martedì 23 giugno 2020

Skiptrace - la nostra recensione della commedia con protagonisti Jackie Chan e Johnny Knoxville



- Sinossi fatta male: Benny Chan (Jackie Chan), un poliziotto anziano e depresso di Hong Kong, che ormai combina solo disastri, risponde alla domanda di aiuto di Samantha (Fan Bingbing), figlia del suo ex partner ucciso alcuni anni prima dall'organizzazione criminale gestita dal fantomatico "Matador". Samantha sta operando sotto copertura in un casinò di Macao che sembra gestito proprio dal Matador, ma per uno scherzo del destino ha incrociato il truffatore americano Connor (Johnny Knoxville), che è riuscito a farla mettere in cattiva luce con i suoi capi facendola passare per sua complice di un qualche furto, per poi essere scappato in Russia. Benny dovrà trovare Connor e riportarlo a Macao per salvarla, ma le cose si dimostrano più complicate del previsto e i due, rimasti senza soldi e documenti, nonché inseguiti da criminali cinesi e russi (tra cui svetta la bellissima e bravissima wrestler Eve Marie Torres, già "Maxima" nella serie TV Supergirl, che ha anche ottimi tempi comici) dovranno per lo più fare il viaggio di ritorno a piedi o con mezzi di fortuna, passando attraverso il deserto dei Gobi e la Mongolia Interna. Un viaggio che presto prenderà la forma di un curioso ibrido tra un action Movie e una puntata di robe tipo Turisti per Caso o Overland e un goccio di Mai dire Banzai, con i nostri eroi immersi tra paesaggi, cultura, cucina e tradizioni locali che diventeranno curiose prove da superare per loro quanto per gli inseguitori. Perché, tipo, chi vuole superare un valico di montagna presidiato da delle ragazzine in abiti tradizionali colorati che lo bloccano con bastoni di giunco, deve prima avere la loro approvazione cantando una canzone. 


- Renny Harlin, chi era costui?: Un film del finlandese Renny Harlin in genere lo guardo sempre, magari per scuotere alla fine la testa  ma lo guardo, giusto per trovarci una scintilla action degna di Die-Hard 2: 58 minuti per morire o Cleaner, quel tamarro mascherato da "stile" alla Blu Profondo o quella epica esagerata ma gasante degli "stalloniani" Cliffhangher o Driven. Anche se poi ha fatto robe tremende come Hercules: l'inizio (inclassificabile) o robe per lo più  moscette come L'esorcista: la genesi (occasione buttata), Corsari e Spy (coppia di filmetti carini e nulla più girati per volere della moglie dell'epoca, Geena Davis), 12 Round (saga con "wrestlattori" discutibile, che non sono ancora riuscito ad affrontare nel modo giusto) o Devil Pass (bravi i personaggi, stupenda la fotografia e i mostri ma dove è il secondo tempo? Perché quando iniziano davvero "le cose" la pellicola finisce?), Renny è anche il tizio dei carucci Nightmare 4 e Nella mente del serial killer insomma, un artigiano abbastanza onesto che un prodotto medio e digeribile te lo incarta sempre e qualche volta fa di più. Ora il nostro Renny sembra essere migrato in oriente a fare fortuna, in tre anni di fila esce con Skiptrace con Jackie Chan, Legend of ancient sword con la idol Victoria Song e Bodies al rest con il nostro amico Nick Cheung e programma nel 2021 un ritorno all'occidente con The Misfits con Pierce Brosnam, ma non usciamo dal seminato: parliamo di Skiptrace.
Prima della visione ci ricordiamo che tra i punti di forza di Renny ci sono buona capacità nel costruire il thriller, belle scene d'azione, lunghe, complesse e spesso "vertiginose", un sense of humor in grado di alleggerire l'impasto generale. Soprattutto, Renny è un grande esperto nel fondere bene un scenario realistico con le dinamiche dell'action movie. Vedere Cliffhanger ti fa venire voglia di fare trekking su quelle montagne da tanto sono inquadrate bene, l'aeroporto di Die Hard 2 è dettagliatissimo, perfino il set alla Indiana Jones de L'Esorcista: la genesi è così curato e fotografato da essere il vero aspetto convincente della pellicola. 


