domenica 24 dicembre 2017

Assassinio sull'Orient Express: la nostra recensione



-Sinossi parziale no spoiler e sugar free: Ci sono solo due persone al mondo che possono con certezza conoscere quanto è davvero accaduto in un delitto. Una è Dio, l'altra è Hercule Poirot. Così si presenta umilmente in scena il Detective definitivo di Agatha Christie. Hercule Poirot (Kenneth Branagh), che molti scambiano per Hercules Poirot auto-convincendosi della sua origine quasi mitica (e Poirot trasmette molto sense of wonder da supereroe in questo film, come per altro gli ultimi Holmes di Robert Downey jr e Benedich Cumberbatch). E' un belga incredibilmente sopra le righe, è attempato e forse a prima vista un po' rinco, è goloso, è vanitoso, è esigente pure nelle fesserie. Ama le torte sfrigolanti,  ama le uova ma solo se cotte alla perfezione e simmetriche, ama leggere Dickens sganasciandosi dalle risate. Soprattutto ama, e la sente come una esigenza irrinunciabile, risolvere enigmi, riportare in l'equilibrio il mondo, appianare i torti. Un frivolo esaltato? Tutt'altro. Dietro ai folti baffoni assurdi che sfoggia unicamente per distrarci si annidano occhi profondi e indagatori, orecchie che ascoltano ogni singolo dettaglio, un cervello che archivia, collega, decifra in continuazione. Il nostro eroe però è un po' stanco dopo l'ennesima crisi internazionale e inter-religiosa sedata con il suo acume. Urge una vacanza e arriva ghiotta la possibilità di un bel viaggio sul lussuoso Orient Express. Ma come capita a quella mena-sfiga della signora in giallo, al più famoso parroco di Gubbio o a quel moccioso saccente di Conan, i guai seguono Poirot. Mentre è in viaggio, il losco mercante di tappeti Samuel Edward Ratchett (Johnny Depp) viene assassinato di notte mentre dorme nella sua stanza. Un numero assurdo e immotivato di pugnalate, forse la presenza di tracce di veleno e una posizione innaturale della vittima trasformano subito il delitto in un puzzle inestricabile. Una bufera di neve che ha interrotto il tragitto del treno offre un po' di tempo per la risoluzione del caso ma non troppo e i sospettati sono davvero in molti. Riuscirà il nostro Hercule a non essere da meno della fama che lo segue?


