lunedì 23 giugno 2014

Guerrilla War - Nemmeno lo sapevo e a 12 anni impersonavo Che Guevara in un videogame


I ricordi appaiono sempre sfuocati, magari conditi con colori particolarmente acidi, profumi indistinti. Quando avevo dodici anni capitava che, insieme ad altri ragazzetti delle medie, finissimo in un modo o in un altro al bar interno della scuola, il temuto e rispettato "Bar dell superiori". Era appunto un posto temuto, situato nello scantinato, per lo più frequentato dai grandi e dai professori. Odorava di caffè e di pizzette congelate riscaldate male, aleggiava una nube di fumo. Fuori dalla scuola, attraversata la strada, c'era di meglio. C'era una pizzeria al trancio specializzata in panzerotti, c'era un baretto che assemblava panini pazzeschi. Ma il bar delle superiori, al di là della "voglia di proibito" che incuteva, aveva anche tre cabinati da sala giochi. Era lì, in mezzo ad un Tetris e un Rolling Thunder, che faceva lustro di sè l'arrembante Guerrilla War della Snk. I tizi di Ikari Warriors e del futuro Metal Slug per intenderci.

Era un cabinato a cui si poteva giocare in due, sgomitando un po'. Si impersonavano due tizi cazzuti armati di tutto punto e si andava soli contro un esercito. Ogni giocatore disponeva per i movimenti di un joystick,  un tasto per lo sparo, uno per le granate e una strana rotella per far ruotare su se stesso il personaggio e fargli prendere la mira. Certo il tizio che compariva all'inizio del gioco dicendo qualcosa in inglese sulla rivoluzione non è che dicesse molto a un dodicenne che avrebbe usato internet solamente 8-9 anni dopo e in tv seguiva solo Holly e Benji. Quello che importava era che nel 1988, quando tutti a casa avevano il Commodore 64 o l'MSX, una grafica del genere era semplicemente di un altro pianeta. Certo, nelle sala giochi cittadine c'era anche di meglio, ma era territorio ancora più ostile, autogestione locale, roba da porto d'armi (quando si è piccoli poi si esagera sempre... non è che fossero poi così "estreme" alla fine). Così i ragazzini di tutta la scuola e pure una bella fetta di grandicelli "facevano a botte" per infilare gettoni nel mitico Guerrilla War durante la pausa pomeridiana. E siccome era un gioco dannatamente difficile, un autentico martirio economico, non mancava che qualche umore si guastasse e intervenissero in soccorso i cosiddetti "esperti", gente riprovevole che all'epoca millantava di "farti vedere come il gioco è più avanti" se gli offrivi un gettone. Non c'era youtube e qualcuno di fatto "pagava i gameplay". Spero che oggi siano tutti morti di morte atroce. La cosa bella di Guerrilla War era che si impersonavano due omini che andavano in giro a sbudellare gente in un'epoca in cui c'erano pochissimi giochi violenti e gli spara spara riguardavano per lo più astronavine o aeroplanini asettici e colorati male. Qui c'era più pathos, si respirava l'aria del grande action muscolare americano, tutti i carri armati nemici avevano sopra la stella rossa comunista. Curiosità. I personaggio principali qui portavano la barba. Non erano come i biondi, muscolosi, glabri e ben rasati super-soldati del futuro Mercs della Capcom (Basati sulle fattezze di Schwarzenegger e Action Jackson), ma la barba la portavano di fatto anche Stallone ne I Falchi della notte e Chuck Norris... sempre! La missione poi filava dritta come un film alla Delta Force. Buoni pochi, ma bene armati, contro tanti  cattivi. I nostri dovevano approdare su di un'isola lussureggiante, governata da un terribile fantomatico "King", probabilmente comunista. Affrontare a tappe tutto il suo esercito lungo il percorso indicato su di una cartina fino allo sua tana. Sconfiggerlo. Inserire le 3 proprie iniziali in classifica. Oppure scriverci "ano", che fa sempre ridere.
Dal mare, sotto pesante bombardamento, i nostri arrivavano a bordo di una barchetta sulla terra ferma. Si facevano strada fino ai boschi, giungevano alle prime fattorie, si insediavano nella capitale fino alla magione fortificata del boss finale, salvando nel mentre gente "dissidente" legata a dei pali (facendo attenzione a non sparargli addosso o curando che non lo facessero i nemici) e sparando ad uno sterminato numero di nemici. Ogni tanto compariva un carro armato a grandezza "giocattolo" sul quale si poteva salire e cannoneggiare. Ogni tanto si entrava in possesso di armi pesanti come maxi fucili e lanciafiamme. Il tutto era complicato da una intelligenza artificiale per l'epoca non così banale (vedi i tizi che si appostavano e si muovevano per evitare le granate), da alcuni ostacoli, che potevano essere abbattuti solo dalle granate o dalle armi pesanti, oltre che dal sistema di gestione della mira, difficile da padroneggiare in quanto abbastanza lento e macchinoso. Molti ci perdevano un mare di soldi piantandosi ai primi livelli. Alcuni riuscirono ad arrivare in fondo al percorso fino al difficilissimo boss finale che, una volta sconfitto, scappava in mare con un motoscafo senza poterlo impallinare. Lasciava un po' l'amaro in bocca. Nella versione per Nes invece il leader malvagio iniziava a sparare granate a grappolo fino a che non veniva terminato. Che belli i ricordi. Quando sono diventato un po' più grandicello ho cercato per mari e monti Guerrilla War, ma niente, anche sul Mame non mi funzionava. Poi l'ho trovato sul PSN, a 2.99, l'ho scaricato e mi sono informato maggiormente sul titolo, scoprendo qualcosa di pazzesco. Altro che trama generica, l'isola dei cattivi, grossi riferimento ovunque ai cattivi comunisti che i tempi della guerra fredda raccontavano (prima che Rocky 4 fece finire la Guerra Fredda a livello mediatico, ma questa è un'altra storia). Cammuffato dalla Data East, il publisher americano del gioco, cambiati nomi, contesto e pure modificando dei disegni per presunti problemi con il comunismo anni '80, scopro che Guerrilla War originariamente si chiamava Guevara.


