martedì 21 gennaio 2020

Dragonero - Il ribelle - n.3. I guardiani di pietra



Nella ridente cittadina di Floriluncar (non sono stati compiuti atti di violenza sulle consonanti di questa parola, ma qualcuna in trascrizione potrebbe saltuariamente mancare all'appello) sono stati ormai da tempo piazzati in pianta stabile i ripetitori di Radio Signora Delle Lacrime. Una volta un religioso che preferisce rimanere anonimo mi ha spiegato che le chiese sono un po' come emittenti radiofoniche spirituali, quindi quanto sto per delirare qui di seguito... è in parte colpa sua. Varietà religiosi a tutte le ore, tra cui "La signora delle Lacrime e il lotto" e "I bambini cantano le canzoncine della signora delle Lacrime", ma soprattutto le maxi statue-antenne della Dea, che oscurano tutte le frequenze delle altre emittenti radiofoniche minori, comprese quelle che trasmettono la più bella musica degli anni 70-80, la radio spirituale dei fan dei Rockets, gli Eleusi. 


Il gruppo di Fabrice Quagliotti e compagni è infatti seguitissimo nell'Erondar, anche se il modo in cui i loro album sono arrivati rimane ancora un mistero (ma ricordiamo che esiste una dimensione parallela arricchita con le copertine dei Supertramp a cui si accede dalla capitale, quindi tutto è possibile in Dragonero). I fan dei Rockets sono ovviamente tutti pelati e per assaporare la psichedelia del gruppo fanno uso della psichedelia dei funghetti erondariani più psichedelici (c'è chi dice che i funghetti fanno cadere i capelli e ti fanno la lingua nera, ma mi sembra un po' come la storia che si diventa ciechi a guardare le elfe oscure nude e non approfondisco). Gli Eleusi mangiano i funghetti migliori, coltivano i funghetti migliori, vendono i funghetti migliori, amano i Rockets e tutti pelati e psichedelici intonano tutto il tempo, nelle loro casette cittadine migliori, figate assolute come"Galactica". 


Sono la versione rovesciata dei capelloni di Hair, questi Eleusi, gioiosi ma un po' molesti nel loro fascino vintage fine '70. Dai e dai hanno un po' rotto le scatole agli abitanti di Floriluncar ormai fedeli ascoltatori solo di Radio Signora delle Lacrime. Je menano, devono portare il pulmino e i funghi altrove!!! Se a Floriluncar non vogliono più sballarsi con "Galactica", "Future Woman" e "Ziga Ziga 999", gli Eleusi però hanno già trovato il luogo più giusto tra i luoghi Giusti dove trasferirsi: "I sassi". Sembra in effetti dal nome il luogo più triste dei luoghi tristi, ma se ci pensate suona in inglese "Rocks"!!! E Rocks è l'ultimo posto nell'Erondar dove poter far sopravvivere il rock. Presto però qualcuno vorrà "allungare i capelli" a questi hippie al contrario, spingendosi pure nel "Rocks" per portare il Rock fuori dal Rocks, ma gli Eleusi troveranno un sodale alleato nel nostro Dragonero, per l'occasione pure lui "lì a Rocks per il rock", pure lui per l'occasione con un fascino vintage fine anni '70, con ciuffo e nasone che lo fanno assomigliare ad Alan Ford di Bunker e Magnus (vedi pagina 21). E se i bacchettoni proveranno di nuovo a mettersi contro il rock? Allora gli Eleusi scateneranno i loro guerrieri definitivi, degli "uomini fatti interamente di puro rock", i loro guardiani di pietra. Ed io personalmente non farei rotolare le pietre a un uomo fatto interamente di rock. 
Ok ricomponiamoci. 


