sabato 21 ottobre 2017

Hellsing ed Hellsing Ultimate - la Dynit ri-porta finalmente nelle nostre case la serie TV e la serie OAV, integralmente.



- Prima di tutto un messaggio ai lettori più affezionati. Ho avuto qualche problemino di salute e per questo mi è toccato un po' disertare queste pagine. Spero di riuscire a tornare presto a scrivere con un buon ritmo. Mi siete mancati in questo tempo, mi dispiace molto per la mia assenza. Provo a "tirare innanzi" comunque, parlandovi di una serie che mi piace molto.


- Premessa: la serie oggetto di questo articolo è un prodotto per adulti amanti dell'horror splatter. C'è in verità molto di più sotto la superficie, ma se teste mozzate, sbudellamenti, sparatorie e pazzia di stampo para-ideologico vi turbano, questo non è il prodotto che potrebbe fare al vostro caso.

- Alucard, l'unico vero vampiro degli ultimi 20 anni. Come si fa a parlare di Hellsing oggi? Oggi i vampiri sono un derivato degi X-men (Twilight) o sono rivisti come nobili condottieri sfortunati (Dracula untold), spesso sono invischiati in polpettoni alla Beautiful (Vampire Diary), saltuariamente sono lo specchio di nobildonne gotiche (Penny Dreadful) o nella versione più deprimente dei quasi-zombie. Si è persa la potenza e la spietatezza della creatura immortale descritta da Stoker e narrataci nel '90 dal fantastico film di Coppola, un tempo in cui il vampiro guidava eserciti, si trasformava in nebbia, pipistrelli, topi e sapeva sedurre quanto spaventare quanto essere una figura tragica. Un tempo in cui il vampiro era Dracula, Vlad l'impalatore, tra storia e leggenda, e non un tizio con i canini finiti e poco più buono per la sua presenza scenica, spesso derivativa. In controtendenza a questo, ai cosiddetti vampiri da junk-food (non disprezzabili a priori ma forse meno carismatici per potenziale) si è mosso Hellsing. Non un'allegoria della giovinezza immortale, non decadenza scenica ma puro horror splatter cazzuto ed esagerato, ebbro di tutta la potenza, paura e seduzione di cui il mostro descritto da Stoker era capace. 


