martedì 15 agosto 2017

La torre nera - la nostra recensione



L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì. Cominciava così una "saga per caso" che cambiava forma e stile a ogni uscita e con il passaparola diventava grande, autentica. Una epopea horror/futur/western ruvida, sconnessa e dall'autore, Stephen King, mai pianificata veramente, costruita sull'onda del momento, spesso inseguita e ricercata dall'autore tra le righe dei suoi altri romanzi, come un chiodo fisso o un memento. Un'epopea culminata dopo anni, anni e anni in un capitolo geniale, grande, ma che non era poi davvero conclusivo. Lì si pone, con spericolata baldanza e assoluta follia, questa riduzione cinematografica della Torre Nera. Un seguito, un nuovo punto di inizio per i nuovi futuri lettori, un "Elseworld" che ripercorre i passi del primo romanzo, L'ultimo cavaliere e che solo chi ha letto i libri fino alla fine, fino all'ultima pagina dell'ultimo libro, può collocare al meglio (certo serve una certa interpretazione, ma ci può stare). È un mondo simile a quello cartaceo, ma mosso da regole diverse (le porte qui fungono da teletrasporti completi, non solo dell'anima), percorsi temporali diversi e nemici in parte diversi. Meno horror e più fantasy, più rivolto ai giovani. Una favola oscura dalle parti dei fantasy come Legend di Ridley Scott, narrativamente più dalle parti del kinghiano Il talismano e quasi in zona dell'Endiano La Storia infinita, con cui condivide tantissimi punti. C'è un bambino che sogna un mondo lontano, c'è un eroe ultimo della sua razza, c'è un potere che ingoia ogni cosa simile al potente "Nulla". Il gioco rimane lo stesso del libro. C'è una torre nera che protegge alcuni mondo dall'oscurità. C'è un nemico che vuole abbatterla corrompendo quanto di più puro e indifeso ci sia al mondo. Ci sono i pistoleri, l'unico baluardo contro il male a difesa della torre e tra loro c'è Roland, l'ultimo di loro, che impugna contro i demoni pistole ricavate da Excalibur. Roland ha mantra quando si prepara alla lotta. Non mira con la mano, perché colui che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Lui mira con l'occhio. Non spara con la mano, perché colui che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Lui spara con la mente. Non uccide con la mano, perché colui che uccide con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Lui uccide con il cuore. Codice, onore, sacrificio e molto sconforto, uniti a una pellaccia quasi d'acciaio e da una mira sovrumana, muovono Roland nella infinita e spietata lotta contro il re rosso e uno dei suoi attendenti più temibili, Walther. Walther assomiglia qui tanto al Randal Flagg del kinghiano L'ombra dello scorpione. È un demone quasi onnipotente, terribile e letale. C'è questa lotta, ci sono i mostri e un desolato mondo parallelo post apocalittico e c'è la storia di Jake, un bambino che ha strani sogni, viene bullizzato e quasi internato perché creduto pazzo dalla sua stessa, pessima ma amatissima madre. Ma come King insegna, non bisogna mai sottovalutare le capacità delle persone più tartassate e sconfitte dalla vita, perché è in loro che risiede la vera forza. 


Il film è ben recitato, è carico di scene suggestive, scenari evocativi  e preso per quello che vuole essere, cioè una favola dark, funziona e alla fine ha pure una chiusa interessante. Rimane un fatto netto: non è, ne mira ad essere, una trasposizione fedele dei libri della Torre Nera. Il fatto che ne sia in qualche modo un sequel non è male, ma la scelta di farne un prodotto più per ragazzi può far storcere magari il naso a chi voleva un taglio più horror e adulto. C'è chi poi ha letto che è una saga fantasy, non ha letto i libri e si aspettava una specie di Signore degli anelli. Ovviamente si sono sentiti fregati, anche se magari potevano informarsi prima. In rete lo hanno demolito anche più del necessario, il botteghino è andato deserto, difficilmente il progetto della Sony, che includeva altri capitoli cinematografici e serie TV a tema, sarà prolungato, salvo miracoli. A un occhio critico non è affatto la monnezza tanto sventolata dall'indignato pubblico. È un film piuttosto onesto e nemmeno troppo lungo, con belle scene d'azione e un finale, per una volta, che è autosufficiente a future pellicole. Io lo metto nella schiera delle pellicole fantasy carine anche se non epocali come Blade, The Last Witch Hunter, Shadow Hunters, Underworld. Lo metto quasi una spanna sopra però. Per una sera, specie se molto calda, va benissimo, magari accompagnato a una coca cola. 


