Premessa n.1 – la tipologia di film: ReAwakening per tutto il primo tempo è un
film di montaggio ricavato da scene tratte dalla prima serie animata di Solo
Leveling, con l’aggiunta di limitati materiali realizzati ex novo. Il secondo
tempo è invece tutto costituito dai primi episodi della seconda serie
dell’anime, al momento ancora inedita.
Le animazioni come la regia sono sempre curate da A-1 Pictures e pure al netto di diversi passaggi e situazioni “tagliate”, per esigenze di sintesi, la fruizione di quest’opera può risultare soddisfacente e appagante anche per chi non ha già visto le puntate trasmesse da Cruncyroll.
Premessa
n.2 - lo “scenario” della Light Novel: Per riuscire a orientarsi con maggiore
facilità nel complesso mondo di Solo Leveling, nel paragrafo che segue sono
riportate in modo succinto alcune informazioni generali sulla “lore” creata da
Chugong.
In
un presente distopico, l’umanità da dieci anni è coinvolta in una “guerra
silenziosa” contro una minaccia di origine sconosciuta, che viene combattuta da truppe speciali molto singolari, simili per molti versi a dei “contractors”.
Dal
nulla, in tutto il globo, sono apparsi i “gate”: dei piccoli portali sferici in
grado di collegare la nostra realtà con biomi sconosciuti dove il tempo è
dilatato, popolati da creature mostruose che sembrano provenire direttamente
dai racconti fantasy.
L’unico
modo per far scomparire i gate è penetrare al loro interno e sconfiggere una
creatura definita come “boss”: un nemico così forte da determinare da solo
l’esito finale della battaglia.
Se entro sette giorni nessuno sconfigge il boss avviene il cosiddetto “dungeon break”: le creature dell’altra dimensione sono autorizzate a varcare il passaggio e invadere il nostro mondo, seminando morte e distruzione fino al loro annientamento. Fino al settimo giorno è possibile tentare più volte l’impresa, quanto estrarre dal bioma una fonte di energia preziosa chiamata “mana”, sulla quale si sta investendo molto a livello tecnologico.
Parallelamente
alla comparsa dei Gate, alcuni esseri umani, in modo del tutto casuale, hanno
iniziato a subire una trasformazione interna detta “risveglio”, a seguito della
quale manifestano incedibili poteri che gli permettono di contrastare con
maggiore facilità i mostri del gate. Poteri che portano a definirli di volta in
volta come maghi, ladri, spadaccini, ninja, guaritori o altre classi specifiche,
sempre derivate dai giochi di ruolo fantasy. Vengono chiamati comunemente
“Hunter” e classificati secondo un “livello di abilità” misurabile dalla classe
S alla classe E.
Se i classe S vivono nel lusso, godono di armi rare, fama e di una influenza politica elevata, i classe E raschiano il fondo alla catena alimentare, sono pagati con pochi spicci, utilizzati alla stregua di portantini dagli Hunter di rango maggiore, discriminati socialmente alla stregua di una casta inferiore. Questo perché, una volta che avviene il risveglio, l’Hunter viene associato a una classe e grado di abilità in modo immodificabile, permanente.
Esistono strumenti scientifici anche in grado di classificare i gate in relazione alla loro pericolosità, da S a E, di fatto permettendo agli Hunter di organizzarsi in squadre specifiche per fronteggiare situazioni che richiedono un maggiore utilizzo di tattiche di squadra. Ogni gate si caratterizza per misteriose “regole di ingaggio” che vengono per lo più svelate attraverso l’esperienza diretta, ma di fatto “lì dentro” vige piena libertà di azione.
Ciò che succede nei gate non è sottoposto ad alcuna giurisdizione, ma esiste uno specifico “Federal Bureau” degli Hunter che vigila sugli abusi e crimini connessi a questa nuova realtà. Un giorno trascorso in un gate equivale a un’ora nel mondo reale. Chi muore in un gate, non torna più in vita nel mondo reale.
Sinossi:
A Seul, il giovane e gracile Hunter Jinwoo Sung è stato ribattezzato “l’arma
più debole dell’umanità”.
Figlio di un Hunter rimasto disperso, affronta i gate di più basso livello a testa bassa, per permettere alla sorella di continuare gli studi e per consentire le cure della madre, in coma a causa di una malattia legata al mana. Ogni giorno si espone sempre più al pericolo, portando zaini pesanti pieni di pale per scavare il mana e armature tattiche e viveri di proprietà altri, finendo spesso vittima di Hunter senza scrupoli a dire il vero molto più infidi dei maghi goblin e dei cavalieri ciclopici nascosti in un gate.
La frustrazione e il senso di impotenza raggiungono il culmine quando un gruppo lo lascia indietro in un raro “gate doppio”, abbandonandolo al suo destino durante una fuga.
Jinwoo Sung perde i sensi e si sveglia in
stato di confusione in un ospedale, ma qualcosa per lui è definitivamente
cambiato: ha avuto un “secondo risveglio” e da allora una intelligenza chiamata
“sistema” compare davanti ai suoi occhi, guidandolo nelle missioni e facendolo
accedere ad abilità uniche. Jinwoo Sung da Hunter di classe E è passato a
essere definito dal sistema come “Player”. L’unico umano in grado di salire di
livello con l’esperienza acquisita durante le missioni nei gate. L’unico in
grado di percepire ciò che si nasconde davvero sotto la realtà. Forse solo “un
gioco”, ma un gioco nel quale ora lui può essere il più forte. Con il secondo
risveglio la corporatura di Jinwoo è mutata, rendendolo più muscoloso e adulto.