Hellsing è stato il manga più popolare del flemmatico, stiloso e ultrasplatter Kota Hirano, oggi attivo con Drifters, nonché una delle mie letture preferite di sempre. A metà del primo decennio del duemila, mentre ero moderatore di un forum che qualcuno forse ricorda, avevo pure l'avatar di Alucard, uno dei principali mattatori della serie. Perché il fumetto mi piaceva? Perché aveva un'impostazione grafica retrò quanto modernissima, carica di personaggi dal ghigno cattivo armati delle armi più assurde e sempre pronti a macellarsi a vicenda come su una tavola di Lobo disegnata da Simon Bisley. Perché per il 90% non c'era una distinzione reale tra buoni e cattivi e la trama scivolava via come un fiume in piena. Perché era pieno di personaggi finemente caratterizzati, iconici, precisi e fighissimi. Perché Hirano per costruire l'intreccio mixava e valorizzava tutta una serie di fonti letterarie fantastiche, storiche, scientifiche e horrorifere dell'immaginario occidentale, giocando con autori come Bram Stoker, Mary Shelley e James Matthew Barrie, prendendo suggestioni tanto dall'alchimista George Ripley quanto dagli studi scientifici di Erwin Schrodinger. Perché si parlava di vampiri al pari dei nietzchiani ubermensh. Perché si parlava di religione con l'occhio tutto matto che può avere solo un giapponese (ogni riferimento ai lavori di Anno è puramente voluto, anche se Hirano vola ben più leggero). E infine perché, preparato il più gustoso dei polpettoni, l'autore innaffiava, innaffiava e innaffiava il tutto con un abbondante e roboante quantitativo di scene d'azione a base di pallettoni infiniti esplosi da pistole giganteshe (ritratte con una precisione e cura di dettaglio grafico pari sono a Sonoda), spadate, coltellate, mannaiate, con una granguignolesca dose di splatter. Non dimenticandosi però l'ironia e in alcuni casi pure la satira sociale. Non dimenticandosi di far spaventare, come solo le vere storie di vampiri sanno fare,  e certe volte commuovere. Ci sono pure omaggi evidenti alla più famosa opera di Yasuhiro Nightow (che è pure uno dei più grandi fan della serie di Hirano). Hellsing è per me uno dei fumetti action/pulp migliori di sempre. Una vera mannaiata di violenza liberatoria con quel "qualcosa in più" che lo eleva ad opera di prima grandezza. Tra vampiri "junk-food", ghouls sbrindellati a milioni, Zeppelin nazisti che solcano i cieli e fantomatiche sezioni segrete del vaticano di esorcisti sterminatori veniamo trascinati in un mondo unico, spaventosissimo quanto intrigante, dove la campagna inglese (e poi Londra stessa) si tinge di rosso sotto una luna di sangue.
La trama in due parole: Presente, anche se alternativo. I vampiri sono una realtà conosciuta, una razza parallela alla nostra. Sono spietati e in grado di creare interi eserciti di ghoul e draculine, ma vivono ai margini, nascosti. Tuttavia si stanno diffondendo a macchia d'olio dei vampiri di diversi tipo. Sono aggressivi e violenti, non hanno nessun retaggio nobile e anzi appartengono alle fasce più basse della borghesia. Sono in numero esponenzialmente maggiore e non si limitano a placare la loro fame, vogliono scatenare una guerra. Il compito di combattere i vampiri in Inghilterra è affidato da secoli alla Hellsing, l'associazione segreta dei Cavalieri Reali dell'ordine protestante, che ha oggi a capo Lady Integra Hellsing (sì, qui con due "L"), discendente diretta di un leggendario cacciatore di Vampiri. Nei resto del mondo opera invece la fantomatica è invisibile sezione XIII o "Iscariota", con i suoi paladini esorcisti. Per combattere questi nuovi mostri dovranno schierare in campo aperto tutte le loro forze, armandole di proiettili benedetti, lame consacrate e bombe incendiarie. Saranno costretti inoltre scatenare i loro personali "uomini - mostro", creature potentissime quanto incontrollabili in grado di fare virtualmente più danno dei nemici stessi. I primi sussulti del conflitto arrivano dalla campagna inglese, dove un vampiro si è creato una piccola legione di ghoul mordendo sul collo i fedeli della parrocchia di cui è pastore. L'agente di polizia Seras Victoria dopo una notte tremenda in cui ha perso i suoi compagni di squadra si trova suo malgrado tra un vampiro e uno dei più terribili agenti della Hellsing, Alucard. Senza troppi problemi, Seras viene perforata da parte a parte dai proiettili benedetti sparati dalla Casull 454 di Alucard, che in questo modo uccide facilmente del vampiro dietro di lei. Dopo di che Seras si risveglia, trasformata in vampiro da Alucard stesso e intruppata senza troppi problemi nella Hellsing. Dovrà imparare a gestire i suoi nuovi poteri, il suo nuovo status e la sua nuova alimentazione (un tema che oggi è familiare si più giovani grazie a opere come Tokyo Ghoul e Kinseiju, sempre edite da Dynit in Italia per gli anime e da J-Pop per i manga) per vendicare i suoi colleghi uccisi quella notte e tutte le future vittime dei succhiasangue. A guidarla sarà la potente e glaciale lady Integra, il misterioso maggiordomo Walter e quello strano figuro che è Alucard.
Non voglio rovinarvi di più. 


