martedì 10 giugno 2014

Escape Plan - la nostra recensione


Sono tornati. Sono di nuovo insieme. Sono pesantemente armati. Sono pompi come sempre (o quasi) e non vedono l'ora di rubarsi le scene più cazzute. Tutto ok e alla grande no? Beh, più o meno...



Sinossi: Ray Breslin (Stallone) è un esperto nel testare la sicurezza nelle carceri di massima sicurezza. Sotto falso nome si fa rinchiudere, analizza l'ambiente e le abitudini di carcerati e carcerieri, trova la crepa del sistema e scappa. Poi si fa beccare, si presenta davanti al direttore del carcere, rivela chi è, spiega come ha fatto e rilascia parcella. Viene chiamato nell'ambiente Houdini e di fatto passa tutta la sua vita, da uomo libero, dietro a delle sbarre per lavoro. Nessuna famiglia, pochi legami, solo lavoro. Ray è il migliore, un'autorità nel settore che scrive libri e libri su come costruire la gabbia perfetta. C'è da dire che se la sicurezza delle carceri è all'acqua di rose come descritta nel film, spero che personaggi come quello di Stallone esistano davvero.  Ray appena terminato l'ultimo incarico e tornato libero si fa così coinvolgere, sotto la spinta del socio Lester Clark, (Vincent D'Onofrio) in un grosso lavoro che ha per committente i servizi segreti. Testare la sicurezza di una prigione di altissima sicurezza, in località segreta, destinata per lo più a gente come Satana, Magneto e Marco Mengoni (per essere sicurissimi che non faccia più album).
Ma qualcosa non torna. Giunto nella nuova prigione Ray si trova in un luogo ben diverso da quello immaginato, privo dei contatti per cui aveva pattuito e con la sgradevole sensazione che qualcuno voglia espressamente che, per questa volta, a Houdini non non riesca la magia. Non è infatti una prigione canonica, ma la brutta copia della prigione di Face/Off di John Woo. Un piccolo regno del terrore gestito dal sadico direttore Hobbes (Jim Caviezel, che dopo aver fatto per anni il buono vuole interpretare un bastardo... e gli riesce così così) e dal suo sadico braccio destro armato Drake (Vinnie Jones), al comando di un esercito di carcerieri che portano maschere nere inespressive su vestiti neri tutti uguali, come tanti mimi. Un posto dove però si può trovare presto un amico, quando serve. Ed ecco che Ray incontra, dopo 20 secondi, il pericoloso cyber-terrorista conosciuto come Rottmayer (Arnold Schwarzenegger). Distinto, gioviale, simpatico, anche lui intenzionato a scappare. Il pezzo grosso gli farà risparmiare da subito sposalizi non richiesti con grossi tizi tatuati, mercatini per trovare risorse utili, giochini con la saponetta, scelte di letto scomode e menate pseudo religiose. Insomma Ray starà come ad OZ... senza stare ad OZ...
Altro che Schwarzenegger, pensa Stallone se fossi stato io il tuo best friend forever...

Insieme a Rottmayer cercherà la via di fuga dalla prigione, ma non sarà facile, perché tutto sembra remare contro. Il luogo pare per più di un motivo gestito da dei supercriminali e destinato a rinchiudere altri supercriminali. Perfino i colleghi di Ray all'esterno hanno problemi a trovare la prigione, più i dettagli in rete si scoprono più sembra una leggenda metropolitana. Qualcuno gli ha dato un nome: "La tomba".

Un film da fare: C'erano una volta gli anni '80. Periodo storico noto per gli scaldamuscoli colorati, le pettinature cotonose, la hit Tarzan Boy, Stallone, Schwarzenegger.... e le Crystal ball.


La gente che ci è cresciuta, negli anni ottanta, i film di Stallone e Schwarzenegger li ha visti mille volte (l'alternativa era Bud Spencer e Terence Hill... sì, un po' come oggi), sicuramente come si è impiastricciata le mani con il Crystal ball cercando, vanamente, di creare palloncini colorati che non assomigliassero a dei testicoli (e succedeva SEMPRE). Certo la generazione passata ha idolatrato De Niro, Pacino, Indiana Jones, Star Wars, il migliore Argento. Ma noi abbiamo pur il duo muscolare di cui sopra, i Goonies, i Duran Duran e il Tenerone... e la Pietra Verde con Michael Douglas... 

