia attraente (Pretty Woman, dove l'intero corpo viso escluso è di una modella che presta le forme... ma prendere di base un'attrice figa e lasciare nel dimenticatoio la “rana” no, vero? Potere dei raccomandati): sono tutti esempoi di sospensione della realtà, dovuti per lo più a effetti ottici, visivi o di trucco che di fatto ci fanno vedere quanto è in natura impossibile. Poi ci sono gli “effetti speciali di sceneggiatura bigger than life”, scritture che permettono al protagonista delle vicende di essere letteralmente il baricentro del mondo, di compiere azioni che umanamente una sola vita non permette di compiere tutte assieme. L'esempio più chiaro che mi viene è Forrest Gump, ma diciamo pure che anche il 95% dei personaggi di Tom Cruise sono così. Quando si compiono operazioni di questo tipo, l'indicazione “maneggiare con cura” deve essere scolpita a caratteri cubitali nelle menti dei realizzatori. Un personaggio-baricentro deve essere “addomesticato” con ampie dosi di ironia, avere un tallone di Achille bene esposto, deve insomma presentare delle doti innate di umanità-empatia per risultare credibile.

Esiste anche un personaggio Bonelli che si può usare agilmente da esempio, ed è Nathan Never (che ovviamente odio). Nathan è il miglior investigatore, il miglior cecchino, il miglior esperto di arti marziali, il miglior conoscitore di libri antichi, il miglior negoziatore, il miglior astronauta. Il miglior pilota di qualsiasi cosa dalla bici ai mech, passando per motoscafi, elicotteri, sommergibili, aerei, deltaplani, skate, passeggini. É il miglior gelataio, il miglior cuoco, il miglior padre, il miglior amico. Non vi sta ancora abbastanza sul cazzo? È anche l'uomo che salverà il futuro della razza umana guidando i rivoltosi contro gli alieni, sua figlia sarà una specie di dea della guerra e signora del futuro. Nessun punto debole esteriore, ma ecco la trovata della caratterizzazione più interessante. Un passato tragico che lo rende malinconico e sofferente. Una moglie defunta, una figlia che nel presente è praticamente autistica. Ecco la chiave di volta, possiamo empatizzare con lui nei suoi limiti, di colpo non ci è più alieno. Dopo un po' però mi sono rotto le palle di Nathan Never comunque, così come ho abbandonato Detective Conan peraltro... Il cosiddetto “uomo più intelligente nella stanza” non è il chara che amo di più, a meno che non sia condito da dosi extra large di di ironia e trash. Ricapitolando. Vuoi un disater movie? Ti serve una coralità di personaggi per risolvere la trama. Vuoi un action movie? Ti serve un personaggio super-uomo ma con dei punti deboli o una forte ironia a sottolineare quanto sia assurda la sua esistenza.

Bene, World War Z è un film con una profonda crisi di identità. Gli effetti speciali sono grandiosi, le scene d'azione spesso interesanti e ispirate (soprattutto nella seconda parte della pellicola), ma cade proprio sui personaggi, sul realismo di insieme. Cade su Brad Pitt. Perchè ci può stare che il personaggio di Pitt sia sveglio. Ci può stare che per il tipo di missione che deve compiere lui sia l'uomo adatto. Ma non è possibile che lui abbia conoscenze che vanno al di là del suo ruolo, che riesca a intuire tutto di tutto mentre il resto del genere umano lo guarda come un bambino spaventato incapace di qualsiasi iniziativa. Ok. Il personaggio di Pitt agisce in scenari bellici e ha il giusto sangue freddo per cogliere dettagli che gli altri, in quanto terrorizzati dagli eventi, non riescono a cogliere. Un ottimo soldato, ma non esiste che possa essere dell'altro, come indugia abbondantemente il film. Brad Pitt raggruppa su di sé tutte le competenze dei soliti dieci o dodici “esperti” che si avvicendano in un disaster movie. E non ha un filo di ironia per permetterci di parteggiare per lui. Il mondo va a rotoli e la sua vita è comunque perfetta. Per colpa di una stupidissima telefonata della moglie muoiono una barca di persone, ma lui se ne frega, ironizza da stronzo dicendo che “non potevo rispondere perché ero impegnato”. Odioso. Non vi parlo della scena dell'aereo e di tutti gli eventi che da lì si avvicendano fino al finale, ma preparatevi a qualcosa di surreale. Schwarzenegger e Stallone si sarebbero vergognati di interpretare il ruolo di Brad Pitt, Seagal magari lo avrebbe fatto, se gli avessero concesso di cantare e suonare la colonna sonora. Obbrobrioso. E dire che io faccio di tutto per staccare il cervello e godermi delle belle scene action! Ma qui letteralmente non è possibile, è troppo!! Ciliegina sulla torta la durata complessiva della pellicola. Eterna.

