Si
chiamano NOI (in inglese WE), un acronimo che sta per "Nuovo Organismo
Ibrido". Sono cavie da laboratorio trafugate un po' per strada, rubate ai
loro proprietari. Un cane, un gatto, un coniglietto. Li hanno addestrati e poi
corazzati, riempiti di componenti cyborg, stipati di missili. Li hanno
teleguidati a distanza come fossero macchinine radiocomandate ed usati per
combattere il crimine in campo aperto. Perfetti robocop animali. Poi il
progetto è finito e i cucciolotti con in corpo più cavi di Darth Vader devono
andare in pensione. Solo che non possono essere smontati, perché partirebbe un
meccanismo di autodistruzione. Non possono essere lasciati liberi, non tanto
perché sarebbero letali macchine di morte ma soprattutto l'opinione pubblica li
scoprirebbe e si farebbe delle domande serie su una sperimentazione bellica
così invasiva e contraria all'etica. Vanno soppressi. Iniezione letale. Nessuno
soffrirà. Ma la ragazza che li ha cresciti ed educati non ci sta, decide di
liberarli. Inizierà per i tre robo-animali una piccola, sanguinolenta e tragica
odissea tra i boschi. Braccati da uomini senza scrupoli e da creature come
loro, ma ancora "radio-comandate".
Grazie
alla Lion torna in edicola WE3 di Morrison e Quitely. Una storia in tre parti,
raccolta in elegante cartonato, che è tra le letture imprescindibili per chi
ama il fumetto. A livello grafico è semplicemente sensazionale, a livello di
racconto è un autentico pugno allo stomaco per crudezza e drammaticità. Se
amate gli animali è davvero difficile da approcciare, anche se gli autori lo
hanno creato come arma di denuncia e critica alla sperimentazione scientifica.
Il sangue scorre a fiumi, il versante splatter del disegno è fuori scala. Ma al
contempo gli animali protagonisti sono autentici, hanno un cuore e una
malinconia che li rende tragici, "potenti". Ci si esalta, molte cose
sono anche divertenti, ma soprattutto si avverte l'amarezza dell'opera. È facile
ritrovarsi a piangere sfogliando le pagine e in questo ci avviciniamo davvero
tantissimo alla tragicità di ferro e sangue del primo Robocop di Paul
Verhoeven.
Le tavole di Quitely sono immense, cariche di dettagli, da
analizzare centimetro per centimetro. Ogni scelta grafica è chiara, di impatto,
sadicamente orchestrata. I suoi disegni al contempo hanno una naturalezza
unica, soprattutto quando descrivono i tre animali protagonisti. È da leggere.
È tremendo, assolutamente non adatto ai più sensibili e ai più piccoli ma è da
leggere. Ci trovate dentro tutta la potenza, la forza e la gentilezza che un
media come il fumetto può esprimere. Qualcuno (la New Line, nel 2006) una
volta pensava di farci una trasposizione cinematografica. Non credo che un film
avrà mai il coraggio di rappresentare esattamente la crudezza (ma anche la
poetica distorta) di questo fumetto.
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