- Ma chi sono i mattatori principali? Hellsing è un'opera corale ma se dobbiamo trovare una protagonista il dito lo porrei su Lady Integra o Seras Victoria. Entrambe le ragazze affrontano un percorso di crescita durante l'opera, imparando a convivere con la bruttezza di un mondo spietato e traendo dai loro compagni la forza per affrontare ogni difficoltà. 
Integra è una novella Giovanna d'Arco con aspetti regali/ drammaturgici  da Elisabetta I, ha dovuto crescere troppo in fretta e sorregge con fierezza il peso di responsabilità gigantesche, ha ucciso anzitempo la sua femminilità per forgiare la propria corazza emotiva.
Seras è la persona normale che di colpo precipita in un mondo anormale e che grazie a un "dono" scopre di poter avere un ruolo altro, in senso anche sgradevole, e alto, in senso quasi para -supereroistico per determinare le sorti del mondo. Ha gli occhioni grandi, un buon cuore, le forme morbide su cui affonda le mano ogni tanto qualche vampiro sporcaccione, e tutti i poteri vampirici più assurdi, che le permettono di imbracciare delle armi gigantesche e sparare con precisione a chilometri di distanza. Il suo problema è il "limite", riuscire ad avere i poteri di un mostro senza perdere la propria forma umana, il proprio animo. Attorno a queste due donne forti si dipana un mondo di assurdi super uomini distruttivi come dei tornado, degli autentici Violence Jack: Alucard e padre Anderson su tutti, che sono sostanzialmente gli "indistruttibili" lati speculari di una stessa medaglia. 
Alucard è un mostro al servizio della Hellsing, il frutto di secoli di studio e combattimento con i vampiri. È il classico genio nella lampada: poteri infiniti relegati a una condizione di schiavo. Regale quanto animale, Alucard si trasporta dietro una infinita malinconia quanto una spietatezza feroce. Ebbro del suo potere, nei combattimenti contro ghoul e vampiri ama farsi massacrare fino allo smembramento per poi ricomporre il suo corpo e con un ghigno cattivo divorare i suoi avversari. Ma rimane uno schiavo, un'ombra di quello che era, un'arma sovra-umana oggettificata atta alla distruzione di massa. Forse ha un cuore, ma è un cuore spezzato da infiniti anni di lotta. La sua origine, il modo in cui è diventato mostro, è uno dei punti più alti dell'opera, e la vedrete solo intorno all'episodio 8 dell'oav. 
Padre Anderson non è diverso da Alucard, per questo anche lui era qualcosa di diverso prima che venisse trasformato in un'arma immortale, per questo anche lui mette paura al solo vederlo. Perennemente in stato allucinatorio, l'animo di Anderson si involve durante i combattimenti fino a livello animale, mentre invoca come sotto trip degli ossessivi "Amen". Anche lui è un potentissimo giocattolo rotto, ma a differenza di Alucard non ha forse la capacità di rendersene conto. Ama combattere mettendo alle strette il nemico con dei campi di forza e avanzare verso di lui con due coltelli disposti davanti al viso in modo da formare una croce. 
C'è un cattivo "più cattivo" nella serie ed è il maggiore, l'oscuro burattinaio della fantomatica Millennium. Veste di bianco, porta occhiali dietro cui spesso non si scorgono gli occhi, ha una risata cattiva. Le sue intenzioni sono terribili è sostanzialmente vive per combattere una grande guerra. Quello che riuscirà a fare a Londra è inimmaginabile: la più grande mattanza che si sia mai vista in un anime o un film. Da quando entrerà in scena tutto diventerà esponenzialmente grande. Vorrei dirvi qualcosa di più su di lui ma rischio spoiler. È una creatura terribile quanto tatticamente geniale, forse in grado anche di ammazzare un dio. 
Potrei poi parlarvi di personaggi come Walter e Bernadotte, dei fratelli Valentine e di Rip Van Winkle, di Enrico Maxwell e del silenzioso "Capitano", ma lascio a voi la scoperta. 