Soprattutto perchè flagellata da una terza parte confusa e assurda. Dicevamo che Forster non ci capisce neanche di horror. Rivediamo la scansione della pellicola. La prima parte è un classico disaster movie, che descrive la fuga di Pitt e famiglia dalla città. La seconda descrive le missioni pseudo-belliche di Pitt, pertanto è un disaster-war movie, la parte più riuscita di tutta la pellicola, fracassone, frenetico e con effetti di lusso. La terza parte di World War z sarebbe “nelle intenzioni” un tributo all'horror zombesco ed è la più debole. Come si arrivi allo scenario finale è così ridicolo che non voglio privarvi del piacere di scoprirlo da soli, ma quello che accade dopo. Apriti cielo. Non riesco nemmeno a descriverlo a parole. È insulso, arrogante, superficiale e pure un po' razzista. Ma soprattutto non spaventa, mai, nonostante le potenzialità per farlo siano più che evidenti. Nella sala cinematografica ci si sente quasi in ostaggio, si vorrebbe scappare via dalla stupidità degli sceneggiatori, meritevoli della pena di morte.
Perchè la materia era interessante, perchè l'effettistica moderna appropriata, l'interesse per la materia mai così alle stelle. Inizio a capire perchè per anni la sceneggiatura non se l'è pigliata nessuno, ma bastava riscriverla con buon senso, un bambino di 10 anni amanti degli zombie di call of duty avrebbe fatto di meglio. Non riesco a commisurare lo schifo che mi pervade nel vedere questo assoluto spreco di risorse ad appannaggio di una storiella tanto strampalata. Sembra una puntata di Men vs Food dove, per fare una prova di forza, a un succulento hamburger mettono sopra una montagna di peperoncino infernale. Ma perché farlo? Perché mettere in mano film così grossi a registi e sceneggiatori tanto fuori posto? È come chiedere a Woody Allen di dirigere il giorno degli zombie. Perché farlo? Perché Brad? Temo che sia colpa tua Brad, perché i soldi alla fine sono tuoi. E mi fai incazzare perché ti stimo di brutto come attore (e sicuramente con il traduttore internazionale starai leggendo questo articolo), hai fatto L'esercito delle dodici scimmie, Seven, Fight Club, Inglorious Basterds, Moneyball, Ocean 11 (gli altri due sono brutti purtroppo), Troy, Intervista col vampiro, Fuga dal mondo dei sogni, hai partecipato perfino a Thelma e Louise e a una puntata di Freddy's Nightmare! Sei un grande! Perché fare un film – porcata come World War Z?? è forse colpa della Jolie? Se lo è chiamaci, io e i ragazzi sistemiamo la cosa, in modo pulito, niente testimoni... Però basta fare film come questo! Per pietà!

E invece no! Almeno il finale, la terza orrenda parte dell'opera è colpa del prezzolato e sopravvalutatissimo sceneggiatore abrahamsiano Damon Lindelof!