Certo, non sono un genio, wikipedia lo indica chiaramente (oggi), ma io, giuro, all'epoca non lo sapevo. Così dal materiale pubblicitario originale scopro che il gioco parla di fatto della Rivoluzione Cubana dal 1956 al 1958 (certo il nome "guerrilla" oggi mi rammenta libri come "Guerrilla in Bolivia", ma, ripeto, avevo 12 anni). L'inizio del gioco rappresenterebbe il 2 dicembre 1956, data in cu i nostri "avatar", che poi sarebbero Che Guevara e Fidel Castro arrivano dal golfo del Messico a Cuba a bordo di una piccola imbarcazione (denominata Granma, nel gioco esattamente riprodotta). Nella realtà la flotta cubana fece strage e si salvarono solo in 15. Il gioco drammatizza ulteriormente e vede superstiti dai bombardieri solo il Che e Castro. Il gioco continua sulla Sierra Madre, zona boscosa-montagnosa dalla quale per due anni i rivoluzionari ingrossarono le loro file, per poi terminare con la battaglia di Santa Clara  e contestuale presa de l'Avana del 24 dicembre 1958, la vittoria finale che costrinse alla fuga Batista, per l'appunto via mare. Ecco perchè il boss finale qui scappa via.

Certo, parliamo di uno sparatutto della durata di trenta minuti, non certo di un romanzo storico o un testo scolastico, ma c'erano tutti gli elementi per "parlare" della Rivoluzione Cubana, con tanto di date, nei minimi termini. Peccato che il programma di Storia arrivava sempre a fatica agli anni '50. I giapponesi non sono alieni a progetti di questo tipo. Hanno fatto videogiochi che parlano della Guerra dei Cento Anni, dell'epoca Sengoku, della Roma di Cesare, dei conflitti cinesi dei Tre Regni. Avvenimenti presi per quello che sono stati, fatti storici. Spunto per intrattenimento, senza secondo fine. Pensare che nello sparatutto 1941 della giapponese Capcom si impersonano truppe dell'aviazione americane contro i giapponesi perchè alla fine hanno, di fatto, vinto gli americani! Il top del fair play. Una volta parlavo con un amico su quanto sarebbe stato figo un gioco su Garibaldi realizzato alla Call of Duty. Oggi è sicuramente più normale vedere un Assassin's Creed che ripercorre nel dettaglio le tappe salienti della storia, negli anni '90 già si vedevano i primi strategici a turno su Waterloo, sulla Guerra delle Rose ma, ripeto, questo è un gioco del 1987. Censurato all'epoca alla stregua di propaganda comunista trasformando i personaggi sulle immagini del cabinato alla stregua di Super Mario e Super Luigi. Gente che combatte contro un re cattivo.


Peraltro nemmeno un caso isolato di censura, in quanto nello stesso periodo pure la serie fantascientifica Contra della Konami cambiava titolo in Gryzor. I giapponesi volevano far riferimento a dei futuri "controrivoluzionari" gente che si opponeva alla rivoluzione e governo delle macchine (in un ambiente alla Terminator), la censura ci vedeva il brutto e recente ricordo dei Contras nel Nicaragua. Ma allora perchè non scegliere di non importare questi giochi? Perchè cammuffarli? Forse perchè i giochi, anche quelli cruenti, sono per le major roba da bambini. Basta rifargli il trucco, semplificarne i dialoghi, e possono andare benissimo come storia della buona notte. Una storia di buoni contro cattivi in cui i personaggi principali ricordano Chuck Norris. La violenza generica non è vera violenza in fondo, secondo la censura americana.
Altri tempi, a ogni modo, altro modo di pensare. O forse no?
Ad ogni modo ora, più sui quaranta che sui trenta, mi godo l'investimento di 2.99 euro per Guerrilla War. Consapevole che con l'equivalente in gettoni all'epoca avrei combinato ben poco e sarei probabilmente morto al tizio a cavallo del treno. Rimane un gioco tostissimo, ma anche divertente. Giusto quel tizio che si vede all'inizio del gioco, oggi mi dice qualcosa di più.

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2 commenti:

  1. Certo che ne hai davvero tanto di tempo libero :D

    Can you see them coming through the ages, conquerors from afar.
    Written on the pages, brave conquistador.
    Open, heartfelt welcome, the shores of the promised land.
    Hold the king to ransom, let them eat out of your hands.
    Land ahead.
    They bring us salvation, the new world religion, godlike adoration, the truth slowly unfolds.
    Falling onto your knees, you will embrace their faith, their rules - your hate.
    Subdued, constrained, cursing your fate.

    Hail the conquerors by Groinchurn
    https://www.youtube.com/watch?v=g-3fQE7e84M

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  2. Beh poi vedendo la strada ideologica che ho preso poi pur giocandoci inconsapevolmente (avevo 5-6 anni quando ci giocavo) posso dire che ero già avviato su buoni binari :D

    Bloodyanarkin.

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