mercoledì 3 giugno 2020

Act of valor - un film di guerra che...No!



Un giorno qualcuno (voglio tacere misericordiosamente sui nomi, che tanto li trovate facilmente in rete) ha probabilmente detto qualcosa tipo: "Ma perché per fare un film che parla di super-soldati-americani dobbiamo chiamare a recitare degli attori? Non sono più assolutamente fichissimi, nonché reali e quindi "spontanei nell'interpretare loro stessi", i super-soldati-americani veri, rispetto ai bietoloni di Hollywood? Anche perché se poi vuoi vedere un film super-realistico che stringi stringi è una raccolta di super-vere sequenze di tattiche-militari-super-fighe, chettifrega se i super-soldati-americani non sanno recitare in quelle due-tre scene di raccordo tra una sparatoria notturna a infrarossi e un inseguimento con motoscafi con mitragliatrice? Potranno mai essere peggio di impresentabili incapaci come Scott Eastwood, Ed Skrien o Liam Hemsworth? Facciamo che quando devono "recitare" diamo al tutto un taglio documentaristico con loro che parlano di patria, lavoro e famiglia davanti a un barbecue ed abbiamo svoltato".
Credo la massima sintesi di come questa premessa si sia tradotta nel prodotto finale possa essere offerta da questa emblematica immagine di Act of Valor. 


Fanno "la boccuccia", imitano Adriano Celentano nella ricerca di un mood indifferente ma sborone, ma soprattutto sono sputati all'idraulico che incontrate al bar, che vi fa la stessa faccia quando vi parla della campagna acquisti dell'Inter. 
Ora, per l'epica cinematografica militarista in genere quando penso a un super-soldato-americano penso a Casper Van Dien (e vedete che non prendono per forza Martin Sheen) che incoraggia degli space-marine ad andare all'assalto di insetti giganti alieni sventagliando smitragliate sotto la colonna sonora marziale di Basil Poledouris. 


È un bello shock, lo ammetto, fa riflettere a più livelli, mi urla forte in testa che "là fuori non c'è gente che parla come Shakespeare" o per lo meno che io preferisco i fumetti al mondo reale. Amo vedere eroi-modelli vestiti di Gucci-Wachowski che si muovono in mondi assolati e patinatissimi alla Michael Bay, dove tutti "più che saltare" volano con i cavi di Yuen Wo Ping, dove l'eroe tipo del decalogo McTiernan / De Souza si mette di spalle per non vedere la mega esplosione che distrugge la base dei cattivi, dove i combattimenti sono danze raffinate coreografate da Sammo Hung che celebrano lo Yin e lo Yang e dove i corpi dei nemici abbattuti sono disposti a terra formando delle parole con i corpi come nei film di Kitano. Il "Realismo militare cinematografico" che mi appassiona è quello dei movimenti coordinati di truppe Delta Force e Marines di Ridley Scott in Black Hawk Down, le accurate procedure e strumenti di disinnesco e protezione dai detriti di The Hurt Locker della Bigelow, la ricostruzione storico-dantesca delle trincee dello sbarco in Normandia di Spielberg in Salvate il soldato Ryan. Act of valor è come assistere alle esercitazioni dei pompieri e in questo è una interessante brochure che illustra quanto siamo bravi, veloci ed efficaci i super-soldati-americani in tutte le loro mansioni. È azione reale, compiuta da professionisti reali, ti dice che "Call of duty è una storia vera", ma è poco poetica, è un elaborato percorso a ostacoli i cui elementi sono sempre evidenti, "scoperti", affrontati "da manuale". Poi arriva la "parte recitativa" e i nostri eroi diventano amabili e un po' pesanti bietoloni della porta accanto, i vostri vicini di casa con meno verve di cui dopo 40 anni di frequentazione assidua e giornaliera sapete solo che sabato vanno a pescare al lago, sono preoccupati per le piogge estive che rovinano i pomodori e valutano che il cancello comune non si chiude più bene come una volta. Non perché "parlate poco" con loro, ma perché loro per ore e ore non parlando davvero di altro e sanno annoiare fino al suicidio! Due battute "di story telling" tratte da Act of Valor e sentirete l'esigenza di interrompere per andare a far pisciare il cane. E magari il cane manco lo avete!! Aridatece Van Damme che fa le spaccate, aridatece Seagal con il codino che corre roteando il braccio senza un perché. Vi prego non fate che alla prossima scena con esplosione di Bourne Identity Matt Damon esibisca con ossequio all'Actor Studios queste espressioni 



Concludendo, Act of Valor è una raccolta di scene di esercitazioni militari di una ottantina di minuti, condita da momenti cringe in cui i veri soldati parlano per lo più di come amino la patria e soprattutto l'esercito, che li ha tolti da una vita senza prospettive da commessi di Wallmart, al netto di una certa pericolosità ineluttabile ma che comunque accettano. Avessero detto le stesse cose in un documentario, senza fare queste facce per cercare di imitare maldestramente Bruce Willis davanti ad una esplosione, e Act of Valor sarebbe stato più commovente, onesto e vero. Così come è, la pellicola è un prodotto destinato ai soli cultori dell'esercizio bellico-ginnico delle scene d'azione, dove i muscoli riescono comunque a sopperire alla scarsa costruzione dell'insieme. 
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