mercoledì 3 settembre 2014

Orfani vol.11: Tutti giù per terra


Il count down per il finale della prima stagione, previsto per il numero 12, è ormai iniziato. Tempo di chiudere i conti e lasciare spazio al mega evento finale, con tanti botti ed esplosioni come tanto ci piace. La narrazione recchioniana, sempre più serrata e cruenta, separa come sempre l'albo in due parti. La prima, ambientata nel passato ci mostra il momento della partenza degli Orfani verso l'inospitale pianeta alieno. Un viaggio che può essere affrontato in sicurezza solo attraverso un rischioso e sperimentale sonno spaziale di alieniana memoria. Un sogno che al test,  per piccoli difetti di programmazione risulta quantomai psichedelico...

e vai di orsetti gommosi psichedelici..

Un sonno fatto di incubi vividi, potenzialmente mortali. Un lungo sogno malato che spero non sia LA scappatoia finale dell'opera, marzullianamente parlando.  La seconda parte, ambientata nel presente continua la forsennata lotta per il controllo dell'astronave da parte di Orfani quantomai sadicamente autodistruttivi e in pieno marasma mentale. Chi uscirà vivo da questo macello?
Partenze e ritorni. Speranza e rimpianto. Curiosamente al piano temporale, con le sue connotazioni sul susseguirsi degli eventi, Recchioni aggiunge un interessante doppio speculare piano onirico, carico di suggestioni quasi bibliche. Un mondo-altro quasi pastellato che si alterna ai toni freddi della narrazione usuale. Una struttura onirica nella quale l'autore concede generosamente la parte da leoni al lavoro visivo dei disegnatori. Ambienti spettrali e personaggi scavati dal dolore vengono pertanto ritratti da tavole di notevole potenza visiva, quasi pittoriche, frutto dei disegni di Werther Dell'Edera e Gigi Cavenago e dagli stupendi colori di  Niro, Pastorello e Cavenago. Due sequenze (da pagina 35- 44 e 73 a 85) sono davvero da brivido. Un lavoro encomiabile ai vertici della alta qualità della serie, che fa il paio in cima alla mia personale top ten con le vivide scene d'azione del volume 10.
Gli Orfani continua la sua folle corsa a rotta di collo verso un epilogo che davvero non riusciamo ancora a figurarci e una futura stagione due che di conseguenza non sapremmo davvero immaginare. Considerando che non vogliamo immaginare l'ipotesi velata che questo albo subdolamente lascia pensare.  Mi raccomando Sig. Recchioni, non mi cada sulla buccia di banana che "è tutto un sogno!!!". La serie ha mostrato di saper colpire, ha tirato fuori le unghie sulla distanza, ma ha catalizzato sempre il nostro interesse. Ogni albo si squagliava in dieci minuti e la voglia di scoprire il continuo era sempre viva. Qualunque sia l'epilogo il viaggio ci è piaciuto, l'esperimento di un nuovo tipo di narrazione bonelliana può per noi dirsi riuscito. Al conto dei difetti una caratterizzazione dei personaggi che avrebbe potuto mordere di più, ancorarsi meno ad archetipi rendendo i nostri eroi più vicini, umani. Ma il ritmo narrativo ripaga in parte tale semplificazione.
Tra un paio di settimane in edicola il finale. Non vediamo l'ora.
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