martedì 30 giugno 2015

The Walk - trailer del vertiginoso nuovo film di Robet Zemeckis



E' successo nel 1974. L'equilibrista Philippe Petit si cimentò nella camminata più folle della storia, sospeso nel vuoto, su un cavo d'acciaio, attraversò privo di sicure un percorso volante tracciato tra le due Torri Gemelle dell World Trade Center. Un'impresa per altro non autorizzata dalla cittadinanza, che probabilmente non amava l'idea di un equilibrista che sarebbe potuto piovere dal cielo. Come è andata a finire? Probabilmente i newyorkesi lo sanno, ma spero non siano stronzi al punto da farci spoiler. Un po' come una mia amica che mi ha rovinato il finale di Apollo 13. Maledetto sia Focus Magazine. Tanto sfoggio di cultura per rovinarmi un film bellissimo, reso dalla mia totale ignoranza del mondo un a specie di thriller... Anche perché se sai come finisce cosa vai a vederlo al cinema? Mistero... (p.s. Apollo 13 è un film bello comunque, qui stiamo solo cazzeggiando ; ) )
E oggi uno dei registi più fighi di sempre, Robert Zemeckis, porta al cinema la storica impresa di Philippe Petit. A impersonare il funambolo il bravo Joseph Gordon-Levitt, ma pure il resto del cast non è male. Ma non sarebbe un film di Zemeckis se non ci fosse il tocco spettacolare, unico, che contraddistingue tutti i prodotti del cineasta. La scena della Delorean che scompare prima di andare contro il muro inseguita dai terroristi in Ritorno al Futuro, l'aereo che si ribalta in Flight, l'ammaraggio di Castaway, la scena della vasca delle Verità Nascoste. Zemeckis pare viva per regalarci questi momenti da triplo-wow-sonico. I suoi film sono strapieni di scene che prese anche singolarmente hanno ridefinito il potere del cinema sull'immaginazione. E in questo caso, per la sua magia, Zemeckis si affida a fantascientifiche telecamere  IMAX 3D, perché qui il 3d non è un feticcio ma un preciso scopo narrativo. La tridimensionalità allo scopo di ricreare il più primordiale e spaventoso dei rebus della mente, la vertigine. E dalle immagini del trailer capirete quello che vi dico, la sola idea di quella camminata sul vuoto fa spavento anche se la vedete su un cellulare. Immaginate su un giga-schermo. Immaginate di poter cadere noi stessi nel vuoto, attraverso la magia del cinema. Magari poi non cade... Ma quel pericolo, nel cervello, si attiva comunque, al pari della paura di non poter vedere oltre al proprio sguardo che tanta fortuna ha fatto al genere dei found foutage (che ora ha però ampiamente rotto i coglioni). Qui potremmo avere qualcosa di simile, ma nuovo, e questo stimola la nostra fantasia, i nostri recettori.
C'è poi l'intrigo, immaginiamo, la storia di Petit e dei suoi amici nel pianificare l'impresa, arruolare tecnici, entrare di soppiatto, costruire dei rampini che manco Batman, dubbi, paure, paranoie, magari qualche bacetto con la gnocca di turno, ma a noi non frega. 
roba che a noi non frega...
Noi siamo già lì, a chiedere, gridando, al macchinista della sala cinematografica più grossa e treddì della terra (l'unica che possa ospitare il genio di Zemeckis) di andare avanti veloce fino alla scena con la "camminata". Magari di farcela rivedere sei volte, come se fossimo al cinema dinamico di Gardaland. Perché vogliamo il brivido, quel qualcosa di metafisico, primordiale, potente che ci fa rizzare i peli sulla schiena.
stra-mega-wow-definitivo
E dopo tutto questo sproloquiare, diamo parola alle immagini. Certo che il protagonista è pettinato davvero malissimo... speriamo non distragga troppo. Concentriamoci sul vuoto e teniamo gli occhi così aperti da caderci dentro.
Per provare la magia e tornare bambini.
Seduti in un cinema.

Il 2 Ottobre, data di rilascio per l'America, è vicino. Poi magari noi avremo una uscita Italiiana a marzo, ma spero di no. Per me, che soffro un po' di vertigini, sarà una specie di terapia d'urto. Altro che la fisica riscritta da Fast'n'Furious... P.S. naturalmente spero anche che, camminata a parte, sia un film bellissimo, staremo sintonizzati.
certo che così la poesia se ne va al diavolo...

Talk0

martedì 23 giugno 2015

Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile...



E Dynit annuncia Gurren Lagann in bly ray!! Per settembre! E speriamo per ottobre anche i due Film relativi, che amo alla follia e trovo molto duttili. Nel senso che se amate la prima parte dell'anime potete saltare la seconda e vedere il secondo film. E viceversa! Un incastro davvero strano ma riuscitissimo. E sarà la futura uscita anche l'occasione in cui parleremo di questa serie, bellissima, che fino a poco tempo fa ignoravo quanto fosse debitrice del manga Getter Robot Go (prima ancora che di Getter Robot last days) di Ken Ishikawa. Quanto debitrice? Un botto pazzesco, ma ne riparleremo a tempo debito. Questo è un postone-mischione-paraculo.
La gioia. Questo abbiamo sperimentato in questi giorni. Nel senso della totale assenza della medesima.
La ventola del portatile fa la matta, emette rumori animaleschi e sembra masticare ingranaggi. C'è tanto caldo da sfornare pizze.
Una serie di giorni lavorativi davvero pesanti ed eterni che fiaccano animo e fisico.
Sfiga imperitura, anche nelle cose più piccole.
Un momento decisamente incasinato-brutto che non ci ha permesso per una o l'altra ragione, di aggiornare la nostra paginetta stupida per troppo tempo.
I macelli permangono per lo più, ma sono in via di soluzione (autoironia) e presto, spero, torneremo assidui.
Intanto il portatile si è già spento una volta mentre scrivo queste poche righe. Speriamo che tenga...
Ma cosa potrete assaporare nei prossimi giorni?
Oltre alle "classiche" letture Bonelli (sono così indietro che per gli Orfani temo quasi un post triplo... e non per demeriti della testata), arriveranno nei prossimi giorni (ma che dico... ore!!...speriamo...) un po' di commenti su nuovi manga (come lo scemissimo /spettacolare/imperdibile Magical Girl of the End), recensioncine filmiche ed home video (Fury, Jurassic World, Insidious 3 e l'home video di Clown) e qualche chicca del fumetto d'autore (Bedlam di Spencer-Rossmo; il nuovo/ e già finito corso di Moon Knight d Ellis; uno specialino su XIII di Vance).
Incredibile. Il computer tiene!
Salviamo...
un corvo esterrefatto dal tempo assurdo che abbiamo passato dall'ultimo post su Orfani.