Anche il modo di vedere il mondo è cambiato e il ragazzo ora si rende conto di
essere sempre più cinico e spietato.
Qualcuno del Bureau e alcuni degli hunter più pericolosi iniziano a interessarsi a lui.
Un'invasione aliena che viene combattuta “per soldi” come all’interno di un
videogame fantasy: Solo Leveling è un’opera complessa, capace di mischiare al
meglio influenze narrative e visive di natura diversa, in un prodotto godibile,
divertente quanto cupissimo.
Dentro
i gate ci troviamo a tutti gli effetti in un gioco di ruolo, che agli occhi del
“player” appare pieno di menù, statistiche e inventari, come in Sword Art
Online e come nei mille isekai che ormai hanno invaso il mercato, raccontandoci
di protagonisti incarnati in mondi paralleli come blob, spade, scheletri
immortali.
Si
parla di “leveling” e “farming”, di mostri e di “lore”, ma anche di un
imbarbarimento dei rapporti umani, in ragione di un territorio senza regole in
cui tutti, prima o poi, sono liberi di sperimentare cinismo ed egoismo,
seguendo alla lettera la massima “homo homini lupus”.
Fuori
dai gate, succedono le invasioni dei mostri del Dungeon Break e di colpo
veniamo calati in una atmosfera alla Gantz, ma accadono anche tanti piccoli
giochi di potere machiavellici che giocano moltissimo sulla sensibilità
personale e l’impatto sociale, sullo stile di Death Note e Code Geass.
C’è
molto della coolness di Matrix in Solo Leaving, fin nelle particolarissime
scelte cromatiche dai colori plumbei ed esautorati con cui in modo artificiale,
quasi plastico, vengono spesso raccontati i gate. Un impianto visivo che
l’anime eredita direttamente dai bellissimi disegni opera di DUBU, in grado di
trasmettere un costante senso di straniamento e angoscia, nonostante la grande
raffinatezza del tratto.
Ma
c’è in Solo Leveling anche la crudeltà, il senso di dramma e disincanto sociale
proprie di molto del cinema e delle serie tv coreane, da Old Boy a Squid Game.
Tutto
nella storia gira intorno al denaro e a classi sociali che distorcono i
rapporti umani. Il nostro eroe, più che un affascinante cavaliere in armatura,
ci appare simile a un moderno “rider”: si muove di gate in gate seguendo
informazioni che riceve ad un cellulare per pochi spicci, spesso dovendosi
fidare di sconosciuti che non hanno alcun rispetto per il suo destino.
È
un mondo pieno di mostri colorati ma anche aspro e crudele, confezionato con
cura in animazione proprio dagli stessi ragazzi di A-1 Pictures che da anni
curano la trasposizione animata di Sword Art Online, avvicinando idealmente i
due brand in un modo riuscito quanto suggestivo: con Solo Leveling che fa la
parte del “fratello” più ombroso e solitario, meno interessato alle situazioni
romantiche e più concentrato sui drammi esistenziali.
È
facile avvicinarsi con curiosità a Solo Leveling per poi rimanerci “travolti
dentro”.
Una
volta masticata la ramificata struttura che fa da scenario generale alle
vicende, possiamo divertirci abbandonandoci senza esitazioni a una storia
ricchissima di combattimenti lunghi, originali, disperati quanto epici e a
volte perfino dalle sfumature “ironiche”.
Una
storia che tra tanta azione e un accompagnamento sonoro di forte impatto non
lesina in colpi di scena e cambi di punti di vista repentini, che con il
passare del tempo cresce fino a mutare quasi del tutto la sua pelle: evolvendo
verso scenari giganteschi quanto inaspettati, come solo le migliori opere di
fiction riescono a fare.
Pur nella peculiarità del “film di montaggio”, Solo Leveling affascina e diverte, così che riusciamo facilmente a empatizzare con un personaggio dalle mille sfaccettature e lati irrisolti come Jinwoo Sung. In ragione di un “faro narrativo” spesso puntato sul protagonista, rimane invece un po’ in ombra il resto del cast, ma siamo sicuri che nella seconda stagione molti personaggi cominceranno un po’ a emergere.
Finale: Il film di Solo Leveling ci ha piacevolmente colpito e, a quanto ci stato possibile appurare in sala, anche alcuni fan della serie hanno apprezzato molto le scelte di montaggio operate da A-1 Pictures.
Molti
tagli rispetto all’opera originale permangono, ma ReAwakening può essere
l’antipasto ideale con cui approcciarsi all’opera di Chugong e approfondire in
un secondo momento tutti i nodi che non sono arrivati al pettine.
Vedere
su di un grande schermo le “avventure fantasy” di Jinwoo Sung, piene di mostri
giganteschi e intrighi, risulta davvero spettacolare e avvincente anche
per i neofiti o per chi magari in passato ha apprezzato Sword Art Online,
anche se in Solo Leveling la componente “pruriginosa e sentimentale” è quasi
del tutto assente.
La
saga promette di mettere ancora tanta altra carne sul fuoco nella seconda
stagione dell’anime e questo film ci da anche l’occasione di “sbirciare” quanto
ci aspetta all’orizzonte, nel 2025.
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