sabato 25 maggio 2013

Le storie – vol. 7 “La pattuglia”

Storia: Accatino. Disegni: Casertano



Vietnam. La pattuglia Foxtrot 2/1 del capitano John Michael Anderson è dispersa nei dintorni di Tay Ninh, cinquanta miglia da Saigon. È scomparsa da oltre un anno, a seguito di un operazione di search'n'destroy, quand'ecco che la radio trasmette, una voce angosciata che urla: “ci stano massacrando” e fornisce le coordinate per un recupero. Il capitano Artz insieme ad una nuova pattuglia andrà sul posto. La missione non dovrebbe essere troppo difficile, sono i giorni del Tet, una festività vietnamita ed è severamente vietato uccidere. Tuttavia gli uomini di Artz si annoiano e decidono di radere al suolo un villaggio e depredarlo. Artz interviene quando è troppo tardi, punisce i colpevoli, ma sulla sua pattuglia grava una maledizione. È stato versato sangue durante il Tet, lo stesso periodo in cui è sparita un anno prima la pattuglia di Anderson. Nessuno uscirà vivo.
Nuovo appuntamento con “Le storie”, gradito ritorno ai disegni di Casertano che dopo l'eccelso numero 1, il boia di Parigi, regala un'altra sfavillante prova d'autore. Paesaggi evocativi tra incubo e realtà, personaggi dai tratti trasfigurati dalla follia con influenze degne di Sin City (magistrale la caratterizzazione di Artz e il modo in cui, di colpo, vediamo il suo “secondo profilo”), fantasmi e sangue, l'impatto visivo de “la pattuglia” è forte e a tratti sconcertante, crudo e, dove serve, anche poetico. Stupenda una tavola in cui la pattuglia si muove non tra il grano, come a prima vista appare, ma tra un numero infinito di bambini-fantasma, quasi da incorniciare. Inquietante il bambino fantasma con la “scatola”. Una prova come sempre magistrale per un grande professionista. La storia di Accatino, anche lui come Casertano scuderia Bonelli, opera prevalente Dylan Dog, muove sulla linea tracciata da film come Allucinazione Perversa (l'opera che più si avvicina e che non è citata a pagina 4 nella rubrica “Story teller”), laddove si sovrappone all'incubo reale della guerra in Vietnam anche connotazioni metafisiche degne di una autentica discesa negli inferi. La maledizione ha inoltre un sapore ineluttabile, quasi di ringhiana memoria, che rende il prodotto fresco e accattivante. Un quadro decisamente buono, ma un po'manieristico nell'insieme. La prima parte è lenta, alcuni passaggi prevedibili e (purtroppo) già visti meglio altrove. È davvero necessaria la la parte di Saigon by night se poi all'economia della storia non serve a nulla? È Casertano a “portare il lavoro a casa” fino al conflitto finale, degno di uno zombie movie, dove Accatino ritrova dei guizzi interessanti per chiudere, anche se senza “il botto” la vicenda. Un numero nell'insieme ben fatto, ottima continuazione di una serie che ci sta regalando vere e proprie perle a fumetti. 
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