Idris Elba è granitico, fico a non finire e fa un sacco di cose ganze con le sue pistole. In alcune scene non fa che sparare e ricaricare contro montagne di mostri che gli si parano davanti. Matthew McConaughay sembra Christopher Walken da giovane e si diverte un pazzo a creare un cattivo cattivo crudele quasi quanto il T-1000 di Terminator (c'è una scena ad hoc in cui vedrete questo aspetto). Un cattivo che per una volta non ha un filo di ironia e che quando arriva fa veramente paura. Il piccolo Tom Taylor non recita affatto male, lega molto bene con Elba ed è molto credibile pur nel contesto incredibile della storia. In molte scene tra Elba e Taylor si recita il classico buddy movie, e questi sono tra i momenti più riusciti della pellicola. L'aria pesante da dark fantasy, stile Legend, funziona e la musica da un accompagnamento niente male. C'è tutta una pletora di mostri tentacolari, demoni che comprano al mercato nero pelli umane da indossare, poteri telecinetici e pure un raggio mortale creato dal terrore. Ci si diverte. Ci si aspettava a ogni modo a livello di "mondo" qualcosa di parecchio diverso, di più grosso, di più profondo, di più aderente ai testi, di piu pauroso, di più adulto. Tutte vie che potevano essere percorribili ma che non si sono intraprese, complice una produzione che è un po' naufragata dopo che Ron Howard si è allontanato troppo dal progetto e dopo che la solita coppia di produttori pasticcioni (si dice) si è chiusa per due settimane in sala montaggio a fare i macelli cosmici. Qualunque sia la verità, il film è carino e abbastanza solido pure dal punto di vista del montaggio, privo delle bestialità di montaggio viste in Suicide Squad o Batman v Superman. Non ci sono buchi di sceneggiatura qui. Manca semmai all'intera produzione un po' di ambizione in più per elevarlo a un prodotto di serie A. Il gigante produttivo ha partorito un topolino. Anche se un topolino simpaticissimo.


Mi viene in mente un aneddoto. Ho visto tempo fa Daredevil al cinema. Era bruttino, diciamo. Poteva venire meglio. Ma da allora mi sono incuriosito e ho iniziato a leggere il fumetto, che è ancora oggi uno dei migliori comics in circolazione e una delle mie letture imprescindibili. Forse qualcuno, come me allora, dopo aver visto questo film potrebbe avvicinarsi alla saga cartacea della Torre Nera. E so già che così facendo avranno una bellissima sorpresa. Ma a prescindere da tutto, se non lo avete ancora fatto correte a leggere la saga di King appena potete. Ho sentito in giro che c'è troppa gente che ancora non la conosce e questo è davvero un peccato. 
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4 commenti:

  1. Ecco. Adesso ho voglia di vederlo. Grazie.

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    1. Ahahah buona cosa, allora la recensione ha funzionato! Facci sapere cosa ne pensi!

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  2. La Torre Nera pur con i suoi difetti è tra le mie letture preferite di sempre.
    Io fin dall'inizio ho considerato questo film una sorta di What If dando poca importanza al contesto totalmente diverso ( già dal personaggio principale).
    Sicuramente lo vedrò anche se lo stanno uccidendo quasi dovunque, purtroppo.

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