- Una serie TV o una serie di oav? Posto che il manga lo trovate integralmente edito da J-pop (io conservo anche i primi volumi che aveva pubblicato una Dynamic Italia pre-scissione) ed è una lettura che vi consiglio, soprattutto se amate l'azione a tinte più horror, di Hellsing esiste una serie TV del 2001, di una dozzina di episodi, ad opera di Gonzo, e una serie di oav, iniziata nel 2006 e conclusasi nel 2012, Hellsing Ultimate ad opera, negli anni (poiché per ultimare il manga Hirano ci ha messo un po'), di Satelight, Madhouse, Graphinica e Kelmadick. La serie TV prende in esame i primi due volumetti del manga aggiungendo nell'ultimo blocco di quattro episodi una trama inedita e auto-conclusiva, ha uno stile grafico e un tipo di animazione carina ma forse oggi un po' datata (chara un po' generico per i personaggi secondari, degli effetti speciali in computer grafica simpatici ma vecchiotti), ha una colonna sonora strepitosa e un livello di violenza visiva più "addolcito" (sempre alto comunque) rispetto al manga. La serie oav, voluta dallo stesso produttore anche per superare i limiti di splatter che erano imposti dalla trasmissione TV,  segue tutto il fumetto dall'inizio alla fine, ha uno spettacolare tratto e animazione fedele al 110% al manga, una colonna sonora ugualmente da paura con in più brani eseguiti anche da un'orchestra sinfonica, un livello splatter inimmaginabile in natura. Alcuni anni fa la serie TV era stata editata in Italia da Shin Vision in una confezione / box collezione a forma di bara. La serie oav invece era stata proposta da Kaze unicamente per le prime quattro uscite. Oggi Dynit ci porta la serie TV (12 episodi da mezz'ora) in unico box e la serie oav in cinque uscite da due oav l'una (ogni oav dura circa un'oretta, la seconda e terza uscita - cioè quella con episodi mai arrivati prima - sono previste per Lucca). La serie TV ha il suo perché in una descrizione dei personaggi più accurata, che tiene conto anche di quelli minori. Ha un paio di situazioni concepite in luoghi e tempi diversi rispetto al manga, fa vedere un po' in azione i soldati della Hellsing (nell'OAV sono per lo più senza nome), un paio di "casi" sono più articolati e c'è un bellissimo parallelismo (episodio 7/8) tra Alucard e Peter Pan, assolutamente non banale (che infatti tornerà a fine opera nello stupendo finale). Anche oggi ha il suo perché, ma viene letteralmente annichilita dalla serie Ultimate, in grado di dare due o tre piste anche alle produzioni anime odierne. Hellsing Ultimate mi ha gasato solo quanto Giant Robot (ma qui ve lo ri-sottolineo perché sia chiaro: sono un totale fan-Boy irrazionale se si parla di Hellsing) e la versione giappo, presa ai tempi, l'ho letteralmente consumata. Anche per questo motivo non saprei troppo orientarvi sul doppiaggio. Per me Alucard ha la voce di Jouji Nakata, Seras è Fumiko Orikasa e Integra Yoshiko Sakakibara. La serie e gli oav italiani presentano invece due team di doppiaggio diversi (con Dynit che ha fatto ultimare il doppiaggio degli oav dallo stesso staff ingaggiato prima da Kaze). Ho però trovato azzeccatissima Cinzia de Carolis su Integra nella serie TV. La De Carolis ha doppiato con pari fermezza e autorità Lady Oscar e Integra come stato d'animo, marzialità e carisma richiama tantissimo il personaggio. Anche Lorenzo Scattorin su Alucard nella serie oav non è per me affatto male, ha un bel tono drammatico e sembra che si diverta un mondo a fare la voce da pazzo (in questo senso sentitelo su Seto Kaiba nel film Yugi - oh - The darkside of dimensions, che è sorprendentemente più bello di quanto mi aspettassi). Mario Zucca (che ho sempre amato come comico è come doppiatore di Batou in Ghost in The shell) è semplicemente perfetto su padre Anderson, lo traduce bene conferendogli la giusta caratura da fanatico unita alla gentilezza dell'uomo di chiesa, e sono contento che lo doppi in entrambe le produzioni. Poi ovviamente ci sono altre voci per me meno in sintonia, come quella del maggiore nella serie oav (avrei voluto uno Stefano Benassi, doppiatore di Christoph Waltz... ma non si può avere tutto), ma in genere non mi sembrano fatti male. 



- Conclusione: Hellsing è una delle serie più interessanti di sempre per i cultori del l'horror splatter. Mette paura, esalta, diverte e lascia una gran voglia di rivederla. Qualcuno al giorno d'oggi potrebbe paragonarla erroneamente a One Punch Man, per via della potenza smisurata di personaggi come Anderson e Alucard, ma per me il focus non è quello quanto il percorso di crescita di due ragazze in due donne. Un percorso in cui è importante credere negli altri, compagni e maestri, ma soprattutto credere in se stessi, perché il grande aiuto che cerchi potrebbe arrivare tardi o non arrivare mai e alla fine si è sempre soli quando si devono affrontare le proprie battaglie. Hellsing è anche questo, un inno agli uomini che riescono a combattere gli dei per conquistare la propria libertà. Lo doveva essere anche Batman v Superman ma è forse lì è andata male. Se non vi spaventa la tamarraggine di cui quest'opera trasuda, la violenza estrema e le scene action quasi di stampo apocalittico, troverete in Hellsing anche questo bel messaggio. Provatelo e fatemi sapere. 
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domenica 1 ottobre 2017

Valerian e la città dei mille pianeti: la nostra recensione!