e infatti ecco che ricade per la seconda volta U_U
e per la terza U_U ... U_U
Temerari e increduli della tenuta di questa sessione, osiamo un po'... buttiamo giù mini-anteprime per giustificare il tempo che state perdendo su questi lidi.
Le Storie, nuovo numero. L'autore è una delle firme di Julia, il disegnatore è noto per altri "bonellidi" noti e qui fa l'ingresso nella scuderia di Tex. Probabilmente è un test per Julia. Il fumetto è intrigante, ambientazione canadese, miti e leggende, fantasmi e un po' di giallo. Il disegno è piuttosto classico, un po' retrò, ma gustoso. Ben fatto, ma le ultime trenta pagine sono troppo pasticciate per la volontà di inserire colpi di scena a ripetizione (tre di fila, troppi!!) e l'opera ne risente. Avesse avuto più pagine..
Magical Girl of the end. Un manga sugli zombie, stile Highschool of the Dead e diecimila altri epigoni usciti in questo ultimo periodo. Solo che i mostri "untori" sono delle inquietanti maghette alla Sailor Moon, che mordono gente che una volta zombificata inspiegabilmente veste completini con gonna da maghetta. E la cosa, pare folle, funziona. Disegni moooolto validi. Trama che non sai se ridere o piangere, ma con personaggi meno scontati del solito. Il primo numero è stra-consigliato quindi.
Dragonero...Vietti ci introduce a un aspetto inquietante del suo mondo fantasy, attraverso degli specchi acquistabili su e-bay, gli utenti dell'Erondar abilitati con carta prepagata possono accedere al meglio degli anime sconci nipponici...quelli in cui donnine ignude fanno sesso con esseri tentacolari. Riuscirà Dragonero a mantenersi integro? Diventeranno ciechi i fruitori dei porno interdimensionali o il loro destino è pure peggiore? Ma quanto è lollosa questa serie?
Dragonero per il sociale...i polipi con relative donne nude stanno invadendo anche i mondi fantasy...


Orfani. La prossima meta è Milano. E io godo. La serie si sta rivelando una vera sorpresa, anche grazie a dei disegnatori evocativi come Bacilieri. Sto iniziando ad affezionarmi ai ragazzini in fondo..
Molto fico in confronto-scontro tra Ringo e la Mocciosa. Una specie di trip metafisico.Davvero fico. Molto sporca e cattiva la storia con il re maiale, intrigante. E' come se in due numeri siamo passati dall'elegia dell'acciaio a quella della carne. Stimolante.


Isidious 3. Meno bello dei primi due. Ma il secondo tempo è una bomba e narra del primo incontro tra Elise, Spec e Tucker. E io amo questo trio di ghostbusters.
Fury. In pratica la versione con i tank di Training Day, peraltro opera scritta dal regista di Fury. Anche qui uomini che vivono sulla strada, con un'anima che sta marcendo e un veicolo che diventa di fatto il loro ufficio, la loro casa, la loro corazza. Così l'equipaggio di un tank, avvolto nella lamiera, arriva a formare, corpo ed anima, una specie di orco cattivo, che si aggira a dispensare morte in un mondo fangoso alla Django (quello originale). Film molto bello, ben recitato e profondo, parecchio splatter ed estremo. Unica pecca, come Training Day, che arriva con il fiato corto sul finale. Ma rimane uno spettacolo con i controfiocchi.
Jurassic World. Come Pirhana 3d. Con meno splatter. Zero poppe. E niente peni masticati (e parlo del pene del Mio amico Ultramen!!! Che scena ultra - cool che era..). Se vi è piaciuto Pirhana 3d andate a vederlo a cannone. Insomma, un b-movie, sulla linea de Lo Squalo 3. Solo che per bambini e popolato dei classici "bambini immortali" dei film di Spielberg. E credo che l'associazione mondiale "stagiste e badanti" avrà qualcosa da ridire su una certa scena "buffissima". Con capriole assurde della trama per evitare momenti spaventosi o anche solo minimamente adulti. Penso che se avete sei anni magari è il vostro film della vita. Però io mi sono divertito un sacco. Comunque. E c'è Star Lord!!! Ne parleremo.

dai,anche se mettevano due poppe in più, per me l'indomitus rex lo vendevano uguale...dannati bambini..


Clown. Produce Eli Roth l'opera prima di un regista esordiente, Jon Watts che nel prossimo futoro farà già qualcosa di grosso ( un interessante Cop Car con Kevin Bacon già accreditato al futuro Sundance Film Festival e nientemeno che il prossimo Spiderman). Un film splendidamente crudele, tra Un lupo mannaro americano a Londra (qualcosa de La Mosca) e le idiozia di Freddie Krueger. Una vera sorpresa. Se poi non sopportare i bambini odiosi che giocano on-line a giochi di guerra che per la loro età non dovrebbero giocare ...un must...
Bedlam. Si può rieducare un pazzo psicopatico alla Joker lanciando e spiaccicando su di un muro tonnellate di gattini? Questo è un fumetto davvero fuori di testa, pubblicato nella collana 100% Panini Comics, che rilegge in un modo folle il classico ambiente da Dark Knight. Moooolto splatter, volutamente disturbante, sinistramente esaltante. Tavole ruvide, sporche e cattive. Ne parleremo decisamente un po'.
Moon Knight. Di Warren Ellis. Cartonato della Marvel Italia. Con l'intero, unico, ciclo di storie. Compratelo. E punto.
XIII torna in edicola, pubblicazioni mensili a cura Mondadori Comics, tutta l'opera, con inserti della serie di "approfondimento" XIII Mistery. E'uno dei fumetti europei più popolari, copiati e stimati. Una spy story (alla Jason Bourne, si direbbe oggi)labirintica che non ha perso un grammo del suo fascino. Per chi ha sempre visto con angoscia la parete della fumetteria con i cartonati europei, costosi ed oscuri, un'occasione da non perdere. Il primo numero, da richiedere in arretrato in edicola. mi pare sia poi quasi regalato. Una buona occasione.
E poi ci sarebbe da parlare di Bloodborne, il cui articolo, scritto ad inizio maggio, si è disperso nei meandri redazionali...E'il gioco che ho giocato di più in questo anno. L'ho amato alla follia e completato nella prima run. E ancora non riesco a staccarmene, come una malattia strana. Avrei fiumi di parole da dire in proposito. Un gioco che ti fa sentire pure un po'sporco...Per me da solo vale l'acquisto di una console.
Incredibilmente, siamo arrivati fino a qui.
Parleremo di tutto questo in modo più puntale, in questi giorni.
Computer permettendo.
Se i casini si perpetreranno, qualcosa comunque qui abbiamo detto.
Un po' da paraculi.
Ora abbiamo finito,credo.
Dai, ci sentiamo... speriamo presto ^_^
Vi lasciamo con un piccolo, affettuoso e ritardatario omaggio al grande Lee. Un uomo che ha fatto davvero di tutto per farsi amare dal suo pubblico. E noi lo ricorderemo sempre. Ci mancherà un sacco...


ah, e il prossimo Spiderman avrà questa faccia.
Si dice (rumor vari) che Sony-Marvel ci racconteranno storie di quando è ancora a scuola e salteranno (meno male, sarebbe la terza volta) tutta la fase dell'acquisizione dei poteri. Il regista, come detto sopra, è quello del Clown.
lo vedete il brufolone sopra il mento? Sarà un Peter Parker perfetto!