Per fortuna che gli Eleusi sono pelati e psichedelici quanto i Rockets, per fortuna che ogni tanto la caratterizzazione del nostro eroe e comprimari sembra citare il divertente Alan Ford (è in quei caso tutta una divertita e divertente fiera del nasone e del mezzo sorriso), perché per il resto questo numero tre di Dragonero - il ribelle è qualcosa di davvero cupo e disperato. E non basta a risollevare il morale generale scoprire che Gmor ha "vinto" il soprannome di "Colui che porta il palo", chiarendo meglio la dinamica del legame uomo - elfo, ma soprassediamo. Si parla di fanatismo, quella strana malattia delle idee che se la prende con le minoranze e si ripete sempre ciclicamente, nella storia anche presente. Il fanatismo è qualcosa che "rispunta", spesso dove non te lo aspetti, facendo sempre danni. È un tema duro e da rinverdire ogni tanto da cui Enoch, da sempre sensibile a questa problematica (vedi Gea, Lilith e Spray Liz)  non si sottrae, rievocando non a caso nella sua storia molte opere che parlano della più nota conseguenza del fanatismo ideologico, l'Olocausto. Gli Eleusi sono ritenuti un popolo inferiore, "non allineato", perché pericolosi nel contesto della "nuova" religione totalitaria di stato, quella delle Signora delle lacrime, che nelle stesse pagine dell'albo (pagg. 82-88, molto belle) viene "svelata" dal suo stesso profeta come un mezzo di potere, spoglio da ogni connotazione morale. Enoch porta la tematica delle conseguenze del fanatismo nel fantasy di Dragonero e il tema non cambia di valore e importanza, anche per mezzo di immagini e topoi che ci sono già noti dalla cultura popolare. Gli Eleusi sono già dal lato visivo "diversi", per certi versi "strani", sono tutti "simili" a prima vista, pelati e con il nasone (nasone che avevano i topolini di Maus di Spiegelman). Agli Eleusi Enoch fa vivere situazioni a noi note dal cinema e letteratura. A pagina 16 c'è una sequenza che omaggia direttamente Il pianista di Polanski (lo sgombero di un ghetto in cui un anziano viene buttato giù da un balcone), ci sono le soffitte stipate di Eleusi  nascosti ai fanatici come in Anna Frank, ci sono folle inferocite che si infiammano per poi infiammare i ghetti con i forconi. 
Poi ci sono i golem, anche se qui si chiamano Vhedok, che rimandano al famoso film del 1920, quasi citandolo per il centenario (esisterebbe un film del '15 fantomatico mai uscito ma tagliamo corto), dove si parlava sempre di persecuzione di ebrei, nel XVI secolo, a Praga. Il golem è il vendicatore fantasy per eccellenza della cultura Ebraica, Enoch decide di metterlo nel titolo dell'albo ma glissando sul nome (che poi viene specificato, pur restando "diverso"), "sdoganandolo" come un più internazionale mostro di pietra fantasy. Tutto l'albo è carico di rimandi di questo tipo oltre ad essere pervaso di una forte malinconia. Il finale mi ha ricordato delle opere meta-narrative come il numero 420 di Hulk (dove l'AIDS non si può curare con il siero di Hulk, perché Hulk è un personaggio dei fumetti e l'AIDS un problema reale. Qui in Dragonero succede qualcosa di simile: l'eroe non può esserci per sempre per aiutare i perseguitati contro le discriminazioni, a meno che "tutti diventino eroi".). Riccardi e Rizzato hanno il duro compito di mettere su carta delle scene molto forti di contenuto, oltre che essere scene che comportano molti personaggi al centro dell'azione. Ci sono anche scene più convenzionali di combattimenti a cavallo tra la foresta (molto ben realizzate), ma le scene del "ghetto degli Eleusi" sono davvero potenti, cattive, pesanti, sono qualcosa che si stampa in testa. Poi i due disegnatori ti tirano fuori ogni tanto questo tratto caricaturale alla Alan Ford ed è davvero acqua fresca, attenua in un attimo il tono, lo rende più leggero (per quanto possibile). Davvero un tocco da maestri, unito alla caratterizzazione degli Eleusi. Belli, potenti e dirompenti come meritano i Golem, le pagine da 73 a 80 sono puro power metal. La copertina di Pagliarani mantiene i toni rugginosi delle armature che vediamo dal numero 1 di Dragonero Il Ribelle, l'immagine ha una bella tridimensionalità e comunica quasi vertigine.
L'ultimo numero ci getta nel dramma degli Eleusi, tra magnifiche scene di massa e un passaggio interessante sull'uso "politico" della religione. Non mancano scene d'azione rocambolesche e piene di dettagli. Forse sentiamo che i nostri eroi sono un po' sullo sfondo delle vicende ma il lavoro è davvero buono. 
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