giovedì 14 marzo 2013

True Justice - La vendetta


...con ospite speciale il signor Sulu!! -

trailer:



Nuovo dittico di episodi per questo nuovo “classico” di Seagal, che abbandona definitivamente la bandana e cambia parrucchiere. Il titolo originale dell'episodio è Dark Vengeance, manco fosse un fumetto di Batman, l'adattatore ha avuto pietà e traduce unicamente “vendetta”. La trama. Il gruppo di Seagal deve occuparsi di un serial killer specializzato in lap dancer, che espone i suoi trofei nella zona di Seattle che Seagal definisce “il mio territorio” (sì, questo fa molto Batman in effetti..). Le vittime sono coperte da una maschera di volpe e sono adagiate, con le mani legate con corde rosse a un cancello di ferro. Strani rituali frutto di una sottocultura sadica non integrata nel grande paese delle alette di pollo? Seagal indaga. Scompaiono le lap dancer di un certo locale. La strategia, accettata di buon grado in quanto per nulla sessista, prevede che gasatello e neropensoso vadano un po' nel locale zozzo a indagare. Dopo che questi si presentano sul lavoro per giorni unicamente con grandi occhiaie e praticamente ciechi, Seagal decide di utilizzare le due agenti donna per infiltrarsi tra le lap-dancer. La mora, Meghan Ory, farà la cameriera. La bionda, Sarah Lind, che è anche una discreta porca, si attaccherà con micro bikini e abitini in pelle sul palo della lap dance: il suo personaggio dichiara di aver frequentato tali locali da studente per arrotondare e data l'esperienza dell'attrice non nutriamo dubbi nemmeno su di lei. 
Il pubblico maschile apprezza e fa la hola. Il locale ha in tutto 5 avventori, essendo un buco. È stato per forza uno di loro, essendo tutta la pista surreale sulla maschera della volpe, le corde ecc. un'inutile super-cazzola che non va da nessuna parte. Non sarebbe un problema seguire tutti gli avventori, ma Seagal preferisce che a fornire supporto alle due colleghe siano gasatello e neropensoso, che ormai sono lì di casa, perennemente ciechi e ubriachi. La sera in cui il killer segue la bionda, gasatello e neropensoso decidono di fare a botte con il buttafuori con la scusa di stendere uno più grosso di loro. Ma Seagal, che ha capito tutto senza che si capisca come, anticipa l'assassino. Fine dei giochi? Ma manco per niente. I cadaveri continuano ad arrivare al signor Sulu, l'anatomopatologo. Solo che sembra che la mano sia cambiata. C'è in giro un copycat? Nel frattempo gli uomini di Seagal utilizzano una trappola infernale per fermare i loschi traffici di alcuni biker avventori del localino zozzo di cui sopra. Anche in questo caso è una strategia per nulla sessista: si prende la collega mora, la si veste da zozza e la si fa ancheggiare ammiccante verso un furgone dove i biker a cielo aperto alle tre del pomeriggio stanno smerciando mitra e bombe a mano (sì, pare di essere in un fumetto di Topolino). Appena la mora giunge al furgone, così come da piano, tutti iniziano a smitragliare su tutti e Seagal insieme alla sua controfigura iniziano a rovesciare gomiti. Si potrebbe festeggiare per una nuova vittoria dei buoni, ma il signor Sulu rende partecipe Seagal delle sue scoperte sul copycat. A questo punto purtroppo non si può più usare la bionda come lapdancer, perché il killer sembra si sia spostato sulle poliziotte. 
C'è di fatto un tipo losco che gira per le strade con un cartello di tre chilometri sulla testa con scritto “sono il killer”, ma nessuno se ne cale. Come sarà incastrato? Ma naturalmente facendolo sedurre dalla bionda, che porcheggerà con lui per poi incastrarlo! Dark Vengeance è il massimo monumento al sessismo moderno, tutta la trama si potrebbe ridurre al famoso detto socratico “tira più un pelo di @@@@ che un carro di buoi”. I miei più sentiti complimenti ai realizzatori della serie per il coraggio con cui trattano tale scottante problematica. Sul finale ecco il colpo di scena, nell'ufficio di Seagal, tra kimoni, spade e foto di lui che combatte, compare un computer! Forse un così essenziale dato di realismo è stato dolorosamente implementato? Ma manco per nulla. Il fatto è che l'attore che interpreta gasatello probabilmente doveva andare dal dentista nei giorni in cui sarebbero state girate le prossime puntate. Come giustificarne l'assenza a chi “segue” True justice? Si fa accomodare gasatello nello studio di Seagal e questo, leggendo dal monitor senza mai staccare da esso lo sguardo, poiché è una megapippa lunga quattro minuti, gli racconta una supermegasupercazzola. Ecco a cosa serve il computer, in supporto alla memoria dell'anziano Seagal. Gasatello dovrà andare a investigare da solo sulla corruzione della polizia del distretto dove lavora suo padre, trovare i colpevoli, incriminarli, salvare la reputazione del padre con prove schiaccianti e tornare poi al lavoro alla fine delle indagini. Tempo che in True Justice equivale a un paio di pomeriggi. 
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