E ci piace.
Talk0

martedì 9 giugno 2015

Dragonero n.24 - Attraverso l'Erondàr - a.k.a . Tecniche di seduzione dell'Erondàr

E' di nuovo tempo di farsi una bella scampagnata con gli scout, amici. Approfittando della bella stagione, ribollono anche le passioni amorose e dietro a qualche missione estremamente pericolosa può forse nascondersi un peccaminoso intento predatorio. In senso sentimentale, bene inteso. E pare che qualcuno sia interessato a dividere la giostra degli innamorati con ognuno dei nostri eroi!! Riusciranno gli spasimanti nell'intento o saranno prontamente friendzonati?
Sera pianterà in fronte a qualcuno il noto due di picche elfico? Ian si convincerà ad uscire con una nota bionda della serie (miracolosamente non ancora caduta in un burrone... cosa assai frequente in Dragonero) perché ama le persone che amano gli animali? Gmor riuscirà a resistere a dei muscoli femminili, peraltro più grossi dei suoi, perché in fondo sono "altri muscoli" da guardare, come quelli di Ian? Ma soprattutto riuscirà lo scout Russel a ottenere la spilleta del "soccorso agli anziani" aiutando il signor Fredrikson a raggiungere le cascate Arcobaleno con la casa volante sospinta dai palloncini?
Eccoci a un nuovo arrembante numero di Dragonero!
E siamo già a due anni di programmazione!!! Yeeeeeeh!!!Certo i ritardi di pubblicazione rimangono biblici e già il numero nuovo incombe, un numero nel quale un'amica del passato riemerge per rendere noto a Ian una recente questione inerente il copyright... qualcuno pensa che assomigli a uno stregone...
Cucù! Chi è nato prima?
Ma passiamo oltre per il momento, che già pubblicare un post è complicato, figurarsi due insieme (cosa peraltro appena fatta con gli ultimi numeri di Dragonero, ma tiriamo, di nuovo, avanti).
Per celebrare l'evento di due anni della nostra critica cretina a questo fumetto fantasy, ecco un numero con non una, non due ma bensì tre storie autonome, atte a esplorare alcuni personaggi solo formalmente secondari del vasto mondo di Enoch e Vietti. E parliamo in questo caso di storie che riguardano tre dei tanto amati scout imperiali "minori" più amati. Tutti in qualche modo coinvolti con i nostri eroi, per l'appunto, in questioni che sembrano decisamente sentimentali. Quindi un numero dedicato al mood of love.

Almeno così io l'ho capita.
Per certi versi tutta la questione mi rievoca in una strana fantasia il docu-serial di MTV Ginnaste - Vite Parallele. Quello che ho davvero capito da quella serie, oltre al fatto che quella del ginnasta è una vita dura piena di sfighe e sacrifici, costellata di allenatori con l'accento dell'est Europa, è che è un mondo popolato da ragazze mezze nude e alcune pure carine. Per motivi legali tale affermazione si riferisce unicamente alle ginnaste maggiorenni, ci specifica il nostro consulente. E quando parliamo di storie con protagoniste ragazze mezze nude e uomini muscolosi, spesso parliamo anche di racconti un fantasy. Stesse meccaniche in fondo. Se vuoi rimorchiare una ginnasta il fatto di essere anche tu un ginnasta, in qualche modo, aiuta. E credo funzioni uguale anche per i nuotatori. Solo che non hanno una propria serie tv. E tra eroi in armatura e donne in perizoma eroine in armatura è uguale. Certo non è la scoperta dell'acqua calda, il concetto si estende a tutti i tipi di relazioni che nascono in ambito professionale. Avere qualcosa in comune riesce, a volte, a far rompere il ghiaccio. Certo, non tutto il ghiaccio. Se tu vendi frigoriferi e per abbordare una collega, che vende frigoriferi pure lei, parli tutta una sera dello sviluppo della tecnologia no frost, e sai che palle... e che tristezza... insomma, non è il massimo. Poi metti che sei poco preparato, non conosci il tempo di refrigerazione e lei ti cazzia, ti vede come un perdente e ti rovescia in faccia un cocktail...Una serata da dimenticare. Con atleti, nuotatori e guerrieri medioevali dovrebbe essere più semplice, basta meno.
Metti una relazione tra atleti, che nasce tipo tra le inquadrature di Ginnaste - Vite Parallele. Ma solo tra maggiorenni. Un atleta uomo, invece del collega venditore di frigo, oltre ad avere di base un fisico potenzialmente più interessante,  puoi esordire dicendo: "Guarda, ieri alle parallele mi sono fatto uno sbrego sul fianco lungo così..". E se c'è chimica o una possibile e futura reazione chimica in fieri, l'atleta donna può dire: "Dai, fammi vedere", magari muovendo la linguetta tra le labbra con espressione porca. E allora entrambi iniziano a spogliarsi esibendo come medaglie le botte subite (un po' quello che i vecchietti ricordano succedesse in Indiana Jones e Arma Letale). Con la storia del No frost l'abbordaggio viene indubbiamente più lungo. Dalle cicatrici si arriva in un secondo a un turbine di sesso acrobatico, favorito dalle competenze ginniche. Certo, una scena così non l'ho mai vista su Ginnaste - vite parallele, non so se MTV potrebbe trasmetterla (non credo) ma devo ammettere che diverse puntate le ho perse (e su Mtv ci sono trasmesse cose che voi umani non potreste mai immaginarvi). Ma il feeling tra atleti, anche in virtù di un certo cameratismo che pervade la vita di queste persone, è evidente, l'affetto nasce spontaneamente per chi "soffre e si impegna con te".
Ecco, per me gli scout imperiali devono vivere qualcosa di simile. Basta l'approccio giusto, immediato, niente storia del no frost. Poi è tutta discesa. Ma una miccia comunque serve, tipo la storia della botta mentre si facevano le parallele. Certo che nel mondo narrativo di Dragonero le logiche di inter-relazione, sono diverse. Parliamo di una terra in cui devi sempre guardare il cielo temendo che una viverna debba espletare in volo i suoi bisogni corporali. Le tecniche di abbordaggio devono in qualche modo essere declinate al contesto. E questo numero 24 fornisce un piccolo vademecum. La fiera risposta di Vietti a Ginnaste: Vite Parallele.
Ma allora come funziona tra scout imperiali?
Certo intonare come le Lanterne Verdi "...diverso è il viaggio, uguale il cuore" aiuta di base, magari nelle situazioni più etiliche è sufficiente (Ian lo ha già dimostrato in passato con Briana pertanto... ricordate il numero?), ma quei matti degli scout sono in grado di robine più complesse e i tre racconti di questo albo illustrano tre spunti interessanti di approccio. Con la premessa che un minimo di attrazione reciproca sia sempre presente-pre-esistente ecc.ecc.  
Partiamo con l' analisi da quello che sarebbe per noi l'approccio più comune, (roba da film di Moccia o alle brutte da Scream di Wes Craven...) per poi apprezzare la "variant" degli scout imperiali.
1) Come abbordare una secchiona timida con obbligo del coprifuoco
Le brave ragazze hanno un fascino speciale, sono timide, spesso generose, altruiste e se va bene gnocche. Potrebbero non avere piercing alla lingua, ma non è un problema. Purtroppo spesso sono inaccessibili a causa della ultra-vigilanza dei genitori, i fabbri della loro cintura di castità,  per i quali voi (maschi predatori sessuali) siete il principale ostacolo per la carriera universitaria della pargola. A volte la vita stessa è il principale ostacolo alla carriera universitaria della pargola, al punto che i genitori creano una coltre di fantomatici pericoli atti ad impedire il distoglimento dallo studio, nel caso la bimba si allontani dalla retta via.

