sabato 1 dicembre 2012

X-men Giorni di un futuro passato

Manca ancora tanto, ma si delinea sempre più chiaramente quello che sarà il nuovo film degli X-men. Esultiamo. La saga cinematografica degli X-men ha costituito la testa di ponte dell'invasione dei supereroi al cinema. Una formula moderna, personaggi inseriti in un contesto più realistico, la mano di Brian Singer a dare lustro agli eroi più sfigati del panorama supereroistico mondiale. Dal giorno alla notte tutti conoscevano gli X-men dopo aver visto una singola pellicola, tutti vivevano il loro dramma di popolo emarginato e soffrivano con loro, tutti diventavano esperti di fumetti. Oltre a un bravo regista, che ha saputo capitalizzare un budget meno stellare di quanto si possa immaginare, ottimi attori si sono espressi al meglio. Gigantesco Patrick Stewart, indimenticato capitano Picard di Star Trek next generation, nell'incarnare il Professor X, telepate più potente della terra, ma destinato a muoversi su una sedia a rotelle. Convincente Hugh Jackman nel dare umanità e spessore a un personaggio per lo più grezzo e violento come Wolverine (almeno in superficie), al punto da meritarsi uno spin off autonomo di cui al momento è in produzione un numero 2, ispirato a un celebre run di Miller, quello di Sin City, che all'epoca aveva reinventato Wolverine, come ronin decaduto in un Giappone mai così familiare per lui. Straordinario Ian McKellen (attore già utilizzato da Singer in “L'allievo” e noto per un figherrimo “Riccardo III” in versione hitleriana); dopo il suo Magneto, signore del magnetismo vittima delle brutture dell'olocausto, l'attore ha goduto di una rinnovata giovinezza artistica e indossato la tunica di Gandalf nella saga del Signore degli Anelli. Favolosa Halle Berry nel ruolo di Tempesta, che in seguito passerà alla storia per uno sconvolgente topless in Codice Swordfish e successivamente per amplessi da autentico porno in “Monster Ball” e per la tutina ultra-fetish di Catwoman: tengo a precisare che è, anche, una brava attrice, ma davanti a cotanta bellezza si rimane disarmati e sbavanti senza capire quello che effettivamente dice mentre recita.
Adeguato al ruolo anche James Marsden nel ruolo di Ciclope, la sua interpretazione ha influenzato pure la controparte cartacea, che appare sempre di più quale un ottuso idiota con il complesso del pene piccolo (ma Marsden recita bene ed è simpatico, è il personaggio di Ciclope a essere così). La fatale Famke Jenssen oltre ad essere una delle creature più sexy del creato incarna alla perfezione Jean Grey, l'incarnazione umana della forza Fenice. Poi altri, tutti straordinari, Anna Paquin su Rogue, Rebecca Romijn su Mystica. Grandi attori, ottimi effetti, un quantitativo allucinante di gnocca: il primo X-men di Singer è un successo. Si mette in cantiere un seguito. I produttori nonstante sfoggino dei nuovi rolex di diamanti, fanno tuttavia ancora gli stronzi e danno a Singer un budget altrettanto scarso. Ma lui se ne frega e fa di necessità virtù. Il secondo film conferma tutto il bene del primo e si chiude con un cliffhanger che preannuncia un terzo episodio, con l'inevitabile deflagrante arrivo della Forza Fenice. Poi Singer si perde, si defila come produttore e crea quel capolavoro televisivo che è Dr House. Osserva da esecutivo anche X-men conflitto finale, che viene affidato al regista di Rush Hour 2, Brett Ratner. Al cast si aggiunge il Fenomeno interpretato da Vinnie Jones, si aggiunge Bestia, si aggiungono una marea di nuovi personaggi alcuni dei quali, pur leggendo gli X-men, manco io riconoscevo. Purtroppo il film deflagra, è programmato per essere il capitolo conclusivo di una trilogia, molti personaggi, anche chiave, defungono ponendo grossi interrogativi su un continuo del brand. Il film è comunque bellissimo, il meglio che finora si sia visto per effettistica speciale. Dispiace la sua definitività, si sarebbe voluto vedere molto di più. Un particolare, nelle primissime scene della pellicola Wolverine allena i ragazzi X nella stanza del pericolo contro una figura strana che ancora non si era vista. Interviene per aiutare gli studenti e si fa lanciare da Colosso (mossa tipica che nel fumetto ormai appare con consuetudine) con gli artigli sguainati. Quando atterra si vede chiaramente che ha decapitato un robot gigante. Ma non un robot gigante qualsiasi, una Sentinella. Chi legge i fumetti o ha visto il cartone animato conosce bene questi esseri meccanici: fanno parte del cosiddetto Progetto Sentinella, volto all'eliminazione dei mutanti. 

