mercoledì 29 gennaio 2025

Le occasioni dell’amore (Hors-saison): la nostra recensione del film romantico/drammatico di Stephane Brize, con protagonisti di Guillaume Canet e Alba Rohrwacher

Francia dei giorni nostri. L’attore cinquantenne Mathieu (Guillaume Canet) raggiunge un hotel a cinque stelle sulla costa della Bretannia (il film è girato a Morbihad e dalle parti della penisola di Quiberon), per una vacanza di tutta salute. Camera singola, spa, piscina, una spiaggia quasi tutta per lui a pochi passi e per vicini di stanza solo alcuni vecchietti. Tutti i vantaggi di un soggiorno “fuori stagione” per assaporare malinconicamente  quel “mare d’inverno” celebrato dalla Berté. 

Tempo per riflettere e magari capire come funziona quella strana “macchinetta del caffè espresso” che insieme ad arance di benvenuto è a sua disposizione in camera:  una creatura dispotica e rissosa, che bolle senza elargire caffè. 

L’importante è un po’ morire/dormire, forse sognare. Soprattutto “dimenticare” la storiaccia di quel one-man show a teatro, scritto, prodotto e interpretato da lui, ma che lui all’ultimo, poche ore prima, ha disertato per una strana, ancestrale paura. 

Lui è un attore amatissimo che viene dal cinema e forse ritrovarsi a teatro, per la prima volta, davanti al pubblico e senza poter rifare una battuta sbagliata, lo ha atterrito. O forse lo atterriscono i primi capelli bianchi che con insistenza stanno invadendo la sua testa. 

Dal cellulare arrivano continui vocali della segretaria, della produzione, della moglie. Tutti felici e propositivi sul fatto che “tutto si riaggiusta, ti aspettiamo, tieni duro!”. Mathieu non vuole rispondere a nessuno e magari, tra una maschera al cetriolo e la piadina con le bolle, palestra e il rilassamento sensoriale,  esplorare il piccolo paesino caratteristico a due passi della struttura. Che tanto per una volta non ci sarà nessuno, a chiedere autografi, strette di mano, “come va, campione?!!” e selfie. 

Purtroppo per l’attore, la sua fama è granitica pure nel cuore dell’inverno più solitario in un paesino di vecchietti, disperso nel nulla e nella nebbia. 

Un selfie condiviso su Instagram mentre sta facendo un massaggio drenante e si attiva una rete di intelligence, che in mezza giornata porta davanti alla camera del suo albergo una sua ex, Alice (Alba Rohrwacher).

Ex promessa della musica, ex ragazza della porta accanto quando ancora non era famoso, quindici anni prima. Ora la musica lei la frequenta solo come insegnante, per bambini un po’ restii e arcigni nei confronti di un pianoforte. Vivendo magari “piccoli rancori” nei confronti di un futuro che non è andato per il verso giusto, giusto con un “piccolo velo” di disperazione. 

Ma intanto c’è la gioia di rivedersi, sorridere, ripensare ai ricordi felici e magari provare ad avvicinarsi di nuovo. 

Mathieu non si sottrae, anche perché ha capito, dopo due giorni, che a stare a fissare il mare d’inverno, cercando di cavare un caffè da una macchinetta dispotica e distopica, ci si rompe un po’ le palle. 

È noioso pure incontrare sulla spiaggia un tizio che ignora il fatto che sia l’attore più famoso di Francia, a pensarci! E allora coccole siano, seppure un po’ amare, tra un bicchier di vino e un caffè, tirando fuori “i vari perché” lui si trovi lì, “adesso”, davanti a una ex: sorridente quanto infelicemente sposata, carina ma un po‘ sfiorita. 

Il piano giornaliero, messo da parte l’acqua -gym con i vecchietti, diventa “coccole, riflettere e magari rileggere”: specie quella piccola sceneggiatura che voleva tanto interpretare e ha messo in un cassetto.

L’attore riprova a sorridere e apprezza l’occasione di ricaricarsi, seppur “di entusiasmo riflesso”. 

Ci sono “solo lui e lei”, nelle serate di ballo liscio dei vecchietti ospiti dell’albergo.

Almeno fino a che, inevitabilmente e irrimediabilmente, la donna del suo passato gli attribuirà tutte le colpe dirette e indirette della vita deprimente che sta vivendo ora. 

Il fatto di averla lasciata, di essere uno che butta via le persone come fazzoletti di carta, il fatto che in fondo a lui “non freghi niente di niente”, che sta pure invecchiando male…

Compresa la colpa massima : “averla fatta sognare”, quando stavano insieme. 


Il Mathieu del bravo Guillaume Canet ha lo stesso sguardo vacuo e “perso” dello Stephen Dorff dì Somewhere, film del 2010 di Sofia Coppola.

Incarna l’attore in pieno “spleen alla francese”. Un po’ triste, un po’ meditativo e un po’ malinconico, si trascina come un “bambolotto assonnato”, tra la spa e la piscina, facendosi “fare di tutto”: dalla maschera al cetriolo ai massaggio più dolorosi. Certo la location è da cartolina e in fondo pure lo spettatore inconsciamente vorrebbe “annoiarsi come lui” o come Bruno Barbieri in 4 Hotel. Poi però incontra il personaggio di Alba Rohrwacher, che ha lo stesso “fascino pressante/respingente” di Glenn Close in Attrazione Fatale di Adrian Lyne. Lei è carina, subito cordiale, subito disponibile, subito sensibile, altruista, super positiva, energizzante, trascinante… L’ideale per ricaricarsi, se stai in uno stato di ultra spleen alla francese, ma “appena ricaricati“ qualcuno da cui fuggire a gambe levate, senza mai voltarsi, perché sicuro ti insegue armata e forse con l’intento malcelato di “impagliarti”: per tenerti sempre a casa sua nel soggiorno.  

La chimica e i “pericoli” cui incorre questa “gioiosa coppia” sono un po’ questi, ma l’ambientazione, noiosissima ma confortevole fino al paradosso, “aiutano” e Stephane Brize infine confeziona qualcosa di simile a una love story, con momenti anche molto divertenti. 

Una love story “fuori tempo massimo”, ma che diventa interessante e “tenera” anche grazie alle musiche composte dal bravo cantautore Vincent Delerm. 

Mathieu e Alice si incontrano così dopo 15 anni e ci appaiono quasi felici, mentre provano sciarpe colorate prese al mercatino locale, tra i tantissimi vecchietti sorridenti che li circondano. 

Attori carini e affiatati, una location interessante anche per farci delle vacanze, musiche romantiche alla “Love Story” e una storia semplice, rassicurante, ma piena di piccoli spunti che rendono la pellicola la scelta adatta per un pubblico in vena di “romanticherie”: tranquille e un po’ attempate.

Se vi ritrovate nella definizione e cercate un momento di romantico distacco dai problemi della quotidianità, Le occasioni dell’amore è il perfetto film rilassante e rassicurante, da vedere sorseggiando una cioccolata calda, in una giornata di pioggia. Magari vi ritroverete in una sala piena tanti vecchietti che sorridono felici. Magari è l’occasione per fare nuove amicizie.

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