giovedì 6 marzo 2014

Le storie vol.17: Oxid Age


Innland. La terra dell'oro rosso e dell'oro nero.
Civilian produce oro nero, il combustibile che muove tutto il pianeta, ma la sua industrializzazione spinta ha portato al diffondersi della ossidanza, una malattia che, se non curata con forti trasfusioni di sangue sano, porta alla morte. Sangue sano, l'oro rosso, l'unica materia di scambio della verdeggiante Lith, la città giardino. Per poter sopravvivere il popolo di Lith offre i suoi figli a Civilian per farne spremute di medicina, in cambio dell'oro nero. Poi qualcosa cambia, i sacrifici umani finiscono. Lith scopre un giacimento di oro nero. I malati di ossidanza di Civilian vengono condannati all'esilio e trascorrono nel deserto una vita da predoni. La un tempo pacifica Lith pensa ad armarsi, a vendicarsi. In questo mondo dilaniato dalla violenza all'ombra di una guerra imminente si incontreranno a metà strada una ragazza rinnegata da Lith e un ex giocatore di Death Run di Civilian, contagiato dall'ossidanza per via di un giro di scommesse. Diverranno uno la cura dell'altra.

Gigi Simeoni, autore e disegnatore di questa storia, è uno dei più grandi nomi del fumetto italiano in circolazione. Sono un suo fan, ma confermo quanto detto senza timore di essere smentito. Tra i suoi ultimi lavori in casa Bonelli ci sono anche un paio di capolavori, come i romanzi a fumetti “La notte e il buio” e “Stria”. Opere tra il thriller e l'horror magnificamente disegnate, ricche di profondità narrativa, nella quali dimostra un particolare orgoglio, amore e sensibilità nel descrivere ambientazioni fieramente italiane. Tra Nick Carter, Lazaruss Ledd, l'intrepido, Dylan Dog e Nathan Never, Simeoni dimostra poi di aver scritto e disegnato di tutto, mai rinunciando all'alta qualità e ad una spiccata originalità tematica.
Dopo averci deliziato con “Amore nero”, seguito di “La notte e il buio” pubblicato sul volume 8 de “Le storie”, Simeoni ci stupisce con un mondo e un contesto del tutto nuovi, per quanto squisitamente retrò: il polveroso fantasy post atomico figlio di molti sogni anni '70 e '80. Un genere nato dalla riflessione sul sempre maggiore utilizzo da parte dell'uomo di fonti energetiche, vuoi particolarmente ambite in quanto limitate, vuoi decisamente potenti quanto pericolose. Un uso-abuso sordo a qualsiasi politica ambientale che inevitabilmente porterebbe al loro esaurimento, alla distruzione delle società civili, al progressivo imbarbarimento dei costumi fino alla nascita di un nuovo medioevo. 

Gli esempi del successo di questo, inquietante, filone narrativo sono noti e spaziano dai manga come "Ken il Guerriero", ai fumetti di Corben e Kirby, ai film di Mad Max, ai giochi come Fallout. Simeoni porta la situazione subito all'estremo, sangue per petrolio, dritto come una rasoiata, narrando una storia di reietti in cui la morte di una persona diviene qualcosa di pacifico, accettato per disumana prassi, dove i giochi di potere vengono prima di ogni cosa. Se il contesto è doloroso, la storia è di impronta decisamente action, non priva di personaggi decisamente umoristici. Si vorrebbe alla fine sapere di più di questa Innland, ma non è detto che il futuro non presenti sorprese. Se il Simeoni scrittore è solido e pieno di ritmo, il Simeoni sceneggiatore è qui estremamente godibile e citazionista. Veicoli che sembrano usciti da un'opera di Kirby, uomini dai contorni deformi e possenti come tipici di Corben, donne bellissime con occhialoni da motociclista e mezze nude come le disegnava il compianto autore di Ranxerox, Tanino Liberatore, omini con nasone che riportano ai caricaturali personaggi di Magnus. Questo lavoro dona all'opera una atmosfera fortemente vintage, accattivante ed estrema, splendida per chi “conosce e ama”, ma di sicura presa anche per le nuove generazioni, che magari ai vari Fallout, Rage e Borderlands ci hanno giocato e qui si troveranno subito a casa.

La copertina del sempre bravissimo Di Gennaro “urla” Ranxerox e sarebbe bellissima da appendere come poster gigante. Bellissimo numero. 
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