sabato 12 luglio 2014

Dragonero vol.13: Nato dalle fiamme


Altopiano di Prato Alto, nel Margondar occidentale. Due pastori assistono alla caduta di una macchina volante al cui interno vi è un uomo congelato. Niente di utile, solo righe da seppellire rapidamente per non attirare attenzioni non richieste. Non fosse per il misterioso carico del veicolo: una misteriosa e probabilmente molto preziosa pietra. Un'ottima occasione per diventare finalmente ricchi. Peccato che la pietra non sia quello che sembra, ma un uovo, un uovo di una creatura potente e pericolosa creduta ormai estinta da anni. Un drago. E sembra avere tutte le intenzioni di schiudersi. A Solian, nella sua casetta in riva al mare, Ian è tormentato dagli incubi. Gli compare un drago, e questo sembra recargli una profonda spossatezza. Fortuna che il suo compagno di fatto Gmor, orco spettinato e vestito con un'oscena vestaglia, accorre al capezzale dell'eroe, tranquillizzandolo e coccolandolo. Ian partirà alla caccia del drago seguendo uno strano istinto che lo "guida verso di lui". Il drago inizierà a mettere a ferro e fuoco tutto quello che incontra. Situazione che sembra oltremodo ghiotta per un gruppo di cacciatori di mostri conosciuti come "bestiarii".
Nuovo numero di Dragonero, prima parte di una storia che andrà a concludersi con il numero 14. Si esplora maggiormente il legame tra Ian e i draghi, mistica unione che ha origine nell'uccisione del mega drago cattivo avvenuta nel primo racconto del nostro eroe, il romanzo a fumetti "Dragonero", ovviamente mai ristampato e stra-esaurito. Ian "sente" i draghi in seguito a quell'evento e la sua spada, che ha ucciso il drago, è diventata di colore nero nonchè l'arma più terribile che esista. Però questo "sentire i draghi" ha sul nostro eroe anche una specie di effetto criptonite, debilitandolo al punto da essere steso a botte da un infante. E questo ci piace, amiamo gli eroi con dei difetti o un considerevole tallone di achille. Nondimeno il racconto ci riporta a suggestioni piacevolmente sperimentate nel numero precedente. Il mondo di Dragonero è vastissimo e la mappina di riferimento offerta nei primi numeri non è che solo una piccola parte di un "terreno di gioco" che probabilmente annovera altri reami, culture e civiltà ancora ignote. Da dove veniva l'uomo congelato sulla macchina volante? Possibile che ci sia un continente dove i draghi esistono ancora e sono addirittura usati come cavalcatura? Da questo luogo verranno poi persone bellicose? C'è una tensione palpabile, si avverte un lento precipitare di eventi. Davvero una bella atmosfera. E poi ci sono i bestiarii, tipacci loschi e belligeranti la cui vita è tutta caccia e onore, piercing e grigliate all'aperto.  Raminghi, considerati portatori di sfiga, per lo più in gruppi di reietti che tra loro si aiutano. Usano per la caccia animali predatori, ghouls, armi da fuoco, uncini e diavolerie varie per costruire trappole. Sono divertenti da vedere in azione. I bestiarii funzionano, sono una delle invenzioni più interessanti e originali viste finora. Pertanto i testi di questo numero, ad opera di Enoch, sono completamente promossi. Così come molto belli sono i disegni di Buscaglia, che giocano su un forte chiaro-scurro molto "minghelliano". Una soluzione cromatica adattissima nel seguire le scorribande in notturna di un drago, laddove dalla calma del buio seguono pericolose fiammate di luce. Di contro i paesaggi sono più essenziali, ma nell'ottica complessiva di tale impostazione funzionano Molto belli e curati i personaggi. Numero interessante, di cui siamo curiosi di scoprire l'epilogo.
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