lunedì 29 luglio 2013

Le Storie vol. 10: Nobody


Storia: Alessandro Bilotta; Disegni: Pietro Vitrano


Si chiama Nobody, perché non ha nome né genitori. È stato trovato su una spiaggia e pertanto è solo figlio del mare. Ha fatto parte della gloriosa flotta di sir Harry Burrard-Neale. Sua moglie, Molly, è stata rapita dal pirata Ahriman, e Nobody è intenzionato a riportarla a casa, ovunque ora si trovi. Perché è difficile seguire un pirata senza una nave e imbarcandosi come marinaio si hanno notizie sempre di seconda mano, vecchie di mesi. Ma il mare è dalla parte di Nobody. Quando esce con la sua piccola barca gli compare una dama in nero che gioca a dadi con lui oppure i morti riemergono dalle acque per dargli indizi su dove sia la prossima meta di Ahriman. Nessuno crede a Nobody. Nobody che vive su una barca perché odia la terraferma. Nobody il pazzo, buono solo per essere malmenato dagli avventori più collerici di una bettola nelle prossimità del porto. Ma giunge uno straniero al porto, proprio quando Nobody ha appena conosciuto la prossima meta di Ahriman da un morto: Patusan, in Malesia, nel mare cinese. Lo straniero cerca marinai e si dà il caso che vada più o meno verso la Malesia. Nobody diventa quindi parte dell'equipaggio. Ma sarà un lungo viaggio. Nobody avrà a che fare con infauste profezie, mostri marini dalla carnagione albina, sirene. Sarà ospitato in pesci metallici, troverà riposo su una spiaggia dove vivrà con una donna selvaggia, sarà prigioniero delle Tigri di Mompracem e infine riprenderà il largo in una continua, infinita, ricerca dell'amore perduto.

Nuovo vulume della collana antologica della Bonelli. Si può dire che lo stesso volume 10 faccia antologia “a sè”, cogliendo a piene mani dai topoi più noti del romanzo d'avventura ad ambientazione marittima. C'è l'Odissea, l'Ulisse di Joyce, Moby Dick, 20.000 leghe sotto i mari, un capitano di 15 anni, Sandokan e molti altri riferimenti devo averli persi. Opere che vengono fuse e mixate in un'unica surreale storia sull'ineluttabilità del destino, sull'impossibilità dell'uomo di tracciare una propria rotta nel mare della sua vita senza essere sospinto a destra e manca. Nobody è l'emblema del Titanismo, della forza di volontà che si frappone all'ineluttabilità del fato (avete presente il comandante Mifune in Matrix Revolution che combatte contro milioni di sentinelle con i caricatori semi vuoti? Avete presente il pellerossa Billy che in Predator affronta l'alieno armato solo di coltello? L'ultima puntata di Rocky Joe, quando il nostro combatte in ghost-mode?Fantozzi che vince a biliardo per poi rapire la madre del duca conte all'inno di “prendo la vecchia!”? Sì, ci sono anche esempi più noti, ma per ora ho in mente solo questi....). Non sorprende che dietro a questa storia, dimostrazione anche di grande dimestichezza nel saper citare con classe, ci sia lo scrittore che per ora ha su questa collana proposto la storia più bella, “Il lato oscuro della Luna”, Alessandro Bilotta. Anche qui la narrazione è perfetta e calibrata sulla giusta metratura delle pagine. Non si avverte, come ormai endemico nella collana “Le storie”, la sensazione che qualcosa sia stato tagliato o poco sviluppato. Qui tutto è perfetto e gira a dovere. Questa è l'ennesima prova di un talento raro nel nostro panorama fumettistico. Ai disegni, ricchissimi di dettagli e splendidamente evocativi di un periodo di nuvole parlanti volutamente vintage abbiamo Pietro Vitrano, un nome legato a piccole case editrici (dove ha fatto una bella gavetta, tra Draco e Gothica) e che vorremmo sentire più spesso in Bonelli, dove potrebbe disegnare praticamente tutto quello che vuole (io gli auguro un Texone, con tutta la stima). Molto bravo nella caratterizzazione dei personaggi, eccelso nella scansione in tavole del racconto, fenomenale sugli sfondi: un autentico spettacolo visivo. Nobody, a meno che non detestiate l'ambientazione marittima, rappresenta una delle più sfolgoranti gemme della collana. Farselo sfuggire sarebbe un peccato. 
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