Il piano d'azione è in questo caso tosto, tripartito:
a) con l'adeguata intelligence (magari chiedendo a un'amica) accertarsi che i genitori non siano in loco per la vitale ronda atta a preservare il futuro universitario della pargola. Solo allora mettersi in comunicazione con la stessa. Il piano non è realizzabile senza questa premessa. Certo ai tempi odierni si può bypassare tutto grazie alla tecnologia, ma negli anni '80 stavamo ancora nel medioevo e non era per niente facile. Telefoni a gettoni, vicini impiccioni, amiche di lei possessive. Era un incubo kafkiano...
b) fare presa sul suo amore per lo studio unito alle sue doti di generosità e altruismo. La ragazza non si distoglierà mai dai libri a meno che non le si chieda di darci una mano con lo studio o con il lavoro, facendo leva sulla sua superiore competenza in materia. Lei magari potrebbe sbolognarvi con degli appunti da fotocopiare e allora bisognerà aggrapparsi a cose strampalate per assicurarsi la sua presenza continuativa, magari il fatto di essere stati momentaneamente accecati da una granata... Sì, non funziona sempre; utile sarebbe dire che è questione di vita o di morte, che se va male quel momento, in cui solo lei potrebbe aiutarvi, si potrebbe essere costretti a emigrare all'estero per diventare lavapiatti in Bolivia. Insomma, fare più pena di un cucciolo di gattino sotto la pioggia battente.
c) dimostratele che siete un tipo affidabile. Questo è vitale per garantire alla ragazza che voi non siete "il male" e può aprirsi a voi. Nel 99% dei casi basta dimostrare alla ragazza che la state ascoltando, con interesse e siete in grado di capire al volo i suoi discorsi. Lo so non è facile, provate almeno a non guardare unicamente le notifiche di whatsup per sei secondi. Lo apprezzerà. Sarebbe ad uopo utile conoscere bene, molto bene, l'argomento per il quale si chiede aiuto, ma è ugualmente vitale non svelare la cosa se non alla fine, come segno che avete capito così bene la sua lezione da riuscire a vivere senza più il suo aiuto. Siete al suo livello, competenti, alla pari, quando mezz'ora prima sembravate dei sub-umani. L'ideale sarebbe riuscire eroicamente a risolvere problemi che lei stessa non saprebbe affrontare, ma senza strafare, lei deve sentirsi necessaria.
Risultato tipico: è un approccio tortuoso, complesso e dall'esito pratico a volte davvero scarso. Non è automatico che l'altruismo femminile si converta in amore grazie al cosiddetto "complesso della crocerossina". Il rischio è cadere nel limbo della friendzone in eterno, con successivi atti di approccio visti come immotivata pazzia temporanea.
La versione del mondo di Dragonero: E' quello che succede nella storia iniziale, Attraverso l'Erondar. Il seduttore è l'elfo Ewyan. La vittima la povera elfetta Sera. Il punto a) si realizza  facile, l'approccio avviene in un momento in cui i genitori di Sera sono in missione. Se mamma Gmor lo sapesse!! Il pretesto altruistico di cui al punto b) fa presa sul fatto che Sera sia una esperta di botanica e robe agresti varie, e che quindi la sua presenza sia indispensabile per risolvere una questione impellente di Ewyan , che c'entra con l'onore della sua famiglia e parenti morti allegati, che ha a che fare con la botanica e robe agresti varie. L'incompetenza (velata) sulla materia da parte di Ewyan si manifesta nel fatto che sottovaluta la presenza di una minaccia che un esperto di  botanica e robe agresti varie troverebbe tipo mortale non sapere. Una minaccia che però, secondo il punto c) potrebbe/dovrebbe (per il grado di preparazione occulto) essere affrontabile, con gioia e riconoscenza della crocerossina-supplente-assistente elfetta. Come andrà a finire? Sarà raggiunto lo scopo finale? Di sicuro un approccio molto intellettuale, decisamente elfico...
2) Usa il suo amore per gli animali per avvicinarlo.
Se amate gli animali, potreste un giorno arrivare perfino ad amare i loro padroni. E' qualcosa di scientificamente provato. Avere un cucciolone, o anche solo giocherellare con il cucciolone di una amica, dimostra automaticamente di essere una persona in grado di provare sentimenti puri, con la voglia di accudire creature per natura più deboli e indifese. Potreste essere un ottimo padre, oltre che un compagno disposto a uscire alle otto e mezza di sera per andare al super a comprare il ciappi, è una questione di istinto primordiale.

Il piano d'azione qui è ancora più semplice. Certo, occorre avere un cane e che sia spaventosamente addestrato. E avere a disposizione una vittima che li ami alla follia. Dopo di che "basta" fare in modo che sia il cucciolotto ad affezionarsi all'obiettivo e per fare ciò è necessario tenere il cucciolo sempre presente durante gli incontri, mettendolo al centro di tutti o quasi i dialoghi. I cuccioli sono un ottimo argomento di conversazione, incredibili se si vuole cambiare l'argomento di una conversazione loffia. Se poi il cucciolotto vorrà giocare con il frisbee tirato dal vostro obiettivo, l'approccio è fatto. Ed è come se un figlio riconoscesse il padre naufrago da vent'anni, la famiglia è riunita. E potrete pure dire alla vostra preda: "Che bravo che sei!! Di solito lui non fa amicizia con nessuno!!". E sarà ovviamente una balla, ma lui avrà già gli occhi a cuore.
Risultato tipico: dipende tutto da quanto le persone amino più gli animali... rispetto alle altre persone. Se il possibile partner si dilungherà a parlare della regolarità della popò del vostro cane piuttosto che interessarsi dei problemi ai freni della vostra auto, più volte ampiamente segnalati, non c'è da stare troppo allegri. Se poi siete allergici al pelo è decisamente un approccio complicato.
La versione del mondo di Dragonero: E' quello che succede nella storia di mezzo, Il racconto di Briana. Il cucciolo è di fatto una lupacchiotta, non è un cane da compagnia, siamo in un fantasy, è piuttosto una cazzuta war-dog. Per avere l'effetto "gioco del frisbee" con una war-dog bisogna che l'animale si attivi per una missione eroica volta a salvare la sua padrona. L'ideale sarebbe farsi rapire da un mostriciattolo di infimo livello e mandare la cagnolona ad avvisare il collega scout più interessante. Si passa dal frisbee alla mini-quest, in senso dungeonsanddragonesco. Come andrà a finire?
3) L'approccio da palestra classico: la sfida fisica
L'esercizio fisico tiene in forma e permette di riempire i pettorali di goccioline luccicanti alla Twilight. L'esercizio condiviso, tipo fare una corsa al tapis roulant vicino a una persona dell'altro sesso interessante, è una sfida contro se stessi e un test attitudinale sulle capacità del possibile partner.

