domenica 10 novembre 2019

Terminator Dark Fate: la nostra recensione/sfogo



 - Sinossi fatta male: nel presente del "Terminatorverso" per questioni varie non sono accaduti i fatti di Terminator 3, Salvation e Genisys, così andiamo a vedere al cinema il seguito "ufficiale" di Terminator 2. Solo la saga di Halloween ha fatto tali pasticci di continuity, ma tiriamo innanzi. Per questioni varie il futuro leader dell'umanità nella continua lotta contro le terribili macchine del futuro è una ragazzetta messicana che si fa portavoce di una debolissima vertenza sindacale contro i padroni plutocrati che vogliono mettere due macchinari in più in catena di montaggio. Ed è subito Che Guevara. Tra latinos proletari, mariachi e cani che si chiamano "Taco", arriva dal futuro pure un Terminator ispanico cattivo interpretato da Diego Luna. Come al solito la resistenza dovrebbe inviare un "Terminator buono", ma visto che siamo in periodo di girlpower a manetta, tra Jedi donne, Ghostbusters donne e Capitan Marvel che apre in due le astronavi, ci tocca a questo giro una "donna potenziata", rigorosamente mascolinizzata (capello corto, zero trucco, jeans e canotta da James Dean)  e che anche se nuda sembra priva di capezzoli (dai tempi del Terminator di Kristanna Loken va così). Ad aiutare la gnappetta "rivoluzionaria" e la sua T-woman arrivano la storica Sarah Connor (una ancora grintosissima Linda Hamilton) che evidentemente non è morta in Terminator 3 e presto si unisce alla combriccola una delle diecimila versioni del T-800 (Un Arnold Schwarzenegger in ottima forma, che abbandona i sorrisi creepy di Terminator Genisys) che Skynet ha mandato nel passato. Riusciranno ad avere la meglio sul Terminator latino, che da vero tarocco scopiazza il T-800 e il T-1000 con poca convinzione? 


- Aaaaaancora. aaaaaancora. aaaaaaaaaaancora. Perché io da quella sera non ho fatto più l'amoreeee seeeeenza te: Voi avete presente Terminator? Terminator 2? Terminator 3? Terminator Genisys (in omaggio al megadrive)? Stessa cosa. Sempre lo stesso canovaccio. Almeno Terminator Salvation aveva provato a mischiare la formula, male, ma ci aveva provato. Qui no, siamo sui soliti binari morti, con ancora (è la terza!!!!!!) la minaccia di iniziare una "nuova trilogia" in cui "succederanno cose nuove". Ma porco Skynet, è troppo almeno tentare di non riciclare lo stesso film mille volte e avventurarsi magari su qualcosa di diverso??? Perché già il primo Terminator di Cameron appariva come una copia di Halloween di Carpenter per l'80% delle inquadrature, salvo introdurre quel mondo futuro apocalittico da paura a fare giusto da sfondo. Ora quel mondo futuristico da paura a fare giusto da sfondo dopo quarant'anni è rimasto ancora quello stesso cavolo di mondo futuristico da paura a fare giusto da sfondo. Non è più nemmeno una parte di trama, è solo un "meme" con i T-800 scheletrici che escono da fumo/acqua/fuoco a seconda dello sfondo del desktop che preferisce la moglie del produttore. E se il futuro è un "meme" e il regista non si chiama James Cameron stiamo ancora girando una variante di un episodio a caso di Halloween. Di nuovo!! E la presenza del "mostro buono che combatte con noi" o il fatto che il nuovo Terminator sia fatto di gelatina o di pongo non basta a dire che la formula è diversa!! Se l'orizzonte narrativo è quindi canonico da far addormentare nell'ennesima giga-scena action con aerei e cascate che si dimentica dopo due minuti che si è usciti dal cinema, non è comunque da disprezzare la "salsa" che si sono inventati per servire quello che è sempre lo stesso piatto. 