- Un classico "Buddy Chan movie" (marchio registrato): Skiptrace è l'esponente di una nota (forse troppo), ma cospicua "serie" di di film Jackie Chan, che io accomuno sotto il termine"Buddy Chan Movie". Abbiamo trattato sul blog i Police Story, la trilogia dell'Armour of God, abbiamo accennato ai "cappa e spada" con The Last Blade, abbiamo accennato alla sua linea di lavori "doppiaggio e poco più for kids" tra Lego Ninjago, Kung Fu Panda e Karate Kid (mi pare), parleremo presto di Little Big Soldier e The Foreigner che forse sono i "pezzi più pregiati e rari a livello recitativo", parleremo magari anche dei "classici Kung - Fu movie" alla Drunken Master (mentre dovrete pagarmi per farmi avvicinare incautamente alla sua produzione "alla bombolo" espressa in robe tipo La gang degli svitati, Project A et simila perché so di non potercela fare neanche io e quel tipo di commedia anni '70, per di più senza una scena in cui c'è la Fenech o Nadia Cassini che si spogliano per fare la doccia, non la riesco ad avvicinare) ecc. ecc. Jackie Chan ci piace, ha fatto più di 100 film, ma alla fine non abbiamo mai parlato qui dei "Buddy Chan Movie", che potrei descrivere in sintesi come film "Buddy Movie con Jackie Chan". I buddy Movie sono quel genere classico in cui ci sono 2 protagonisti di diversa ernia o estrazione sociale impegnati in trame per lo più poliziesche o nel percorso di un viaggio comune, che hanno per idea di sviluppo narrativo, oltre a varie scene action, proporre una "integrazione- popcorn" tra due diversi modi di vivere la vita e il lavoro. Danko! Ecco, prendete Danko per esempio, o Alien Nation ma pure Un biglietto per due, Una poltrona per due, Arma letale... ma stiamo ancora un po' su Danko. Danko parla di saune russe e pranzi con Hot Dog americani, di "etica del lavoro" russa vs "improvvisazione" americana, di situazioni di fraintendimento, perché oggettivamente non si capisce una lingua e il film è parlato in due lingue, ma anche perché certi gesti, come lo scambiarsi doni per riconoscenza, hanno valori culturali diversi. È questo il bello, trovare armonia nelle differenze e arrivare a fine film sapendone qualcosa di più senza essersi sparati in endovena un documentario su, tipo, "usi e costumi dei russi". Nei "Buddy Chan Movie" c'è a fare questo viaggio/missione-multiculturale un attore occidentale, mentre l'altro è sempre Jackie Chan. Nei film di Jackie Chan standard c'è spesso un co-protagonista orientale, ma carattere ulteriore e fondante dei "Buddy Chan Movie" per come li ho concepiti (devo depositarlo in Siae...) è il fatto di essere film espressamente e spintamente pensati per il mercato occidentale, al punto che il buon Jackie si trova a volte a recitare, come spesso ha ammesso nelle interviste, con un copione così culturalmente "altro" da non avere la minima idea se certe situazioni possano far ridere o appassionare uno spettatore occidentale per i tempi comici. E ha una ragione maledetta, soprattutto quando si trova invischiato nell'umorismo di gente come Chris Tucker, che risulta poco divertente anche per molto pubblico italiano, a fronte del classico umorismo alla Jackie Chan che, quando ripercorre la strada di Buster Keaton e delle gag fisiche esprime invece davvero una comicità universale, limpida e adatta a colpire tutto il pubblico. Sono però  "prodotti di esportazione del marchio Jackie Chan" che hanno il loro fascino anche per la sfida di combinare sense of humour di culture diverse, ibridandola con l'action Movie di Hong Kong di cui Chan è bandiera. C'è da dire che spesso l'attore co-protagonista occidentale scelto è un attore comico, quindi la sfida di renderlo "anche" un attore "action" è doppiamente interessante. 
Quanti ce ne sono di film di questo tipo? A dire il vero non tantissimi come si penserebbe. Tra i più belli per me c'è la serie di Pallottole cinesi (Shangai Noon) in cui il nostro è affiancato da uno strepitoso Owen Wilson con cui è in totale sintonia per azione e tempi comici. Molto carino anche Il giro del mondo in 80 giorni con spalla il "poco action" Steve Coogan, riuscita solo a tratti, con divertimento per mio gusto decrescente, la saga di Rush Hour, anche se è evidente l'impegno di Chris Tucker nelle arti marziali.
E quindi Knoxville che partner è? Il fatto che ci fosse Johnny "Jack Ass" Knoxville, un grande stunt-man prima che un comico, ad affiancare Jackie Chan prometteva sulla carta delle scene action degne di questo nome, magari mattissime. Se Knoxville si era poi trovato benissimo con Schwarzenegger ne L'ultima Sfida, cosa poteva andare storto con Chan, con cui credevo di base potesse "parlare la stessa lingua", di action-commedia e costruire il perfetto "Buddy Chan Movie"? 