Piano d'azione: ore e ore di sudore vicini vicini... poi chiedi se vuole venire a prendere un beverone al distributore automatico. C'è chi propone pure il pastone anabolizzante personale, che ha amalgamato mesi e mesi come un sapiente monaco tibetano, ma qui entriamo nel feticismo.
Risultato tipico: se c'è testosterone alle stelle il contesto aiuta tantissimo, ma i muscoli sono spesso un piacere puramente edonistico e può capitare che il partner più che guardare voi, attraverso lo specchio davanti ai tapis roulant stia guardando solo se stesso. O abbia gusti diversi. Può sempre nascere, ovviamente, una bellissima amicizia.
La versione del mondo di Dragonero: Avviene nella terza storia. E non c'è niente di più facile da "convertire". Due guerrieri che aprono crani di mostriciattoli nella sfida a chi ne impasta di più. La barbara bodybuilder Yannah, attraverso il solito subdolo escamotage della mini-quest, coinvolge Gmor in un giochino del genere, con annesso viaggio lungo per permettere prima dello scontro di affusolarsi vicino sotto un falò (sotto tecnica già utilizzata nel primo racconto dall'elfo mandrillo). Come andrà a finire?
Ok, fine del cazzeggio.
Gli episodi narrati in questo albo, con i quali abbiamo scherzato come sempre, sono per me di importanza fondamentale per la saga fantasy Bonelli. Poche pennellate e passiamo da foreste maledette a umidi bassifondi, da fuochi del bivacco a caverne che rivelano ignoti mondi sotterranei. Mi ricorda una cosa che mi piace tantissimo in One Piece, delle tavole a inizio capitolo che fanno vedere "che fine hanno fatto" i personaggi non coinvolti nella trama principale. Danno la prova che anche le trame secondarie continuano, si evolvono e possono intersecarsi. Magari in un modo meno complicato di come accade nel Trono di Spade. La storia "breve" non è pertanto una novità sulla testata, ma anzi una consuetudine da me molto apprezzata, che per scansione di pagine avvicina tantissimo questi racconti autonomi al formato tipico e al linguaggio dei comics americani. Un formato che permette peraltro di non tirare troppo per le lunghe degli avvenimenti, con il solo scopo di arrivare alle cento pagine dell'albo bonelliano classico. Da d'altronde Dragonero ha sempre goduto di una straordinaria autonomia circa il numero delle tavole che compongono la narrazione delle sue saghe, aspetto che per me dona particolare freschezza alla serie.
Andando sullo specifico dei racconti, il Vietti in versione Moccia l'ho trovato alquanto divertente.
Il primo racconto funziona molto bene, al di là della quest abbastanza lineare, per le ottime dinamiche che si instaurano tra i personaggi. Mi è piaciuta un sacco la "traumatizzatissima" Sera, molto buffa e con le prime crisi sentimentali. Ewyan un ragazzaccio con la faccia da schiaffi, e infatti se ne approfitta. L'alchimia c'è, è palpabile e dona un nuovo spessore ai personaggi, conferendo a Sera una ingenuità adorabile, anche grazie ai bellissimi disegni di Giuseppe De Luca. Sera che arrossisce, tiene il broncio, si indispettisce, piange e salta i pasti. Non la avevamo mai vista in così poche vignette in un tale caleidoscopio emotivo, è la vera punta di interesse di tutto il racconto, splendidamente resa da disegni curati, morbidi e gentili nel descrivere il suo fisico ancora acerbo, di bambina non ancora donna. Davvero belli i paesaggi, ormai quasi un marchio di fabbrica della collana, sempre curati e carichi di dettagli. Ben riuscito il "mostro del racconto", bella la rappresentazione e convincente la sua dinamica di attacco grazie ad una perfetta sequenzialità delle vignette. Un bel racconto.
Il secondo racconto vive molto di atmosfera, facendo parlare i paesaggi e le scene d'azione allestiti dalle matite di Marcello Mangiantini. Vietti è qui per lo più silente, si limita a guidare con mano esperta la matita di questo ottimo disegnatore. Il suo stile è visivamente interessante. La tavola è carica di chiaroscuri che ampliano la tridimensionalità degli ambienti. Poche onomatopee a spezzare, ritmare, il silenzio di tavole mute dall'aria sognante quanto austera. Un tratto dinamico nel costruire una continua azione roccambolesca e un cattivo carismatico (meno carismatico senza maschera..), sovrumano, tutto di nero vestito ed anche un po' inquietante che prima annichilisce l'eroe e solo dopo, per la prima volta, parla. E dice: "Guardami". E questo scatena quasi un cortocircuito. Come se davvero non servissero altre parole per rendere onore a questo sontuoso racconto a immagini. Basta il dato visivo.  I più giovani magari "leggeranno" questo racconto come una sequenza visiva  tratta da un gioco di ruolo oscuro e difficile come Dark Souls. Davvero notevole. Briana ci viene presentata in un modo inedito, è più minuta e indifesa (anche per esigenze di trama), lontana dalla predatrice che ricordavamo. Il suo personaggio assume quindi nuove sfaccettature.
Il terzo racconto è quello che risente del numero più risicato di pagine, ma riesce ugualmente a dare lustro al particolarissimo, plastico, stile visivo di Gianluca Gugliotta. Un tratto unico, riconoscibile, perfetto per racconti horror quanto dark fantasy. I suoi personaggi sono acuminati quanto le armi che imbracciano. Ma acuminato è anche il mondo dove si muovono, tanto è rinchiuso in figure geometriche ardite, vertiginose, opprimenti. I suoi paesaggi riescono davvero a trasmettere il freddo, inumano, che pervade un mondo di solo ghiaccio. Yannah è un guerriero ma possiede una sua femminilità, nonostante un corpo traboccante di muscoli e cicatrici, nonostante scene di lotta che la vedono, con un volto da belva famelica come Hulk, all'attacco mentre brandisce la sua scure. Ma la Yannah più dolce la può scorgere solo chi riesce ad andare oltre all'apparenza. Gugliotta riesce in pieno a far emergere questa ambivalenza, la sua eroina ha un corpo e un volto irregolari, pieni di difetti e tratti mascolini. E in combattimento è una macchina di morte inarrestabile, credibile più di mille cosplayer di ragazzine con spada del 99% degli anime giapponesi. Ma grazie al modo in cui la inquadra in alcuni frangenti, grazie al modo in cui riesce a leggerne il volto da certe angolature, si scopre il vero volto dell'eroina. Insomma, il fascino cazzuto della Sarah Connor originale.
Questo viaggio attraverso l'Erondàr ci è decisamente piaciuto.
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lunedì 8 giugno 2015

Cub - piccole prede - la nostra recensione del film che non vedrete mai pubblicizzato su "Mondo Scout"


Sam (Maurice Luijten, che pare River Phoenix da piccolo ed è un giovane attore straordinario) è un bambino problematico che a causa dell'atroce nonnismo che perversa nel suo gruppetto scout non può che diventare ancora più borderline. Gli amabili lupetti sono pronti per una nuova esaltante avventura campestre. Siccome il posto prenotato per le tende è occupato da due bulletti locali e la polizia locale è decisamente demotivata e sovrappeso, il luogo della gita si sposta di un paio di chilometri, in un luogo abbandonato, tetrissimo, di poco vicino a una fabbrica abbandonata dove la gente per la crisi si è impiccata agli alberi. Per non spaventare i bambini, il gruppo dei capi vuole tenere celato il fatto che tale posto sia stato luogo di follia e morte. I capi preferiscono traumatizzare i bambini con una più classica storiella a base di uomini lupo, che possa sfociare in una divertente e pericolosissima caccia al tesoro notturna in un posto ignoto e pericoloso (spero che queste cose non le facciano davvero nella realtà o prima o poi ci scappa davvero la tragedia). Classico umorismo scout. Così si piantano le tende e nel classico stile "da caserma" assistiamo a innominabili atti di sopruso nei confronti degli elementi più deboli del gruppo. Perché hanno gli occhiali, perché sono orfani. Stranamente non "perché sono grassi", una conquista della civiltà belga? Ma forse questa omissione deriva dal fatto che i grassi della pellicola sono macchine da guerra per la pulizia etnica, una specie di vigilanza armata per il gruppo degli stronzi alpha. Sapete? La classica stronzaggine che rende unito un gruppo alpha. Di qualsiasi matrice politica o religiosa. Mai come in questo caso il termine "lupetti" si addice a dei piccoli animaletti bastardi. E se i lupetti-capo sono così ben educati (cioè violenti e bastardi) da essere pronti a fare un ingresso trionfante nella criminalità organizzata, apriti cielo sugli accompagnatori pseudo-adulti. Un volenteroso ma totalmente ottuso Papa-Boy che fa eterni pistolotti morali ma di fatto non ascolta effettivamente le persone con cui parla. Un sociopatico bullo che aizza il gruppo e il suo cane contro i bambini "più deboli" e fa scorribande sessuali nel capo. Una squinzia addetta alla cucina che è tanto umana e carina, ma che sostanzialmente non salva nessuno dal "branco" e fa perpetrare l'omertà generale su vicende decisamente gravi.
Cosa può andare davvero male in questa gita?
Forse il fatto che nella foresta ci sono dei pericoli reali quanto mortali. E l'unico che potrebbe salvare la situazione è proprio Sam. Peccato siano tutti intenti nell'umiliarlo e picchiarlo, non trovando il tempo materiale per stare realmente ad ascoltarlo.
Dal Belgio arriva Jonas Govaerts, un regista che ha all'attivo dei corti e alcune serie tv locali, ma che ha vinto diversi premi. E questa sua prima opera per il grande schermo, Welp (e nel resto del mondo Cub , che suona come "cucciolo" o, appunto, "lupetto"), finanziata con il crowdfunging, passata di sfuggita da noi e ora in home video, ve lo diciamo subito, è una bomba. Un film perfetto, estremamente calibrato sul lato della tensione, ottimamente recitato e pure parecchio disturbante. Un film che pur prendendo una linea del tutto originale, inedita, pesca a piene mani nella tradizione dei migliori film horror di sempre. E pesca anche dalle nostre parti, ai tempi in cui facevamo pure in Italia qualcosa di bello.


