lunedì 9 aprile 2018

The lodgers- la nostra recensione



Rachel (Charlotte Vega) ed Edward (Bill Milner) sono gemelli, sono orfani e vivono in Irlanda in una tetra villa separata dalla città da un tetro bosco che avvolge anche un tetro laghetto attiguo. Edward è il più introverso, ha assistito da giovane alla morte dei suoi genitori e da allora si è incupito, vive perennemente al buio e ha paura di ogni cosa. Rachel è più forte del fratello e desidera abbandonare quella casa, soprattutto da quando in paese è arrivato un ragazzo, il reduce Saen (Eugene Simon). Rachel ed Edward sono ricchi di famiglia e vivono nel villone soli, ma forse non "troppo" soli. C'è una botola a piano terra che dà verso i sotterranei. Una botola dalla quale ogni tanto rigurgita allagando il soggiorno una misteriosa acqua scura. Saranno deaditi? Sarà un fratellino di Chtulhu? Di sicuro chi o cosa vive oltre quella botola può uscire la notte e prendere il posto del padrone casa, può dettare delle regole inquietanti elencate in filastrocche musicarelle in rima, può spiarli mentre sono in bagno e può spingerli a fare cose che loro non vorrebbero. Queste presenze stanno diventando più pericolose e invadenti negli ultimi tempi, da quando i due fratelli hanno compiuto la maggiore età, e non tollerano che niente e nessuno entri nella magione a parte loro. Solo che vivendo soli a non far niente, nella magione decadente, tutto il giorno, a rispettare terrorizzati le regole musicate in rima, i due fratellini hanno finito per dilapidare il patrimonio e ora la casa rischia di venire pignorata. Cosa faranno in proposito i tizi sotto la botola?
Tagliamo corto. L'atmosfera è molto bella, gli interpreti hanno quella carica di ingenuità gotico/decadente che li rende interessanti e in genere la regia di Brian O'Malley non è male e rimanda in più di un aspetto al Crimson Peak di Del Toro. Nel sotto-testo narrativo c'è magari anche l'intenzione di muovere una allegorica critica sociale vicina al gattopardismo di Tomasi di Lampedusa, ma è qualcosa di appena accennato. The lodgers però ha il fiato corto. Spara le cartucce più interessanti nella prima parte e poi latita di contenuti e colpi di scena, facendo sperare in una svolta di qualsiasi tipo che però non arriva mai. Poteva andare bene una svolta sexy, una svolta splatter, una svolta surreale ai limiti del trash, una svolta che strizzava l'occhio ai classici della Hammer, poteva andare bene quasi tutto, ma questo alla fine non avviene. Il film insinua una certa idea su come potrebbe evolversi il racconto e da lì non si schioda, regalandoci per lo meno un finale in fondo non troppo banale a compensare le poche idee messe in campo. Poche idee che peraltro sono anche buone e rese molto bene a livello concettuale e visivo. Il film ha un indubbio fascino strutturale nel suo modo di moltiplicare all'infinito la realtà attraverso continuo giochi di specchi che operano a livello tanto visivo che emotivo. Solo che a un certo punto si avverte purtroppo che manca qualcosa e tutta la fascinazione e lo stile, di cui questa pellicola letteralmente trasuda, finiscono per essere modificate da una scrittura troppo auto-referenziale. Peccato. Davvero molto carina e brava Charlotte Vega, che quasi riesce a sobbarcarsi da sola la pellicola. Peccato che il suo impegno in questo caso non sia bastato e The Lodgers alla fine abbia l'aspetto di un ben lavorato, ma purtroppo in fondo vuoto, vaso antico. 
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