giovedì 9 febbraio 2023

Marcel The Shell: la nostra recensione del tenero film sulla vita di una conchiglia con le scarpe da ginnastica


In una casetta in affitto con il giardino dell’America dei giorni nostri vivono due conchiglie, Marcel (in originale con la voce dell’attrice comica Jenny Slate) e la nonna Collie (in originale con la voce di Isabella Rossellini). Ci sono di fatto conchiglie in tutte le case del mondo, ma sono in genere molto brave a nascondersi e non è facile scoprirle. Si divertono a girare per casa dentro le palle da tennis o una arancia vuota, trovano la complicità di qualche animale domestico per le loro necessità, riescono a camminare sui muri più alti mettendosi del miele sotto le scarpe, hanno un loro piccolo orto dentro all’orto più grande, dormono nei cassetti e nelle scatole e amano guardare la tv, nell’ombra, specie le trasmissioni pomeridiane di news. Quando si sentono malinconiche suonano dei maccheroni come fossero trombe. Quando sono “molto malinconiche” amano sentire “il loro suono interiore”: facendo passare un soffio di vento attraverso il loro guscio, creando suoni simili a delle note.

In genere le comunità di conchiglie contano almeno 20 membri per abitazione, il minimo per una gestione ragionata dei compiti e degli spazi, ma il gruppo di Marcel è stato qualche tempo fa separato da lui e sua nonna da un evento imprevisto. La coppia di umani che abitava nella casa era molto litigiosa e quando iniziavano a volare le parole e i piatti le conchiglie erano solite andare a nascondersi, nel solido e buio cassetto dei calzini. Solo che quel giorno il ragazzo umano era particolarmente furibondo e prima di abbandonare per sempre la casa con la sua valigia ha preso in fretta e furia tutti i calzini, insieme a quasi tutto il gruppo di Marcell, andando ad abitare chissà dove. 


Non è stato facile vivere solo in due in una così grande casa, nei primi tempi. Ma nonna Collie con impegno e pazienza ce l’ha messa tutta per organizzare l’orto, ha elaborato con un complesso sistema di carrucole ed elettrodomestici per gestire tutti i lavori di casa e ha pure stretto proficue collaborazioni con gli insetti locali. Marcell dal canto suo si è sentito prima tanto solo, ma poi ha fatto amicizia con il cane Arthur e soprattutto, con un grosso atto di coraggio, con Dean (Dean Fleischer Camp), il nuovo affittuario umano. Non è facile per una conchiglia rivelarsi agli umani, ma Marcel aveva tante cose da dirgli e soprattutto cercava un amico. Dean era un giovane regista di documentari e vedendosi davanti Marcel è subito rimasto affascinato dal suo stile di vita e dall’estro, dal modo positivo e disincantato con cui la conchiglia sapeva guardare il mondo. Marcel aveva tante cose da dire e poteva diventare una piccola grande star, magari sul web, magari con Dean che poteva aiutarlo. I due decisero di collaborare a un documentario che servisse a Marcell anche a perorare una richiesta al pubblico per la ricerca del suo gruppo scomparso di parenti. Il top sarebbe stato riuscire a coinvolgere nella ricerca magari pure la conduttrice dello show 60 Minuti, Shari Finkenstein (che interpreta se stessa), uno dei programmi preferiti da tutte le conchiglie. Forse sarebbe bastato inviare una mail. Nonna Connie sembrava molto contenta del fatto che Marcell avesse trovato un nuovo amico e ora non fosse più solo. Stava diventando anziana e la sua memoria non funzionava più come un tempo, ma vedeva che il nipote ora era più autonomo e si stava costruendo con entusiasmo una sua vita, magari a fianco degli umani. Comunque fosse andata la ricerca, si sarebbe sentita felice.


