lunedì 18 novembre 2019

Doctor Sleep - la nostra recensione del nuovo film di Mike Flanagan




Sono passati 40 anni dai misteriosi fatti di sangue che hanno travolto la famiglia del custode invernale dell'Overlook Hotel, una lussuosa località per le vacanze del Colorado. Il piccolo sopravvissuto Daniel Torrence (Ewan McGregor) è cresciuto insieme al suo strano potere, chiamato "luccicanza" (lo "shining" in lingua originale), ma è diventato adulto nel modo più problematico e disfunzionale possibile. Alcolista come il padre, incapace di trovare un lavoro stabile e forse colpevole di una grave omissione di soccorso, Dan prende un pullman e scappa in capo al mondo, riuscendo a trovare il suo posto in un hospice, dove il suo particolare potere lo aiuta ad alleviare il dolore dei malati terminali negli ultimi momenti di vita. Lo chiamano "dottor sleep". Lontano da lui, dall'altra parte dell'America, c'è Ambra (Kyliegh Curran), una bambina che come lui possiede la luccicanza e la usa per contattarlo con la mente a centinaia di miglia di distanza, trovando in Dan un amico e forse una guida. Solo che Dan e Ambra non sono soli a percepire lo shining. Nascosti tra i boschi, forse da millenni, c'è un clan di gitani immortali che come vampiri si nutre di chi ha la luccicanza, li caccia o li corrompe. Creature che possono corrompere la mente, mimetizzarsi e volare con il pensiero dentro la testa delle persone comuni. Dei mostri spietati che ora si sono accorti di Ambra e faranno di tutto per trovarla ed ucciderla. A capo dei gitani c'è una bellissima e misteriosa donna con il cappello (Rebecca Ferguson). 


Mike Flanagan è un regista di thriller soprannaturali molto interessante, che dà il meglio di sé quando è libero di realizzare i progetti più personali come Somnia, Oculus, Hush, ma sa anche dare lustro a progetto già avviati, come nel caso di Annabelle 2 - creation. Ha anche realizzato per Netfix un adattamento del Gioco di Gerald, anche questo come Dottor Sleep tratto da un romanzo di Stephen King, ma in quel caso la dimensione ridotta del libro ha fatto sì che Flanagan non mutasse troppo il suo stile di regia. Dottor Sleep è un librone enorme e il progetto è supervisionato direttamente da uno Stephen King che ancora non ha superato l'adattamento di Shining ad opera di Stanley Kubrick. L'idea di questo film, malata in partenza, era innestare retroattivamente nel capolavoro con Jack Nicholson i temi del libro originale e del sequel (appunto "Doctor Sleep"), attraverso questo film. Come se non fosse bastata la tristissima serie TV tratta da Shining di qualche anno fa, la vendetta di King continua ad aleggiare sull'Overlook Hotel. Se Shining per far spaventare il pubblico giocava sul mistero più totale, tagliava pagine e personaggi dal libro, offriva una interpretazione ambigua anche del "superpotere dello Shining", King, che si impossessa della direzione di quest'opera mettendo in un angolo Flanagan, ci tiene a mettere tutti i puntini sulle "i". King rivela per i "non lettori di King" che Shining era di fatto un antenato non riconosciuto di Insidious di Wan, ora che dopo quattro Insidious la cosa fa decisamente meno scalpore (ci stanno pure i mostri nelle casse come in Insidious 4). King, dopo il fallimento del cinematografico La torre nera, prova a rilanciare un mondo che strizza l'occhio alla Torre Nera e all'Ombra dello Scorpione, ma con pochissimo convincimento, abbracciando la moda del momento dei personaggi femminili invincibili alla Captain Marvel, che rendono ogni intreccio narrativo una merda. King infine decide di usare l'immaginario del Shining di Kubrick allo stesso modo in cui lo fa Ready Player One, allestendo un plasticoso e depotenziato tunnel degli orrori finale che oltre ad uno showcase di pupazzi noti non sperimenta davvero nulla e infine non serve nemmeno a nulla. Cosa rimane? Un film godibile nella prima parte, incentrata sulla storia di Dan, carino nella seconda, quella della "caccia al vampiro" e del tutto dimenticabile nella terza, di fatto una mega-marchettona al brand di Shining dove mancano solo le magliette a tema e i Pops. Sembra davvero di guadare Don Matteo in TV quando c'è il momento della pubblicità interna alla puntata dello sponsor come Caffè Borbone e Mele della Verdellina. 
Insomma, ci si diverte moderatamente come quando in TV passa uno sceneggiato su un libro di King "medio". Ti cascano le braccia quando vedi che il Randall Flagg della situazione e il suo mini-esercito sono una minaccia risibile di fronte alla super-bambina. Ti chiedi il perché della parte finale, quando risulta evidente che la super-bambina poteva ottenere un risultato migliore con lo zero dello sforzo, perché "la" Randall Flag di turno l'aveva già cucinata e tritata al minuto venti, con un attacco a distanza mentre era in bagno a lavarsi i denti. Poi comunque gli sforzi si apprezzano, intendiamoci! Ewan McGregor è molto bravo e convincente nella parte di un ragazzo tormentato ma in fondo eroico, Rebecca Ferguson dà vita a un personaggio non banale, con una sua morale, istinto quasi materno e una "cattiveria" che deriva unicamente da "necessità alimentari". La bambina è inquietante quanto basta e in genere tutta la parte on the road convince. Ne avessero tratto una miniserie pur nei limiti avrei gradito di più, perché in quasi due ore e venti le cose che capitano sono pure troppe e troppo compresse. 
Quello che risulta alla fine è un filmetto carino ma innocuo. Lo dico? Come carino e innocuo alla fine è anche l'ultimo It. Ok l'ho detto. Sono dei fantasy anni '80, per certi versi curati, per altri un po' tirati via, che mi sento di apprezzare, come l'ultimo Terminator, più per ragioni di Amarcord che altro. Con l'aggravante che Shining di Kubrick dopo una visione di Doctor Sleep "nella stessa serata" sembra meno bello. Non ci siamo.
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