Ci sono riferimenti/omaggi alla migliore produzione "sui giovani" di Dario Argento e alle relative sonorità dei Goblin (per capire ciò che intendo basta ascoltare la suoneria del poliziotto... piangerete contenti), suggestioni da Bava (ci metto Il nascondiglio per il discorso della comunicazione tra due "mondi") e Fulci (e naturalmente non possiamo non citare i bambini cattivi di Non si sevizia un paperino), amorevoli occhietti strizzati verso Raimi (pure un duello nel pozzo alla Army of darkness), genuflessioni a Hooper e ai suoi redneck cannibali, nonché alla saga (camperistica, oppure camperista? E quindi pure scoutistica per eccellenza) di Venerdì 13. Ma pure una punta de Le colline hanno gli occhi di Craven. Tanta roba quindi, ma ben integrata, che ci fa voler bene Jonas Govaerts oltre al dato di fatto che è un bravo regista, davvero originale nella messa in scena.
Per me le saghe di Non aprite quella porta e Venerdì 13, magari per un prequel che sia davvero valido, dovrebbero guardare con attenzione a questo Cub e alla costruzione dei suoi personaggi. E magari scritturare pure il suo regista. Si potrebbe così evitare di richiamare Nispel... Perché sebbene quello di Cub appaia superficialmente come una versione in miniatura, con protagonisti bambini, di questi classici horror, l'approccio è anni luce più maturo, soprattutto nella scrittura "realistica" dei personaggi e nella plausibilità dell'intreccio. Ci sono anche qui le scene pruriginose tipiche delle scorribande di Jason, cattivi ragazzi che vengono puniti per la loro condotta e colpi bassi assestati anche a quelli che dovrebbero essere "i buoni" , ma il tutto è ben integrato, funzionale alla trama e, soprattutto, "logico".
Ne esce decisamente male il mondo dello scoutismo. Se succedessero nel mondo reale la metà della metà delle situazioni inerenti al nonnismo che accadono in questo film, l'intera baracca sarebbe da smantellare e bruciare. E si può quasi dire che le figure oscure che si muovono nel bosco, emblema del volto più primitivo dell'umanità, siano quasi da preferire alla follia gerarchizzata che domina il campetto. Formicaio di omuncoli che cantano canzoncine su lealtà, amicizia, bontà e fede nella gloria del Signore davanti al fuoco, per poi manifestare l'odio per i diversi e picchiare nelle tende, all'ombra del falò notturno, gli elementi del gruppo più deboli e indifesi. Almeno la giungla è meno ipocrita.
Questo Cub è una autentica sorpresa, ve lo consiglio senza remore, ne vale la pena.
Se poi vi stanno antipatici gli scout... diviene il film della vita...
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domenica 7 giugno 2015

Collana "Le storie": Ex Tenebris - storia di Di Gregorio; disegni di Possenti

 
 
Medioevo. Roba stile Nome della Rosa. Frate Raimondo è appartiene ad un misterioso ordine di monaci del deserto, specializzato nella caccia ai demoni. Le creature delle tenebre spesso si annidano nei luoghi più impensabili, spesso all'ombra degli edifici eretti in nome del Signore,  e il nostro eroe, seguito dal suo personale giovane assistente, è specializzato nello scovarli tra le pagine dei libri. La sua nuova meta è l'abazia di Hildesheim, nella bassa Sassonia, luogo dove si trova una florida, immensa biblioteca. Il suo arrivo crea subitaneo trambusto e sinistre figure iniziano ad aggirarsi tra gli scaffali e i tavoli da lavoro degli amanuensi. E il male sembra diventare sempre più forte mentre il frate disperatamente cerca di eliminarlo con i suoi pochi mezzi. Sarà sconfitto il demonio che si annida ad Hildeshein ?
Monaci barbuti, tavoli polverosi, complessi edifici stra-carichi di colonne ed affreschi, un terrore maledetto per tutto quello che è malefico o può essere peccaminoso. Un calderone dove ragione e paura si confondono, dove la religione accusa tutto quanto le è differente di eresia. Il modello, le pagine del capolavoro di Eco, è puntualmente omaggiato, riverito e riletto in un modo più orrorifico, pratico all'apparenza ma centrato in pieno nella suggestione, dalla penna di Di Gregorio. Non ci sono le dispute filosofiche, l'aflato malsano dei borghi degradati da malattia e ignoranza (soprattutto della versione cinematografica del Nome della Rosa, il libro è invece qualcosa di fuori da ogni schema, assolutamente da leggere se non lo avete ancora fatto), manca la lussuria e la pazzia dell'inquisizione ma l'atmosfera dei monasteri ugualmente è presente, severa, oscura ed insidiosa,  propria dei luoghi che dovrebbero essere la culla del sapere.E non c'è solo atmosfera, Di Gregorio fa qualcosa di davvero spericolato, controcorrente e forse autolesionista. Quante guerre sono state ispirate da libri? Quanti regimi hanno provveduto alla distruzione di libri scomodi ?  Si può cambiare la storia strappando delle pagine, ammorbidendo dei termini o tale atto è comunque inqualificabile, orrendo?
Un argomento serissimo e che sarà sempre attuale, fin quando si scriverà la storia, che fa tremare i polsi e sul quale chiunque si esprima, in un modo o nell'altro, spesso potrebbe sbagliare. Di Gregorio sceglie magistralmente una via narrativa duplice, con un intreccio che può essere a piacimento letto tanto dal punto di vista mistico che realistico. E pertanto vi invito alla doppia lettura, perchè il secondo giro ha sorpreso (parecchio) anche me in fondo, mi ha permesso di girare tutto il senso del racconto, tifare e comprendere le ragioni di un altro personaggio della vicenda, facendomi apprezzare sfumature nuove. Gli interpreti della vicenda sono tutti doppi, tutti in un certo verso cattivi, egocentrici quanto folli. Una costruzione narrativa interessante. 
 
