lunedì 16 aprile 2018

Ci ha lasciato a 74 anni R.Lee Ermey, l'indimenticabile sergente Hartman di Full Metal Jacket



Nel 1984 è stato l'iconico sergente istruttore Hartman nel capolavoro di Kubrick, facendo piangere e impazzire il soldato "Palla di lardo" di Vincent D'Onofrio, ma era già un elicotterista in Apocalypse Now di Coppola. Era il sergente dei soldatini di plastica Verdi di Toy Story di John Lasseter, era sempre un sergente, ma fantasma, in Sospesi nel Tempo di Peter Jackson. Un'altra divisa ha consolidato la sua fama negli anni, quella dello sceriffo Hoyt di Non aprite quella porta. Ha interpretato anche altri ruoli, tra cui il padre del Dottor House di Hugh Laurie, ma l'uniforme gli stava sempre bene, unita al carattere spesso brusco e scorbutico (se non addirittura maligno) che caratterizzava i suoi personaggi. Perché nell'esercito, nei Marines, insieme a uniformi e a personaggi dal carattere brusco, scorbutico (se non addirittura maligno) ci era sempre vissuto e questo raccontava nella sua arte.  Eroe di guerra in Vietnam e ad Okinawa, spesso rivestendo proprio il ruolo di Sergente Istruttore, in congedo da 1972 per motivi medici, nel 2002 i Marines lo promuovono come riconoscenza al servizio svolto negli anni,  a Gunnery Sergeant. R.Lee Ermey era un cinematografico sergente istruttore cattivo più vero del vero, in grado di terrorizzare con la sua determinazione da Marines anche più generazioni di spettatori debosciati e senza palle tanto in film di guerra che in pellicole Horror. Chi lo conosceva sapeva che in realtà, sotto una scorza  d'acciaio, che però sapeva spesso affievolire con l'autoironia, Lee era sorridente, aveva un animo generoso e spesso aperto a iniziative di solidarietà. Oggi ci ha lasciato, a solo 74 anni, a causa di una polmonite. E già ci manca un po' la sua grinta e il suo modo di guardare la vita dritta negli occhi con tutta la determinazione di un Marines.

Ma cosa sarebbe successo  se invece di diventare un sergente istruttore dei Marines fosse diventato un bibliotecario?


Ciao Lee. Grazie per averci ispirati e terrorizzati in tutti i questi anni. 
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