lunedì 15 maggio 2023

Book Club - il capitolo successivo : la nostra recensione della nuova commedia di Bill Holderman con Jane Fonda e Diane Keaton, in cui le amiche del Book Club si fanno un bel giro in Italia per un addio al nubilato


Il club del libro della casalinga Diane (Diane Keaton), dell’imprenditrice Vivian (Jane Fonda), del giudice Sharon (Candice Bergman) e della cuoca Carol (Mary Steenburgen) copie 45 anni. 

Le ragazze in occasione del quarantesimo anno del piccolo club avevano scoperto insieme, per caso, la lettura trasgressiva delle Cinquanta sfumature di Grigio e seguiti. Seguendo nella vita reale le suggestioni dei personaggi di E.L.James si erano sentite di nuovo “sfrontate”, attraenti, complici e amiche. Dopo l’era covid e il triste confinamento sociale (che ha ritardato anche la produzione della pellicola, inizialmente prevista per il 2019) gli incontri del gruppo dovevano infine tornare ad essere più calorosi, andare oltre la telecamera di Zoom, magari condividendo una grande avventura come suggerito dal nuovo libro del mese che le 4 stanno scoprendo: L’Alchimista di Paolo Coelho. La meta prescelta è l’Italia, l’occasione l’addio al celibato di Viv che sta per convolare a nozze con Arthur (Don Johnson). Sembra difficile smuovere le ragazze da casa, tra mariti troppo spaventati o timorosi di restare da soli (il Bruce ipocondriaco di Craig T. Nelson), gatti e traslochi dei figli vari, ma alla fine la quadra si trova e tutte e quattro si trovano in volo, verso un luogo non troppo diverso dalla favola cinematografica di Vacanze Romane. Prima tappa, la capitale d’Italia: luogo di gente cordiale che canta e sorride, monumenti da sogno da visitare eccezionalmente senza fare coda, negozietti in cui trovare abiti di alta moda e commessi poliglotti, tramonti che si riflettono sul Tevere e ristoranti dove degustare vini all’aperto, magari facendosi ritrarre in un quarto da un giovane artista di strada compreso nel menù. Un artista che poi propone: “se vi piace Roma, adorerete Venezia, il vero tesoro dell’Italia”. Anche Coelho nel libro parla della scoperta di un tesoro e il giorno dopo il gruppo è già in viaggio sui treni Frecciarossa con il massimo di comfort in direzione del ponte dei sospiri, pronto a varcare le acque della laguna sulle gondole, incontrare vecchie fiamme di gioventù diventate ora cuochi famosi e con una passione quasi erotica nell’antica arte di tirare la sfoglia della pasta a mano (Vincent Riotta). Lì le amiche possono guardare i fuochi d’artificio ripensando all’amicizia, confrontarsi sui “problemi di casa” e sul fatto che Diane si è portata dietro le ceneri del defunto marito, magari concedersi un’avventura clandestina con un misterioso sconosciuto professore (Hugh  Quarshie) che canta malissimo al Karaoke e poi ripartire ancora, in direzione della Toscana. Non è che tutto vada bene, ci sono piccoli imprevisti e uomini troppo focosi ovunque, ma a vegliare su di loro ci sono le forze dell’ordine italiche, con un comandante gentile e dotato di un fascino di altri tempi (Giancarlo Giannini). 


Di nuovo per la regia di Bill Holderman, il club del libro torna gioiosamente a riunirsi, con già la prospettiva di farlo ancora almeno per un terzo film, secondo alcune indiscrezioni ambientando nel festival degli “spiriti liberi” del Burning Man. Meta invece di questo secondo viaggio è l’Italia, luogo ideale per gustare buon cibo, visitare tutte le principali piazze, ristoranti, hotel in perfette giornate da cartolina, riflettere sul passato e sul futuro, piangere e divertirsi insieme come solo sanno fare le buone amiche. Si parla di figli diventati ormai troppo grandi, della difficoltà di innamorarsi a 70 anni anche se oggi sono considerati “i nuovi 40”. Si parla di treni persi e corsi di cucina fatti in gioventù che potevano cambiare la vita, si parla anche di come superare i lutti e concedersi di sorridere ancora. Poi ovviamente il tutto accade nella buffissima e surreale “Italia vista dai turisti”, un luogo misterioso quanto per il sottoscritto divertentissimo. 