È alto forse sui 7-8 centimetri, ha un grande occhione che può contenere sia tutti i sogni che le lacrime del mondo (e quando piange sono fiumi), ha un sorriso che conquista, una vocina dolce quanto impertinente e le scarpe da tennis. Perché molte conchiglie portano per comodità delle scarpe da tennis. Marcel è nato nel 2010, per essere il protagonista di un corto a metà tra la animazione in stop motion e il live action. Un “mokumentary” in cui la conchiglia ci raccontava la sua vita nello stile di quei programmi di Real Time o D-Max. Scritto e realizzato tutto a quattro mani, dai testi alle voci alla regia, dalla star del Saturnday Night Live Jenny Slate e dal regista indipendente Dean Fleischer Camp, quel piccolo film, fatto con tanto amore e grazia, nel 2011 vinceva il Sundance Film Festival, nella categoria del miglior corto. Nel 2012 Dean e Jenny si sposavano. Marcel cresceva e prendevano forma per mano dei suoi “genitori” nuovi corti animati con le sue avventure, poi seguiti pure da libri illustrati per l’infanzia. Nel 2014 iniziava a prendere forma l’idea di passare dai corti del web al grande schermo. Marcel poteva arrivare al cinema, magari in una sala a fianco di Birdman. Solo che in progetto non partì e la coppia nel 2016 si lasciava. Jenny si dice in seguito fosse uscita per qualche tempo con Chris “Captain America“ Evans e poi nel 2019 ufficializzò la sua relazione con lo scrittore e gallerista Ben Shattuck. Dean nel frattempo era invece tornato ai documenti e a qualche special tv. Di sicuro Marcel mancava a entrambi. Ma ecco che nel 2021 Marcel riprendeva vita per una nuova storia insieme a Dean e Jenny, prodotta dalla prestigiosa etichetta indipendente A24, alla cui realizzazione tecnica hanno partecipato anche i The Chiodo Bros, esperti di effetti speciali, stop motion e clay-Animation con in curriculum la saga Horror-comedy Critters e il dissacrante “film per adulti con pupazzi” Team America, di quei due mattacchioni di Trey Parker e Matt Stone (autori di South Park). Così Dean e Jenny sono riusciti a tornare un po’ insieme a Marcell, che ora è nei cinema in una sala a fianco di Brad Pitt.



Marcell The Shell è un piccolo film di 90 minuti, leggero e poetico come le favole di Pixar e dello studio Ghibli. Il piccolo popolo delle conchiglie assomiglia nelle sue forme levigale agli spiritelli di Princess Mononoke, “gioca a nascondino” con gli umani come i giocatoli di Toy Story e vive come i “rubacchiotti” di Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento. Come le opere migliori di questi celebri studi, Marcel riesce nel difficile compito di sorprendere quanto far riflettere. La storia è ricca di invenzioni visive e narrative originali quanto gustose, con dialoghi brillanti che riescono a coniugare con intelligenza e stile il mondo degli adulti con quello dell’infanzia, ma in sottotraccia la vita delle conchiglie ci viene descritta in modo non banale, facendo uso anche di allegorie “potenti”. Può far sorridere all’inizio pensare a queste conchiglie che scappano nel cassetto dei calzini per fuggire da una coppia di fidanzati che litigano, ma per il modo in cui ci viene raccontato questo evento è qualcosa di sinceramente drammatico, che può rievocare anche delle brutte pagine della Storia recente. Può sembrare buffo ma anche commovente vedere nonna Collie che stringe legami con i ragni che stanno ai margini della casa, come possono essere buffi ma tristi i momenti in cui “perde la memoria”. Può sembrare buffo ma anche tragico il modo in cui Marcel si rivolge ai social per chiedere aiuto per la ricerca dei suoi cari, con esiti buffi ma che hanno poco di gratificante. Il piccolo film di Dean e Jenny come le migliori fiabe sa per questo raccontare al meglio la complessità della realtà in modo onesto, divertente quanto tragico. Un esito pedagogicamente importante ma pure quasi sorprendente, se a dare voce ai sentimenti più forti e contrastanti sono dei pupazzetti in stop motion di pochi centimetri dall’aria buffa. Ho visto, con i miei occhi, in sala al cinema, omoni giganteschi commuoversi per come ci viene raccontato il rapporto buffo quanto “realistico”, tra Marcel e Nonna Connie. Un rapporto che in lingua originale non a caso ci viene “sussurrato”, con trasposto e umanità, dalle voci strepitose di Jenny Slate e Isabella Rossellini. Certo sono scene “molto da A24”, sottolineate dalla meravigliosa colonna sonora a firma Richard “Disasterpeace” Vreeland (quello della colonna sonora di It follows) e da una fotografia a luce naturale stile Dogma. Ma sono scene che visivamente commuovono anche quando tutto questo è rappresentato in animazioni in modo “super buffo”, con copiosissime fontanelle di lacrime stile Sponge Bob. Si innesta così nel pubblico un “cortocircuito emotivo” unico, molto interessante da sperimentare in prima persona, magari muniti per sicurezza di qualche fazzoletto di carta che “sicuramente non utilizzeremo”.

Marcel The Shell è stata una piccola e commovente sorpresa. È un film realizzato con tanta cura che per la sua ricchezza di sfumature è forse più da indirizzarsi a un pubblico di “grandicelli” più che di giovanissimi, anche se parla un linguaggio perfettamente comprensibile da tutte le età. Consigliamo quindi nel caso dei più piccini magari la visione con a fianco un genitore, per avere una esperienza condivisa maggiormente guidata. Portatevi tanti fazzoletti. Specie se siete degli omoni che si definisco “poco sensibili”. 

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