mercoledì 30 settembre 2015

Le Storie - vol. 35 - L'abisso



Storia: Marco Boselli; Disegni: Luca Rossi

Prefazione dotta, da leggere con tasso alcolemico di 0.4 minimo: Maaaare profumo di maaare. Con l'amore io voglio giocare, è colpa del maaare, del cielo e del maaaaree, senza te sto lasciandomi andare. Questo sole, che cosa può fare, io non ci credevo, ma posso sognaaaareeee... Chi vive in un ananas in fondo al mar? Spongebob Squarepants!! Assorbente e giallo e poroso lui è? Spongebob Squarepants!! Oooora siamo su quest'isola. Guaaaardaaa le opportunità! Coooomeee in un una grande favola, noooi viiiviamo in libertà! Faaaammmi volaaare capitan, senza una meta, tra pianeti sconosciuti a rubare a chi ha di piuuuu'.
Che palle il mare e i marinai. Tutte le storie che li riguardano allo scarto del 97% riescono a farmi due coglioni così... e lo dico da lettore di One Piece!! Che ovviamente non significa nulla... Sta di fatto che l'ambientazione piratesca quando declinata al dramma esistenziale e quando condita con un po' di mitologia non è affatto male. Mi sta piacendo ben più di quanto credessi la serie tv piratesca Black Sails di Starz (vuoi anche perché ha un numero spropositato di donne nude). Mi sono divertito con almeno il primo dei Pirati del Caraibi, ma continuo a seguire le avventure dell'alticcio Jack Sparrow aspettando il momento che vomiterà tutto quel rum che gli naviga nel sangue nel più classico epilogo di una sbronza triste. Mi è piaciuto un sacco Nobody, sempre della collana Le Storie. Quest'ultimo aspetto si somma piacevolmente al nome di Boselli, autore poliedrico, dalla scrittura elaborata e un ottimo senso dell'azione, timoniere della testata del ranger Bonelli con prad Kit Carson. Boselli ha già fatto una tappa sulla collana Le Storie, nel numero speciale di luglio, sorprendendoci con un racconto sugli "scorridori", guerriglieri impegnati in una fin troppo dimenticata guerra americana tra coloni inglesi e francesi. Ed eccoci arrivare a questo numero 35, "L'abisso", una mini - enciclopedia dei topos marinareschi che segue le disavventure della Southern Star del capitano Moody, dal momento in cui il vascello trae in salvo il giovane naufrago e voce narrante Michel Davy. Ma il viaggio appare immediatamente arduo. Subito Boselli sembra colto da uno sfrenato impeto di bulimia narrativa. Tra pagina 11 e 12 (e nemmeno "tutte le pagine") ci viene presentato il capitano Moody, Macready lo svedese, Watford il chirurgo, Harpole, Hickson il falegname, Laval il cuoco, Crapoulle il bucaniere di Hispaniola, Matos il portoghese, Bernez il bretone, Pinto l'andaluso, Hinchcliffe, Bonito, Cresswell, Pruit, Wallander...



Sembra che per ogni goccia del mare ci sia un pirata con la sua storia e ogni pirata canti una canzone piratesca. Ogni tappa della Southern Star è poi un viaggio nel mito. Mostri marini, piante senzienti, corsari cannibali, pestilenze assassine, il Giona Portasfiga, la donna a bordo Portasfiga, il capitano molle in odore di ammutinamento perché porta sfiga, vascelli fantasma, gente che esce pazza e si fa a pezzi, isole piene di donne nude, abbordaggi, pallettoni, isole del tesoro, maledizioni varie. Non succede "di tutto", nel racconto di Boselli succede proprio "tutto", in sole 114 pagine. La bravura dell'autore risiede della capacità di far fluire eventi e personaggi con una incredibile naturalezza, regalandoci la versione a fumetti della giostra dei corsari di Gardaland. L'atmosfera regna sul valore dei singoli eventi a una prima lettura, ma il viaggio assume un fascino tutto suo quando di è entrati nell'ultimo porto e si è scovato qualcosa di dannatamente interessante, un autentico tesoro nascosto che ci spingerà alla rilettura immediata e integrale del volume da una nuova prospettiva. La storia di Boselli è quindi esaltante, ma così densa che può scoraggiare molti lettori che non abbiamo il tempo di dedicarle il tempo che merita. E pure io inizialmente sono caduto vittima di questa "maledizione piratesca". Il poco tempo mi permetteva di fruire la lettura a spizzichi e bocconi ed era tutto un ricominciare da capo, manco stessi studiando i cartaginesi in terza elementare con Ken il Guerriero in televisione. Sarà anche per la mia età che avanza. E questo è anche il motivo per il quale a lungo ho rimandato questo pezzo. Alla fine, decidendo di dedicargli una domenica pomeriggio, l'ho affrontato per bene e ne ho colto le mille sfumature e fascino. Quindi se la lettura è consigliata per i suoi molti meriti, devo rilevare che possa risultare per qualcuno magari difficoltosa. Dal punto di vista grafico il lavori di Luca Rossi è davvero valido. Le tavole trasudano dettagli, ognuno dei millemila pirati descritti è riconoscibile, unico e le scene di massa si sprecano così come le scene d'azione, per lo più ambientate nella maniacalmente ricostruita nave pirata. Il "formato classico bonelli" non rende giustizia a tanta beltà. Il volume meriterebbe un cartonato gigante.
La collana intasca ancora una volta un racconto prezioso e ottimamente illustrato. Tosto da leggere ma che vale dannatamente la pena di aggredire dalla prima all'ultima pagina. 
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1 commento:

  1. Mi è piaciuto parecchio e nemmeno io amo i pirati e le ambientazioni marinare. Jack Sparrow lo ammazzerei volentieri così come fare senza remore con Johnny Depp. Però questo era davvero un bel numero.

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