Ma da allora per ogni fan dell'action che si rispettasse Sly e Arnold erano cinema. Quello muscolare, quello grosso e cattivo, quello da non perdere. Magari cinema di storielle assurde risolte con qualche mitragliata contro i "cattivi", magari di film che si guardavano di nascosto per paura che i famigliari, vedendoci piangere davanti al finale di "Codice Magnum", pensassero che fossimo strani. Certo non si poteva essere al contempo fan di Arnold e Sly, pur seguendo comunque entrambi. Non era cosa. Sly era urbano, vissuto, perdente ma con cuore. Arnold era enorme, inesorabile, alieno, pareva disegnato da Frazetta. Arnold era He-man senza il caschetto della Carrà. Tanta roba. E visto che io ero già nerd e amavo draghi, cyborg e demoni cornuti, Arnold era il mio riferimento. Poi con il tempo ho apprezzato anche Sly e le sue "sottili" metafore politiche, l'ho riscoperto  come ottimo sceneggiatore, regista e attore (Nick lo Scatenato con Dolly Parton è stato nel lettore vhs due mesi e per un paio di mesi pure Flashdance mi pareva un filmone, poi mi hanno internato). Ma mentre Arnold negli anni non l'ho mai abbandonato, pur sperando in ogni scena de "I gemelli" che svitasse il cranio a Danny De Vito, Stallone nei suoi film del filone "giacca Armani" (Lo specialista, Assassins, La vendetta di Carter, Avenging Angelo e roba simile) lo trovavo francamente inguardabile. Oggi i vecchi fan guardano con nostalgia gli Expendables, ma al cinema vanno film e attori diversi. Roba più raffinata, siamo onesti, ma meno divertente. Vederli insieme, di nuovo, Sly e Arnold. Dopo le manciatine di minuti in Expendables 1 e 2 era tempo di una pellicola 50/50, codivisa. Parte il progetto! Certo ora non sono più atletici come un tempo, ma con gli anni si sono affinati nella recitazione e una storia  carceraria come il mitico "Sorvegliato Speciale" è l'ideale per vederli interagire, collaborare e farci magari piangere mentre parte qualche pugno in sala mensa o coltellata nei bagni. Il genere carcerario è perfetto anche nell'ottica anni ottanta perché ti dà dei cattivi infiniti a cui dare botte, poliziotti corrotti, sette religiose folli, deboli da difendere, azioni furtive, c'è il pacchetto completo. Per ammodernare qualcuno sceglie di copiare selvaggiamente il carcere della prima parte di Face/Off. E Vabbeh, quando un'idea è bella la si riutilizza. Però i segni della carta carbone vanno cancellati meglio.

Cartolina di ringraziamento di Nick Cage a Sly e Arnold dopo che ha scoperto che gli hanno clonato il film
Si sceglie alla direzione il tizio di "Stanza 1409" e del bellissimo "Il Rito" con Hopkins, Mikael Hafstrom. Lo sceneggiatore è quello dell'orribile pasticcio conosciuto come Machine Gun Preacher (che di figo ha solo il nome) Si punta non al capolavoro, ma a un film solido, con un regista non pazzesco ma che sappia qui dividere a metà la scena tra Sly e Arnold, dando a entrambi il giusto peso, minutaggio e numero di scene fighe. O almeno provarci.
Ecco, divido tutto per metà e non dovrei sbagliare... forse...
Si sceglie Caveazel a fare il cattivo dei cattivi, rispondendo a un suo desiderio di non fare il buono. Jim per una volta vuole darle lui. Dopo essere stato frustrato, flagellato, inchiodato e crocifisso, resuscitato, picchiato dai vichinghi, picchiato dagli alieni, picchiato da un tizio in auto, picchiato da un'auto, sedotto e abbandonato dal tizio cattivo di Lost.

Sì, per una volta le do anch'io le botte
Vinnie Jones ha la faccia giusta per fare lo sgherro cattivo da videogame anni '80 e pertanto è perfetto per la parte del "tizio grosso e cattivo". Povero Vinnie, mai un ruolo sentimenale per lui.

