mercoledì 19 dicembre 2018

Il ritorno di Mary Poppins : la nostra recensione!




Riassunto breve: siamo nella Londra della depressione, circa vent'anni dopo gli avvenimenti del primo episodio. Stessa casa al 17 del viale dei ciliegi, abitata ora dal vedovo Michael Banks (il bambino del primo, interpretato oggi da Ben Wishahw) e dalla sua prole. Il buon Michael non paga le rate del prestito bancario per cui il direttore della banca (Colin Firth) decide che quella bella casetta sarà sua. Mancano pochi giorni per poter estinguere il debito e ad aiutare Michael c'è solo sua sorella Jane (Emily Mortimer). In quel momento si alza il vento e una giovane tata si materializza dal cielo. Sembra non essere passato un giorno da quando risolse i problemi dei genitori anche se questa volta ha le sembianze di Emily Blunt e non di Juile Andrews. Ci sarà una canzoncina sui benefici del botox?
Basta un poco di zucchero: La regia di Rob Marshall è quanto di più auspicavo e sospirato per una produzione di questo tipo. Ha girato trasposizioni di musical come Chicago, Nine, Into The Wood, ci ha portato nell'oriente magico di Memorie di una geisha ed è salpato per i mari Disney de I pirati dei Caraibi, il capitolo con Penelope Cruz, cui virtualmente "tornerà" con il film live de La Sirenetta.  E se abbiamo un ottimo regista nelle corde del musical quanto della favola, le musiche di questo Ritorno di Mary Poppins sono di Shaiman e Wittman, che hanno lavorato insieme in Hairspray come anche nelle indiavolate musiche della Famiglia Addams del mai dimenticato Raul Julia, il duo che ha musicato i film di Sister Act


Mary Poppins è da sempre anche animazione e i talenti qui coinvolti sono molti, da Jared Beckstrand che ha lavorato a Hercules, Tarzan, Fantasia 2000 e Pocahontas, a James Baxter, con esperienze in DreamWorks, che vanno da Kung Fu Panda ai Croods, e aveva iniziato proprio in Disney ai tempi della Sirenetta, a Tony bancroft, animatore di Aladdin e regista di Mulan
La passione e la cura di questo team tecnico ha permesso a Mary Poppins di non invecchiare col cambio di attrice e di presentarsi ancora oggi con una storia fresca e nostalgica, molto vicina nei toni all'ultima trasposizione di Winnie The Pooh con McGregor, come all'oggi sempre più lunare Hook - Capitan Uncino. Citazione del passato e cambiamento: le favole sono "il passato" di bambini cresciuti, ma la loro magia non smette ancora di sprigionarsi, se stimolata al momento giusto. C'è quindi ancora l'ammiraglio Boom che vive all'inizio della via in una casa a forma di nave (anche qui cambio di attore). C'è Dick van Dyke che balla e interpreta mr Dawes junior, il proprietario della banca ( Nell'originale interpretava, oltre allo spazzacamino, anche Mr Dawes senior, truccato da anziano). 
Al posto degli spazzacamini ci sono oggi " gli acciarini", delegati ad accendere e spegnere i lampioni della città. Si spostano in bici, sono armati di scala e straccio e sono capitanati da Jack  (Lin Manuel Miranda). Le cose cambiano, ma sono per lo più sfumature, la favola rivive.


È un musical: Allora... Oggettivamente cantano tanto. In due ore siamo siamo oltre i dieci pezzi musicali abbastanza lunghi. La regia però è veloce, quindi in fin dei conti non annoia. Ha un buon ritmo. I brani più belli quella con una sempre brava Meryl Streep (che torna dopo Into the Woods a essere diretta da Marshall) e lo spettacoloso brano centrale, ambientato "all'interno di un vaso" in cui i protagonisti sono affiancati da disegni di animali come lo erano anche in Pomi d'ottone e manici di scopa (a quando il restyling anche di questo? Non vedo l'ora di vedere l'armata della magica Lansbury contro i nazisti!! Passerei con slancio dal Supercallifragilistichespiralidoso al supercallipagicextramotus...) 
Il ritorno di Mary Poppins è un salto indietro nel tempo con buone note di modernità, reso molto piacevole dall'ottima confezione, da una sezione animata davvero ben fatta e adrenalinica, da una Emily Blunt che riesce ad essere il vero effetto speciale del film, un inconsueto e complicato mix di sorrisi dolci e occhiatacce severe / autoritarie. Cura e controllo, come la migliore delle tate da cui vorremmo imparare a essere genitori migliori. La sfida con la Julie Andrews si pone a un certo punto, ma la Blunt riesce a dare una sua versione del personaggio che conquista. 
C'è una cameo tenero di Angela Lansbury sul finale.
In conclusione: Ballano tanto e cantano tanto. L'ho già detto, lo ripeto perché siate sufficientemente pronti, se non siete avvezzi del genere (se poi vi piace, andate di corsa a recuperare). 
Visivamente impeccabile. Colorato, ben caratterizzato, sceglie una messa in scena di matrice molto teatrale, carica di dettagli e coralità, all'interno di sontuose scenografie (musical in arrivo?). Da vedere per tornare un po' bambini e passare insieme un paio di ore con i propri cari.
Gianluca e Talk0 

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