venerdì 18 agosto 2017

WE3 di Grant Morrison e Frank Quitely


 Si chiamano NOI (in inglese WE), un acronimo che sta per "Nuovo Organismo Ibrido". Sono cavie da laboratorio trafugate un po' per strada, rubate ai loro proprietari. Un cane, un gatto, un coniglietto. Li hanno addestrati e poi corazzati, riempiti di componenti cyborg, stipati di missili. Li hanno teleguidati a distanza come fossero macchinine radiocomandate ed usati per combattere il crimine in campo aperto. Perfetti robocop animali. Poi il progetto è finito e i cucciolotti con in corpo più cavi di Darth Vader devono andare in pensione. Solo che non possono essere smontati, perché partirebbe un meccanismo di autodistruzione. Non possono essere lasciati liberi, non tanto perché sarebbero letali macchine di morte ma soprattutto l'opinione pubblica li scoprirebbe e si farebbe delle domande serie su una sperimentazione bellica così invasiva e contraria all'etica. Vanno soppressi. Iniezione letale. Nessuno soffrirà. Ma la ragazza che li ha cresciti ed educati non ci sta, decide di liberarli. Inizierà per i tre robo-animali una piccola, sanguinolenta e tragica odissea tra i boschi. Braccati da uomini senza scrupoli e da creature come loro, ma ancora "radio-comandate". 



Grazie alla Lion torna in edicola WE3 di Morrison e Quitely. Una storia in tre parti, raccolta in elegante cartonato, che è tra le letture imprescindibili per chi ama il fumetto. A livello grafico è semplicemente sensazionale, a livello di racconto è un autentico pugno allo stomaco per crudezza e drammaticità. Se amate gli animali è davvero difficile da approcciare, anche se gli autori lo hanno creato come arma di denuncia e critica alla sperimentazione scientifica. Il sangue scorre a fiumi, il versante splatter del disegno è fuori scala. Ma al contempo gli animali protagonisti sono autentici, hanno un cuore e una malinconia che li rende tragici, "potenti". Ci si esalta, molte cose sono anche divertenti, ma soprattutto si avverte l'amarezza dell'opera. È facile ritrovarsi a piangere sfogliando le pagine e in questo ci avviciniamo davvero tantissimo alla tragicità di ferro e sangue del primo Robocop di Paul Verhoeven. 


Le tavole di Quitely sono immense, cariche di dettagli, da analizzare centimetro per centimetro. Ogni scelta grafica è chiara, di impatto, sadicamente orchestrata. I suoi disegni al contempo hanno una naturalezza unica, soprattutto quando descrivono i tre animali protagonisti. È da leggere. È tremendo, assolutamente non adatto ai più sensibili e ai più piccoli ma è da leggere. Ci trovate dentro tutta la potenza, la forza e la gentilezza che un media come il fumetto può esprimere. Qualcuno (la New Line, nel 2006) una volta pensava di farci una trasposizione cinematografica. Non credo che un film avrà mai il coraggio di rappresentare esattamente la crudezza (ma anche la poetica distorta) di questo fumetto. 

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