Storia di un finale del caçço voluto dai producer di Hollywood dopo un idiota pre-test sulla reazione in sala. Quanto segue è blindato sotto SPOILER, per leggerlo caambiate il colore delle lettere evidenziandoci sopra. 
Ecco come doveva andare nel finale secondo il trattamento di Carnahan. Ricordiamo che Lindelof, tanto per sottolinearlo è il tizio cui si deve quel pasticcio sconclusionato che è la trama di Prometheus (al punto che piangendo Scott ha chiesto qualcuno per poter scrivere il seguito dopo le voragini narrative e in non-sense ficcati a forza da Lindelof per “farci una trilogia”, dichiarazione cui è seguito lo scempio e la successiva fuga di Lindelof, che dichiara di non avere più tempo da qui al 2050 per dedicarsi a Prometheus). Ricordatevi comunque che non è solo colpa dello sceneggiatore, una buona dose di pazzia sta anche in chi lo paga. Carnahan (che ha scritto il bel The Kingdom con Jemie Foxx) qui aveva le idee mooolto più chiare e probabilmente il film si sarebbe parzialmente salvato dall'effetto “boiata cosmica” che monta il carico da mille proprio nella seconda parte. Sicuro di stare parlando qui solo con chi il finale l'ha visto (o con chi, giustamente, un simile film non lo vuole vedere in futuro, e fa bene) eccomi a rimembrare ciò che accade nella terza parte vista al cinema. Siamo alla scena dell'aereo, mezzo raggiunto con difficoltà dopo l'assurda ma interessante sequenza delle “biciclette silenziose” (questo per dirvi che di cavolate comunque la trama ne ha pure nella versione Carnahan). La seconda parte finiva così, in volo. Inizia la terza parte by Damon “il genio” Lindelof. Gerry-Pitt parla con il pilota, dice di dirigersi verso un centro di ricerca perché lui (boiata cosmica 1), il genio (Pitt quanto Lindelof), ha forse una soluzione al problema. D'improvviso, non si sa come, l'aereo è invaso dagli zombie (boiata cosmica 2), forse arrivati al momento del decollo sotto i carrelli e da lì alla stiva in una sequenza che manco Schwarzenegger in Commando). Panico a bordo, tutti mordono tutti. Per evitare che l'aereo cada prima della meta Pitt (boiata cosmica n.3) getta una bomba a mano verso la coda dell'aereo, non prima di essersi legato con la cintura. Grazie alla cintura (boiata cosmica n.4), mentre il resto dei passeggeri, infetti o meno volano fuori alla voragine che si è creata nell'aereo in seguito all'esplosione, Pitt si salva e atterra anche abbastanza incolume. Roba che neanche ne “L'eliminatore” con Schwarzenegger. Chissà che film avrà visto di recente Damon "il genio" Lindelof... Per dare un tocco di realismo (boiata cosmica n. 5), Pitt all'atterraggio non è del tutto incolume, in quanto nell'impatto si è perforato la pancia con un groviglio metallico, non estraibile, della dimensione della testa di un pesce spada che lo trapassa da lato a lato. Naturalmente (boiata cosmica n. 6) l'aereo è caduto a due passi dal centro di ricerca biologica meta del volo. Siete indignati? Non siete ancora nemmeno lontani alla vetta delle puttanate atroci inscenate da Lindelof!!! Pitt entra nel centro di ricerca e viene accolto dai ricercatori, tra cui Favino, più ebeti del mondo. Non hanno idee, nessuna. Quando (boiata stra-fotonica n.7) a Pitt viene in mente di far tesoro di qualcosa che ha visto in Egitto. Gli zomboidi non attaccano tutti, schivano-schifano qualcuno che (boiata 8) conclude Pitt sia malato di qualcosa. Pitt non è un biologo, non è un virologo, pare abbia ripetuto anche il compito di matematica in terza media, ma per Damon “il genio” Lindelof è il più grande scienziato vivente e da solo, con tutto il mondo che pende dalle sue labbra, trova la cura anti-zombie (stra-boiata-inter -galattica: n.9): basta pomparsi in vena il vaiolo e lo zombie di colpo non vede più gli umani!!! Conseguentemente si può uccidere lo zombie indisturbati e prendere il vaccino anti-vaiolo. E questa cosa la pensa un tizio con i capelli biondi a caschetto e l'occhio azzurro!!! Abominevole!!! solo che per confutare la tesi bisogna entrare in un'ala del centro ricerche invasa da zomboidi, pescare a caso una malattia in vitro senza sapere che cazzo è, perché sulle provette ci sono solo lettere e numeri e non una scritta chiara e a prova di deficiente tipo “ebola”(boiatona n.10) , spararsi in corpo la cosa a a caso (boiatona 11) e tornare dal gruppo per poi liberare il mondo (maxi-definitiva boiata n. 11). E in tutto questo coaudiuvati da gente come Favino che per proteggersi dai mostri va in giro con scopettone munito di panno swiffer e con delle protezioni fatte di cartone, manco avesse 7 anni e stesse giocando ai Ghost Busters nel cortile di casa sua... tristezza. L'intero centro è una serie di corridoi spogli che manco il parcheggio dell'Esselunga di Castellanza. E questo tizio, ricordiamolo agli annali, Damon Lindelof, viene pagato! Pagato un botto! Per scrivere queste...”cose”. Ora veniamo a come doveva essere il finale, by Carnahan. L'aereo parte. L'aereo atterra senza problemi a Mosca. Pitt si unisce alle truppe russe per una maxi battaglia urbana per le strade di Mosca contro orde e orde di zomboidi. Qui Pitt, che in effetti è un analista militare e non un nobel per la biomedicina, riesce ad analizzare le tattiche offensive degli zomboidi e pertanto trova una strategia per utilizzare a vantaggio degli umani la più grande risorsa di Mosca in quel momento. Il ghiaccio. Se a Gerusalemme gli zombie hanno avuto vita facile e sono riusciti a scavalcare le barricate agilmente qui non è così. Pitt si prodiga nello spingere quindi gli zombie sul ghiaccio, nel seppellirli con corsi d'acqua, nel congelarli per poi sbriciolarli. La Russia si conferma la potente fortezza naturale di sempre, nonché il territorio adatto alla resistenza. E si potrebbe girare anche un capitolo 2, nel quale qualche scienziato (avvertito magari da Brat Pitt della singolarità vista a Gerusalemme per cui non tutti gli umani vengono attaccati) trova uno stratagemma tipo l'anti-vaiolo ma più elaborato per cercare di debellare il virus. Ovviamente i produttori hanno cassato tutto. Sì, di sicuro il finale proposto da Carnahan è più costoso, ma il tutto è molto più logico e coerente con lo spirito della pellicola che traspare a dalla prima e seconda parte del film. Soprattutto vengono evitate le più atroci boiate. Il mondo non è più Brad Pitt-centrico ma il suo personaggio ha un senso, un ruolo, può essere quasi realistico. Ma tutto questo noi non possiamo vederlo, come non possiamo vedere in questa pellicola una buona dose di splatter, come non possiamo vedere delle pur fugaci scene distensive o ironiche che tanto avrebbero giovato alla pellicola. Ed è un peccato FINE SPOILER 
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