- Stare "sulle tracce"(lett: "Skiptrace") della tradizione culturale: nei capitoletti qui sopra ho scritto di come il genere "Buddy Movie" offra una ghiotta opportunità per parlare di multiculturalità, dando voce al diverso punto di vista nell'affrontare vita, lavoro e aspirazioni di personaggi di estrazione geografica, sociale ed etnica diverse. Ho altresì parlato della capacità del buon Renny di inquadrare ottimamente tanto paesaggi naturali (montagne in Cliffhanger) che strutture realistiche (aeroporti in Die Hard 2). Combiniamo alle due cose almeno un paio di "dati oggettivi inquietanti" che vengono dritti dalla produzione e giustificherebbero in questo specifico caso una resa non stratosferica delle scene d'azione. Jackie Chan non ce la fa più a muoversi come un ventenne e si è fatto parecchio male in una scena d'azione, che ne ha compromesso la mobilità di una gamba per molto tempo. Johnny Knoxville è di fatto entrato in corsa nel progetto, a 3 mesi scarsi dalle riprese, sostituendo Sean "Stifler" William Scott con degli stunt che potrebbero essere stati creati per quest'ultimo (che era sul progetto da oltre un anno) e non per lo stunt-man di Jackass, che dovendo quindi per lo più "recitare senza fare il matto", prova a diventare (e gli riconosco comunque impegno) una sorta di cosplayer di Jim Carrey. Non c'era nell'aria "troppa voglia" di scene d'azione, considerata pure la tragica morte sul set di uno storico operatore di Hong Kong, un cameraman/action come Chan Kwok-hung attivo da Tokyo Raiders di Jingle Ma. Il risultato di questa nefasta combinazione è che l'azione in Skiptrace è un po' "tirata via", con Jackie che nella sequenza iniziale sulle palafitte sembra muoversi al rallentatore per via della gamba e non migliora poi tanto lungo il film (credo che al massimo sbatta la porta in faccia a un russo e poco più), con Knoxville/Carrey 2.0 che fa praticamente solo faccette e stunt in cui è ingessato o viene usato come sacco di patate umano (se vogliamo nella scena più carina, che ricorda la sequenza delle valigie di Die Hard 2), con sequenze pericolose classiche del Jackie Chan Team meno presenti del solito e che sembrano palesemente poco rifinite, "buona la prima e ciao". Non potendo contare sull'action in quello che dovrebbe essere un film action, ecco la trovata geniale di girare gran parte della pellicola (la migliore) come una brochure delle tradizioni mongole "culturalmente accurata". È l'uovo di Colombo, perché in genere non ci si sofferma mai sulle peculiarità culturali in un film action, ed è pure originale. Così veniamo a sapere che i testicoli di caprone sono un piatto prelibato, che il personaggio di Chan sogna di diventare allevatore di "alpaca", che per sostenere le zattere che guadano i fiumi si possono usare tradizionalmente pelli di cinghiale gonfiate ad aria con la tecnica del bocca a bocca, che per ringraziare del raccolto i contadini mongoli lottano nel fango per giorni, che gli agricoltori di montagna si muovono su carrucole a picco sul vuoto, che nel deserto dei Gobi esistono i pelle rossa con occhi a mandorla e amano cantare in coro "Rolling in the deep" di Adele e improvvisare tornei a uso e consumo dei turisti. Il bello è che non sono informazioni pre-confezionate. Cosa sia un "alpaca" lo si può capire solo a fine film e guardandolo una seconda volta constatare che dei pupazzetti di quello strano animale si trovano sul comodino di Jackie. Allo stesso modo gonfiare pelli di maiale per farne galleggianti non è una trovata buffa, o introdotta in modo buffo o surreale stile "cosa cacchio stiamo facendo?", ma è una cosa che vedi dalle immagini essere fatta "normalmente" dalla popolazione locale. Le palle di montone sono buone e Knoxville, senza fare facce strane o cercare di vomitare quando gli dicono cosa sta effettivamente mangiando, dice che gli piacciono e ne vuole ancora. E ci sono altre mille amenità di questo tipo, una miniera di informazioni culturalmente strane, ma trattate con rispetto, che trovano in questo film di Jackie Chan la stessa funzione del noto combattimento tra i Lego di New Police Story: idee originali per portare avanti la narrazione. Il film, attraverso riti culinari e conviviali, diventa in questa luce un originalissimo road movie in cui a volte la sola partecipazione dei due protagonisti a una delle varie tradizioni popolari mongole ha un senso. Come la festa delle lanterne, evento che senza costruire dialoghi e limitandosi al "volo delle lanterne",  riesce a scalfire la profonda malinconia del personaggio di Chan come a mitigare le intolleranze del ribelle personaggio di Knoxville. 

- Finale: Skiptrace è un film curioso, zeppo di difetti ma molto carino. La coppia Chan-Knoxville funziona e due sembrano a un certo punto divertirsi come ragazzini a farsi gli scherzi e rincorrersi. Molto simpatica anche la wrestler Eve Marie e i vari "sgherri" russi e cinesi, dei cattivi spesso comici e buffi. I paesaggi della Mongolia sono da infarto e per chi non li ha mai visti è un'occasione per scoprire una possibile meta turistica. Ogni tanto il motore si ingolfa, ma chiudendo un occhio ci si più comunque divertire per le mille stranezze che la pellicola, intelligentemente, mette in campo. 
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