 
Possenti, già alle matite di San Michele, miniserie delle Star Comics, è un esperto disegnatore di atmosfere medioevali, quasi magiche. Mi è piaciuto molto il suo Nicolas, l'assistente di Frate Raimondo, con l'aria furbina e la fisionomia similare ad un giovane Dylan Dog. Il disegnatore sembra davvero a suo agio nella descrizione di intricate geometrie gotiche, sorprendenti dedali visivi ( nella mia top, la prima vignetta pag.27, prima pag.30, pag.43, pag.47, terza pagina 68), e ama giocare sui tratti grotteschi per caratterizzare i suoi personaggi. Sono quasi tutti barbuti, ma tutti con diversa rappresentazione e dettagli anatomici accentuati(c'ho trovato anche un omaggio a Magnus (pag.39).  Belli sono anche i demoni, possenti e selvagge creature che sembrano uscite da un fantasy. Tuttavia il suo tratto, così interessante, a volte, e (mannaggia)soprattutto nelle scene d'azione con protagonisti i demoni, diviene poco intelleggibile. Principale imputato per me il bianco e nero e la stampa classica bonelliana, che giocoforza va ad appiattire, attenuare o far del tutto scomparire molti dettagli che a matita sono invece evidenti.  L'immagine è, pur in pochi frangenti, di così complicata lettura che occorre strabuzzare gli occhi per riuscire, in una selva di dati visivi, a distinguere i fondali dagli oggetti e dai personaggi ( vedi terza vignetta pag.7, ultima pag.10, prima e terza vignetta pag.12, quarta pag.51,  ). Niente di davvero grave, comunque, laddove una lettura sequenziale veloce dei disegni permette nel 98% dei casi si riesce a capire alla perfezione ciò che succede. Ma, lo ripeto, imputo questo probelma soprattutto alla stampa. Perchè le tavole di questo Ex tenebris scannerizzate on-line mi hanno dato una sensazione decisamente migliore in questi frangenti critici. Ce lo vedrei benissimo Possenti su dei volumoni di BD ( le pagine da 110 a 114 sono fenomenali, magnifiche), magari a colori ( e dove il tratto della matita risalta di più che nella stampa economica), dove potrebbe davvero far esplodere il suo talento certosino in tavole che possano strabordare di dettagli.
Un numero interessante, strano per molti aspetti tanto narrativi e visivi. la dimostrazione delle molte anime di questa sempre curiosa ma sempre attesa collana antologica Bonelli.
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sabato 6 giugno 2015

