lunedì 28 gennaio 2013

Berserk – L'epoca d'oro: l'uovo del re dominatore



Ritorna Berserk e la mitica Golden Age, narrate per l'occasione in una sontuosa trilogia cinematografica curata dallo studio 4°C. Come è venuto il primo film?
In un mondo fantasy medioevale, Gatsu vive come un solitario mercenario, fornendo i suoi servigi di battaglia in battaglia. Nonostante la giovane età, si fa già rispettare e temere per la sua forte determinazione, un istinto omicida-suicida che lo spinge a gettarsi a testa bassa in qualsiasi combattimento, sicuro che la sua spada avrà la meglio su ogni nemico. Il nome dell'opera deriva da questo tipo di atteggiamento, tipico dei Berserk, che storicamente erano potenti soldati nordici che sotto l'influsso di strane sostanze (un misto di red bull con degli acidi) si potenziavano, perdendo ogni controllo e memoria di quello che stavano facendo e regredendo così a uno stadio ferale. Autentici e pericolosi tornado-umani-frantuma-ossa volti alla completa distruzione di tutto e tutti, alleati compresi. Sì, quasi pericolosi quanto Chuck Norris... Se volete leggere qualcosa di simile vi consiglio l'ottimo Wolfskin di Warren Ellis (autore culto di cui mi pare qua e là di avervi già parlato, edito da Panini nella collana 100% panini comics e reperibile in fumetteria in un primo volume, con una storia in 3 parti autoconclusiva. 
Gatsu non è tanto fuori di testa comunque, è un ragazzo che combatte perché non sa fare altro, la vita non gli ha insegnato altro e sarebbe meglio finirla il prima possibile, magari però portando nella fossa un migliaio di altri sfigati come lui. Grifith lo nota, ammira il suo spirito indomito. Lo vuole fare entrare nella squadra dei Falchi, di cui è il comandante, ma Gatsu rifiuta, vuole restare un uomo libero, ha già provato ad essere uno schiavo. Solo che Grifith lo sfida a duello e Gatsu perde: da quel momento Gastu sarà “suo”. La cosa ha indubbiamente dei vantaggi, ma sono alle porte risvolti inquietanti. Il mondo si fa via via più strano, ci sono per Gatsu fenomeni che non si riescono a spiegare, come il ciondolo rosso che Grifith porta la collo...
Berserk è una delle più affascinanti saghe a fumetti fantasy di sempre. L'arco narrativo definito Golden Age o Epoca d'Oro è il cuore pulsante di tutta l'opera, il motore degli eventi, il picco massimo per fan ed esperti. Nel 1997 era già stato narrato in una serie di 24 puntate, una serie ben fatta ma che no riusciva a pieno a riprodurre l'atmosfera dell'opera su carta. Berserk nella Golden Age si svolge su sterminati campi di battaglia e ogni vignetta è piena di centinaia di dettagli e personaggi. Per rendere esattamente tale atmosfera serviva necessariamente un budget sconfinato o in alternativa un significativo upgrade tecnologico. Oggi si può fare e Studio 4°C, autore di questa opera, utilizza una tecnica non dissimile da quella utilizzata dal Signore degli Anelli di Peter Jackson: attraverso potenti elaboratori vengono ricreate migliaia e migliaia di comparse digitali. 
La colorazione delle suddette avviene in cell-shading, tecnica che conferisce all'animazione tridimensionale delle qualità similari a un cartone animato disegnato a mano e si utilizza la stessa tecnica anche per animare tutto il resto del mondo di Berserk, dai paesaggi ai protagonisti, alternando sapientemente l'uso della computer grafica alla tradizionale animazione bidimensionale laddove si necessita di una maggiore espressività “recitativa”. Anche la colorazione avviene digitalmente, utilizzando una gamma di colori molto vasta e sbrilluccicosa. Un gioiello visivo che a colpo d'occhio risulta quasi disarmante, non sembra neanche di vedere un anime, ma un arazzo in movimento. Roba da sindrome di Stendahl. Ricordo di avere già visto utilizzare una tecnica similare in Freedon della Sunrise e di esserne rimasto folgorato (la trovate in dvd by Dynit, è un'opera di fantascienza cui ha partecipato Otomo pagata da una nota casa di ramen istantaneo... ne riparleremo..). Posso però comprendere che, nonostante la mia così sbandierata ammirazione, tale tecnica di animazione debba essere accettata e digerita da molti amanti dell'animazione tradizionale. La computer grafica in cell-shading infatti “mima” l'animazione tradizionale, ma è comunque computer grafica che pur sotto a splendidi dettagli, ombreggiature progressive e riverberi dei metalli, presenta dei limiti: movimenti un po' artificiosi, velocità d'azione un po' strana. È questione di abituarsi un attimo e per certi versi mi ha ricordato quando ho visto per la prima volta Beowolf di Zemeckis: mi soffermavo sulle criticità della tecnica, sulle cose più marginali, detestavo quei brutti cavalli plasticosi che manco li avrebbe voluti la Barbie. Solo dopo due o tre visioni, avvenute nell'arco quasi di 3 anni, avevo l'occhio abituato-rassegnato e il film è riuscito a conquistarmi, rimanendo stabilmente tra le mie visioni abituali. Ora, Berserk non è così “spiazzante”, ma posso capire che per farselo piacere occorra una seconda visione e che ad alcuni tale tecnica proprio non potrà mai piacere. A me piace comunque un casino e mi pare si sia capito; tecnica a parte la regia è davvero ben curata, molto veloce o calma e riflessiva ove serva. L'inquadratura riprende e amplifica la sensazione della ripresa a mano, il quadro si riempie spesso di sangue e l'inquadratura “sballa” in ragione di colpi particolarmente violenti inferti come dell'incedere di una torma di cavalieri in armi. Uno sballo. 
La colonna sonora è fenomenale, dotata di brani orchestrati maestosi e di una splendida sigla di testa, in grado addirittura di far venire i brividi ai fan di Berserk per alcuni dettagli particolari che vengono presentati. Il doppiaggio italiano è davvero di livello, su tutti spicca il mitico Romano Malaspina, voce di Lord Albert in Giant Robo e, soprattutto, Actarus in Goldrake. Fa un po' specie vedere il trailer in italiano del secondo episodio della trilogia. Romano Malaspina dice una frase che la prima volta che l'ho sentita ho inteso “dobbiamo distruggere Goldrake”!!!!!! Giuro!!! In effetti la frase è molto simile a quella che ho frainteso...Yamato Video ha svolto un ottimo lavoro di doppiaggio e il blu ray risulta davvero curato, esente da ogni tipo di errore o compressione, un prodotto di altissimo livello, un gioiello da collezionare. E ora a quando il numero 2? Sono già in spasmodica attesa. 
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2 commenti:

  1. Devo assolutamente vederlo e questo post era proprio quello che ci voleva per convincermi del tutto ^.^

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