- Sinossi al tempo futuro: Ci sarà  un tempo in cui gli uomini della Terra finiranno finalmente di spararsi gli uni contro gli altri e guarderanno alle stelle, magari ascoltando in cuffia Space Oddity. Allora la stazione spaziale internazionale (che presto ospiterà Rat-Man, dicano da dopo Lucca...), testimonianza secondo i complottisti che l'uomo non è mai arrivato davvero sulla Luna (perché se fosse, anche se non ci fosse un tubo come ci dicono, oggi avrebbero almeno trovato un modo per far risplendere di notte la pubblicità della Pepsi) sarà rispolverata dai diari di Astrosamante varie e usata per cose più cool. L'aggeggino modulare dove faceva le capriole l'astronauta più vecchio del mondo inizierà ad espandersi e modulo dopo modulo tutti i paesi inizieranno a farne parte mandandoci su qualcosa, vuoi delle PlayStation, vuoi sedie più comode, vuoi il cuscus, un gatto. Ma soprattutto la gente, tutta la gente della Terra, tutta insieme, senza combattersi e sputarsi negli occhi, come fossimo una famiglia vera. Da un giorno all'altro vedendo questa irradiazione di "love-Power" arriveranno gli alieni. Non quelli che ti fanno di notte lo scherzo della sonda anale, non gli scarrafoidi o i bavosi di acido ma quelli buoni, tipo i Vulcaniani. Con la voglia di conoscerci e farsi conoscere, tutti sorridenti e pronti a elargire una stretta di mano in segno di pace scopriremo che, in fondo, tutti, anatomicamente, siamo dotati di mani da stringere in amicizia, persino gli uomini-pesce rosso, e pur diversissimi ci scopriremo tutti molto simili, "noi abitanti dello spazio". Una razza tante razze, tutti in coda nell'autostrada della vita, tutti con l'imu da pagare. Star Trek sarà storia vera, come lo sbarco dei 1000 e la tigre dei Frosties. Tutti allora vorranno partecipare alle strette di mano e ad aggiungere altri pezzi alla stazione internazionale, tutti vorranno essere parte di questa specie di lego spaziale fino a che questo agglomerato multi-etnico sarà così grosso da essere costretto ad allontanarsi dalla gravità terrestre per non cadere addosso al nostro vecchio pianeta. La vecchia Stazione Internazionale, ormai ingigantita in modo assurdamente "gurrenlagannoso" (se non sei nerd traduci: "grossa da paura"), mentre continueranno a suonare le note di Space Oddity in sottofondo (ma quanto è bella la scena iniziale di questo film??) inizierà ad allontanarsi con dei mega razzi fino a spingersi là dove nessun uomo è mai giunto prima, fino a trovare un nuovo indirizzo galattico e diventare così "Alpha, la città dei mille pianeti". Milioni di razze diverse, migliaia di lingue e linguaggi macchina diversi, McDonalds a perdita d'occhio. Tutte le astronavi e astronavine che si potrebbero mai pensare, tutte le aliene con due, tre, dieci tette che si potrebbero mai amare, persino planetoidi dediti al poker come un Cowboy Bebop. E poi supermercati infra-dimensionali a non finire con corrieri Bartolini armati di teletrasporto, i cibi più assurdi, da servire pure vivi utilizzando per bastoncino chi li porta, i vestiti più zarri tratto dalle peggio creazioni di Jean Paul Genout, come ogni film di Besson comanda. Zone residenziali acquatiche per i popoli abituati agli abissi, zone fredde e zone calde, zone a gravità zero, zone multidimensionali, zone abitate da umanoidi evoluti e zone destinate anche alle popolazioni più indigene, troglodite e pericolose, zone radioattive. Scienza e magia, poteri mentali e cultura, tutto si fonderà o sarà alla portata di tutti e sarà solo l'inizio di un viaggio più grande. Perché un po' tutte le razze arrivare su Alpha o quasi avranno un loro pianeta di riferimento da esplorare con Tripadvisir. Lo spazio diverrà immenso e popolato più di uno stadio in cui suona Vasco, sarà possibile abbronzarsi sulla spiaggia più bella della via lattea, acquistare chincaglieria aliena e godere di traduttori multilingue universali. Certo dove tutto è più grande i problemi si espandono esponenzialmente. Dal niente potranno saltare fuori fraintendimenti culturali, scaramucce, incrociatori spaziali che ti cadono addosso. Per salvare non uno ma mille mondi dalle minacce più impensabili vi serviranno dei Man in Black 2.0 come i leggendari eroi Valerian (Dane DeHaan, simpatico, aitante e molto intenso, un attore da tenere mooolto d'occhio, vi consiglio La cura dal benessere, di cui magari presto parleremo. Non credete a chi lo bolla come Di Caprio dei poveri, anche se oggettivamente si dovrebbero mitigare le somiglianze evidenti. Cosa che spesso anche solo i costumisti non fanno) e Laureline (una Cara Delevingne bella da infarto, quasi sempre svestita e, dicono, un po' negata per la recitazione... problema che da noi viene parecchio mitigato dalla doppiatrice italiana di Felicity Jones e Jennifer Lawrence. Rimane mooolto algida e "sulle sue", ma per me piuttosto amabile). Due soldati scavezzacollo, molto glam e molto sarcastici, amabilmente "cicci -cicci" e "punzecchiosi" tra loro. Saranno armati pesanti, saranno pressoché infallibili e sempre disposti a gettarsi nella mischia per risolvere i guai di una popolazione variegata e volenterosa quanto imperfetta e potenzialmente pericolosa. E nel mentre di inseguimenti ed esplosioni lui non smetterà di fare il bulletto e lei la maestrina, dando insieme corpo a una coppia assurda, molto scazzata e sopra le righe ma per questo molto più realistica di mille coppiette fasulle da film rosa dei giorni nostri. Laddove la loro astronave parlante "Max" e la tecnologia di armi gravitazionali e super- suits non arriverà in loro aiuto per la missione, potranno fare affidamento sui poteri mentali conferiti dalle meduse spaziali, sugli alieni mutaforma e su creaturine magiche che moltiplicano gli oggetti che possono ingerire (fossero anche bombe atomiche). Laddove dei primitivi cercheranno di mangiarli dopo averli "pescati" a gravità zero mentre sono nel mezzo di un'indagine (una scena davvero assurda), potranno farsi aiutare da qualche spada da roteare in stile Conan e da... Rihanna... giuro!!! 
Ma un giorno Valerian e la sua partner avranno davanti una missione davvero importante da compiere, una missione che potrebbe cambiare per sempre gli equilibri di potere su Alpha. Riusciranno a salvare tutto e tutti?