Se dovessi sintetizzare in una parola quella che per me è la percezione del nostro paese da parte degli stranieri, userei senza remore: “lampredotto”. Già mi immagino una selva di “tu quoque, lambredotto” o “lampredotto, chi era costui?” e quindi contestualizzo. Dan Brown, saga del professor Langdon, libro dal titolo: Inferno. Prime pagine, descrizione della Firenze dei giorni nostri alle prime luci del giorno: “ovunque si respira il profumo dell’espresso e del lampredotto”. Il lampredotto per inciso è una particolare trippa che si ricava da solo una componente dello stomaco del bovino, l’abomaso, conosciuto regionalmente anche come “lampredotto”. È un discreto esponente dello Street food fiorentino, ma vi sfido a trovare un italiano medio a inzuppare un “espresso” nella trippa alle otto di mattina. Se non nell’immaginazione di Dan Brown, che forse sotto il suo hotel a nove stelle aveva un “tipico carinissimo furgoncino di trippe”, ha fatto “uno più uno” e concepito il teorema del caffè con trippa. Ogni opera che racconta l’Italia vista dall’estero è tragicomicamente così: una serie di deduzioni eccentriche innervate di luoghi di interesse della proloco a base di pasta, pizza, mandolino, Papa e Pavarotti. Il “weird” che incontra il “tipico da cartolina” e fa cortocircuito. Roba che si può trovare in proporzioni quasi devastanti in film come Oggi sposi, niente sesso o Letters From Juliet e ovviamente qui, in Book Club. Prepariamoci quindi ad assistere a innocue avventure vacanziere e momenti di amicizia e solidarietà femminile perfettamente in linea al film precedente accompagnati da degustazioni, shopping e visite d’arte da depliant, il tutto musicalmente sottolineato dall’imprescindibile  Mambo Italiano di Bette Midler, Felicità di Albano e Romina e Volare di Mudugno. Poi arriva il momento in cui Diane Keaton viene coinvolta su una terrazza di Venezia in una festa privata “improvvisata” quanto il matrimonio della Ferragni, a fare il karaoke di Gloria di Umberto Tozzi dopo aver bevuto un “”tipico limoncello locale”” (che a Venezia è quasi una bestemmia)… e io mi trovo in sala a urlare “Lampredotto”. Book Club 2 è pieno di magnifici “momenti lampredotto”, fin dal momento in cui le quattro protagoniste arrivano alla stazione ferroviaria di Roma, che in realtà “”per la magia del cinema”” assomiglia tantissimo alla stazione di Venezia Santa Lucia. Tutti gli autoctoni girano in Vespa o su una 500 o su Frecciarossa, fanno il dribbling tra il product placement e le suggestioni italiche più felliniane, le forze dell’ordine sono quelle di Pane, Amore e Fantasia con un Giancarlo Giannini che si presta benissimo a “vestire panni e divisa” di Vittorio De Sica “da solo”, unico poliziotto in campo che ci si trovi a Roma, Firenze o Venezia, come fosse l’unico comandante sul territorio nazionale. Alla bisogna pure comandante della polizia ferroviaria, vigile, elicotterista.  Per le quattro protagoniste è tutto un incredibile parco giochi, un po’ sinistramente rovinato dai classici problemi nostri locali in fatto di: trasporti poco sicuri, auto a noleggio che si perdono nel nulla per navigatori non aggiornati, forze dell’ordine “medie” che non spiccicano una sola parola in inglese, focosi latin lover un po’ invadenti dal vivo come sui social, disorganizzazione negli eventi. E poi lampredotti come se piovessero, con Don Johnson che in più scene sembra sostituirsi  a Tullio Solenghi, la “giacca della polizia di Giannini” utilizzata dalla Bergman in un “lambredotto quasi fantascientifico”. Da Andy Garcia ci si aspetterebbe a un certo punto una cover di Gelato al cioccolato di Pupo/Margioglio con accompagnamento di un'orchestra dal vivo ma purtroppo per un pelo non succede e manca un po’ la ciliegina sulla torta.


Come successo a Rildey Scott e Russell Crowe in Un’ottima annata, dove la lavorazione di un film in Provenza si è trasformata in un viaggio enogastronomico infinito quanto il tour psichedelico di Coppola per Apocalypse Now, tutti gli attori-vacanzieri di Book Club 2 sembrano essersi divertiti un sacco sul set e questa leggerezza ci viene trasmessa bene, ci sentiamo parte della festa anche se da Italiani magari un’Italia così non la abbiamo mai vista. Al secondo capitolo delle loro avventure, la Keaton, la Fonda, la Bergman e la Steenburger sono ancora più affiatata e divertite, alla maniera delle protagonista di Sex and The City nel loro ultimo film parimenti “vacanziero”. 

Book Club - Il capitolo successivo è un film sulla terza età colorato, divertente e con una punta di malinconia, indirizzato a un pubblico femminile in cerca di una pellicola leggerissima e frizzantina, che in qualche modo può ritrovarsi nelle esperienze, umorismo e avventure delle protagoniste. Il tipo di umorismo è simile agli ultimi Sex and The city

Se avete amato il primo film, questo vi divertirà altrettanto, proponendo alcune variazioni alla formula ma lo stesso ritmo e complicità tra le interpreti. Se siete nuovi del franchise è consigliabile partire con la visione del primo film, essendo molti i collegamenti tra le due pellicole dati per scontati. Vade retro se la comicità della precedente pellicola non vi ha convinto e se in genere l’Italia vista dai turisti è qualcosa per voi di troppo avanguardista. Se invece questa “Italia turistica stranissima” vi affascina, preparatevi a vedere al cinema pure la Roma di Fast X, la  Napoli di Equalizer 3 e il Vaticano de L’Esorcista del Papa. Giannini che quasi reinterpreta De Sica come sornione uomo delle forze dell’ordine italiche ci rimanda affettuosamente a un cinema leggero e sognante che non c’è più, ma che qualche “turista straniero” potrebbe oggi voler rivedere. Speriamo che il cinema italiano dei “drammi da tinello” lasci quindi maggiore spazio a produzioni di “lampredotto”, amore e fantasia. 

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