- Kenneth Branagh dirige Daisy Ridley, Johnny Depp, Penelope Cruz, Judi Dench, Willem Dafoe, Darek Jacobi, Josh Gad, Michelle Pfeiffer... gente che non conosco e... Kenneth Branagh: dopo Dunkirk ritroviamo di nuovo in sala Sir Kenneth Branagh, qui in veste di regista e attore, per una "materia" carica di tutta quella drammaturgia shakespeariana che ha influenzato e influenza tuttora la sua ricca carriera teatrale e cinematografia. Assassinio sull'Orient Express è un giallo ma prima di tutto è una grande tragedia corale, che riesce in modo molto sottile a indagare nell'animo umano dei suoi protagonisti, spogliandoli lentamente delle proprie inibizioni in uno streaptease lungo, elaborato e mai banale. Branagh non perde quindi l'occasione di rimettere in scena il teatro che tanto ama, allestisce come più gli piace gli attori e prepara il suo palco, un Orient Express interamente ricostruito, arredato, lussuoso, caldo negli interni e gelido all'esterno (anche grazie ai paesaggi innevati delle montagne in computer grafica). Il treno è lui stesso un personaggio, compatto nella forma, ma smontabile pezzo per pezzo fino ad arrivare al cuore, per permettere ai nostri occhi di scorrazzare e perdersi tra i letti e lampade a olio delle stanzine più anguste, tra le ombre del vano bagagli, tra la condensa della neve assiepata sui vetri, nel calore della caldaia, tra le mille facce degli straordinari interpreti in scena. Difficilmente si era visto un cast tanto ricco in un adattamento della Christie e da bravo e rodato capobrigata Branagh riesce a valorizzare tutti rimodellando il testo, pulendolo dalle ragnatele e infondendogli uno stile quasi da action movie che non stona affatto e anzi rende moderno e fruibile quello che è già, da sempre, ritenuto uno dei migliori romanzi gialli di sempre. Se siete tra quelli che ancora non conoscono il libro preparatevi perché a questo punto il film diventa irrinunciabile. Sa trascinare in un mondo unico sospeso nel nulla, al quale si arriva dopo paesaggi che il regista rende degni di Indiana Jones. Sa giocare con il vostro intuito ma soprattutto con le emozioni, sa divertire e sorprendere ma sopratutto ha quel finale, che è una vera bomba atomica e che il nostro amato attore-regista inglese sa tenere saldamente per le corna a costo di farvi uscire dalla sala cinematografica sconfitti, in lacrime come bambini e desiderosi di tornare in quel mondo magari grazie ai romanzi, magari tra un annetto o due di nuovo al cinema. Perché come a Batman e come a Bond qualcuno recapiterà al nostro investigatore una richiesta di aiuto, che lo vuole in viaggio verso il Nilo. E il franchise ci sta, ora che nelle sale questo film sta macinando tanto bene. Anche perché il Poirot di Branagh funziona, è adorabile, sa farci ridere con i suoi mille tic, ha dei lampi negli occhi e ha un cuore, sotto quei baffoni, che lo rende più umano dei mille detective -androidi del romanzo giallo più comune. Grazie a Branagh qui è davvero difficile ricercare nel cast qualcuno che non dia il meglio e non sia perfettamente in parte, mi sembra di essere tornato a vedere il suo Nel bel mezzo di un gelido inverno. Il meccanismo è oliato così bene che forse il regista inglese ha davvero trovato finalmente  la chiave giusta per esprimersi e valorizzare i suoi attori. E tutto avviene, ricordiamolo, dopo i vari film Disney (Cenerentola) e Marvel (il primo Thor), dopo Tom Cruise (Jack Ryan). Film carini ma forse per Branagh un po' schematici, nei quali era davvero sprecato. Con questo non voglio però dire che Assassinio sull'Orient Express sia un film elitario. Anzi, è l'apoteosi del film commerciale. C'è tanta azione, bellissimi effetti visivi, una stupenda colonna sonora (e una struggente e indovinatissima canzone nei titoli di coda) un contesto esotico accattivante al punto che in alcuni momenti sembra di intravedere il migliore Spielberg degli anni '80. 



-Conclusione: un nuovo "film in treno" dopo il Dalla Russia con amore, Quel maledetto treno blindato, L'ultimo treno della notte, Terror Train, Galaxy Express capolinea Andromeda, Vagon-Lits con omicidi (citato non a caso), Trappola sulle montagne roccioseTrain de vie, Polar Express, Snowpiercer, Unstoppable, Il treno per Darjeeling, Quel treno per Yuma, Prossima fermata: InfernoLa ragazza del treno, Train to Busan e altri che ora non mi ricordo. Ma in fondo sono tantissimi i film in treno dai tempi di L'arrivo di un treno alla stazione di Ciotat fino ad oggi (senza citare i film con grandi sequenze ambientare su di un treno, come Una poltrona per Due, Super 8, Lone Ranger, Il buono, il matto e il cattivo... ma la lista qui diventa sterminata ) e io, da pendolare, li amo un po' tutti. Il viaggio su rotaia diventa quasi sempre in questi film viaggio interiore e questo Assassinio sull'Orient Express non è diverso E' una delle migliori  prove di Branagh degli ultimi tempi. Andate a vederlo e divertitevi. Con tutta quella neve sembra fatto apposta per essere l'ottimo film per questo Natale, magari da farci una double vision con il film di Dickens. Vi consiglio la doppietta quindi, tra un cinepanettone o due (consiglio Boldi a questo giro) e l'imprescindibile Star Wars. Rivedere al cinema la Christie non è affatto male in questa fine di 2017.
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1 commento:

  1. L'ho trovato gradevole, ma ammetto di non essere un grande conoscitore dell'Assassinio sull'Orient Express.

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