venerdì 16 agosto 2019

Ciao AkaB



Ci ha lasciato Gabriele Di Benedetto, in arte AkaB. A solo 43 anni. Era troppo giovane e stava facendo tanto, di importante, per il fumetto italiano e soprattutto per gli autori più giovani, per quelli meno inquadrabile. 
Il suo recente contributo attivo, fondativo, al Progetto Stigma (opere che potete trovare nel catalogo di Eris Edizioni o sul sito di Stigma) mi ha fatto scoprire e ri-scoprire storie e fumettisti pazzeschi, di cui si parla ancora troppo poco on-line e di cui presto voglio trovare il tempo di parlarvi. 
Difficile e ingiusto racchiudere in un genere il lavoro di Di Benedetto. AkaB è eclettico. Sa far sorridere, ma non così spesso. È più nichilista, spesso cool, fieramente lontano dal mainstream, difficile da addomesticare e (per qualcuno), da capire. Ama il nero e l'horror più genuino di "genere", insidiarsi negli incubi e fobie e far riemergere l'umano dagli anfratti più nascosti. È uno dei pochi in grado di parlare di sacro e profano. 
Non ce la faccio e non voglio parlare di lui al passato, perché per molti le sue opere sono davvero troppo nuove, innovative, da scoprire sopratutto spulciando nelle fumetterie, scavando sulla rete, avendo le coordinate giuste per cercare nelle fiere. 
Vi invito a scoprirlo "difficoltosamente" da voi, nelle sue molte forme espressive, spesso affiancato nelle opere da straordinari compagni di viaggio. Ma voglio giusto darvi due indirizzi, per trovare il materiale più reperibile. Potere recuperare tutte le opere da lui supervisionate per Progetto Stigma, da Catalogo Eris Edizioni (da poco ho letto del Progetto il bellissimo Iron Cobra, per i disegni di un Officina Infernale in ottima forma). Potete, cercando sui motori di ricerca e negozi online, imbattervi in lavori suoi o realizzati in coppia, come Monarch, Motosega, Il libro della fine, Voci Dentro, La soffitta, Arca Vuota, Plume. Sua è una delle storie del bellissimo antologico Le cinque fasi. Potete immergervi nel sito di Progetto Stigma e scoprire materiali unici, introvabili altrove. Potete cercare la sua storia per Dylan Dog nei colorfest (il numero 16). Potete cercare di vedere, se siete davvero bravi a trovarli, i suoi film indipendenti come regista: Mattatoio, Il Corpo di Cristo, Vita e opere di un Santo. 
Buona caccia a tutti i suoi futuri lettori, un abbraccio a tutti quelli che lo hanno conosciuto e amato lui e i suoi plumbei e malinconici lavori.
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