- Dopo anni e anni di progettazione, Luc Besson porta al cinema Valerian: "Le idee viaggiano", diceva la buonanima di Bonvi quando gli facevano notare aspetti di Star Wars che sembravano ripresi da una sua opera antecedente scritta a quattro mani con Guccini, "Storie dallo spazio profondo". Del resto quella magnifica mini-serie non la conoscevano in tanti, come al di fuori della Francia e delle terre delle BD sono in pochi a conoscere soprattutto oggi Valerian (speriamo che l'iniziativa editoriale promossa da Panini e Gazzetta dello Sport da poco aiuti questa conoscenza), dal quale Star Wars sembra aver compiuto a livello visivo dei furti da codice penale se non fosse che "le idee viaggiano".  
Piccole similitudini con Star Wars. E ricordiamo che Valerian è scritto svariati anni prima
Scheda sulle "ruberie" di Star Wrs a Valerian

Pure la guerra del cloni è stata clonata da un numero di Valerian...
L'ironico incontro tra Valerian, Laureline, Luke e Leia sulle pagine di Valerian

Anche chi vede Blade Runner pensa a Syd Mead e non a Enki Bilal e Moebius, sebbene numerose tavole delle BD dei due maestri siano copia-incollate nel capolavoro di Ridley Scott e lo stesso Scott ammette candidamente la fonte. Il fatto che le BD, i cosiddetti fumetti "alla francese", siano da sempre così elitari, per costo e tempi di attesa, da essere un sogno per pochi ha fatto in modo da un lato che il pubblico le conoscesse poco e dall'altro che la fantascienza mainstream soprattutto cinematografica se ne appropriasse in modo un po' spudorato e senza che nessuno guardasse al crimine. Insomma, Valerian ha oggi il suo film grazie anche a un budget stratosferico recuperato da Besson grazie anni e anni di produzione di b-movie di successo come Taken, The Transporter, Taxxi. Si dice ci siano stati dei problemi a livello di pubblicità del prodotto e che tali magagne abbiano minato sul nascere il successo della pellicola su suolo americano, compromettendo già i possibili sequel. Ad oggi Valerian tuttavia nonostante il flop in America  ha già recuperato gli alti costi nella distribuzione su scala mondiale e ora della fine della presenza in sala potrebbe regalare altre sorprese, senza contare l'home video. 