Vorrei recitare in un Nicholas Sparks per una volta. Non sembro Richard Gere qui?
 Per rendere la trama da veri duri, si è deciso di togliere del tutto la gnocca dal film

La sconfortante unica presenza femminile del film, la "produttrice"Amy Ryan
Ad arricchire il cast oltre al già citato stoico-in-parte-telefonata D'Onofrio, l'insipido 50 Cent e l'evanescente Sam Neill. Come sarà andata l'intera operazione date le premesse?

     
Sì, ma non da fare così male...: Ecco il punto dolente. Tante belle premesse, ottimo cast, un'ambientazione che se uno non sa che è copiata da Face / Off magari pare originale, una trama che solo a immaginarla sembra una bomba. Poi vedi il film. E ti incazzi. Ti incazzi davvero di brutto, perché sprechi di questo tipo non sono in natura accettabili. Va bene l'effetto amarcord, il bello di vedere nella stessa inquadratura i nostri due eroi, ma, cavolo, qualcosa "di più" era lecito aspettarsela. Vediamo per punti le cose più palesemente indigeribili. Anzi no, utilizziamo contributi fotografici.

SPOILER ALERT ZONE - SPOILER ALERT ZONE - SVILUPPO TRAMA

Il geniale Ray Breslin di Stallone conosce tutte le prigioni del mondo. E sa che il punto debole di tutte è sempre uno, sempre lo stesso, sempre dannatamente quello. Tuttavia per arrivare alla solita notoria meta bisogna strutturare una trama intrigante, misteriosa, enigmistica, magari anche solo sognante come Le Ali della Libertà. Ma una trama serve sempre, mentre qui abbiamo queste sequenze...
Sly: Ho, un piano. picchiami che vado in isolamento. Arnold: Ok, se ti fa piacere..

10 min dopo. Sly: Il piano procede, picchiami che rivado in isolamento. Arnold: Ok, se ti va. ma non l'abbiamo già girata?
10 min. dopo: Sly: Bene, picchiami ora, devo andare in infermeria. Arnold: Bah, ok, ti rimeno...
10 min dopo. Sly: Bene, siamo pronti. Menami. Arnold: è divertente come un comizio sulla spazzatura differenziata

Ed è tutto così!!!!! Tutto così!!!! Si potevano sviluppare mille personaggi e situazioni, ma abbiamo qui invece il continuo ripetersi delle stessa scenetta all'infinito. Peraltro se si menassero almeno in modo figo avremmo almeno "qualcosa da vedere" e invece niente di niente, pugni mosci e calci mosci. Coreografie stanche per atleti stanchi. Inoltre il resto dei comprimari del cast non fa nulla, non arriva a nulla, non conclude nulla. Il film è in balia di una sconfortante assenza di idee e perfino il finale, dove qualche colpo e qualche bella scena scappa, è molto depotenziato rispetto a ciò che poteva e doveva essere. Stallone e Schwarzenegger fagocitano tutto e sono troppo grossi per stare insieme in un film unico. Un vero peccato, perché visivamente il tutto è decisamente gradevole e qualche bella idea di regia c'è.
Credo sia il primo dramma carcerario ripetitivo della storia. Da "Papillon" a "L'uomo di Alcatraz", passando per "L'isola dell'ingiustizia", "Le ali della libertà", "Il miglio verde", "La fortezza", "Hurricane" e sì, anche per "Sorvegliato Speciale". Non è accaduto fino a ora mai di annoiarsi, le storie, pur semplici e magari trite, si scrivono da sole in contesti simili. Basterebbe prendere uno studente di un corso di scrittura creativa e lui potrebbe fare miracoli anche sulla sceneggiatura di questo "Escape Plan". Ma così non è successo e il film, pur con tutto l'affetto amarcord per il quale lo vedrò e rivedrò in futuro, buca in pieno il suo obiettivo di intrattenere e divertire. Sospingendosi senza entusiasmo fino alla fine. Non basta sembrare un film anni '80 per esserlo davvero.
Ma comunque vederli insieme è bello davvero. Dovrebbero rifarlo, magari con una sceneggiatura meno "lineare", magari con ruoli che li vedano in contrasto come Pacino e De Niro in The Heat - La sfida. Pensate a un film bellico. Pensate Sly e Arnold soldati che si affrontano su di un'isola in una guerra con poche armi rimaste e tanti muscoli per menarsi. Sarebbe un war movie epocale. Il nuovo Commando. Il nuovo Rambo. Speriamo che un film simile si faccia e che questo Esape Plan finisca presto archiviato. 
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