- Personaggi a fuoco: quello che mi aveva colpito in Genisys era l'evoluzione "naturalistica" del nuovo T-800. In pratica il T-800 lì "invecchiava" per via della pelle che ricopriva il suo endoscheletro. I circuiti ammuffivano, arrugginivano, di fronte a un organico, un "retaggio umano" che era stato sottovalutato nella progettazione. La natura prima o poi avrebbe "preso il sopravvento" e battuto la tecnologia, i T-800 erano destinati a diventare un po' come quei gigantoni buoni di Laputa (o come Bastion di Overwatch, per i più giovani). Per questo i sentimenti umani nascevano in modo quasi schizzato sul volto di un cyborg che ancora non li padroneggiava a pieno (un po' come Data che in Star Trek Primo Contatto si innesta il chip emozionale. Bello anche se più propriamente creepy. Il T-800 di Dark Fate ha invece una evoluzione di stampo quasi esistenzialista, che se vogliamo rimane in linea con quanto visto in Terminator 2. In quanto macchina che ha assolto al suo compito e non può riceverne altri, il T-800 diviene privo di scopo e cerca un nuovo senso di vita presso un nuovo gruppo di appartenenza, guarda caso le sue precedenti "vittime" umane, di cui cerca di carpirne i sentimenti pur nella certezza di non poter mai essere considerato umano. È quindi una "aspirazione (infinita) all'umano" che lo muove, nella certezza che le macchine non potranno così mai entrare di fatto nel ciclo della natura. Mi piace anche questa interpretazione e Arnold vive la parte come una specie di Golem malinconico, un custode delle fragilità degli umani con cui ora convive e forse ama. Il T-800 diventa quindi una specie di cavaliere templare, uno stoico guerriero serio e dall'aura epica. Arnold è semplicemente magnifico in questa interpretazione. Ugualmente fantastica è Sarah Connor, che nonostante alcuni acciacchi dovuti all'età e all'accentuarsi del complottismo di cui ha sempre sofferto è veramente la guerriera definitiva. Dice di aver combattuto tutta la vita contro le centinaia di Terminator che le hanno mandato nel passato, trascorrendo i giorni tra scontri, allenamenti e ubriacature fino a svenire. Linda Hamilton trasmette benissimo tutto questo bagaglio di eroismo e dannazione, a cui associa un sense of humor macabro irresistibile. 


- Personaggi non troppo a fuoco: Il resto del cast è volenteroso ma non regge il confronto. Dopo che Robert Patrick con il suo T-1000 ha ri-definito i canoni della macchina di morte futuristica, non c'è stato un solo villain cibernetico degno di memoria. Diego Luna incarna una creatura che non si capisce letteralmente come funzioni. Sono due in uno? Ma non era più sensato che fossero separati? Ma "uniti" sono più forti secondo quale logica? Pare uno di quei pupazzetti del Doctor Skifiltor con la pelle che si scioglie per rivelare lo scheletro sotto, ma a cosa serve?? A livello di verve è moscio e indefinito allo stesso modo. La Grace di Mackenzie Devis è un soldato esasperato dalla necessità di essere utile e la paura di avere più limiti che abilità, molto interessante ma un po' trattenuta a livello emotivo, dei nuovi è il personaggio più bello. La gnappetta è invece davvero un "senza voto". Dovrebbe trasudare carisma e determinazione, come la Hamilton dei capitoli d'oro, ma il suo personaggio si avverte debba fare un percorso diverso, diventare una specie di "collante relazionale" in virtù della sua forte empatia. Sono che questo traspare poco, almeno in questo film, e considerando l'insieme ho paura che non ci saranno ulteriori sedi per approfondirlo. 

- Fuoco alle polveri e fuochi di paglia: Tim Miller è un regista esperto negli action movie e io mi ero immaginato che questo Terminator, per altro benedetto da James Cameron in persona, fosse un po' dalle parti di quel Deadpool 3 che da quando i mutanti sono passati in Disney probabilmente non ci sarà più. E invece niente, Miller fa capire che è ancora lui in un paio di momenti (Mitico Arnold con martellone), ma tutta la sua verve dissacrante e amore per lo splatter è saldamente con il freno a mano tirato, al punto da risultare spesso la pellicola poco incisiva anche se piacevole, "generica" e a tratti noiosetta quando appare inchiodata agli schemi più logori. Quando si cerca di (ri)fare Terminator 2 il confronto è spietato, e purtroppo capita spesso. Dopo che nel film entra Schwarzenegger, un bel momento, segue una fase del tutto dimenticabile fino al confronto finale, per altro ultra-derivativo pure lui. È una regia con il pilota automatico, mancano le follie, mancano delle scene iconiche al di fuori di quelle già viste nel trailer. L'ambientazione non aiuta molto, tra scenari spesso generici e intercambiabili. 


-Ritornerà ancora? Arnold e Linda sono carinissimi, quasi rincoglioniti a volte ma in modo assolutamente amorevole. Grace è una scheggia impazzita autolesionista ma anche sensibile, purtroppo poco esplorata. Tutto il resto è noia, no non ho detto gioia, ma noia noia noia... maledetta noia!!! Poche idee visive e narrative, poca voglia di vedere un capitolo successivo, una contenuta voglia di riscoprirlo in home video. Non c'è un'idea forte, di rottura, per rinnovare il brand. Non c'è neanche la volontà di creare un'azione sufficientemente originale o a rotta di collo per appassionare quanto meno l'occhio, alla maniera dei film di Bay o dei film orientali. Ma quanto sarebbe fico un Terminator con un numero infinito di scontri stile The Raid di Evans??? Quanto potrebbe essere matto e horror se girato come un claustrofobico nascondino da un Pascal Laugier? Servono nuove vie, rigirare di nuovo lo slasher con il pazzo che insegue la final girl fino a essere sconfitto da lei è roba trita, già vista, già pure amata, ma che ormai ci ha rotto le scatole. 
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