-Ma alla fine com'è la pellicola, fama o non fama a parte? Valerian e la città dei mille pianeti è strutturato come il mix tra tre/quattro storie a fumetti della omonima serie a fumetti. Gli episodi sono stati amalgamati bene per presentarci il più alto numero di scenari possibili e la maggiore gamma delle assurdità in cui ci si potrebbe imbattere. Il tutto è una corsa, una corsa forsennata da un luogo all'altro carica di scene grottesche quanto spettacolari. I nostri eroi in questo tour de force non sono imbattibili e inaffondabili ma vengono sovente catturati, abbattuti con le loro astronavi, messi alle strette e più volte sul punto di essere divorati da alieni bellicosi. Ciò che li tiene insieme e gli permette di sopravvivere è questa reciproca attrazione tra di loro, che li spinge a "salvarsi a vicenda" nelle situazioni più intricate (immaginate Superman che salva Lois Lane e subito dopo che accada l'opposto in modo paritario... è intrigante). Valerian e Laureline sono teneri nel loro essere altezzosi quanto letali, romanticamente antipatici quanto sinceramente uniti in un mondo pieno di alieni e di mille problemi a loro collegati. Come Zootropolis, Valerian è un film in cui "le scale", sociali quanto della dimensione diversa dei protagonisti, contano. Ci sono alieni che creano dal nulla energia sub-atomica e che vivono a due passi da alieni che cacciano la selvaggina con il bastone. Sconfinare da una zona all'altra per seguire un'indagine, come fanno sovente i nostri eroi, significa ricalibrare tutto ed essere pronti ai più impensabili cambi di scenario. Visivamente e sul lato prettamente action Valerian è esaltante e carico di tantissime trovate visive originali e appaganti. È una gioia da vedere anche perché si avverte una ricerca attenta e mai banale in molti dettagli che magari sfuggono ad un primo sguardo. È un film denso e questo potrebbe essere visto come un suo limite. Un altro limite è dovuto al fatto che per la voglia pazza di immergerci in questo caleidoscopio colorato che corre come un fulmine Besson ha forse dimenticato di prendere il giusto tempo per parlarci di più dei personaggi e della loro relazione. Una relazione che c'è, si vede ed è pure espressa bene, ma che avrebbe bisogno di minuti extra per farci davvero amare questi due eroi. Un capitolo 2 cinematografico potrebbe sicuramente mettere una pezza a questo aspetto allo stesso modo in cui I guardiani della galassia 2 ha deciso per un attimo di scendere dall'ottovolante delle battaglie cosmiche per raccontarci di più la relazione tra i nostri eroi preferiti. È quindi un aspetto aggiustabile anche per Valerian.


- Quindi tutti in sala? Sapete come la penso se bazzicate un po' questo blog. Non c'è nessun sequel o remake che rovinerà mai la vostra infanzia e non esiste nessun film che debba per forza essere paragonato ad un capolavoro "perché quello è più bello". Io amo portare la gente al cinema per divertirsi e i classici me li vedo a casa tutte le volte che voglio. La prima cosa che salta alla mente guardando Valerian è Guerre Stellari, ed è un dato evidente. Anche se la storia ci insegna che Guerre Stellari ha copiato da Valerian e non viceversa ci riferiamo all'aspetto visivo e ad alcune idee di rappresentazione dell'azione: la regia, la colonna sonora, la recitazione e l'intreccio ci portano in territori diversi di un mondo pur molto simile. Valerian non è a livello di Star Wars perché non dedica il giusto tempo alla mitologia, perché accumula troppa carne sul fuoco, perché spesso manca di cavalcare al meglio le onde emotive, perché non c'è John Williams. Ma un po' tutte le pellicole di genere sci-fi fantasy escono con le ossa rotte dal confronto con Star Wars. Prendiamo Valerian per quello che è quindi, un b-movie ricchissimo, carico di effetti speciali e di alcune delle scene action più originali degli ultimi anni. Un film divertente e che scorre a velocità luce sullo schermo. Se volete divertirvi andatelo a vedere senza patemi. Fatelo per ammazzare il tempo fino al prossimo Star Wars almeno. Vi prometto che vi divertirete. 
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