San Andreas - la nostra recensione



La Storia senza spoiler: Rock guida elicotteri e ha la famiglia disastrata per colpa di Mr. Fantastic. Succede un mega-terremoto e lui dovrà salvare moglie e figlia che stanno nei due poli opposti della faglia di San Andreas, cioè Los Angeles e San Francisco (o almeno è così che ci racconta il film). Il resto è tutto roba che esplode, si rompe crollando o viene allagata. Per due ore. 
Storia, con micro-spoiler da trailer "lungo": La faglia di San Andrea è a rischio disastro imminente. Roba di placche. Ricordatevi di lavarvi sempre i denti per non finire nello stesso modo!! Lo scienziato interpretato da Paul Giamatti lo sa bene da tempo (non è vero, è un pallone gonfiato e lo ha scoperto giusto sei minuti prima che accada, ma si bulla uguale), ma nessuno se lo fila (anche perché non c'era il tempo materiale per filarselo!! Giamatti egocentrico mitomane...) e il disastro dei disastri sta per incominciare da qui a pochi secondi. Ma a salvare tutto e tutti c'è The Rock l'elicotterista dal grande casco (giuro, ha una testa enorme e un casco da pilota ancora più enorme; non so come faccia a stare il suo capoccione su un elicottero. Probabilmente hanno costruito un elicottero grande come l'arca di Noe... potenza degli effetti speciali), uno con 600 missioni di salvataggio alle spalle, uno che ha fatto pure i numeri da cavalleria del cielo in una guerra non precisata, uno che riesce a buttare l'elicottero tra le rocce aguzze delle montagne, inclinato di lato, mentre sorride bullo!! Wow!! Uno che salverà sicuramente il mondo!!! Il nostro eroe definitivo! Ma che ad inizio film si limita a salvare la vita a una ragazzina finita in un burrone a strapiombo. Una psicopatica che guidava fino ad un secondo prima con il cellulare acceso e zero interesse per la strada, mettendo a rischio della vita, nel giro di pochissimi secondi, persone innocenti in ben due possibili e gravissimi incidenti mortali consecutivi. Oltre ad avere gli airbag più efficaci del mondo, roba che sei sano dopo una caduta di duecento metri dentro una scatola di metallo, gli arriva pure The Rock che fa i numeri circensi per salvarla, conciando l'elicottero da rottamare. E così una pericolosissima criminale stradale è salva.
Bravo The Rock!! Hai appena salvato una potenziale genocida!!
Ma Rock ce l'ha fatta, ha salvato una vita e ogni vita salvata serve a compensare un certo trauma che sarà poi oggetto di tutto il resto del film, un trauma che lo ha reso un gigante samoano triste e ha buttato all'aria il suo matrimonio. La moglie, Carla Gugino, lo molla per un palazzinaro stronzo, interpretato da un attore cane, e lascia casa dopo dieci minuti di film. E sembra pronta a lasciare la Rock-maison losangelina, diretta a San Francisco, pure la figlia, Alexandra Daddario, una gnocca da paura paura, con occhi che non vi dico e curve che non vi immaginate e dovete vedere in True Detective, dove si esibisce nei primi episodi in una interpretazione alla Kate Winslet da panico (aka nudità..), quando qualche santo deciderà che è ora di portarcelo in home video pure in Italia. Ma sto sviando. Arriva il megaterremoto!!!! BRRRROOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM e BRABRRRROOOOOOOOOOOOOM!!!!
Tutto trema, i palazzi si frantumano, pare di stare al baretto della scuola quando arriva l'ora della ricreazione (amarcord personale). Nel mentre la ex moglie di The Rock è ancora a Los Angeles, in un ristorante di quelli stronzi, con 40 dollari di coperto, sulla cima di un palazzo. Con Kylie Minogue! Giuro!!  Rock naturalmente è in volo con l'elicottero, la roccia non si piega, The Rock è l'unica pietra in migliaia di chilometri che non trema. Perché The Rock è una roccia che non ha paura!!! Roccia Volante potrebbe salvare vite, tante, magari la vita a qualcuno che non sia un pericolo per la società, per una volta, ma sente la moglie al cellulare, le dice di salire sul tetto e si fionda a salvarla personalmente. Fanculo al resto del mondo a cui un elicottero, spazioso tanto da contenere The Rock con un casco gigante,  magari gli farebbe comodo.
Rock!!! Rock!!! C'è "laggente chemmuore"!!! Dove cacchio sei con l'elicottero??Ma lo sai che c'è Kylie Minogue in città? Salva almeno Kylie Minogue!!!
E tutto fa BBBBBBRRRROOOOOOOOOOMMMM !!! e BRRA BRA BROOOM BRAAAAAAKKAAABRABRUM!!!!!, seguito da AAAAAHHHH, OH MIO DIO!!! NOOOOOOO!!!
Che poi è quello che succede quando sono finiti i panini al baretto della scuola quando è ricreazione. Sistema in poco la prima pratica (non spoiler). Nel mentre Giamatti, sotto un tavolo, si bulla che sapeva tutto e fa facce serissime mentre guida un mini esercito di fintissimi nerd tatuati pseudo-sismologi che guardano dati a caso e fanno pure loro la faccia brutta.
Ci spostiamo ora a San Francisco, dove la figlia di The Rock, che si è vestita dopo la clamorosa scena in bikini di inizio pellicola, (un quasi-premi Kate Winslet... ) cade vittima del corteggiamento di un odioso-orribile bambino inglese di dieci anni, un diavolo che vuole farla sposare con il fratello più grande e imbranato. Una coppia di attori così inutili e superficiali che non mi appunto manco i nomi. Roba che i bambini di Jurassic Park potrebbero essere a confronto pure "simpatici". Infesteranno tutto il resto della pellicola con faccette da bambini imbarazzati e piangenti. E sapete come va in questi film drammatici, quando si tratta di bambini... Mentre stiamo considerando l'idea di abbandonare la sala per non vedere mai più l'inglesino rompicazzo, arriva anche lì a San Francisco, che sta all'altra estremità della faglia, il megaterremoto. Giamatti si bulla sotto il tavolo in un altro grande momento da preveggente di 'sta fava. Il nuovo ganzo della moglie di The Rock (quell'attoraccio che ha fatto Mr Fantastic nelle passate brutte pellicole dei Fantastici Quattro di Story, che pure qui è un bel cane a recitare; anche di lui non trascrivo il nome, fa tipo Iun Gruffgruff... e faceva il ruolo dello stronzo pure in Sanctuary... e recitava male anche lì...) mentre tutto trema recupera la figlia di The Rock, tentano la fuga in macchina ma crolla tutto, la ragazza rimane in auto con dei detriti che le bloccano le gambe e il palazzinaro stronzo dopo essere per un momento andato a cercare aiuto decide di fuggire senza salvarla. E allora i due bambini inglesi di cui sopra andranno in aiuto mentre la bimba chiama al telefono il papi.
Rock che cacchio ci fai a San Francisco?? Il tuo piano ferie prevedeva Santa Marinella a luglio!!!E non puoi andare in giro con l'elicottero aziendale!!!!
E il papi, elicotterista con 600 missioni, reduce, e bla bla bla, eroe di 'sta fava va con l'elicottero e presumo un carico infinito di benzina dritto a San Francisco per salvare la figlia, totalmente sbattendosene dei suoi doveri di "tizio con l'elicottero che salva la gente per professione". Viva la famiglia ricostruita nei disastri ambientali! E a morte i palazzinari, che sono tutti rovina-famiglie, vigliacchi, stronzi e cattivi.
Così The Rock si butterà nel caos vero del mega terremoto lato-B con il suo elicottero e poi con una ampia serie di mezzi secondari degni di Action Man (volevo dire Big Jim, ma non so in quanti se lo ricordano... io avevo quello che poteva cambiare la faccia, con cappotto marrone da maniaco!!). Il nostro eroe riuscirà a rimettere insieme nel frattempo il suo matrimonio, facendo pace/salvando la vita della moglie gnocca Carla Gugino e della figlia gnocca Alexandra Daddario?
Rock, l'attore espressivo: Doveva accadere, lo temevamo.
Eccoci davanti al film "intimista" di The Rock, quello dove il nostro gigante buono fa i conti con la prova da attore serio, tutto dialoghi e facce espressive e zero combattimenti corpo a corpo. Sembra pure per una volta non essere avvolto dallo shampoo per bambini per far brilluccicare i muscoli. Certo un paio di corsette le fa, come un paio di roba equestre, ma è solo per rilassare un momento la performance da attore consumato. Certo non è Shakespeare, semmai il film è un adattamento del cartone animato per bambini Sam L'aggiustatutto aggiornato agli anabolizzanti del disaster movie. Sapete com'è Sam, vero? Ha la voce di Luca Ward e aggiusta le cose attraverso dei veicoli colorati, salva gattini, ripara mensole. Roba così. Per quelli come noi che un po' lo speravano, la pellicola non è, anche se sarebbe stato fichissimo, la versione americana del classico dei The Jackal "Vandammo". E ce lo vedevamo benissimo The Rock a fare Vandammo... Onore e gloria in eterno ai mitici The Jackal!
Sognavamo magari pure una cosa matta e tamarra alla Fuga Da Los Angeles, dove i cataclismi sono usati in modo creativo... con tsunami atti a permettere performance con il surf. Ma purtroppo non è nemmeno così. Quello che abbiamo davanti è comunque un disaster canonico ma godibile, un po' alla Emmerich.
Certo fa ridere che un film con mega botti, di derivazione Emmerich,  sia per the Rock una specie di svolta intimista. Dietro la macchina da presa c'è Peyton, regista che ha fatto L'isola misteriosa, sempre con The Rock, una cosa che se avete più di sette anni non potete amare, pur tentandoci. Non esattamente Scorsese. Forse Peyton non ha il pedigree migliore per spremere dal wrestler samoano il massimo drammaturgico dai tempi del sopracciglio mobile di Keep Cool o del "lungo" Monologo di G.I. Joe 2 o della "mega botta recitativa The-doors-style" di Pain & Gain. Ma ci si prova. The Rock lacrima, si dispera, inveisce e fa invettive spalancando quella bocca enorme come lo stadio Meazza. Rock soffre. Sempre con un cascone in testa e un cacchio di joystick in mano. Certo noi cattivi ragazzi vediamo l'eroe con il caschetto da pilota di elicottero, un caschetto enorme, facciamo battute sul joystick e giù a ridere, come i bulli. Ma lui qui ci mette il cuore. Non possiamo non voler bene a questo gigante dallo sguardo buono.
Come in tutti i disaster movie poi, non è che la recitazione sia necessariamente elevata (anche il recente Into the storm insegna), per il resto del cast (tutti quelli che non stanno su un elicottero a piangere e parlare da soli per tutto il tempo) basta correre e urlare, quello che conta è lo show visivo, il percorso a ostacoli creato dalla furia della natura che impedisce di andare dal punto "a" al punto "b" senza qualche deviazione drammaturgica. Così la Gugino appare magari attempata ma convince, "corre in modo espressivo". La Daddario è invece qualcosa di epico, e poco importa se ha dei dialoghi assurdi, riesce con lo sguardo a travolgere lo spettatore, lo porta in paradiso con i suoi occhioni. Farà tantissima strada.
La Daddario... tifiamo per lei per il nostro nuovo premio annuario "Kate Winslet"... questa scena potrebbe non essere presente nel film ...
Come sopra detto,  è tutto un badaboom.
Ma davvero divertente, se si pone precauzionalmente sul tasto "off" il cervello. Niente alla fine di rivoluzionario, niente che non si sia già visto in pellicole di 15 anni fa, ma il colpo d'occhio arriva, i palazzi che si sgretolano danno davvero una sensazione di pericolo costante quanto di claustrofobia. Vorrei leggere un parallelismo sul fatto che per cattivo del film si veda il palazzinaro e in fondo per ricostruire il suo matrimonio The Rock deve fare lo slalom con l'elicottero tra palazzi in crollo costante. Ma forse esagero.
L'importante è che sia divertente, e questo è il bonus raggiunto.
Da vedere rigorosamente su maxi-schermo con le casse pompe. E infatti abbiamo scelto la visione in un mega-cinema, il posto adatto per godere al massimo del casino assoluto di questo film, per godere delle montagne russe emotive scaturite da un sonoro da attacco aereo.
Un ottimo film per ritornare bambini, ricordando la calca che ci stava al baretto delle medie quando all'intervallo finivano i panini.
Se fosse comparso per due minuti Godzilla, qualcuno ce lo avrebbe venduto come un film su Godzilla...
Grazie The Rock!! 600 salvataggi?? Ma Vaççççag##!!!!
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