Le Sentinelle
Alcune pilotate, alcune puri automi, sono IL nemico per eccellenza, la personificazione del rifiuto della razza umana di condividere il pianeta con i mutanti. Oggi sarebbe costoso mettere le sentinelle in un film degli X-men, ma visto quello che si è fatto per The Avengers risulterebbe comunque possibile farlo. All'epoca di "X-men conflitto finale" realizzare degnamente delle sentinelle sarebbe stata utopia (chi coglie questo riferimento fumettistico ha diritto a un derattizzatore...). Il terzo capitolo chiude un ciclo, dicevamo. Ma qualcuno decide di resuscitare il brand, in tempi più recenti. Bryan Singer è di nuovo della partita, reduce dal tremendo Superman con Brandon Routh (che dopo l'uomo d'acciaio è corso a distruggere pure Dylan Dog. Qualcuno lo fermi!), alla regia quel Matthew Vaughn che si era da poco cimentato nel genere supereroistico con Kick-Ass. Si sceglie la strada del prequel. JamesMcAvoy, già protagonista di Wanted, tratto da un fumetto di Millar (autore anche di Kick-Ass... c'è come un filo invisibile, rosso, che lega certe persone, come si direbbe nel terzo capitolo di una celebre trilogia cinematografica francese) veste i panni di un giovane Professor X. Michael Fassbender, reduce da Ingloriuos Bastards e uno dei più promettenti attori attuali, diviene un giovane Magneto. La splendida January Jones diviene la giovane Mystica e scende in pista Kevin Bacon ad impersonare il capo del Club Infernale. Perfino Hugh Jackman appare come Wolverine in un breve cameo. Il titolo originale è X-men: First Class e visto che ha un senso solo per chi legge il fumetto, in Italia è tradotto come X-men: l'inizio. Un brand morto nelle mani di un ottimo cast tecnico. Gli X – men risorgono ed eccoci ai giorni nostri, con la produzione di un film che è l'esatta continuazione di X-men: first class.
Certo che in First Class c'erano dettagli strani, legami tra personaggi inediti o incongruenti rispetto alla trilogia classica degli X-men. Anche se si narravano eventi passati incongruenze permanevano tipo: da quando Mystica è legata al Professor X? Voluto o non voluto, in rete si scatena un putiferio su come considerare X – men: First Class che non può essere un prequel, ma neppure un reboot. Ecco che tutto oggi assume un significato, alla luce della sceneggiatura in corso di scrittira per questo nuovo film degli X-Men.
X-Men First Class si trova in una dimensione alternativa a quella della originale trilogia degli X-Men e i personaggi dell'una dimensione passeranno nell'altra proprio come avveniva nel celebre arco narrativo Giorni di un futuro passato. In una delle due dimensioni i mutanti sono perseguitati e messe alle strette dal governo con l'utilizzo di un numero abnorme di robot giganti Sentinelle. Hanno già firmato per la pellicola sia McAvoy che Fassbender, così come Patrick Stewart e McKellen. Si presume, ma sarebbe folle che ciò non accadesse, che ci saranno anche una marea di gigantesche e incazzate sentinelle, con cui i mutanti avranno a che fare, sperando che il tutto si risolva in una prolungata estenuante orgia di effetti speciali di transformeristica matrice. Finora le premesse per un capolavoro o per un prolungato orgasmo visivo ci sono tutte. La regia è di nuovo nelle mani di Singer. Orgasmo. Il 2014 appare sempre troppo lontano. 
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